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1945 -2018 73° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO : Buon 25 Aprile !!!
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*****CAMPAGNA DICO 32 - SALUTE PER TUTTE E TUTTI! - HEALTH4ALL - GIORNATA EUROPEA CONTRO LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE, LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE
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martedì 29 aprile 2014

Marcegaglia Buildtech: i lavoratori dello Stabilimento di Viale Sarca riuniti in assemblea il 28 aprile hanno detto NO ai “Licenziamenti mascherati”

Marcegaglia, i lavoratori dello Stabilimento Marcegaglia Buildtech di Viale Sarca riuniti in assemblea il 28 aprile hanno detto NO ai “Licenziamenti mascherati”, respingendo l'idea di portare la produzione nell'impianto di Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria(secondo la Fiom Cgil solo 15 persone su circa cento presenti hanno dato la disponibilità a spostarsi) e alle ipotesi speculative immobiliari di “fare cassa” vendendo l'area dove sorge lo stabilimento (area molto appetibile da questo punto di vista dove esistono già: palazzine residenziali, multisala, centro commerciale e un albergo è  in costruzione).
Un film già visto per altre aree di crisi industriali. Il territorio milanese sarebbe privato dell’ennesima attività e  lavoro industriale.  
Mentre i sindacati sono in attesa di una convocazione da parte del ministero dello Sviluppo Economico dove verrà chiesto all’azienda un piano più dettagliato di quello presentato il 23 aprile scorso, per costruire momenti comuni di mobilitazione contro chiusure, licenziamenti, delocalizzazione e speculazione  si annuncia per sabato 10 maggio p.v. un’assemblea promossa dal comitato autoconvocato di lotta della Marcegaglia aperta a tutti i collettivi, i sindacati, i comitati di lotta territoriali., organizzazioni politiche anticapitaliste.

1° Maggio 2014: a Milano anteprima del film documentario "Dell'arte della guerra" dedicata alla lotta degli operai della Innse di Milano

La pellicola, giovedì 1° maggio in  anteprima verrà proiettata alla presenza degli operai della INNSE di Milano e a quella dei registi .

Distribuito da Lab 80 film il documentario verrà proiettato da giovedì 1 a mercoledì 7 maggio al Cinema Beltrade di Milano e da martedì 6 a giovedì 8 maggio al Cinema Bloom di Mezzago. Successivamente la pellicola arriverà fino a San Diego, Istanbul, Buenos Aires, Varsavia, Saint Etienne e Nouméa.


Il 1° maggio anteprima a Milano del film sulla lotta degli operai della INNSE
Il film dal titolo: “DELL’ARTE DELLA GUERRA”, sarà proiettato da GIOVEDI 1 MAGGIO 2014 a MILANO, ore 20,30 nella sala del cinema BELTRADE via Oxilia 10 (vicino a piazzale Loreto).
Saranno presenti gli operai della INNSE e i registi.
Partecipiamo e passaparola.

(ripreso dal sito Operaicontro.it)

Il Coordinamento partecipa Giovedì 1 Maggio ore 15 a Milano may day Piazza XXIV maggio PER IL LAVORO, IL REDDITO, LA DIGNITÀ, IL WELFARE, LA PACE













sabato 26 aprile 2014

Marcegaglia: il 28 aprile assemblea dei lavoratori Buildtech di Milano

lunedì 28 aprile :’assemblea dei lavoratori della Buildtech, l’azienda che produce pannelli per l’edilizia, che il gruppo Marcegaglia intende trasferire da Sesto San Giovanni, nel milanese, all’impianto di Pozzolo Formigaro (in provincia di Alessandria), con un totale di 75 esuberi tra i due siti, secondo i sindacati, che ieri hanno incontrato la direzione aziendale. Critico Mirco Rota della Fiom sul 'piano sociale' presentato dal Gruppo, che, a suo dire ''di sociale ha davvero ben poco''

Il responsabile nazionale della Fiom-Cgil per il Gruppo Marcegaglia, ha asserito che "il piano prevede un incentivo all’esodo di 26.000 euro lordi comprensivo del periodo del mancato preavviso per coloro che "volontariamente" decideranno di non accettare il trasferimento in provincia di Alessandria. Previsto inoltre l’utilizzo degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità)".
Manca invece qualsiasi tentativo di opporre un piano industriale e una decisa battaglia allo smantellamento di questo stabilimento milanese.

