Questo è il documento presentato e votato all'assemblea del "Sindacato è un'altra cosa" sabato 7.6.2014
Voti a favore 4, astenuti 10, tutti gli altri (circa un centinaio) contrari.
Documento del collettivo pensionati di Milano per discutere la struttura organizzativa de “Il sindacato è un’altra cosa – opposizione Cgil”
Per
contribuire a sviluppare il dibattito e la partecipazione dei lavoratori nell’organizzazione
dell’area,
il “collettivo dei pensionati di Milano” de “Il sindacato è un’altra cosa –
opposizione Cgil” ha elaborato
questo documento che sottopone alla discussione e all’approvazione democratica
dei compagni.
Proprio
perché hanno ottenuto a Milano a favore del “documento
congressuale alternativo” il maggior numero di voti in cifra assoluta rispetto
alle altre categorie, i pensionati di Milano de Il sindacato è un’altra cosa ritengono di prendere l’iniziativa per
proporre alcuni criteri e principi da seguire e da porre alla base della
struttura organizzativa della nostra area.
Il
primo punto
che chiedono di introdurre nella struttura organizzativa dell’area è che dentro
Il sindacato è un’altra cosa –
opposizione Cgil valga il principio per cui “uno vale uno”.
Domandano
contemporaneamente che la struttura organizzativa dell’area permetta di poter
dare una risposta precisa alla domanda avente il seguente contenuto: “chi
decide chi e che cosa”.
Il
secondo principio
che a parere del collettivo pensionati di
Milano deve entrare a far parte dei criteri ispiratori organizzativi de Il sindacato è un’altra cosa è il divieto
di attribuzione da parte dei gruppi dirigenti dell’area e il rifiuto
di accettazione da parte dei compagni interessati di doppi o maggiori
cumuli di incarichi, sia all’interno degli organismi dirigenti della Cgil, sia
nelle strutture organizzative dell’area, sia complessivamente in entrambe.
Questo
principio è stato acquisito dal “collettivo
dei pensionati di Milano” de Il sindacato
è un’altra cosa ed applicato nella distribuzione degli incarichi ai
compagni eletti negli organismi dirigenti dello SPI provinciale e regionale e
della Camera del Lavoro di Milano, dopo il Congresso.
Il
terzo criterio
che si intende proporre consiste nell’introdurre il principio secondo cui dentro
l’area gli incarichi sono in qualsiasi momento
revocabili.
Durante
e dopo l’ultimo Congresso sia coloro che sono stati annoverati nell’esecutivo
nazionale, sia quelli che sono stati considerati riferimenti nazionali di
categoria, sia quelli che sono stati ascritti fra i coordinatori
regionali, sono stati confermati dall’alto negli incarichi precedenti
o nominati
dall’alto ex novo in incarichi più recenti.
Se
a giustificazione si dice ad es. che i compagni dell’esecutivo nazionale sono provvisori,
il punto di vista del collettivo dei
pensionati di Milano de Il sindacato
è un’altra cosa è che nell’assemblea del 7 giugno di Bologna tutti coloro
che sono stati nominati in questo modo dovrebbero essere dichiarati decaduti, perché
possano essere organizzate in tempi brevi elezioni democratiche dei
rappresentanti de Il sindacato è un’altra
cosa.
Non
può esistere, se siamo coerenti con la concezione e la pratica della democrazia
e della partecipazione sindacale per le quali ci battiamo dentro la Cgil e fra i
lavoratori, una nomenklatura, o una lista di cariche o di
posti, o una burocrazia; devono essere costruiti
invece e crescere un movimento di lotta e un’opposizione sindacale e politica
alla Cgil, che devono esprimere attraverso elezioni democratiche i propri
rappresentanti.
Né
relativamente al Coordinamento allargato della Lombardia tenuto venerdì 6
giugno a Milano, né in rapporto all’Assemblea nazionale svoltasi sabato 7 giugno
a Bologna si sono conosciuti con una certa approssimazione gli ordini
del giorno delle due iniziative.
Si
chiede che gli o.d.g. delle riunioni e delle assemblee, nonché i resoconti
degli esecutivi e dei coordinamenti nazionali vengano inviati con
notizie esaurienti e con tempestività ai compagni (il resoconto dell’ultimo
esecutivo nazionale del 16 maggio non è mai pervenuto).
Il
quarto punto che
si vuole affrontare riguarda la militanza politica che molti
compagni danno nei tanti partiti della sinistra che appoggiano i lavoratori. Essa
però è cosa assai diversa della militanza sindacale. Se è necessario
accusare a fondo la Cgil di collateralismo col PD, se è più che
giusto attaccare il gruppo dirigente della Cgil perché è organico a quel partito e
succube delle sue scelte politiche ed elettorali, non è fuori luogo affermare
che anche per Il sindacato è un’altra
cosa è rischioso percorrere esperienze di non distinzione dei ruoli
sindacale e politico nei confronti di altri partiti o formazioni partitiche. Anche
se i pericoli di disfunzioni non sono assolutamente paragonabili al
danno provocato dalla Cgil, non si può negare che essi possano influire
negativamente sull’indipendenza e sull’unità interna fra i lavoratori de Il
sindacato è un’altra cosa.
Il
quinto punto
che si vuole proporre riguarda l’organizzazione territoriale dell’area da
realizzare su tutto il territorio nazionale, mediante la strutturazione di coordinamenti
regionali, provinciali, aziendali da costruire in base al principio della
democrazia,
delle elezioni, della rappresentanza.
Si
suggerisce che in ogni struttura di coordinamento venga eletto un coordinatore
effettivo ed uno supplente, revocabili in qualsiasi momento e
soggetti al principio della rotazione periodica degli
incarichi.
Si
sottopone ai compagni la proposta di lanciare nei confronti delle diverse
istanze e dei vari livelli organizzativi della Cgil una serie di azioni
rivendicative e di vertenze aventi lo scopo di
acquisire l’agibilità e l’uso da parte de Il sindacato è un’altra cosa
delle sedi sindacali, uffici operativi, sale per riunioni, edifici e strutture per attività sindacali di vario tipo e, inoltre, aventi l’obiettivo
di ottenere l’utilizzo di macchine d’ufficio, attrezzature
informatiche, cancelleria
corrente, materiale ordinario per l’organizzazione dell’area, ecc.
Particolare
impegno deve essere rivolto alla gestione dei permessi sindacali per chi
fa parte dell’area, ai rimborsi spese sostenute dai
compagni nel periodo congressuale e in periodi normali.
Per
l’organizzazione dello Spi Cgil regionale in Lombardia si
comunica l’intenzione al “Sindacato è un’altra cosa – opposizione Cgil”
nazionale di organizzare a settembre o ottobre di quest’anno,
anche in occasione della Conferenza nazionale di organizzazione della Cgil del
2015, un’assemblea regionale di tutti i compagni pensionati che fanno
parte dei direttivi provinciali di categoria della nostra Regione, utilizzando
la struttura e chiedendo che siano messi a disposizione i mezzi
finanziari dello Spi Cgil Lombardia.
Il
sesto punto, infine,
che proponiamo prevede che venga candidato per l’elezione a referente
a livello regionale dei pensionati de “Il sindacato è un’altra cosa – opposizione Cgil” il compagno Ciro
Attanasio e che sia candidato ad essere eletto referente a livello nazionale di Milano
il compagno Achille Zasso.
Milano,
7 giugno 2014