I fratelli Adriano e Davide o meglio : Adrian Wolf &
David Arrow, artisti completamente dediti al sound della metropoli ....
venerdì 30 maggio 2014
10 giugno 2014 : Festa dei ferrovieri, tutti a Pistoia col treno vapore
VENERDÌ 6 GIUGNO DALLE 10 ALLE 18 ASSEMBLEA OPERAIA SLAICOBAS-USB ALL’ALFA DI ARESE
L’Expo 2015 è sempre più presente nelle
vite dei milanesi e non solo. Ma speculazioni, corruzione, scandali,
precariato, mancanza di democrazia sindacale la fanno da padroni. È un sistema.
Nemico dei lavoratori e dei cittadini. Che fa acqua da tutte le parti ma si
perpetua. E le forse antagoniste faticano a dare una risposta adeguata.
L’assemblea operaia organizzata da SlaiCobas e Usb per venerdì 6 dalle 10 alle
18 all’Alfa di Arese vuole contribuire a creare un fronte di lotta tra tutte le
forze antagoniste da oggi fino a maggio 2015 e oltre.
31 MAGGIO 2014 : PRESIDIO DALLE 13.OO ALLE 17.00 DAVANTI ALLA RSA SACCARDO di Milano
Dal giugno 2012 i lavoratori della Cooperativa
che gestisce la RSA Saccardo di proprietà del Gruppo Segesta, sono in lotta per
ottenere risposte ai gravi problemi di organico che affliggono
Milano, 30 maggio presidio operai ex Alfa Arese alla Regione Lombardia
Una nota sindacale Fiom segnala che i
lavoratori dell’ex Alfa di Arese che "Fiat ha deciso di licenziare nel
dicembre del 2013 e che non si rassegnano a 'fare i disoccupati' e neppure a
non rivendicare quello che, in un paese normale, dovrebbe essere loro garantito
dagli impegni assunti dalle istituzioni" manifesteranno il 30 maggio davanti
alla sede della Regione. i lavoratori
dell’ex Alfa di Arese vogliono incontrare il presidente della Lombardia Roberto
Maroni per chiedergli conto del piano per la ricollocazione nell’area di Arese
previsto dall’accordo di programma sottoscritto anche dalla Regione, oltre che
dalla proprietà dell’area.
Dati Inps su Cassintegrazione. In Lombardia è come se 50.000 lavoratori metalmeccanici fossero stabilmente in cassintegrazione
Fiom Cgil Lombardia su dati Inps su Cassintegrazione : nel mese di aprile sono state 6.584.866 le ore di cassa integrazione totale (rispettivamente 2.121.161 per gli impiegati e 4.463.705 per gli operai) a fronte di un monte ore di 10.866.416.
Si registra una diminuzione
della cassa per ogni singola tipologia di intervento (-50% cassa integrazione ordinaria,
-27,16% cassa straordinaria, -30,12% cassa in deroga). Il dato parla di un calo del 39,40% nel raffronto annuo a
livello generale, -29% per quanto riguarda gli impiegati, -43,22% per gli
operai. Il segno meno prevale un po' dappertutto in Lombardia, con un dimezzamento per quanto
concerne le province di Bergamo e Brescia e forti contrazioni anche nel
lodigiano e nelle province di Milano e Varese. Boom di ore di cassa a Cremona e
Lecco.
mercoledì 28 maggio 2014
immagini da Parigi, 22 maggio la Manifestazione unitaria dei ferrovieri francesi : contributo fotografico dei compagni di Sud Rail
immagini dalla Manifestazione nazionale unitaria delle ferroviere e dei ferrovieri francesi a Parigi il 22 maggio che sono arrivati da tutte le
regioni della Francia per manifestare e per
richiedere:
· l'abbandono del progetto di legge
ferroviario che cancella SNCF,
· mezzi per il servizio pubblico
ferroviario,
contributo fotografico dei compagni di Sud Rail
martedì 27 maggio 2014
Al via le trattative per il rinnovo del ccnl dei bancari : FORSE NON TUTTI SANNO..., contributo di Joseph Fremder, Segretario Nazionale Unità Sindacale (UNISIN)
Prendono il via le trattative per il rinnovo del Contratto Nazionale dei bancari, un contratto
che a settembre l'ABI aveva disdettato
unilateralmente e che aveva visto la reazione dei sindacati e dei lavoratori con uno sciopero che
aveva avuto un'adesione del 90%!!!
