Studio ONU: Italia età lavorativa a 75 anni o 150 milioni d’immigrati entro il 2050

I principali risultati di questo rapporto sono:
-L'Italia prevede di registrare il maggior calo della popolazione in termini relativi, perdendo il 28 per cento della popolazione tra il 1995 e il 2050.
-La migrazione internazionale può svolgere un ruolo nel modificare popolazione declino o riduzioni della popolazione in età lavorativa, ma non può invertire la tendenza dell'invecchiamento della popolazione.
-E’ necessario intervenire sull’età pensionabile (Fornero?) e adottare politiche di immigrazione internazionale per provvedere a una progressiva sostituzione dei popoli europei, che garantisca l’integrazione di un largo numero di migranti e dei loro discendenti.
-Il documento dell’ONU teorizza, in effetti, una migrazione sostitutiva dei popoli, e per l’Italia, lo scenario sarebbe, 150 milioni d’immigrati entro il 2050.
-Tra gli scenari applicati all’Italia per mantenere un tasso di copertura della spesa sociale per gli anziani sarebbe necessario l’ingresso di 2,2 milioni di migranti all’anno, per raggiungere una popolazione di 194 milioni di persone entro il 2050, di cui il 79% sarebbe costituito da migranti arrivati dopo il 1995 e dai loro discendenti. Oltre 150 milioni di nuovi italiani.
Politici, parti sociali …ma allora cosa raccontate ai cittadini?
Le <riforme>, lavoro, pensione, Costituzione ec.. quindi a cosa servono anzi a chi servono?
Forse quelli che lavorano all’ONU non sono in grado di fare il proprio mestiere?
Ma la realtà è che la sovranità del popolo, le ricchezze, monetarie e politiche vengono spostate sempre più nelle mani dell’1% dell’intera popolazione mondiale impoverendo il restante 99%,… alla faccia degli studi e delle stesse riforme per evitare flussi migratori e per una sostenibilità della sanità, pensioni, lavoro ec..a tutti e in ogni paese!
Alla luce di queste considerazioni, le previsioni sembrano concretizzarsi, e così acquisisce nuove interpretazioni la diffusione enorme che ha avuto la foto del bimbo morto sulla spiaggia, che ha commosso il mondo ma che dal punto di vista della comunicazione, è emersa in maniera esponenziale rispetto alle altre migliaia di piccoli esseri umani la cui vita è stata strappata in conseguenza di guerre, calamità naturali, terrorismo e violenze di ogni genere, spesso per l’avidità del potere con l’utilizzo distorto della tecnologia e dei media.
26 09 2015 Carmine Curcio