Da diversi anni, i 16 milioni di pensionati di questo
paese, del settore pubblico
come del privato, constatano che la loro situazione continua a
peggiorare. Sono
arrabbiati e determinati a non lasciare che continui il
degrado del loro potere
acquisto, dei loro diritti e garanzie in materia di pensione e protezione sociale.
Essi hanno presentato agli eletti, a livello nazionale, regionale e dipartimentale, un
memorandum delle loro richieste.
Non possiamo accettare che il 10% dei pensionati vive al di
sotto della soglia di povertà,
Non possiamo accettare che il 7% dei pensionati di età compresa
tra 60 a 69 occupino un posto di lavoro nel 2012, una cifra che è raddoppiata dal
2006. La metà di loro sono lì costretti dalla quantità insufficiente di loro pensione.
I pensionati sono cittadini a pieno titolo e hanno
contribuito allo sviluppo economico e sociale del Paese. Essi non chiedono la
carità, ma dignità.
Perciò, essi rivendicano:
- ritorno alla rivalutazione annuale di tutte le pensioni al 1°gennaio e del fermo di 30 mesi, senza rivalutazione,
- Indicizzazione sugli sviluppi salariali,
-ritorno al diritto di andare in pensione a 60 anni e un pensionamento anticipato per i mestieri più usuranti o insalubri,
- Pensione minima equivalente al salario minimo per tutti in
pensione con una carriera
completa
- Il ripristino dell'ulteriore semi-quota fiscale per tutti i
genitori single per aver cresciuto un figlio e ritorno all'esenzione
fiscale delle maggiorazioni familiari per i pensionati che hanno avuto
3 figli, senza attendere una vera riforma fiscale che garantisca l'uguaglianza tra i
cittadini, col finanziamento dei servizi pubblici.
- Mantenimento e miglioramento delle pensioni di
reversibilità e l'eliminazione delle condizioni di risorse,
- Supporto per la perdita di autonomia da parte della
previdenza sociale e, pertanto,
soppressione della CASA. Considerando inadeguata la legge sull'adattamento della società all'invecchiamento, essi rivendicano un aumento dei mezzi che permettano di migliorare l'assistenza, sia a casa o nelle istituzioni.
Essi sperano che nel 2015 si portò a una battuta d'arresto
per le politiche di arretramento che intendono ridurre di 50 miliardi le prestazioni sociali. Essi sono
determinati a
mobilitare in pensionati in difesa delle loro pensioni e della
protezione sociale
collettiva.
da Solidaires