La Stazione ferroviaria di Brescia ha compiuto 160 anni di fronte all’indifferenza del Comune di Brescia e del Gruppo FS Italiane.

Il 24 aprile 2014 è ricorso il 160° anniversario  della stazione ferroviaria di Brescia.
In questi 160 anni la Stazione ha scandito momenti importanti della Storia dei Bresciani.  Essa è stata ed è tuttora parte integrante ed importante della Storia, volano per il decollo economico, industriale, tecnologico, commerciale, agricolo e culturale della Città e dei suoi rapporti con le altre culture, con il mondo.
L’anniversario cade nell’anno che va verso L’Expo 2015 e il rinnovamento ferroviario attraverso l’alta velocità che l’attraverserà, con tutto quello che ne consegue per l’economia , la vita dei cittadini e dei lavoratori per finire alle attività economiche, turistiche e culturali della Città.
In 160 anni è stata luogo e teatro del lavoro di migliaia e migliaia di ferrovieri che si sono succeduti e dell’attesa e del viaggio di milioni di passeggeri  (9.000.000 all’anno) e tra di essi dei pendolari. Uno spaccato di varia umanità che l’ha vissuta ed attraversata nelle varie epoche con le loro gioie e i loro drammi, con i loro sacrifici e speranze.
Già in un quadro del 1859 del pittore ticinese Carlo Bossoli, dipinto in occasione dell’ingresso di Vittorio Emanuele II in Brescia e oggi esposto al Museo del Risorgimento a Torino, è ritratta la Stazione di Brescia nel suo rapporto con il popolo, con la Città in Festa.
Nel bene e nel male, dall’indomani delle Dieci Giornate passando per le Guerre d’Indipendenza e gli aneliti risorgimentali, la caduta del Regno Lombardo –Veneto e l’Unità d’Italia, lo sviluppo dell’industria, del commercio, dei trasporti, la Prima e La Seconda Guerra Mondiale con il loro portato di tragedie, distruzione e ricostruzione , nel Regno d’Italia così come nel Ventennio mussoliniano, nella Repubblica di Salò, nella Resistenza e nella Repubblica Italiana essa è stata presente nella vita dei Bresciani.
La Stazione fu inaugurata il 24 aprile 1854,  giorno in cui sotto l’impero austro-ungarico fu aperto all'esercizio il tratto Coccaglio -Verona della costruenda Imperial Regia Privilegiata Strada di Ferro “Ferdinandea” Milano-Venezia.  Di questa Strada Ferrata e della necessità che passasse per Brescia ne hanno trattato italiani illustri, tra i primi figure eminenti come (a titolo puramente esemplificativo) Carlo Cattaneo e l’ing. Giovanni Milani.
Dal punto di vista architettonico, costruito su progetto dell'ingegnere Benedetto Foix,  il fabbricato viaggiatori della Stazione, nonostante le distruzioni delle guerre e le ricostruzioni e trasformazioni subite nel tempo, mantiene tuttoggi con il suo stile neoclassico influenzato da elementi neoromanici e di fortificazioni medievali le caratteristiche che ne fanno l’unico esempio di stazione austro-ungarica presente sul territorio italiano.  
La Fondazione Negri onlus a Brescia (antico studio fotografico) con il suo ricchissimo archivio fotografico ne ha documentato ampiamente le trasformazioni e quelle della città che vi cresceva attorno, altri fondi archivistici della città hanno altra importante documentazione originale in proposito e una parte di questo materiale lo si trova on line (ad es. : fotostoriche.provincia.brescia.it ; sito dell'Archivio Foto Storiche di Brescia, frutto della collaborazione tra la Provincia di Brescia e la Fondazione Negri Onlus).
Oggi, la situazione economica e sociale del nostro paese, non è sicuramente tale da favorire festeggiamenti e celebrazioni, ma - visto “dalla parte dei lavoratori” – non si può lasciar cadere nell’oblio e nella patina del tempo la memoria storica di questi eventi e, anche se  queste poche note non colmano certo il gap, delle vite e sacrifici vissuti dai ferrovieri, lavoratori, pendolari, semplici cittadini “eroi” del quotidiano, del lavoro, della battaglia per la sopravvivenza quotidiana,  che la storiografia e gli storici raramente o quasi mai indagano.
Queste poche righe  vogliono essere solo un “pro-memoria” storica ed un invito ai lavoratori a non dimenticare ed a tramandare anche oralmente la propria Storia, in attesa che grandi cambiamenti portino la storiografia (e non solo) ad occuparsi di loro e dei loro problemi.
Va, infine, dato atto alla sezione di Brescia dell’AEC (Associazione Europea Ferrovieri /Association Européenne des Cheminots) , associazione che si prefigge lo scopo di aggregare, attraverso iniziative culturali e di svago, tutti i lavoratori ferroviari europei e coloro che simpatizzano per questa modalità di trasporto, l’unico tentativo di ricordarne la ricorrenza ma che alla fine,  di fronte ad innumerevoli difficoltà che si  sono frapposte,  ha purtroppo dovuto rinunciarvi . 
  