ABI fu costretta a ritirare la disdetta ed eccoci alle trattative.
UNITA' SINDACALE presenta una piattaforma che in totale controtendenza rimette al centro di ogni richiesta il lavoratore cercando di riparare anche danni che si sono accumulati nel tempo all'interno dell'articolato contrattuale.
Ad esempio non tutti sanno che i lavoratori versano ogni anno una giornata di "permessi"
all'interno di un Fondo per l'Occupazione(FOC) al fine di contribuire alle assunzioni di
giovani disoccupati.ABI fu costretta a ritirare la disdetta ed eccoci alle trattative.
UNITA' SINDACALE presenta una piattaforma che in totale controtendenza rimette al centro di ogni richiesta il lavoratore cercando di riparare anche danni che si sono accumulati nel tempo all'interno dell'articolato contrattuale.
Premessa l'assurdità della situazione che si viene a creare, dove i lavoratori contribuiscono a pagare una parte delle assunzioni delle aziende, non si vuole tacere che mentre per i lavoratori il PRELIEVO E' OBBLIGATORIO, per i DIRIGENTI era previsto l'impegno a versare un 4%.
Inutile dire che ben pochi dirigenti hanno onorato l'impegno.
Per questo motivo UNITA' SINDACALE chiede in piattaforma l'obbligatorietà del versamento anche per i dirigenti.
Così come non tutti sanno che il nostro è l'unico settore dove agli apprendisti viene decurtato il 18% dello stipendio, con la scusa di favorire/creare occupazione.
Ebbene le banche continuano ad espellere lavoratori e le assunzioni latitano.
Davanti a questa palese e per di più inutile ingiustizia chiederemo di cancellare la decurtazione del 18% dello stipendio ai neo assunti.
Joseph Fremder Segretario Nazionale Unità Sindacale (UNISIN)
RI-vediamoli...a cura di Giovanna Frisoli : SIGNORINA EFFE di Wilma Labate, STORIA D’AMORE E DI LOTTE nell’autunno 1980
RI-vediamoli...:
SIGNORINA EFFE di Wilma Labate
STORIA D’AMORE E DI LOTTE nell’autunno
1980
Titolo originale Signorina Effe
Nazione Italia
Genere Drammatico
Durata 95’
Regia Wilma Labate
Sito ufficiale
Cast Filippo Timi, Valeria Solarino,
Sabrina Impacciatore, Fausto Paravidino,
Clara Bindi, Gaetano Bruno, Luca Cusani, Marco Fubini, Giorgio Colangeli,
Fabrizio Gifuni
Produzione Bianca Film, Rai Cinema
Torino, 1980. “Signorina effe” è
una rappresentazione assai riuscita, sul piano di un nuovo realismo
cinematografico, di un episodio deprimente della nostra storia recente, perché
parla dello sciopero dei 35 giorni alla Fiat, della cosiddetta “marcia dei
quarantamila” e allo stesso tempo di una storia d’amore nell’ambiente operaio di
quel 1980.
Il film rievoca davvero “tempi molto
lontani”, come di un mondo irreparabilmente scomparso fatto di
persone concrete che, dall’una e dall’altra parte, rappresentavano
un’Italia che oggi non esiste più ma che ha significato un momento decisivo della
svolta a cui quell’esperienza diede inizio e di cui si è persa la
memoria storica.
Allora s’incominciava a parlare - lo
ricorda la regista - per la prima volta di termini come “mobilità” e “flessibilità”
che negli anni successivi, e ancora oggi, sarebbero diventati centrali nel
dibattito sullo sviluppo economico e sulle tesi diverse a proposito dei
modelli destinati a prevalere nella crisi e nella trasformazione della grande
industria, e dunque della Fiat e dell’Italia postindustriale.
