Nel 2016 ben 10 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi. E la
difficoltà economica è tra le prime cause. I nuovi dati nel sondaggio di
Demoskopika
Nel 2016 ben 10 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi. Perchè? Per
le liste di attesa troppo lunghe o perché non si fidano del sistema sanitario
della loro regione di residenza e non hanno le risorse economiche per spostarsi
e per affrontare i costi della “migrazione sanitaria”.
Una famiglia su due (il 47,1%) ha dichiarato nel sondaggio realizzato da
Demoskopika, su un campione rappresentativo di cittadini, di essersi tenuta a
distanza dal sistema sanitario nazionale.

Quali le ragione? I pazienti mancati indicano fra i fattori principali i
“motivi economici” e le lunghe liste di attesa rispettivamente nel 17,4% e nel
12,8% dei casi; il 6,7% del campione intervistato ha dichiarato di non curarsi
“in attesa di una risoluzione spontanea del problema” o, addirittura, per
“paura delle cure” come nell’1,5% dei comportamenti rilevati.
“L’impossibilità di assentarsi dal luogo di lavoro”, inoltre, ha rappresentato
un deterrente per il 4,8% dei cittadini. Da ultimo, il federalismo sanitario
non sembra giovare alla salute degli italiani: il 3,9% degli intervistati, pari
a circa 2,4 milioni di italiani, ha dichiarato l’impossibilità a occuparsi
della propria salute o di quella di qualche suo familiare perché “curarsi fuori
costa troppo, non fidandosi del sistema sanitario della regione in cui vive”.

Quando le spese sanitarie sono indispensabili, molte famiglie finiscono sotto
la soglia di povertà. L’impoverimento sanitario colpisce oltre 300 mila
famiglie. Si tratta di un indicatore che fotografa la realtà di quelle famiglie
che a causa di spese spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite
specialistiche, cure odontoiatriche) sono scese al di sotto della soglia di
povertà. L’indagine Demoskopika rivela che a finire nell’area
dell’impoverimento, a causa delle spese sanitarie out of pocket, sono
soprattutto le famiglie in Calabria, seguite dalla Sicilia, dall’Abruzzo, dalla
Campania

In linea generale, il Piemonte è la prima regione per efficienza del sistema
sanitario e strappa la prima posizione al Trentino Alto Adige, mentre la
Calabria è la regione più “malata” del paese. Nella classifica “IPS 2016” la
sanità del Nord si conferma la più virtuosa: dopo Piemonte e Trentino Alto
Adige, si piazzano in buona posizione Lombardia ed Emilia Romagna, mentre il
Lazio scende di dieci posizioni rispetto allo scorso anno.
Nelle ultime tre
posizioni, che indicano le realtà sanitarie più “malate”, ci sono Puglia,
Sicilia e Calabria.