 “il Respingente”

mercoledì 23 aprile 2014

CULTURA - notazioni sulla musica a cura di Amerigo Sallusti : BABA ZULA, Gruppo di Istanbul che mescola tradizione sufi ed alternative rock

Cultura : notazioni sulla musica a cura di Amerigo Sallusti

Sulla scia delle proteste di piazza, al Cairo è nato l’”Electro Chaabi”. Un mix di hip-hop, dance e suoni tradizionali che sintetizza l’eccitazione collettiva. Piazza Tahir insomma, ha prodotto sommosse e riots non solo sociali ma anche e soprattutto culturali. Stato nascente di una delle più vivaci musiche da ballo del pianeta, come fu per il rai algerino, il baile funk brasiliano, il primo hip-hop newyorkese, l’electro chaabi è suonata su software craccati e vecchi computer che diffondono capillarmente questa litania della rottura degli schemi tradizionali.

La Tahir turca si è svolta invece a Gezi Park. L’onda della protesta lì è nata e si è poi propagata con una forza di cui ancora si sentono “i rumori di fondo” e si ”scorgono ancora le tracce”, come a piazza Tahir del resto.
Il detonatore esploso ad Istanbul ha catalizzato una serie di vertenze locali in corso da tempo, dalla costruzione di discariche di rifiuti alle centrali nucleari, dalle autostrade alle dighe. Attivisti locali e musicisti hanno invitato a porsi in opposizione a siffatti progetti di scempio ambientale e urbanistico.
Baba Zula sono in prima fila in questa temperie. Con sonorità che fondono la memoria e i suoni del rock psichedelico degli anni Sessanta, una voce femminile e melodie da “Mille e una notte” elettronica e strumentazione tradizionale turca. Una meravigliosa miscellanea di oriente e occidente, una sintesi magica di tradizione e futuro. Istanbul una porta, da e verso l’oriente e vicendevolmente il contrario. Fondati  nel 1996 da Murat Ertel, Levent Akman e Emre Onel, il gruppo si è sempre caratterizzato per essere “una formazione aperta” alla collaborazione con musicisti e artisti appartenenti a diversi campi.

Fra i tanti il clarinettista turco di origini rom Salim Sesler, i trombonisti Tunnel Kurtiz e Ahmet Uourlu, la quasi novantenne Semiha Berksoy, prima cantante dell’opera di Istanbul e rinomata pittrice.
Poi, per continuare, non “va certo” dimenticata la partecipazione al film “Crossino the Bridge” del regista Fatih Akin (berlinese di origini anatoliche) in cui insieme a Baba Zula si sono espresse le migliori band del momento di quelle terre. Street music e brekbeat che incontrano il lamento della tradizione kurda; black music che scivola su ondulazioni dei dervisci rotanti…

