FINMECCANICA: una fusione senza strategia
Analisi finale dell’accordo Finmeccanica:
Entrando nel merito è necessario fare una premessa, ricordiamo che Le ultime modifiche dell’articolo 18 (in parte già modificato) prevedono la possibilità di licenziamento per giusta causa in caso di crisi o ristrutturazione aziendale e, in caso di ricorso, tocca al lavoratore licenziato dimostrare che non è vero o che c’è stata discriminazione o altro. Cosa significa? Significa che se Finmeccanica apre lo stato di crisi perché il gruppo è in perdita, potrebbe licenziare per giusta causa e anche se il lavoratore riuscisse a dimostrare che è stato ingiustamente licenziato, il giudice non lo fa reintegrare perché comunque la crisi è reale, al massimo, ma solo se vince la causa, il lavoratore ha diritto ad una indennità economica. Ovviamente non accadrà mai perché ci penseranno i nostri supereroi ..….
Comunque, possiamo fare una sintesi dell’accordo:
Il “buco” di bilancio: da dove nasce il problema di Finmeccanica? da una decisione abbastanza discutibile di acquisire una azienda americana (DRS) di 30 mila dipendenti (grossa come l’intero nuovo gruppo Finmeccanica), con la motivazione di dover partecipare agli appalti americani avendo una azienda “appoggio”, indebitandosi per oltre 3 miliardi di euro che è il debito che ci trasciniamo tuttora e che ha spinto Moretti alla necessità di risanare l’intero gruppo. Per dirla in parole povere, farà pagare ai lavoratori una colpa che non hanno dato che il problema principale del “buco” di bilancio lo ha creato il consiglio di amministrazione Finmeccanica stesso.
Situazione Agusta: l’unica azienda che andava bene, anzi molto bene, con un bilancio positivo da 15 anni e con un incremento di vendite costante da 10 anni, e una crescita in campo internazionale del 2-3% all’anno ma Agusta è l’unica azienda del gruppo che, secondo Moretti, avrebbe avuto un contraccolpo pesante con un calo di fatturato e di ordini del 7-8%. Ora Moretti è partito con la sua politica di tagli e risparmi, tagli delle spese, degli appalti, dei budget, manda via gli esterni, riduce i soldi destinati per le varie commesse, ecc… ; Alla situazione di calo degli ordini derivante dalla crisi internazionale, si è aggiunta la decisione di Moretti di tagliare ovunque in modo irrazionale senza fare una analisi realistica delle conseguenze; riuscirà Moretti a dimostrare che aveva ragione?
Art. 47 L. 428/90: Il rischio di esuberi e sempre più evidente, così come La mancata tutela di eventuali lavoratori eccedenti in previsione di accorpamenti di reparti, enti, uffici, la dichiarata armonizzazione dell’engineering con eventuali doppie figure e trasferimenti da un sito all’altro. Nessuna analisi da parte dell’azienda sulle conseguenze per i lavoratori derivante dalla fusione in Finmeccanica (come previsto dalla legge), nessuna assunzione di responsabilità da parte aziendale e nessuna analisi successiva, motivo per cui abbiamo scioperato.
FGS (Finmeccanica Global Services): si sta portando a compimento il passaggio di tutti i servizi del Gruppo sotto il controllo diretto di FGS, sia per quanto riguarda i lavoratori sia le strutture. FGS controllerà tutte le gare di appalto e tutta la manutenzione dell’intera Finmeccanica. Anche gli immobili passeranno sotto la proprietà di FGS con la conseguenza che le varie aziende non saranno più proprietarie degli stabili: Se FGS dovesse finire nelle mani sbagliate, saremmo costretti a pagare l’affitto (milionario) per usare i nostri stabilimenti;
Appalti: Pur apprezzabile l’impegno (senza vincoli) di privilegiare l’occupazione in essere, invece la “promessa” di “rispetto delle normative” non serve a molto, ci pare siano tutti obbligati al rispetto della legge: secondo noi chi prende l’appalto (diretto, sub, o sub-sub appalto) deve (dovrebbe) dimostrare di essere un’azienda sana che non ha contenziosi in corso per motivi gravi, che paga i contributi e le tasse, che paga gli stipendi nei tempi giusti, va stabilito un minimo di valore dell’appalto che tenga conto di stipendi adeguati ecc…..
