http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/01/28/AS0wHvLB-protesta_istinto_lettera.shtml
Dopo tre giorni -
28 gennaio 2016
Ilva: arriva la lettera, stop alla protesta
L’agente calma la rabbia: ho agito istinto
«Togliermi il casco? Un gesto naturale»
Il gesto di Maria Teresa Canessa, vicequestore aggiunto di Genova, é riuscito a stemperare gli animi: «E’ stato naturale»
Genova - La
lettera di convocazione viene mostrata con
orgoglio agli occhi stanchi dei lavoratori Fiom dell’Ilva. La giornata
più lunga e ad alta tensione si conclude così poco dopo le 13.30 sulla
scalinata della Prefettura, con la lettura della missiva formale per
l’incontro a Roma con il
sottosegretario allo sviluppo economico Simona Vicari,
accolta dagli applausi. «È una vittoria dei lavoratori, ma non
abbassiamo la guardia e non smobilitiamo, vogliamo risposte», grida
Bruno Manganaro, segretario Fiom, al termine di una mobilitazione iniziata sin dalle 7.30 fuori dallo stabilimento di Cornigliano.
Quasi un migliaio di persone, un fiume di operai con il caschetto
dell’Ilva in testa e il rumore dei mezzi meccanici e dei petardi a
riempire le strade del ponente genovese, mentre sei camionette della
polizia si fermano in Lungomare Canepa, appena raggiunto dai lavoratori.
I lampeggianti blu tagliano il rosso dei fumogeni accesi dagli operai e
illuminano
lo schieramento di agenti con scudi e manganelli anti-sommossa, alcuni con le maschere anti-gas. «Ma cosa siamo al G8? Andatevene, noi non siamo delinquenti, siamo lavoratori. Vergogna».
La rabbia sembra destinata a esplodere, solo una fila di
transenne separa i manifestanti dalla polizia. Serve tutta la capacità
organizzativa del servizio d’ordine della Fiom per riuscire a contenere
gli animi e avvicinarsi, a mani alzate, allo schieramento di polizia. È
il primo gesto per dare il via a una trattativa, in contatto diretto con
la prefettura. Dopo due ore sul filo, il gesto che riesce ad allentare
la pressione,
il casco tolto e la stretta di mano con un lavoratore del vicequestore aggiunto Maria Teresa Canessa.
 |
Le strette di mano tra operai e agenti |
L’immagine simbolo che precede la deposizione degli scudi e
anticipa i segnali positivi che, alle 11.30, consentono ai lavoratori di
proseguire in corteo verso la prefettura.
Le strade bloccate dal traffico per l’intera giornata di martedì vengono
percorse rapidamente dal migliaio di lavoratori, verso la prefettura.
Sulla scalinata di palazzo Spinola l’attesa lettera ufficiale, l’impegno
del governo per la partecipazione del sottosegretario allo sviluppo
economico al vertice del 4 febbraio.
Si ritorna a Cornigliano accompagnati da una leggera pioggia, tra gli sguardi sfiniti e soddisfatti dei lavoratori. I
“tre giorni dell’Ilva”
si concludono con i mezzi da lavoro che ripartono imponenti, condotti
fin dentro lo stabilimento. «Abbiamo vinto una tappa, forse quella più
in salita. Ma il “Giro” non è ancora nostro», avverte Armando Palombo,
delegato rsu Fiom. Tra una settimana a Roma le tute blu dell’Ilva
chiederanno garanzie sull’Accordo di programma, pronti a farsi sentire
ancora, con ogni mezzo.
© Riproduzione riservata
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/01/27/ASnKA9KB-protesta_metalmeccanici_prefettura.shtml
Il terzo giorno
Genova - Con l’arrivo della
lettera ufficiale del ministero,
intorno alle 13,10, è finito il terzo giorno di “assedio” della città da
parte dei manifestanti Ilva e dei metalmeccanici Cgil. Nel documento è
confermato che il sottosegretario allo Sviluppo economico
Simona Vicari parteciperà all’incontro del 4 febbraio.
I lavoratori hanno così sciolto il corteo che per tutta la
mattinata ha tenuto in scacco la viabilità genovese e durante il quale
si sono anche verificati momenti di tensione tra operai e poliziotti.
La cronaca della giornata
Poco prima delle otto è iniziato il terzo giorno di protesta
degli operai Fiom e Failms dell’Ilva , a cui si sono aggiunti tutti i
metalmeccanici Cgil. I manifestanti si sono concentrati in
piazza Massena a
Cornigliano. Il programma prevede lo sciopero generale dalle 8 alle 12
di tutte le tute blu iscritte al sindacato della Cgil per difendere
l’Accordo di programma siglato nel 2005 per lo stabilimento di
Cornigliano, e un corteo fino al palazzo della Prefettura. In piazza
anche sindacalisti di Filt Cgil, Filctem Cgil, lavoratori di Amiu e un
gruppo di studenti. Era presente anche una delegazione dei camalli della
Compagnia Unica Culmv
con il console, Antonio Benvenuti. La Prefettura e la stazione
ferroviaria di Principe sono state presidiate dalle forze dell’ordine.