A seguire collaborazioni con noti agitatori culturali europei. Dal celebre mago del dub Mad Professor (che ha prodotto tra gli altri il leggendario Lee “Schratch Perry” ed i Massive Attack) grazie al quale sono usciti dai confini turchi i loro due ultimi dischi “Psychobelly Dance Music” e “Belly Double”. Quest’ultimo arricchito nelle sue eterodosse musicalità (spiritual tzigani, blues prewar folk, liriche klezmer) dall’apporto vocale di Robbie Shakespeare, toaster, cantastorie d’assalto dei quartieri poverissimi di Kingston-Giamaica, quasi a creare in alcuni pezzi un nuovo genere, che si potrebbe definire “oriental dub”.
Dopo di che il percussivo tintinnio di ninnoli che deflagrano insieme al darbuka o tambureke (strumento musicale a percussione del gruppo dei membranofoni, utilizzato tradizionalmente in nord-Africa e Asia centrale dalle tribù nomadi arabe) e “riportati a ragione” da strumenti cordofoni, i più diversi, ci danno il senso di una musicalità davvero originale, preziosa e contagiante.
Al punto che un musicista “rumoroso” come Alexander Hacke degli Einsturzende Neubaten, si è fatto a sua volta contaminare durante le riprese di Crossino The Bridge, al punto di suonare nel loro ultimo disco, prima citato. Episodio non causale d’altro canto se, più volte, le loro tonalità sono state avvicinate a quelle dei mitici Can, gli inventori del Krautrock o musica elettronica tedesca, che miscelavano nei ’60-’70 rock d’avanguardia con diverse influenze musicali etniche. L’eterno ritorno.

martedì 22 aprile 2014

per il lavoro, il reddito, la dignità

per il lavoro, il reddito, la dignità

Di fronte alla pesante crisi economica, industriale, sociale ed ambientale , alle forme di resistenza dei lavoratori che, pur tra mille difficoltà, comunque si sono sviluppate dal 2008 ad oggi anche qui in Lombardia, alla continua chiusura di realtà industriali anche storiche e strategiche per il nostro paese, il gravissimo problema del lavoro per tutte le generazioni ed in particolare per i giovani è il problema centrale.
Quello che abbiamo sin qui visto è la progressiva scomparsa dell’Italia industriale, in Lombardia, la distruzione delle forze produttive ha portato negli ultimi 3-4 anni alla scomparsa di ¼ del patrimonio industriale e produttivo manifatturiero di questa Regione.
Anche se in Lombardia vi è tuttora concentrata il 30% dell’attività manifatturiera nazionale, abbiamo avuto dal 2008 al 2013: 1 miliardo e 344 mila ore di cassa (1.343.941.793), oltre 260 mila licenziamenti con le leggi 223 e 236 . Più del 21% delle aziende industriali richiedono ancora la CIG. 
Tra genn e marzo 2014 in Lombardia, rispetto allo stesso periodo del 2013, si registra una crescita delle ore autorizzate di CIG del11,98% (72.565.722 ore), una riduzione della cassa ordinaria del 20,82% (22.675.614 ore) e un aumento della cassa straordinaria del 27,87% ( 37.082.424 ore), mentre, per le ragioni che abbiamo sottolineato, aumenta vistosamente la cassa in deroga dell’78,79% (12.807.684 ore).
Ma la crisi, se prendiamo sempre in considerazione il settore manifatturiero, non colpisce solo operai e impiegati; dal 2008 ad oggi, nella provincia di Milano (da sempre considerato il bacino dell’industria italiana) sono state perse più di 1000 imprese sulle 7000 che impiegavano almeno un dirigente e il sistema produttivo ha espulso più di 10.000 dirigenti industriali.
Negli ultimi 5 anni i dirigenti italiani oltre confine sono cresciuti del 40% e sono ormai oltre 7000, hanno preso altresì la via dell’estero privando il nostro paese di intelligenze e capacità, di energie soprattutto giovani.
Secondo la CGIA di Mestre le Regioni più investite dalla “fuga” delle proprie aziende verso l’estero sono quelle del Nord. Lombardia in testa dove a marzo 2013 se ne contavano 9.647, seguita da  Veneto 3.679, Emilia Romagna 3.554 e Piemonte 2.806. Messe tutte assieme costituivano già oltre il 72% del totale delle imprese che hanno lasciato il nostro Paese.
Tante chiusure di attività e di aziende e la riduzione del tessuto produttivo, in particolare nel comparto artigiano, nel commercio e nelle PMI, mentre aumenta la cassa in deroga perchè tante aziende non possono più ricorrere alla cassa ordinaria o straordinaria. La situazione nella nostra Regione diventa sempre più critica.
Ad esempio, tra Martesana e Vimercatese siamo di fronte ad uno dei più grandi scempi e distruzione del tessuto industriale, in particolare high-tech. Interi siti produttivi scomparsi o fortemente ridimensionati. Un processo che ancora non si arresta, anzi produce ancora “vittime” seppur accompagnate da lotte di resistenza tra i lavoratori che vi si oppongono  come la Jabil/Nokia e la Alcatel Lucent . Migliaia di posti di lavoro sono stati persi e altri sono a rischio.