Fuori casa: sono ormai molti anni che si cedono all’esterno attività di logistica e servizi ma anche attività con un elevato contenuto tecnologico con lavorazioni anche complesse, oppure attività di engeering in ogni settore o di allestimento macchine in fase di pre-volo, perdendo, negli anni, fette di Know-how e capacita lavorative. Sarebbe stato quanto mai opportuno indicare delle regole proprio per mantenere all’interno del gruppo le competenze e l’esperienza dell’alta tecnologia che si acquisiscono in anni di attività.
Accordi precedenti: secondo quanto stabilito nell’accordo, sono decaduti tutti i precedenti accordi e il nuovo accordo sostituisce tutti i precedenti, così decadrebbero piccoli e meno piccoli rivendicazioni passate come ad esempio le festività cadenti di sabato e l’indennità aggiuntiva al sabato ecc..
PDR (Premio di Risultato): i dipendenti Agusta avranno un taglio di circa la metà del “vecchio” premio prevedendo un premio medio tra quelli in essere e la metà restante la avranno solo se si raggiungeranno tutti gli obbiettivi. Il primo livello da raggiungere è un parametro definito FOCF che comprende anche tutte le uscite decise dal consiglio di amministrazione come ad esempio i dividendi, questo parametro è anche peggio del già contestato ROS; La direzione aziendale pretende di legare il futuro PDR alle assenze dei lavoratori prevedendo un ulteriore “punizione” per chi ha già delle difficoltà personali o familiari; non è logico separare dalla trattativa la parte economica dalla parte normativa del premio, in questo modo la direzione di Finmeccanica potrà modificare a suo piacimento l’entità del premo a seconda che la parte delle regole siano più o meno vantaggiose.
Accordo di sito sull’orario: riteniamo un errore aver firmato un accordo sulla flessibilità interna di ogni sito, e sulle relative turnazioni, senza avere previsto, nello stesso accordo, anche i relativi riconoscimenti economici già concordati nei precedenti accordi aziendali, una cosa è legata all’altra: non si può chiedere un sacrificio ai lavoratori senza stabilire l’incremento retributivo. Era anche possibile, in questa fase, estendere la flessibilità in entrata anche agli operai, come d'altronde ha fatto Finmeccanica sulla compensazione oraria ma invece non s’è fatto.
Compensazione oraria: pur considerando il fatto che per alcune aziende è una possibilità in più di avere dei permessi per le assenze, riteniamo questo accordo economicamente vantaggioso per l’azienda che pretenderà il recupero nelle ore straordinarie pagandole come ordinarie: anche i 5 minuti dei turnisti vanno comunque recuperati con del lavoro straordinario pagato ordinario, mentre prima i ritardi entro i 2,59 minuti non erano considerati ritardi.
Premio OPERA: legato alla prestazione e previsto dall’accordo Agusta, che gli operai ricevono come UNA-TANTUM, verrà discusso insieme al premio di risultato di sito ma, dato che gli operai Agusta sono gli unici a percepirlo, si corre il rischio di non riuscire a mantenerlo.
Trasferte: la diaria aumenta ma il resto è un disastro, le ore di viaggio pagate all’85% anziché al 100%, il rimborso chilometrico che è meno della metà di quello previsto per legge, sabati e domeniche pagate solo se si lavora, “forfait” inferiore a quello Agusta, rimborso dei pasti da “take-away” e in Agusta le condizioni erano comunque migliori anche senza accordo sindacale.
Permessi retribuiti per visita medica (64 ore x anno): è vero, si allarga la possibilità di fruire dei permessi per accompagnare parenti, ma il loro N° si riduce drasticamente rispetto ad Agusta che consente 3 permessi al mese di 3 ore (oltre 100 ore all’anno);
Rapporti con aziende non italiane: tutte le aziende non italiane che fino a dicembre erano in Finmeccanica, ora sono in un limbo imprecisato, non sono parte della nuova azienda e nessuno sa dire che rapporti hanno mantenuto con Finmeccanica, per ora si limitano a rigettare le firme sui documenti.
