da Repubblica Genova
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Genova, sarà in fabbrica la notte degli operai Ilva
I lavoratori aderenti a Fiom e Failms, dopo un'intera giornata di blocco stradale in via Cornigliano, lasciano solo in serata la strada libera. La Fim Cisl: "No a intimidazioni"
L'Ilva di Cornigliano occupata, il traffico del Ponente di Genova bloccato per la manifestazione dei lavoratori di Fiom e Fialms in difesa dell'Accordo di Programma. E i lavoratori non intendono tornare sulle proprie posizioni: la strada resterà bloccata fino a stasera, quando gli operai rientreranno in fabbrica per dormire. Ma domani mattina sono intenzionati a riprendere il blocco, dopo l'assemblea in cui verrà valutata la situazione.
La situaizone resta tesa. La convocazione arrivata da Roma in cui si chiarisce che la riunione del Collegio di Vigilanza sull'Accordo di Programma sarà convocata al Ministero dello Sviluppo Economico in via Molise il 4 febbraio alle 15.30, non ha convinto i manifestanti: la richiesta resta la stessa, quella della presenza della ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, o del suo collega al Lavoro, Giuliano Poletti." La nostra richiesta è semplice: vogliamo una trattativa vera con il Governo sul processo di vendita. A Genova il Governo sta mettendo in discussione l'accordo di programma, rifiuta di incontrarci, mette in discussione gli impianti, lo stabilimento, i lavoratori genovesi. È una presa in giro, e non ne vogliamo parlare solo con i tecnici, vogliamo un incontro politico. Con il Ministero, la Presidenza del Consiglio, il Governo, per mettere in chiaro che la vendita sarebbe un problema vero, e va rispettato l'accordo". Così i segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro.
Genova, gli operai Ilva in strada: "Fabbrica occupata, ci vogliono garanzie"
"Ci vuole una vera convocazione per l'incontro a Roma, non una data su una mail" ha detto il segretario Fiom Bruno Manganaro. L'intenzione è di non riprendere il lavoro finché non sarà garantito che all'incontro - fissato per il 4 febbraio - partecipi anche il ministro Federica Guidi, titolare dello Sviluppo Economico, o Giuliano Poletti, ministro del Lavoro.
Il traffico si è fermato all'altezza della rotonda di via Guido Rossa, ma un gruppetto di manifestanti ha occupato anche via Cornigliano e dato fuoco a cassette della frutta e altri rifiuti trovati accanto ai cassonetti. Il casello autostradale della A10 unico collegamento tra il centro città e il ponente, è rimasto bloccato sia in entrata che in uscita. La manifestazione non ha invece toccato la stazione ferroviaria.
"Pensiamo che il governo abbia dato uno schiaffo alla città di Genova oltre che ai lavoratori dell'Ilva - ha aggiunto Manganaro - Il governo vuole superare lo scoglio del 10 febbraio senza intimorire i privati con l'accordo di programma di Cornigliano. Il governo senza dichiararlo sta strappando l'accordo di programma, per questo dobbiamo alzare la voce per difendere reddito, posti di lavoro e stabilimento".
Fim-Cisl: no a intimidazioni. "L'iniziativa della Fiom di questa mattina all'Ilva di Cornigliano è legittima" ma è "inaccettabile che in assemblea non si consenta di esprimersi a chi ha idee diverse" e "dichiarare la fabbrica occupata quando metà dei lavoratori sono già entrati a lavorare nonostante le intimidazioni all'entrata" è "una prevaricazione inaccettabile". Lo scrive in una nota il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli.
Il consenso all'iniziativa "va raccolto con strumenti democratici altrimenti è un'altra cosa - aggiunge Bentivogli - Tentare di occupare una fabbrica e dividere i lavoratori solo con lo scopo di conoscere se il Ministro parteciperà all'incontro è assurdo. Forme di lotta e atteggiamenti di intolleranza contro
"Continuiamo a pensare che serva unità e pluralismo per lottare per il futuro dell'Ilva e che l'occupazione sia l'obiettivo principale - conclude il leader sindacale - Ci auguriamo che la Fiom Nazionale condanni le prevaricazioni di questa mattina che non fanno onore a una grande organizzazione".
da
Ilva , di nuovo in piazza le tute blu di Genova. E' ancora lotta dura: "Non si vende!"
Prima hanno occupato la fabbrica, poi sono scesi in strada e in corteo si sono diretti alla stazione di Genova Cornigliano, bloccando la strada. E’ la protesta di circa 200 lavoratori dell’Ilva di Cornigliano contro la decisione del governo Renzi di vendere il siderurgico. Gli operai dell'Ilva di Genova dopo che la scorsa settimana hanno presidiato il palazzo del Comune, oggi hanno lanciato un aaltro segnaale molto chiaro. “La fabbrica è in assemblea permanente”, ha spiegato Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom Cgil Genova. “Il governo vuole vendere Ilva, compreso lo stabilimento di Genova che ha siglato un accordo di programma, e non si vuole garantire quell’accordo. Si tratta di uno schiaffo a Genova, dove tutte le istituzioni avevano contribuito a raggiungere quell’accordo, e di uno schiaffo ai lavoratori”. E ancora: “Il governo senza dichiararlo sta strappando l’accordo di programma, per questo dobbiamo alzare la voce per difendere reddito, posti di lavoro e stabilimento”.
L'iniziativa di Genova, promossa dalla Fiom, si pone l'obiettivo, peraltro condiviso dalle Istituzioni locali – Regione, Comune e Provincia – "di riaffermare la validità dell'accordo di programma come elemento di tutela dell'attuale livello occupazionale di Genova, che rischia di essere messo in discussione dal bando di vendita che non fa riferimento agli attuali livelli occupazionali. Una necessità che deve valere sia per Genova che per Taranto e per tutti i siti attuali del Gruppo", si legge ancora in un comunicato firmato da Rosario Rappa, che per la Fiom nazionale si occupa di siderurgia.
La Fiom nazionale auspica e sollecita un'iniziativa unitaria di tutto il Gruppo Ilva, sia per salvaguardare l'occupazione, diretta e di tutto l'indotto – "che non può pagare il prezzo dell'operazione" – che per rivendicare il mantenimento delle normative e dei livelli retributivi dei contratti di solidarietà in vigore prima del “Jobs act”. E chiede un necessario e urgente un incontro presso la presidenza del Consiglio dei ministri.