Per contrastare i processi di delocalizzazione e/o di chiusura delle fabbriche, non può che esserci alla base un rilancio dell’economia anche se su basi nuove e di contrasto alla speculazione, della salvaguardia delle condizioni economiche, sociali, ambientali dei lavoratori, delle masse popolari e dei cittadini.
Delocalizzazioni, speculazione edilizia, massimizzazione del profitto, finanziarizzazione delle attività economiche, sono le principali cause dello smantellamento produttivo. Per i lavoratori, divisi e ricattati, non è rimasta spesso che cassa integrazione, mobilità, riduzione del reddito, licenziamenti, devastazione del territorio . Per la popolazione un impoverimento generale, speculazione edilizia e perdita di migliaia di posti di lavoro, ritrovandosi un territorio senza più prospettive per le future generazioni . Non può essere questa la soluzione del problema!
Senza lavoro (in particolare senza lavoro industriale) non si produce ricchezza reale.

25 Aprile 1945 - 2014: 69° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo. un buon 25 APRILE a tutti coloro che oggi resistono e si uniscono per il lavoro, il reddito, la dignità


Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI  LAVORATORI”
25 Aprile 1945 -2014
69° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo

Alzare la testa 
un buon 25 APRILE 
a tutti coloro che oggi resistono e si uniscono
per il lavoro, il reddito, la dignità
contro la crisi e i governi delle banche e 
del capitale finanziario globalizzato,
contro i governanti antioperai e antipopolari 
LA LIBERTA' e LA DEMOCRAZIA 
SI CONQUISTANO e SI DIFENDONO
 
per NON DIMENTICARE il passato, 
al di là dei riti e della retorica, capire il presente, 
dare risposte ai problemi dell'oggi per costruire il futuro


Una pagina di Storia Lo sciopero generale dell'1-8 marzo (1944)

Mentre era in corso l'offensiva tedesco-fascista contro le formazioni partigiane, il Comitato di agitazione del Piemonte, Lombardia e Liguria aveva proclamato lo sciopero generale in tutta l'Italia occupata.

Ciò infliggeva al nemico uno dei più duri colpi, lo obbligava a spostare le sue forze verso i grandi centri industriali, alleggeriva la pressione sulle unità partigiane e soprattutto avrebbe ridato possente slancio ai lavoratori delle città e delle campagne e alle formazioni provate dai combattimenti.

Lo sciopero generale preparato durante alcuni mesi di lavoro, riuscì in modo grandioso e superiore ad ogni aspettativa, fu certamente il più vasto movimento di massa che abbia avuto luogo in Europa durante la guerra, nei territori occupati dai tedeschi .
I grandi centri industriali di Milano e Torino furono per otto giorni completamente paralizzati. A Milano durante tre giorni scioperarono compatti anche i tranvieri, i postelegrafonici e gli operai del «Corriere della Sera».

Lo sciopero si estese dal Piemonte e dalla Lombardia al Veneto, alla Liguria, all'Emilia ed alla Toscana. Due milioni di operai parteciparono al movimento appoggiato da forti manifestazioni di contadini e di donne della campagna, specialmente nell'Emilia.
Tutte le misure preventive e repressive della polizia fascista e delle SS non riuscirono ad impedire, né a limitare lo sciopero, malgrado che il nemico ne conoscesse la data e gli obiettivi. Con lo sciopero generale i lavoratori chiedevano l'indispensabile per vivere, chiedevano di non lavorare per la guerra, di poter essere liberi nelle loro case, di non essere fermati, arrestati, deportati, torturati dai nazifascisti, chiedevano che i loro figli non fossero arruolati dallo straniero.
Ancora una volta i grandi industriali si dimostrarono in generale solidali con gli occupanti tedeschi; salvo casi singoli si rifiutarono di trattare e di ricevere le delegazioni operaie, arrivarono persino a passare ai tedeschi le liste degli operai scioperanti compiendo a fondo l'opera di aperto tradimento della nazione in guerra.