Cedolino paga: vengono confermati i livelli retributivi di tutti i dipendenti in essere, ma ci sarà una perdita di salario per tutti i nuovi assunti tanto più alta quanto maggiore era il reddito dei lavoratori delle varie aziende, per Agusta, che ha gli stipendi medi più bassi di tutto il gruppo, i nuovi assunti perderanno oltre mille euro all’anno.
Nuovi assunti: potranno essere assunti con un contratto di apprendistato professionalizzante di 5 anni (anche per laureati) per poi essere confermati con il jobs-act per altri 3 anni e alla fine essere lasciati a casa (senza tutele art 18) e comunque Finmeccanica ci guadagnerà per ogni nuovo assunto, 8 mila euro all’anno che si somma al risparmio “concordato” con il nuovo contratto.
RSU (Rappresentanza sindacale dei Lavoratori): si mette tutto nelle mani dei sindacati firmatari anziché delle RSU ed ogni O. S. ha partecipato alla trattativa in modo separato una dall’altra, facendo comunicati separati e senza nemmeno stabilire una linea comune da tenere negli incontri. Non si è chiesto nemmeno un mandato ai lavoratori o alle singole RSU aziendali, senza parlare di una piattaforma comune: Presentarsi in ordine sparso è un grave errore e ci rende deboli nella trattativa.
RLS (Rappresentati Lavoratori per la Sicurezza): nessuno si è sentito in dovere di spendere due righe per aumentare le competenze o dare più agibilità o consentire agli RLS di verificare anche gli ambienti dove ci sono le ditte in appalto, o di poter verificare magari come vengono stabiliti i criteri per le gare di appalto e con quali vincoli per chi prende l’appalto, e nemmeno sulla possibilità di avere più ore a disposizione per svolgere l’attività da RLS : solo il documento di valutazione dei rischi ha centinaia di pagine che andrebbero verificate ambiente per ambiente …
Lavoratori disabili: una grossa azienda come Finmeccanica potrebbe anche farsi carico di un impegno preciso sull’occupazione di personale con disabilità varie, non solo per una questione Sociale, visto che comunque è una azienda parastatale, ma anche per il fatto che le attività svolte all’interno dell’intero gruppo spaziano in qualsiasi settore, dalla progettazione ai lavori manuali o di servizi, consentendo una incredibile disponibilità di occasioni lavorative per i disabili che, come dice la legge, devono essere impiegati nelle attività che sono loro consentite dalle capacità lavorative residue. Va comunque ricordato che molte aziende del gruppo hanno attraversato varie fasi di riorganizzazioni e ristrutturazioni che gli hanno permesso il mancato rispetto della legge per quanto riguarda le percentuali di occupati disabili rispetto alla forza lavoro complessiva, sarebbe stata una cosa buona e saggia tentare di avviare una verifica nell’intero gruppo e riallineare il tutto rispetto all’occupazione di chi ha problemi fisici senza parlare di aumentarne il numero ma almeno assumerne quanti ne prevede la legge.
Occupazione femminile: le aziende meccaniche come Agusta hanno una prevalenza di occupazione maschile, ma le varie riorganizzazioni interne hanno fatto si che a pagarne le conseguenze siano state in prevalenza le donne. Ora c’è stato un minimo di aumento occupazionale femminile ma andrebbero previsti dei meccanismi di tutela aggiuntiva per evitare il ripetersi di situazioni discriminati, magari con delle maggiori tutele per la maternità o per assistenza ai figli o ai famigliari in genere ecc., situazioni che hanno sempre impedito alle donne le medesime opportunità di crescita professionale ed economica dei colleghi uomini.
Occupazione: è solo nel risparmio economico e nel guadagno che si deve orientare la politica gestionale? noi crediamo di no. Noi crediamo che la strategia corretta sia quella di avere come primo obbiettivo l’occupazione, quindi trovare i giusti meccanismi che consentano di creare lavoro retribuito, mentre, a nostro avviso, il piano industriale di Moretti, prevede una inevitabile riduzione del personale sia diretta che indiretta.
Un solo nome: ancora poco chiaro quale sarà il nome del nuovo gruppo industriale, doveva essere “ONE Company”, per poi divenire “Finmeccanica Division” ed ora sembra che cambi nuovamente nome, una cosa però è sicura e cioè che abbiamo perso un nome storico e conosciuto in tutto il mondo per qualità, efficienza e prestazioni, che è Agusta, ora si riparte da capo dovendo far capire ai potenziali clienti che siamo ancora gli stessi.
