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venerdì 12 settembre 2014

Milano, 13 settembre 2014 PROCESSO PER DIRETTISSIMA ai 2 LAVORATORI della DIELLE di Cassina dè Pecchi arrestati : Ore 8.30 presidio a Palazzo di Giustizia a Milano - IL GIORNO 12/09/2014 :Cassina de Pecchi, nuovi scontri tra dipendenti e dirigenti Dielle: otto carabinieri contusi e due operai arrestati

da IL GIORNO 12.09.2014 / MARTESANA
Cassina de Pecchi, nuovi scontri tra dipendenti e dirigenti Dielle: otto carabinieri contusi e due operai arrestati
I militari, all'ennesimo tentativo di bloccare l'ingresso della ditta per impedire lo svolgimento dell'attività, si sono frapposti tra le due fazioni. Alla base del contrasto c'è un cambio di appalto da parte di alcuni comuni per la raccolta dei rifiuti plastici
Milano, 12 settembre 2014 - Nessuna idea di desistere da parte dei lavoratori della Dielle, azienda di Cassina de' Pecchi. Dopo gli scontri di giovedì tra dipendenti e dirigenza, nei quali sono rimasti ferite cinque persone, tra cui la proprietaria dell'azienda, la tensione è viva anche oggi. Stamattina, tra alcune decine di operai che si contendono un appalto, e i carabinieri in servizio di ordine pubblico, sono scoppiati dei tafferugli. Il bilancio del 'contatto' tra le parti e' di otto militari feriti lievemente, cinque contusi tra i manifestanti e due arrestati, due ivoriani di 27 e 41 anni. I carabinieri della Compagnia di Cassano D'Adda, infatti, all'ennesimo tentativo di bloccare l'ingresso dei lavoratori della ditta per impedire lo svolgimento dell'attività, si sono frapposti tra le due fazioni.

Alla base del confronto, che dura dal maggio scorso, e che si è acuito questa settimana, c'e' un cambio di appalto da parte di alcuni comuni dell'area per la raccolta di rifiuti plastici, che ha escluso una cooperativa di Latina che utilizzava prevalentemente manodopera originaria dell'Africa in favore di una nuova ditta di Brescia che utilizzerebbe lavoratori romeni e albanesi. Stamani, al picchettaggio, secondo quanto riferito dai carabinieri del Comando provinciale di Milano, c'erano anche rappresentanti sindacali dei Cobas ed esponenti dei centri sociali. Un tavolo di mediazione, per l'assorbimento dei lavoranti esclusi, prima dell'estate, non aveva portato a nulla. I lavoratori spiegano che l'azienda "ci ha lasciato a casa dopo averci sfruttato come schiavi per cinque anni, e ora ignora l'accordo firmato il 27 giugno scorso in Prefettura a Milano, che prevedeva l'assunzione immediata per 30 operai e la cassa integrazione per gli altri 30".