Allarme lavoro, ogni
giorno persi mille posti. Squinzi: “Siamo tornati ai tempi peggiori”
Disoccupazione vicina ai massimi: 12,6% a luglio. Per i
giovani tasso in calo al 42,9%. Il ministro Poletti: «I dati seguono
l’andamento altalenante dell’economia»
L'originale dell'articolo del quotidiano LA STAMPA qui di seguito ripreso si può trovare al link:
ANSA 29/08/2014: Torna a salire il tasso di disoccupazione. A luglio, informa
l’Istat, si è attestato al 12,6%, in aumento di 0,3 punti rispetto al mese
precedente e di 0,5 punti nei dodici mesi.
I dati provvisori indicano che gli occupati a luglio sono calati di 35 mila unità: è come se si fossero persi più di mille posti al giorno. Il dato riporta il tasso dei senza lavoro ai livelli di maggio, appena sotto i massimi storici. Nel secondo trimestre per gli uomini il tasso rimane stabile all’11,5%, mentre per le donne vola dal 12,8% al 13,4%. Aumenta inoltre il divario territoriale: si passa dall’8,4% del Nord al 20,3% del Sud.
I dati provvisori indicano che gli occupati a luglio sono calati di 35 mila unità: è come se si fossero persi più di mille posti al giorno. Il dato riporta il tasso dei senza lavoro ai livelli di maggio, appena sotto i massimi storici. Nel secondo trimestre per gli uomini il tasso rimane stabile all’11,5%, mentre per le donne vola dal 12,8% al 13,4%. Aumenta inoltre il divario territoriale: si passa dall’8,4% del Nord al 20,3% del Sud.
È un «dato drammatico» ha detto il leader degli industriali
Giorgio Squinzi nel suo intervento al Meeting di Rimini. «Siamo tornati ai
livelli peggiori. Questo è quello su cui dobbiamo riflettere: ritrovare la
capacità di trovare lavoro e questo può venire solo dalle imprese». Serve una
visione complessiva del Paese, secondo Squinzi: «Un Paese che ha oltre il 40%
di disoccupazione giovanile è un Paese che non ha futuro». E, criticando la
politica, ha sottolineato «la differenza tra i politici, che pensano alle
prossima elezioni e gli statisti, che pensano alle prossime generazioni: ecco
noi dobbiamo pensare alle prossime generazioni». Secondo Squinzi, anche il Pil
2014 si avvia a chiudere in negativo dello 0,2-0,3% e per questo serve una
scossa: «Gli italiani devono essere pronti a un periodo di austerità nei
prossimi anni per tornare alla ripresa e alla crescita dell’occupazione».
«I dati diffusi dall’Istat evidenziano come l’andamento del
lavoro segua quello altalenante dell’economia. Dopo l’incremento complessivo di
circa 100 mila occupati nei mesi di maggio e giugno, a luglio calano di 35.000
unità»: questo il commento del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al dato
sulla disoccupazione. «Sono gli effetti negativi della coda di una lunga crisi
dalla quale il Paese sta faticosamente uscendo, cui si sono aggiunte le
turbolenze internazionali che stanno pesando sull’economia di tutti i grandi
paesi europei - ha detto Poletti -. È un dato positivo l’aumento del tasso di
occupazione giovanile, che a luglio cresce dello 0,6% rispetto al mese
precedente».
È dai dati Isfol che arriva il primo segno positivo secondo
il ministro: «La semplificazione delle norme sull’apprendistato ha favorito un
aumento del ricorso a questa tipologia contrattuale importante per
l’inserimento dei giovani - aggiunge il ministro -, quella delle norme per il
contratto a termine ha prodotto un moderato aumento dell’utilizzo di questo
contratto, senza provocare ripercussioni sul tempo indeterminato che cresce per
la prima volta dopo due anni. Confidiamo che queste tendenze si possano
confermare e consolidare nei prossimi mesi».
L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni è dell’11,8%, in
aumento di 0,1 punti rispetto al mese precedente e di 1,1 punti su base annua.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è pari al 42,9%, in diminuzione di 0,8
punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 2,9 punti nel
confronto tendenziale. I senza lavoro tra i 15 e i 24 anni sono 705 mila.
Stranieri
La riduzione tendenziale dell’occupazione italiana (-105.000
unità) si accompagna alla crescita di quella straniera (+91.000 unità). In
confronto al secondo trimestre 2013, il tasso di occupazione degli stranieri
(58,7%) segnala un aumento di 0,6 punti a fronte della stabilità di quello
degli italiani (55,4%).
Industria e
costruzioni
Nell’industria in senso stretto riprende la crescita
dell’occupazione (+2,8%, pari a 124.000 unità), dovuta solo alla componente
maschile, mentre prosegue la contrazione di occupati nelle costruzioni (-3,8%,
pari a -61.000 unità) e nel terziario (-0,6%, pari a -92.000 unità).
Contratti
Non si arresta la flessione degli occupati a tempo pieno
(-0,5%, pari a -89.000 unità rispetto al secondo trimestre 2013), che in quasi
due terzi dei casi riguarda i dipendenti a tempo indeterminato (-0,5%, pari a
-57.000 unità). Gli occupati a tempo parziale continuano ad aumentare (+1,9%,
pari a 75.000 unità), ma la crescita riguarda esclusivamente il part time
involontario che riguarda il 64,7% dei lavoratori a tempo parziale. Dopo cinque
trimestri consecutivi di calo, riprende la crescita dei dipendenti a termine
(+3,8%, pari a 86.000 unità nel raffronto tendenziale) a cui si accompagna per
il settimo trimestre la diminuzione dei collaboratori (-8,3%, pari a -36.000
unità).
Inattivi
Nel secondo trimestre 2014 continua la diminuzione del
numero di inattivi 15-64 anni (-1,0%, pari a -151.000 unità), dovuto ai
55-64enni e alimentato in oltre otto casi su dieci dalle donne. Il tasso di
inattività scende al 36,3%, dal 36,6% del secondo trimestre 2013.