Entro il 15 giugno tutto ciò che rimane di quello che fu il grande insediamento industriale dell'IBM di Vimercate "delocalizza" a Segrate. Lo stabilimento dell’Ibm , costruito nel 1966 in via Kennedy, nei pressi della Tangenziale est copriva un'area di 287mila metri quadri, 110mila coperti da palazzine e capannoni per spostare la sede milanese di via Tolmezzo diventata troppo piccola. Vi lavoravano negli anni d’oro, in 3500, 1600 nella produzione e c'erano il centro di calcolo, la produzione dei server e delle schede elettroniche.Prosegue con questo la desertificazione dell'ex Silicon Valley italiana, di quello che fu o doveva essere una delle più grandi concentrazioni dell'hi-tech in Italia: la Brianza Vimercatese.
"Scatterà -come ha scritto il quotidiano IL GIORNO -il trasloco verso Segrate delle
ultime attività rimaste. Una goccia nel grande stabilimento di 110mila metri
quadri di via Kennedy, che in sette anni è passato di mano tre volte: dall’Ibm
a Celestica da questa a Bartolini Progetti mentre oggi il testimone è in mano
Unicredit Leasing. Big blue ha deciso di non rinnovare il contratto d’affitto e
di portare nella sede di Segrate le macchine e i 200 dipendenti di Vimercate.
Tre anni fa l’esodo aveva interessato altri 900 impiegati.
Le grandi aziende di telecomunicazioni e
microelettronica che si erano insediate ad Agrate e Vimercate dalla metà degli
anni 60 in poi, una dopo l'altra hanno abbandonato il territorio e sta per lasciare la vecchia sede di via Trento anche l’ex Telettra, ora Alcatel Lucent si sposta nel limitrofo nuovo Energy
park senza dimenticarsi di "perdere per strada" un'altro po' di personale ma dove ormai le aziende multinazionali innovative sono di medie dimensioni, con al massimo 800 dipendenti e cercano di ereditare il ruolo di nuova Silicon Valley. 

L'unica che per il momento resta a testimoniare di ciò che fu la grandezza dell'insediamento industriale è la STMicroelectronics di Agrate Brianza con i suoi 4200 ricercatori e impiegati.La Bames e la Sem, società entrambe fallite e tutto quello che resta del glorioso passato, in autunno, i sopravvissuti alle ristrutturazioni di Ibm e Celestica si troveranno in mezzo ad una strada.Il declino iniziò nel 1999: anni di riduzioni di personale, esternalizzazioni dei rami amministrativo, vendita e servizi, delocalizzazione di buona parte della produzione di Vimercate in Irlanda per avvalersi di notevoli vantaggi fiscali garantiti dal governo di Dublino che fu completatacon l'abbando della produzione in Italia nel marzo 2000 con la firma dell’accordo che diede il via alla cessione dei due stabilimenti italiani alla multinazionale canadese Celestica, nel 2005 anche Celestica lasciò l’Italia cedendo le azioni alla società Bartolini e da lì la nascita di Bames e Sem, oggi dichiarate fallite dal tribunale di Monza.
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