Anche se nessuna delle rivendicazioni economiche che erano alla base dello sciopero rivendicativo-politico venne ottenuta, anche se gli operai dovettero riprendere il lavoro con le paghe di prima, lo sciopero segnò un grande successo per i lavoratori ed una dura sconfitta per i fascisti.
La macchina di guerra nazista ricevette un serio colpo, per una settimana la produzione bellica in tutta l'Italia del nord venne arrestata.
Gli scioperi del marzo del 1943 avevano segnato l'approssimarsi della fine del fascismo, lo sciopero generale del 1-8 marzo 1944 significò un grande balzo in avanti verso l'insurrezione generale, una battaglia vinta contro le forze fasciste-hitleriane (1).


(Tratto da Secchia, Moscatelli, Il Monterosa è sceso a Milano, G. Einaudi Editore, Torino, 1958, pp. 179 e segg.)

(1) Cfr. Joseph John Marus (Candidus), Radio Londra, 20 marzo 1944: «Gli scioperi avvenuti nell'Italia Settentrionale dal primo all'otto Marzo, organizzati, condotti, conclusi con una precisione, una disciplina e un coraggio finora mai visti in tutta l'Europa occupata, hanno avuto nella stampa internazionale il riconoscimento che meritano. Ora che sono giunti dall'Italia più precisi particolari sulla natura, l'andamento e la portata del moto, i giornali non esitano a definirlo come il più coraggioso sciopero che si ricordi, data l'eccezionalità delle condizioni e le difficoltà e i pericoli in mezzo ai quali si è svolto ».

Da Mercoledì 23 Aprile sino al 13 maggio 2014 Mostra "Fumetti Resistenti" / 25 Aprile 1945 - 2014: 69° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Mercoledì  23  Aprile 2014 ore  9,00 a Milano presso la Biblioteca comunale di via Valvassori Peroni 56 installazione Mostra  Fumetti Resistenti che resterà esposta sino al 13 maggio.
Giovani artisti in mostra alla Biblioteca Valvassori Peroni

dal 22 aprile al 4 maggio 2014 : "Marcinelle 1956. Una memoria da condividere", invito alla mostra che si tiene all'ArciBellezza

all'ArciBellezza, in via Bellezza 16/A il 22 aprile alle ore 18.00  l'inaugurazione di una mostra a fumetti “Marcinelle 1956Una memoria da condividere”, che rimarrà aperta fino al 4 maggio.

L'’8 agosto del 1956, la tragedia di Marcinelle (Belgio) :  PER NON DIMENTICARE questa tragedia che provocò la morte di 262 lavoratori sui 274 presenti, in gran parte emigranti italiani in una miniera belga dove un incendio si sviluppò in uno dei pozzi di ventilazione, quattro illustratrici – Silvia Cancelmo, Valeria Frustaci, Federica Gagliardo e Alessandra Manfredi – riunite nel collettivo Illustralapics l’hanno raccontata a fumetti attraverso una mostra che sia a Milano che a Marcinelle e ha portato alla pubblicazione su Amazon di un e-book che raccoglie le quattro graphic novel.


<<“Marcinelle 1956 – memoria da condividere” è un progetto che nasce da un’idea di Giovanna Frisoli, docente di cinema e fumetto presso la scuola Arte&Messaggio. L’idea di far rivivere qualcosa accaduto più di 50 anni fa attraverso un linguaggio visivo accessibile anche ai più giovani ci è sembrata davvero stimolante, e abbiamo subito notato che c’erano non pochi punti di connessione con le vicende più attuali: basti pensare alle difficoltà nel mondo del lavoro, alla sicurezza dei lavoratori, al tema dell’immigrazione e dell’emigrazione all’estero.>>

