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1945 -2018 73° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO : Buon 25 Aprile !!!
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martedì 22 aprile 2014

25 Aprile 1945 - 2014: 69° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo. un buon 25 APRILE a tutti coloro che oggi resistono e si uniscono per il lavoro, il reddito, la dignità


Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI  LAVORATORI”
25 Aprile 1945 -2014
69° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo

Alzare la testa 
un buon 25 APRILE 
a tutti coloro che oggi resistono e si uniscono
per il lavoro, il reddito, la dignità
contro la crisi e i governi delle banche e 
del capitale finanziario globalizzato,
contro i governanti antioperai e antipopolari 
LA LIBERTA' e LA DEMOCRAZIA 
SI CONQUISTANO e SI DIFENDONO
 
per NON DIMENTICARE il passato, 
al di là dei riti e della retorica, capire il presente, 
dare risposte ai problemi dell'oggi per costruire il futuro


Una pagina di Storia Lo sciopero generale dell'1-8 marzo (1944)

Mentre era in corso l'offensiva tedesco-fascista contro le formazioni partigiane, il Comitato di agitazione del Piemonte, Lombardia e Liguria aveva proclamato lo sciopero generale in tutta l'Italia occupata.

Ciò infliggeva al nemico uno dei più duri colpi, lo obbligava a spostare le sue forze verso i grandi centri industriali, alleggeriva la pressione sulle unità partigiane e soprattutto avrebbe ridato possente slancio ai lavoratori delle città e delle campagne e alle formazioni provate dai combattimenti.

Lo sciopero generale preparato durante alcuni mesi di lavoro, riuscì in modo grandioso e superiore ad ogni aspettativa, fu certamente il più vasto movimento di massa che abbia avuto luogo in Europa durante la guerra, nei territori occupati dai tedeschi .
I grandi centri industriali di Milano e Torino furono per otto giorni completamente paralizzati. A Milano durante tre giorni scioperarono compatti anche i tranvieri, i postelegrafonici e gli operai del «Corriere della Sera».

Lo sciopero si estese dal Piemonte e dalla Lombardia al Veneto, alla Liguria, all'Emilia ed alla Toscana. Due milioni di operai parteciparono al movimento appoggiato da forti manifestazioni di contadini e di donne della campagna, specialmente nell'Emilia.
Tutte le misure preventive e repressive della polizia fascista e delle SS non riuscirono ad impedire, né a limitare lo sciopero, malgrado che il nemico ne conoscesse la data e gli obiettivi. Con lo sciopero generale i lavoratori chiedevano l'indispensabile per vivere, chiedevano di non lavorare per la guerra, di poter essere liberi nelle loro case, di non essere fermati, arrestati, deportati, torturati dai nazifascisti, chiedevano che i loro figli non fossero arruolati dallo straniero.
Ancora una volta i grandi industriali si dimostrarono in generale solidali con gli occupanti tedeschi; salvo casi singoli si rifiutarono di trattare e di ricevere le delegazioni operaie, arrivarono persino a passare ai tedeschi le liste degli operai scioperanti compiendo a fondo l'opera di aperto tradimento della nazione in guerra.

Anche se nessuna delle rivendicazioni economiche che erano alla base dello sciopero rivendicativo-politico venne ottenuta, anche se gli operai dovettero riprendere il lavoro con le paghe di prima, lo sciopero segnò un grande successo per i lavoratori ed una dura sconfitta per i fascisti.
La macchina di guerra nazista ricevette un serio colpo, per una settimana la produzione bellica in tutta l'Italia del nord venne arrestata.
Gli scioperi del marzo del 1943 avevano segnato l'approssimarsi della fine del fascismo, lo sciopero generale del 1-8 marzo 1944 significò un grande balzo in avanti verso l'insurrezione generale, una battaglia vinta contro le forze fasciste-hitleriane (1).


(Tratto da Secchia, Moscatelli, Il Monterosa è sceso a Milano, G. Einaudi Editore, Torino, 1958, pp. 179 e segg.)

(1) Cfr. Joseph John Marus (Candidus), Radio Londra, 20 marzo 1944: «Gli scioperi avvenuti nell'Italia Settentrionale dal primo all'otto Marzo, organizzati, condotti, conclusi con una precisione, una disciplina e un coraggio finora mai visti in tutta l'Europa occupata, hanno avuto nella stampa internazionale il riconoscimento che meritano. Ora che sono giunti dall'Italia più precisi particolari sulla natura, l'andamento e la portata del moto, i giornali non esitano a definirlo come il più coraggioso sciopero che si ricordi, data l'eccezionalità delle condizioni e le difficoltà e i pericoli in mezzo ai quali si è svolto ».