Codice Etico: vista la vicenda che ha coinvolto Agusta sulla commessa all’India, Finmeccanica ha pensato bene di emanare un nuovo “codice etico” e di fare della formazione proprio sull’etica e sulla morale, onde evitare futuri danni all’immagine, ma, da qualche giorno appaiono sui giornali diversi articoli che parlano di strani movimenti di soldi per la vendita di Ansaldo Breda / Ansaldo sts del gruppo Finmeccanica (nuova gestione) all’Hitachi, della serie: senti da che pulpito arriva la predica.
La strategia industriale: L'ipotesi d'accordo è meramente legata al contenimento dei costi, quindi dei salari, condizionando i lavoratori ad una maggiore flessibilità degli orari di lavoro. Non esiste una minima proposta di ricerca, progettazione e sviluppo per il futuro, senza una strategia, senza un chiaro piano di rilancio o di riorganizzazione dell’azienda, solo e soltanto per risparmiare. Ci si dovrebbe domandare quali sono le prospettive future delle aziende di Finmeccanica? Che fine faranno le nostre capacità di progettazione? Che cosa faranno gli ingegneri e i tecnici? Quali sono le reali strategie di politica industriale? Domande che aspettano una risposta prima che Moretti cominci a “tagliare” il personale e a svendere parti di aziende, pur di fare cassa.
Diritto di sciopero: una volta approvato l’accordo non è più possibile scioperare per il contenuto dello stesso, questo è quanto prevede la nuova regolamentazione delle RSU, per questo motivo riteniamo sia stato un errore non tentare di ottenere di più prima dell’approvazione, invece si è preferito chiudere in fretta seguendo le indicazioni che sono arrivate dalla direzione Finmeccanica. Per esperienza riteniamo che nessuno ti regala niente e senza rapporti di forza non si ottiene un gran che, il contenuto dell’accordo sottoscritto (e tutto quello che non è stato chiarito) ne sono la prova.
Di seguito gli argomenti rimandati: indennità speciali, trasferte estero, indennità sui turni, assist. sanitaria integrativa, asili nido, CRAL, trasporti e mobilità, premi di anzianità, premi di fine corso, definizione valore PDR, nuovo inquadramento.
Senza dimenticare, comunque, che qualche testo contestato è stato ritirato come l’orario plurisettimanale, e qualche miglioramento c’è stato, come l’aumento della flessibilità in entrata sia per gli operai sia per gli impiegati; l’aggiunta di un giorno di permesso per lutto o malattia grave di un familiare; l’aumento del 20% di comporto per il mantenimento del posto di lavoro in caso di malattia grave, pagata al 100%; la possibilità di fare formazione anche fuori azienda ecc..
Ma crediamo che i pochi punti che migliorano le nostre condizioni di lavoro siano ampiamente enfatizzati da chi ha sottoscritto l’accordo, che tendono, sovente, a minimizzare (o dimenticarsi) del rovescio della medaglia mentre, secondo noi, i punti positivi vanno messi sulla bilancia e controbilanciati con i punti negativi dell’accordo (sopra sintetizzati), per poi decidere se è stato un accordo positivo o negativo,
noi non abbiamo dubbi …..
CONCLUSIONI:
Pur considerando positivo il tentativo di unirci in un'unica azienda parastatale, riteniamo questo un accordo incompleto che pone più domande che risposte, un accordo fatto per risparmiare, un accordo senza un apparente strategia dove il rischio esuberi sembra sempre più vicino, così come sembra sempre più vicino il punto di non ritorno, il punto oltre il quale non sarà più possibile separare una azienda dalle altre per farla camminare con le sue gambe. Un accordo che fa venire molti dubbi, dubbi sulla strategia di Moretti, dubbi sulle motivazioni della firma, dubbi sul futuro dell’intero gruppo e dei lavoratori. Prima di firmare questo accordo era necessario avere un quadro più chiaro sul disegno di Finmeccanica, la fretta è sempre una cattiva consigliera soprattutto quando c’è il sospetto che sia solo l’inizio…. l’inizio della fine..
Noi diciamo NO
ADL Varese – 10 Febbraio 2016