Protesta di una
quarantina di dipendenti dell'Atm contro la disdetta del contratto integrativo
dal febbraio 2015. Il Comune spiega: "La società rischia di fallire, sarebbe
un disastro per il servizio, la città e i lavoratori"
di F. Q. | 4 novembre 2014
I lavoratori dell’Azienda trasporti municipale di Genova
hanno occupato in segno di protesta il primo piano della sede a Genova, dove ci
sono gli uffici della presidenza, della direzione e dei dirigenti. Sono decisi
a mantenere l’occupazione fino a quando l’azienda non ritirerà la disdetta del
contratto integrativo a partire da febbraio 2015. L’Amt intende così recuperare
i fondi necessari per evitare il fallimento. Sono una quarantina le persone
che, in modo pacifico, hanno occupato la sede dell’azienda: lavoratori e
rappresentanti sindacali che nella serata di lunedì 3 novembre hanno
partecipato a una accesa assemblea durante la quale è stato deciso di
respingere la proposta dell’azienda.
Il Comune di Genova ha spiegato in una nota che “ci sono tre
mesi di tempo per rinegoziare l’integrativo in modo da riequilibrare i conti
aziendali. La disdetta formale non significa azzerare l’integrativo ma avviare
una trattativa tra azienda e sindacati per salvare Amt”. Una delegazione di
lavoratori dovrebbe partecipare nel pomeriggio al consiglio comunale. “Nel 2015
Amt rischia il fallimento. Sarebbe un disastro per il servizio di trasporto,
per la città e per i lavoratori. Perché non accada bisogna garantire l’
equilibrio dei conti dell’azienda, che è e resta pubblica”. “Il Comune ha
sostenuto e sostiene Amt con ingenti stanziamenti, maggiori di quelli che altri
comuni versano alle loro aziende – spiega Palazzo Tursi – Nel 2014 oltre 34
milioni, per il 2015 ne prevede altri 30. Non è pensabile che nelle
ristrettezze di bilancio possa ancora aumentare il finanziamento né che, per
farlo, riduca servizi essenziali per i cittadini o aumenti ulteriormente le
tasse”.
Lo scorso anno, a novembre, i lavoratori dell’Amt fecero 5
giorni di sciopero, paralizzando la città, contro le proposte dell’azienda per
evitare il fallimento. La protesta finì con la firma di un accordo, garante la
Regione. “Il Comune ha rispettato alla lettera gli impegni assunti – si legge
nella nota del Comune – L’accordo prevedeva, nel marzo 2014, l’avvio delle
procedure per una gara regionale di affidamento del servizio di trasporto
pubblico locale; i tempi di attuazione della legge regionale lo hanno fatto
slittare di almeno un anno. Nel frattempo però Amt deve vivere e anzi
consolidarsi per partecipare alla gara. Nessun lavoratore deve essere
licenziato, né dipendente da Amt né dalle ditte di appalto”.