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giovedì 14 maggio 2015

MAFALDA ARNAUTH “TERRA DA LUZ” (recensione musicale a cura di Amerigo SALLUSTI)



 MAFALDA ARNAUTH “TERRA DA LUZ”
recensione musicale a cura di Amerigo SALLUSTI
Mafalda Arnauth propone da anni una lettura del Fado che si muove tra tradizione e innovazione. Terra da luz, il suo album appena uscito, propone oltre al timbro vocale meraviglioso, tutta la sua intelligente e appassionata visione della vita, caratterizzata da una sensibilità e un afflato poetico che la contraddistingue sin dal già citato disco degli esordi nel 1999 e persistente negli anni con i trionfi internazionali di dischi come Esta voz que me attravessa (2001), Flor de Fado (2008) e Fadas (2011). Ad accompagnare la voce straordinaria di Mafalda, una compagine di grandi virtuosi, eccezionali interpreti del Fado antico e moderno: Pedro Santos, direzione musicale e fisarmonica; Bernardo Viana, chitarra acustica; Pedro Viana, chitarra portoghese; Fernando Judice, basso acustico. Una poetessa Mafalda; che ama contaminare, senza tradire le origini, ma esaltandole in un percorso innovativo. Un po’ come fanno anche Ana Moura e Antonio Zambujo, innervando sulla cultura lusofona, meglio ancora lisboneta, i cammini più intriganti della musica contemporanea “del mondo”, assecondandola e rivisitandola. Nei “solchi” delle canzoni si sentono la melanconica musica popolare di Lisbona; le intense e delicate nenie armoniche provenienti da Capo verde e strumenti cordofoni d’altri tempi. E per quest’ultimi s’intendono la guitarra portoguèsa, la viola do fado, il cavaquinho e il baixo.
Insieme producono un musica tonale, caratterizzata da una melodia che varia abitualmente su coppie di versi che si ripetono. Il Fado divenne una musica di grande seguito popolare tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento. Come il tango, coma la milonga anche il fado ha trovato la sua incubazione negli ambienti al confine della malavita e del dissenso sociale, in perfetta analogia per quanto accaduto anche al samba e la canzone napoletana. Altrettanto Mafalda racconta con voce modulata storie di marinai, storie d’amore a volte felici, altre volte infelici. Emozioni, ispirazioni, commozioni come quando nei suoi concerti rende omaggio a Sergio Endrigo intonando “Girotondo intorno al mondo”. Ancora oggi le stradine dell’Afalma (il più antico quartiere di Lisbona) pullulano delle Casas de Fado, i caratteristici club musicali della capitale portoghese, dove Amalia Rodrigues è ancora considerata un mito. Ma anche Carlos do Carmo, Josè Alfonso e Josè Carlos Ary dos Santos. Questi ultimi tre in particolare hanno reso universale il Fado di Lisbona che ha un carattere più urbano, legato a temi quali l’emigrazione e alla vita dei quartieri popolari, a differenza del Fado di Coimbra e Oporto maggiormente accademico e borghese. Mafalda è indubbiamente all’interno della tradizione lisboneta, al punto che sta elaborando alcuni testi di Pessoa (che amava ispirare la sua scrittura col Fado) per rendere un omaggio in musica all’ombroso scrittore; le ombre, la lu