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lunedì 5 maggio 2014

per una Sanità pubblica e sociale : alcune note sul Coordinamento lavoratori e utenti della sanità pubblica di Milano, provincia e della regione Lombardia

Il Coordinamento lavoratori e utenti della sanità pubblica di Milano, provincia e della regione Lombardia è l’attuale evoluzione del Coordinamento lavoratori della sanità che ha aggregato al suo interno anche utenti e cittadini singoli od organizzati, ricercatori addetti e persone interessate ai problemi della sanità, associazioni, comitati, coordinamenti, movimenti e ha trasformato così la sua composizione e finalità.
Il Coordinamento lavoratori della sanità, è un organismo nato nella prima metà degli anni settanta e che ha visto transitare nel tempo nelle sue file molti dei lavoratori della sanità – militanti e attivisti dei sindacati confederali e di base –raccogliendo fra i suoi aderenti e attivisti delegati sindacali di ospedale e di ente, rappresentanti di categoria e di mestiere, semplici iscritti alle varie organizzazioni, operatori non affiliati ad alcuna associazione, operai e lavoratori privi di qualsiasi rappresentanza, organizzazione e tutela, forza lavoro sfruttata all’interno della galassia delle professioni e delle occupazioni della sanità.

In un Seminario tenuto a Milano nel mese di marzo 2014, dal tema “Il Coordinamento, per quale Sanità”, nella relazione introduttiva si definisce il Coordinamento come una libera associazione per la difesa della Sanità Pubblica, che coordina anche iniziative di solidarietà con le lotte in corso.
Priva di strutture, l’associazione opera per consenso attraverso assemblee autoconvocate quindicinali. Non è né un coordinamento sindacale, né una piattaforma politica.
Nella stessa relazione, si afferma che  se il concetto di salute implica il diritto di non essere avvelenati dall’inquinamento, ecc., quello di sanità deve comportare l’obbligo di tutelare la salute di tutta una comunità attraverso la prevenzione.
Invece gli ospedali fanno solo a gara per vantare le “eccellenze” in determinati campi, mentre i medici, poco presenti nella struttura, sono una categoria verso la quale si deve essere molto critici, perché sono più gli specialisti della malattia che i clinici preposti alla cura al malato.
Il personale ospedaliero e gli operatori della sanità hanno condizioni di lavoro e di salario sempre peggiori e inaccettabili. Specie le cooperative, frutto di esternalizzazioni dei servizi, attuano il peggiore sfruttamento e distruggono la dignità di tanti lavoratori della sanità.
Sempre  tale relazione del convegno, sottolinea come  la povertà – oggi in crescita esponenziale – sia in stretta relazione con la vulnerabilità delle malattie e deve essere prevista nei termini dell’assistenza rispetto a problemi come la cronicità, disabilità fisica e psichica, vecchiaia, convalescenza, assistenza domiciliare, ecc.
La legge 833/75, istitutiva del Servizio sanitario nazionale (pubblico, universale, gratuito, finanziato dalla fiscalità generale) ha riaffermato “lo spirito del ‘45”, ma è stata subito divorata da una legislazione successiva contraria e dagli apparati interni.
I ticket imposti su visite e farmaci, l’invadenza dei partiti e della corruzione, la regionalizzazione della sanità attuata con la modifica del titolo V della Costituzione, l’aziendalizzazione delle USL, la privatizzazione degli ospedali, l’esternalizzazione dei servizi, la violazione della194 da parte degli obiettori di coscienza, la libera professione, il blocco delle assunzioni, i tagli di bilancio, la spending review, ecc. hanno distrutto il Servizio sanitario nazionale e demolito l’unica riforma di struttura attuata in questo paese.
Una farraginosa delibera della Regione Lombardia avente per oggetto la gestione dell’intero servizio socio sanitario per l’anno 2014 è stata criticata in una delle relazioni del seminario.
Le critiche vanno dai provvedimenti sulla non autosufficienza e cronicità, all’alzheimer e ai malati di mente, dagli ospedali psichiatrici criminali alle strutture alternative di recupero e di reinserimento, dalle residenze socio assistenziali alle rette da pagare per conto dei ricoverati da parte delle famiglie e dei comuni, alla parificazione del trattamento ai non autosufficienti nelle case di riposo e a domicilio.
Il comportamento della Regione Lombardia sulle dimissione affrettate dei pazienti è stato denunciato in un’altra relazione, che ha sollecitato l’utilizzo di una diffida tipo da inviare alle direzioni ospedaliere per evitare che malati e anziani siano allontanati dai luoghi di cura e di assistenza prima della guarigione.
I problemi della legge 194 sono stati affrontati in un’altra relazione da tre ostetriche dell’Ambulatorio medico popolare, le quali hanno evidenziato le enormi difficoltà che operatori ed operatrici incontrano nei consultori, negli ambulatori e nei reparti ospedalieri ad applicare la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza
ed hanno denunciato i comportamenti illegittimi di medici, altro personale e perfino farmacisti obiettori di coscienza, che si rifiutano di somministrare addirittura la “pillola del giorno dopo”, regolarmente prescritta ed autorizzata, alle pazienti che la richiedono.
E’ stata ricostruita una mappa degli ospedali milanesi, ma anche di altri Stati (Francia, Spagna) che attuano l’interruzione volontaria della gravidanza, dove vengono inviate molte donne che non trovano posto per abortire in Italia. Sono stati descritti i drammatici problemi di tante donne, soprattutto straniere, che non riescono ad ottenere l’applicazione della legge.
Nell’intervento di un compagno sindacalista sono stati messi a nudo la crisi della Sanità in Lombardia e in Italia, i problemi dei DRG (Raggruppamenti omogenei di ricoveri e cure per le tariffe), i contratti sempre peggiorativi per i dipendenti, la contrattazione decentrata diventata capestro, i comportamenti dei giudici ostili ai lavoratori e favorevoli ai padroni. Senza un’inversione di tendenza la sanità pubblica sarà destinata a inabissarsi e a scomparire.
Una compagna ha denunciato il tentativo razzista di incriminare un gruppo di immigrati extracomunitari, che avrebbero illegittimamente intascato dei fondi dalla giunta Maroni, la quale l’8 marzo è stata fortemente attaccata da un presidio di donne davanti alla Regione per la proposta di riapertura delle “case chiuse”.
L’Associazione consumatori utenti ha illustrato il progetto di ritirare dal mercato farmaci dannosi e inutili, iniziativa che ha l’obiettivo di coinvolgere tutte le ASL d’Italia e che non esclude di fare ricorsi al Tar ed altre azioni che saranno decise con il Coordinamento lavoratori e utenti della sanità.
                      
                                                                                                         contributo a cura di Achille Zasso