Sullo sfondo delle lotte sindacali
contro la riorganizzazione aziendale in casa Fiat - che sarebbe dovuta procedere
al prezzo del sacrificio di migliaia di posti di lavoro tra gli operai - Emma
e Sergio si incontrano e si amano, nel breve lasso dei 35 giorni di
proteste che furono chiusi dalla marcia dei 40 mila colletti bianchi.
In questo pezzo di storia d’Italia, i
due protagonisti rappresentano le parti che la proprietà vorrebbe mettere l’una
contro l’altra: Emma è laureanda in matematica, lavora ai piani
amministrativi di Fiat e sta con un ingegnere, sempre dell’azienda torinese. E’ figlia
di immigrati meridionali e il padre è stato anch’esso operaio alla Fiat ora in
pensione: Emma rappresenta per tutta la famiglia la possibilità di un
riscatto sociale. Invece si gioca la sua possibilità di “ascesa sociale”
innamorandosi di Sergio, un operaio, una testa calda, in prima linea nella lotta.
Per tutta la durata dello scontro tra
azienda e operai, Emma vive la sua passione che le toglie il senso della
sua faticosissima “carriera” spingendola a rompere con la famiglia e
con l’uomo benestante che sta per sposare. L’epoca delle lotte oramai
è chiusa e quello che attenderà i due, nonostante le scelte, non
prometterà nulla di buono.
Alle scene del film si succedono i pezzi
di repertorio tratti in buona parte dal documentario “Signorina Fiat” girati
da Giovanna Boursier nel 2001 e che mostrano alcuni dei personaggi
protagonisti di quei giorni, come ad esempio Giuliano Ferrara che era allora
al seguito di Berlinguer, prima di trasmigrare verso lidi opposti dove si trova tuttora.
a cura di Giovanna Frisoli
lunedì 26 maggio 2014
26 maggio : Marcegaglia Buildtech, Comunicato del Comitato Autoconvocato di Lotta
Comunicato
Questa mattina alle macchinette del caffè
ci siamo trovati un po’ tutti i lavoratori in turno…
La bufala della linea di Taranto e il
tentativo dell’azienda di far saltare l’incontro in regione non riusciamo
proprio a mandarla giù.
Senza sbraitare e gridare ci intendiamo
bene tra operai.
Abbiamo scioperato!
I sindacati FIM e FIOM hanno giustamente
sostenuto la nostra iniziativa spontanea.
Alle 9.30 i più convinti ci siamo trovati
al punto ristoro del reparto profilati. Tutti insieme abbiamo dato vita a un
corteo interno. Tutti hanno lasciato il lavoro (quasi).
Alle 9.40 tutte le linea (a parte una
greca) erano in ossequioso silenzio.
Siamo usciti fuori in corteo e per
mezz’ora abbiamo ricordato a tutto il quartiere che qui la questione e tutt’altro
che risolta.
Poi abbiamo fatto una piccola assemblea e
alle 10.30 in punto abbiamo ripreso il lavoro. Perché questa fabbrica è sana,
produttiva!
È INACCETTABILE IL NON PIANO DELL’AZIENDA.
Con uno stillicidio di iniziative
porteremo a casa il nostro obiettivo:
:IL POSTO DI LAVORO PER
210 OPERAI E IMPIEGATI!
NOI NON SIAMO IN SVENDITA!
NON UN PASSO INDIETRO!!!
COMITATO AUTOCONVOCATO DI LOTTA –
26/05/2014
Inviamo adesioni all' APPELLO CONTRO LICENZIAMENTI, CHIUSURE, DELOCALIZZAZIONI E PRECARIETÀ lanciato dagli operai dello Stabilimento Marcegaglia Buildtech di viale Sarca - Milano
APPELLO
CONTRO
LICENZIAMENTI, CHIUSURE, DELOCALIZZAZIONI E PRECARIETÀ
LAVORARE
MENO E LAVORARE TUTTI!
La condizione generale delle lavoratrici e
dei lavoratori nel nostro paese peggiora di giorno in giorno. Il Renziano job
act è un ulteriore colpo alle nostre condizioni di vita e di lavoro. La
precarietà assoluta è sempre più diffusa e le aziende dove ancora esiste il
contratto a tempo indeterminato chiudono, licenziano e delocalizzano.
