Il Fondo
Monetario, forse l’istituzione finanziaria più potente del pianeta, nacque
dagli accordi della conferenza internazionale di Bretton Woods tenutasi nel
1944 indetta dal Presidente Franklin D. Roosevelt per definire delle solide
basi alla ricostruzione del dopoguerra. Alla conferenza parteciparono 44
nazioni e il Fondo cominciò ad operare il 27 dicembre 1945. Il FMI non concede
i suoi prestiti tutti in una volta, ma come “accordo standby”, ovvero in
piccole “tranche”, ad ognuna delle quali deve corrispondere un rinnovato
ossequio alle “condizioni”. Come dice lo stesso Fondo, è una tecnica che
conferisce più autorità per indurre un paese “ad attuare con maggiore energia
politiche miranti al mantenimento della stabilità monetaria e a garantire il
necessario sistema liberista dei pagamenti “.
Tra le tante
condizioni ad ogni suo prestito il Fondo Monetario Internazionale (FMI)<
chiede> ai Governi di quasi tutto il Mondo di tagliare le pensioni pubbliche
ed aumentare l’età pensionabile; l’Italia ha ottemperato come per dovere
ad <ordini inderogabili >,con l’articolo 24 del Decreto Legge n.
201 del 2011, convertito in Legge 214/2011,nota come riforma Fornero. I
politici attraverso i Media però si vantano che i nostri debiti non sono stati
sottoposti al FMI ma guarda caso le condizioni sono più o meno le stesse anzi
per le pensioni l’Italia è una delle nazioni al mondo che manda i suoi
cittadini più tardi in pensioni ,..allora quali <condizioni> e di chi
sono state rispettate? Ecco altri creditori, altri personaggi non eletti dal
popolo, chiedono più o meno le stesse condizioni che riconducono alle stesse
rigide regole da rispettare assolutamente.
Nel nostro
paese, i politici che hanno sottoscritto l’ultima riforma pensionistica hanno
introdotto anche delle rigidità sulle regole di accesso alla quiescenza,che
hanno impedito di salvaguardare i limiti di fruizione degli assegni
pensionistici previsti, stralciando anche specificità legate alle mansioni
usuranti che meritavano una particolare attenzione. E’ciò che iIl FMI in
effetti sta dicendo: vivere più a lungo comporta gravi conseguenze per il
sistema finanziario! Ma è l’unica soluzione? Con una politica
di crescita, con più occupazione, senza una manodopera mal pagata,con più
contributi e una ricchezza equa-distribuita la longevità non sarebbe <ben
pagata >? Però guarda caso le raccomandazioni ai governi sulle
pensioni non valgono per lo stesso personale del FMI che oltre a percepire
ottimi stipendi la loro struttura
pensione permette
pensioni superiori a 100.000 dollari l'anno anche nei loro primi 50 anni. Dal
link FMI infatti si legge : <(.)il piano
che prevede sia con una rendita a vita pensione o un beneficio ritiro in
capitale, a seconda della vostra età e anni di servizio. Altri vantaggi
quali decesso, pensioni di invalidità e le prestazioni bambini fanno parte del
piano. Pensioni vitalizie sono pagabili a partire da 50 anni con un minimo di 3
anni di servizio. L'età normale di pensionamento è 62 e delle pensioni a
partire anteriore sono soggetti a sanzioni di prepensionamento. Le prestazioni
sono disciplinate dalle disposizioni del piano e non sono direttamente
collegate al valore cumulato dei contributi apportati al piano da parte del
personale o del Fondo.(.)>
Ecco penso che
non indirizzare il disappunto sulle pensioni e Welfare ad un FMI o ad
altre Istituzioni europee-mondiali servirebbe a poco,.. limitarle ai politici
eletti fino adesso non hanno provocato alcun effetto positivo per cittadini
italiani e per gli altri Stati anzi una enorme ricchezza continua a
concentrarsi sempre più nelle mani di poche persone.
La realtà è sempre più evidente: organi
non eletti,lobbies e alta finanza hanno capacità ormai decisionali sul Welfare
e sulle Carte Costituzionale di ogni Stato caduto nel circuito del debito
pubblico o di crisi economica grazie ad un <sistema finanziario> messo da
tempo in atto ormai detto da molti economisti da mandare in pensione!
11 05 2014 a cura
di Carmine Curcio, macchinista FS
p.s.
ad esempio :
Cottarelli (classe 1954), il commissario
italiano alla spending review, l'uomo dei tagli agli sprechi pubblici, ex
direttore del dipartimento degli Affari Fiscali del FMI ha spiegato :«Sì, a 59 anni ho anche la
pensione percepita dal Fmi 220 mila euro, e di essersi dimesso dal Fondo
monetario internazionale il giorno prima di essere nominato commissario alla spesa,
però sottolinea che se fosse rimasto negli Stati Uniti, la sua pensione sarebbe
stata tassata con l’aliquota del 10%,in Italia invece paga regolarmente
un’aliquota del 46,23%.