Il collettivo Illustralapics è un collettivo che si propone di tradurre nuove idee attraverso il linguaggio visivo della graphic novel e dell’illustrazione. Attualmente è costituito da quattro illustratrici (Silvia Cancelmo, Valeria Frustaci, Federica Gagliardo, Alessandra Manfredi) che hanno sviluppato quattro graphic novel, con l’obiettivo di illustrare ad un pubblico di tutte le età la tragedia accaduta l’8 agosto 1956 a Marcinelle, facendo così rivivere un ricordo che non dovrebbe mai essere dimenticato.
Ognuna delle illustratrici ha cercato di interpretare diversi aspetti dell’incidente, scegliendo diversi punti di vista per la narrazione: un bambino a cui il nonno racconta cos’è successo tanti anni prima, oppure una famiglia intera di fronte ai disagi dovuti all’emigrazione in un paese straniero. Hanno ripercorso attraverso il disegno un episodio storico che ha vari punti di contatto con la realtà dei giorni nostri, dal tema della sicurezza sul lavoro a quello dell’immigrazione, dato che la maggioranza dei minatori coinvolti nel disastro erano italiani trasferitisi in Belgio in cerca di fortuna.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera : avvenne la mattina dell'8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. Si trattò di un incendio, causato dalla combustione di olio ad alta pressione a causa di una scintilla elettrica, che, sviluppatosi vicino al condotto dell'aria principale, riempì di fumo tutto il pozzo minerario, provocando la morte di 262 delle 274 persone ivi presenti, in gran parte emigranti italiani. Per numero di vittime, l'incidente è quello che ha provocato il maggior numero di vittime tra gli italiani all'estero in tempo di pace dopo Monongah e Dawson.
Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell'UNESCO

giovedì 17 aprile 2014

RSU Alcatel - Lucent Italia (Vimercate - MB): Giovedì 17 Aprile 8 ore di SCIOPERO Part-time (intera giornata) in Alcatel-Lucent Vimercate con presidi delle portinerie



FERMIAMO LA “PROPAGANDA” AZIENDALE CONTRO I CONTRATTI DI SOLIDARIETA’!

VOGLIAMO UN CONFRONTO REALE E CONCRETO SULLA LORO APPLICAZIONE, REPARTO PER REPARTO E ATTIVITA’ PER ATTIVITA’!

VOGLIAMO UN CONFRONTO REALE E CONCRETO SUL PIANO INDUSTRIALE!

Giovedì 17 aprile proseguirà il confronto con Alcatel Lucent al Ministero dello Sviluppo Economico sul piano di ristrutturazione Shift Plan e sulla procedura di CIGS aperta che scadrà il 28 Aprile. 

In concomitanza dell’incontro ed a sostegno delle nostre proposte  la RSU proclama

Giovedì 17 Aprile
8 ore di SCIOPERO
Part-time (intera giornata)
in Alcatel-Lucent Vimercate
con presidi delle portinerie

Per i presidi delle portinerie invitiamo i lavoratori della P1, P3 e C2 nord a concentrarsi davanti alla reception, i lavoratori del C2 sud, C4, C6, C7, C8 a concentrarsi ai tornelli lato mensa.

Nell’ultimo incontro al Ministero ci siamo trovati di fronte ad una totale indisponibilità dell’azienda a discutere nel merito dei contratti di solidarietà e non è stato presentato un piano industriale con impegni chiari ed investimenti di Alcatel Lucent nel nostro paese.
L’azienda continua con la sua “propaganda” contro i contratti di solidarietà, anche nei meeting che in questi giorni sta svolgendo con gruppi di lavoratori a Vimercate, senza dare alcuna motivazione organizzativa e tecnica del perché non siano dal suo punto di vista applicabili.
La RSU ha svolto in questi giorni cinque incontri con gruppi di lavoratori e lavoratrici di varie aree per verificare l’applicabilità dei contratti di solidarietà in azienda. Abbiamo parlato di organizzazione del lavoro, di riorganizzazione e di competenze.
Per noi i Contratti di solidarietà sono possibili.
Solo con una precisa 'scelta ideologica'  riusciamo a motivare il rifiuto del management aziendale italiano all'utilizzo di questo strumento!
Chiediamo all’azienda di aprire da subito un tavolo di discussione serio per l’applicazione in azienda di questo ammortizzatore sociale, come hanno fatto e stanno facendo decine e decine di aziende e multinazionali in Italia anche nel nostro settore.
dal blog :     http://allinsideview.blogspot.it/

Bancari in lotta : Giovedì 17 aprile davanti alla sede BNL di Via Aldobrandeschi a Roma e venerdì 18 aprile manifestano con presidi e volantinaggi davanti alla sede BNL di Milano in Via Deruta, e preparano azioni di sciopero di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori della BNL