I PADRONI si scannano tra di loro per accaparrarsi
mercati e guadagni, ma sono, assieme ai loro governi, UNITI contro i
lavoratori.
Ormai lo dicono spudoratamente: per
massimizzare i profitti bisogna tagliare il costo del lavoro.
Sempre più precari, sempre più sfruttati e
con sempre meno diritti. Questa è l’essenza dell’austerity europea.
È chiaro che continuano a proseguire su
questa strada indisturbati perché siamo divisi. Ognuno fa la propria lotta nella
propria azienda, nel proprio comparto, nel proprio piccolo o grande sindacato.
DOBBIAMO ROMPERE CON LE DIVISIONI E
COSTRUIRE
L’UNITÀ SEMPRE PIÙ ESTESA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI.
A Milano e in tutta la sua provincia ci
sono centinaia di vertenze e lotte in corso. I metalmeccanici della
Marcegaglia, della Jabil e dell’Alcatel, i precari del comune di Milano, i
facchini delle cooperative della grande distribuzione, i postali e tante altre.
Crediamo sia giunto il momento di costruire un
GRANDE MOVIMENTO PER IL
LAVORO, IL SALARIO, IL REDDITO, I DIRITTI.
Crediamo che questo movimento debba essere
promosso e diretto dalle lavoratrici e dai lavoratori che queste lotte stanno portando avanti con sacrificio e determinazione.
Dobbiamo prima di tutto organizzare una
giornata di mobilitazione comune di tutte le lotte in corso, sia nei luoghi di
lavoro e sia nel territorio (contro EXPO - contro la TAV ecc).
Per organizzare questo percorso
ci
AUTOCONVOCHIAMO in una
ASSEMBLEA
di tutte le lotte,
il 7 giugno a Sesto San Giovanni alle ore 17
nello
storico viale della Breda all’altezza dei cancelli
della Marcegaglia Buildtech
e dell’ex presidio Mangiarotti .
IL PRESENTE È LOTTA MA IL FUTURO È NOSTRO!
le RSU, RSA, RLS, le organizzazioni sindacali, i coordinamenti, comitati e tutte le altre associazioni possono inviare le adesioni a :
IL RE NUDO... ovvero sulla GARA DI APPALTO per il VESTIARIO - a cura del SAMA ATM Milano
IL RE NUDO
La conoscete la favola “Il Re nudo” di Andersen? Se non la
conoscete, la state comunque vivendo.
STIAMO PARLANDO DELLA GARA DI
APPALTO SUL VESTIARIO
Il problema si sta trascinando ormai da troppo tempo ed il
famoso KIT di sopravvivenza promesso da ATM, il più delle volte, risulta essere
insufficiente.
La Forint (società che avrebbe perso la gara in ATM ma che
avrebbe vinto il ricorso al TAR risultando cosi, ad oggi, la legittima
fornitrice del vestiario in Azienda) afferma che, momentaneamente, è sprovvista
di “alcune” taglie. Il risultato è che
IL PERSONALE E’ SGUARNITO DELLA DOVUTA E OPPORTUNA SPETTANZA DA CIRCA 2 ANNI ORAMAI.
Non sono bastate le numerose segnalazioni fatte da quasi
tutte le OO.SS., nè il contenzioso tra ATM e le aziende fornitrici di materiale
a riportare ancora la normalità e ridare ai lavoratori la loro dignità e
all’Azienda la sua immagine.
Come finisce la storia?
Nessuno voleva
confessare di non vedere niente, per paura di passare per uno stupido, o un
incompetente.
"Ma l'imperatore non ha nulla
addosso!", disse a un certo punto un bambino.
"Santo cielo", disse il padre,
"Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare
quello che aveva detto il bambino."Non ha nulla indosso! C'è un bambino
che dice che non ha nulla indosso!". "Non ha proprio nulla indosso!", si misero tutti a urlare alla
fine.