I bancari del SALLCA CUB manifestano con presidi e volantinaggi Giovedì 17 aprile davanti alla sede di Via Aldobrandeschi a Roma e Venerdì  18 aprile davanti a quella di Milano in Via Deruta, nel contempo hanno avviato le procedure per la proclamazione dello sciopero di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori della BNL contro l’ennesima pesante ristrutturazione, contro l’ulteriore taglio di 1.383 posti di lavoro nei prossimi 24 mesi e per opporci tutti insieme al “confinamento” di 2.285 persone (di cui 2.042 da BNL) in un Consorzio con dubbie garanzie di rientro e nebulose prospettive lavorative!
C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni-BNL Gruppo BNP Paribas
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15-16 aprile :Marcegaglia Buildtech chiude sede di Milano in viale Sarca. A rischio 169 posti.Mobilitazione degli operai della Marcegaglia che il 15 hanno scioperato e bloccato viale Sarca, il 16 hanno incontrato gli assessori al lavoro di Sesto. S.G. e Cinisello B.,

il 15 aprile :Marcegaglia Buildtech ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Milano in viale Sarca e ha proposto ai 169 addetti di trasferirsi nella sede industriale di Pozzolo Formigaro in provincia di Alessandria che dista oltre 100 km e dove già vi sono 40 esuberi . A rischio quindi altri 169 posti di lavoro nell'hinterland di Milano.
Immediata la mobilitazione degli operai della Marcegaglia, che sono entrati in assemblea permanente
e il 15 hanno scioperato e bloccato viale Sarca per due ore e mezza.
Emma Marcegaglia, già presidente di Confindustria, oggi presidente di Eni, - come denuncia la Fiom Lombardia -<< dopo aver licenziato i lavoratori di Taranto che operavano nel settore del fotovoltaico e pannelli, il già presidente di Confindustria, oggi presidente di Eni, decide di trasformare la fabbrica milanese in area dismessa. Un'area che, guarda caso, si trova al centro del ''Bicocca Village", zona assai gettonata dal punto di vista edilizio», aggiunge il sindacato riferendosi al centro commerciale che sorge alla fine di viale Sarca, nell'ex area industriale a ridosso di Sesto San Giovanni. Dallo stabilimento milanese escono prodotti per l'edilizia (pannelli, profilati, coperture per i tetti che vengono utilizzati in sostituzione dell'amianto) mentre la fabbrica in provincia di Alessandria produce guardrail e pannelli portone.>>
Il 16 i lavoratori hanno incontrato gli assessori al lavoro di Sesto. S.G. e Cinisello B., che come riporta corrieresesto.wordpress.com hanno fatto le seguenti dichiarazioni: Abbiamo proposto anche ai Comuni di Cinisello Balsamo e di Milano di essere presenti all’incontro richiesto dai lavoratori – ha dichiarato l’assessore Virginia Montrasio – poiché questa vicenda riguarda direttamente il Comune di Milano e quello di Sesto ed indirettamente ha ricadute sul tessuto produttivo del Nord Milano e riteniamo che questa crisi vada affrontata in un’ottica di città metropolitana. Abbiamo registrato le preoccupazioni dei lavoratori in merito a presunti interessi speculativi dell’azienda; per quanto riguarda le competenze del nostro Comune, abbiamo risposto che non è nostra intenzione proporre un cambiamento di destinazione d’uso dell’area. Raccogliamo inoltre l’invito dei lavoratori in merito alla possibilità che l’azienda investa su un nuovo sito: l’amministrazione è a disposizione per fornire all’azienda tutte le informazioni utili qualora voglia investire sul nostro territorio”.
Il trasferimento da parte della Marcegaglia della produzione – ha proseguito l’assessore di Cinisello Andrea Catania – comporterebbe un impoverimento del tessuto produttivo di tutta la zona del Nord Milano e per questo siamo disponibili a collaborare con il comune di Sesto per trovare soluzioni utili ad un rilancio dell’azienda sui nostri territori”.
Dal 17 aprile gli operai riprendono il lavoro, altre azioni di lotta verranno decise man mano, il 19 aprile si riunirà il coordinamento delle Rsu Fiom del gruppo Marcegaglia.