E l'imperatore rabbrividì, perché sapeva che avevano
ragione; ma intanto pensava: "Ormai devo condurre questa parata fino alla
fine!", e così si drizzò ancora più fiero, mentre i ciambellani lo
seguivano reggendo una coda che non c'era per niente.
a cura di S.A.M.A. F.A.I.S.A. CONF.A.I.L.
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SINDACATO AUTONOMO MILANESE AUTOFERROTRANVIERI
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pubblicato a pag.6 del Giornalino Numero 19 Maggio 2014
domenica 25 maggio 2014
GABRIELE COEN*JEWISH EXPERIENCE “Yiddish Melodies In Jazz”. Tzadik 2014
Con questo lavoro (come il primo Awakening, sempre per la newyorkese Tzadik dell’altosassofonista-polistrumentista John Zorn) il clarinettista e sassofonista romano di origini ebraiche, già leader del gruppo KlezRoym, mette ulteriormente a punto la sua proposta musicale, mai così limpidamente formulata: dare corpo a un klezmer jazz che guardi alla tradizione e alla storia ma le vivifichi a contatto con suggestioni contemporanee. Ricercando il nesso tra la musica della diaspora ed i successivi sviluppi della musica dei neri americani attraverso l’opera di artisti come
E proprio gli ebrei askenhaziti (migrati nell’Europa centro-orientale) cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze sociali o religiose. La musica dei klezmer, musicisti ebrei mai professionisti, è la musica strumentale tradizionale della loro comunità. Klezmer significa, tra l’altro, letteralmente musicante e deriva dall’ebraico antico kh, strumento e zmer, canzone.
I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata; non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri. Non godono però di una grande considerazione nella società. Considerati infatti quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare nelle feste ma il compenso non è quasi mai pecuniario e spesso ricevono solo da mangiare. Ed infatti per poter sbarcare il lunario svolgono tutti altre professioni: barbieri, calzolai, sarti, per la maggiore. Veloci nell’apprendere la musica, improvvisano suonando a orecchio e si possono ascoltare nelle piazze, per tutti i ceti sociali, integrando diversi stili musicali, rendendo il loro repertorio sempre più ricco e vario. E quindi musica strumentale yiddish, musica chassidica (dalle antiche tradizioni comunitarie) musica paraliturgica, canzoni popolari e di teatro. I componenti delle orchestre possono essere due, tre o più. Il violino è lo strumento principale. Gli altri strumenti tipici sono il contrabbasso, la viola, il violoncello, il flauto traverso di legno, il clarinetto, il trombone e il corno. Tonalità, scale musicali, coloriture,caleidoscopi musicali frutto e riverbero del mondo, dei mondi di questi girovaghi di strada. Di questi cittadini del mondo. Come “Yiddish melodies in Jazz” per l’appunto. Un disco pieno, caratterizzato da una musica di sintesi appassionante e spesso imprevedibile, dove traditionals e brani storici rielaborati in modo molto personale (c’è anche la “Bei Mir Bist Du Schòn, dei resistenti antinazisti del ’43 nel ghetto di Varsavia) si alternano a composizioni originali altrettanto ricche di spunti, come la gustosa “Jewish Five o Mazal Tov From Tobago” sorta di ammiccante klez-calypso; e i timbri della tradizione convivono con gli strappi della modernità più estrema e all’avanguardia. Se il leader si divide tra il clarinetto e i sassofoni tenore e soprattutto soprano, al suo fianco lavorano due perfetti alter ego come il pianista Pietro Lussu, la faccia apollinea del gruppo, che proprio con Coen dà tutta la misura del proprio valore ed equilibrio, e il chitarrista Lutte Berg, graffiante, sulfureo, elettrico. Marco Lodo al basso e Luca Caponi alla batteria costruiscono infine, una ritmica che sa essere precisa e duttile. Un lavoro prorompente, che annulla con la sua mistura qualsiasi distanza temporale e culturale, all’interno di una musica che suona sempre dotata di una sua urgenza espressiva, attuale, viva e in evoluzione. Cominciò così, del resto, anche 1.300 anni fa.
a cura di Amerigo Sallusti