Si tratta della terza giornata di agitazione, dopo
le manifestazioni di lunedì e
quelle di ieri, culminate con l’incontro con susanna Camusso.
La manifestazione minuto per minuto
Ore 14,02
«È una vittoria e se la sono guadagnata i lavoratori
dell’Ilva, tutti i metalmeccanici della Fiom e tutta la città di Genova.
Ora ci prepariamo all’incontro del 4 febbraio. Tutti devono sapere che
chi comprerà o affitterà l’Ilva a Genova dovrà rispettare l’accordo di
programma. Quell’atto non si straccia. Se deve essere ridiscusso noi
siamo pronti a farlo, ma devono dircelo». Lo ha affermato il segretario
della Fiom provinciale di Genova, Bruno Manganaro al termine della
manifestazione. Gli operai stanno tornando in fabbrica.
Ore 13,19
«Perdite per circa 2 milioni di euro al giorno, a rischio
gli investimenti sulla linea 4 di zincatura se la fabbrica di Genova non
riprenderà a funzionare regolarmente». Sono il risultato degli scioperi
e delle manifestazioni organizzate dalla Fiom presso lo stabilimento
Ilva di Genova negli ultimi tre giorni. Lo afferma il gruppo Ilva in una
nota. La temporanea interruzione delle attività della fabbrica oltre a
compromettere la reputazione di ILVA verso clienti internazionali con
cui sono stati siglati importanti contratti di fornitura, sta causando
perdite finanziarie, stimate in circa 6 milioni di euro per le tre
giornate di fermo della fabbrica.
Ore 13,16
La lettera ufficiale è arrivata pochi minuti fa, portata a
braccio dal segretario Fiom Bruno Manganaro, il sottosegretario allo
Sviluppo economico Simona Vicari parteciperà all’incontro del 4
febbraio. Ottenuta la lettera i lavoratori stanno facendo ritorno in
corteo nello stabilimento di Cornigliano.
Ore 13,09
Il corteo di circa duemila lavoratori dell’Ilva di Genova e
di altre industrie metalmeccaniche genovesi è arrivato in prefettura
dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Fiamma Spena. Il
traffico intorno a via Roma, nel centro città, è bloccato dalla
manifestazione. Discreto lo schieramento delle forze dell’ordine dopo la
mediazione di questura e prefettura che ha convinto i lavoratori a
riportare in fabbrica i mezzi pesanti e ha fatto togliere il blocco dei
blindati della polizia in via Cantore.
Ore 12,55
«Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di
farsi carico di quanto sta succedendo a Genova in questi minuti e di
intervenire immediatamente per dare una risposta ai lavoratori e le
lavoratrici dell’Ilva, giunti ormai al terzo giorno di proteste, in un
clima di tensione che continua a salire. Occorre dare subito un
segnale». Lo afferma Francesco Ferrara, deputato di Sinistra Italiana.
«I lavoratori dell’Ilva - prosegue - prosegue l’esponente di Sinistra
Italiana, chiedono una cosa semplice: al tavolo del 4 febbraio al Mise
ci sia la presenza di un rappresentante del governo, così da poter
avviare una trattativa di merito sull’accordo di programma del 2005,
all’interno dell’operazione di vendita del Gruppo Ilva. Il Governo con
il suo silenzio non solo si assume la grave responsabilità di sfuggire
al confronto ma fa crescere ulteriormente la tensione in città. Se non
si interviene subito c’è il rischio di trasformare un problema sociale
in una questione di ordine pubblico».
Ore 12,50
Gli operai dell’Ilva di Genova hanno ricevuto la solidarietà
degli studenti dell’istituto Fermi di via Milano che si sono riuniti in
cortile al passaggio del corteo e hanno applaudito i lavoratori.
Solidali anche i lavoratori della Comunità di San Benedetto fondata da
don Gallo che ha esposto uno striscione con scritto «lavoro è dignità,
con la Fiom Ilva». In attesa di una risposta del Governo alla richiesta
della presenza di un esponente politico all’incontro del 4 febbraio, i
lavoratori proseguono la marcia verso la sede della prefettura.
Ore 12,40
I lavoratori sono arrivati in piazza Portello: nella
galleria sono stati accesi alcuni fumogeni e si intonano canti e cori di
protesta.
Ore 12,34
«Col presidente Toti abbiamo inviato questa mattina una
lettera al ministero dello Sviluppo Economico in cui invitiamo il
ministro Guidi a partecipare al Collegio di vigilanza sull’Accordo di
programma dello stabilimento Ilva di Cornigliano che si riunirà il 4
febbraio a Roma». Lo ha annunciato l’assessore regionale allo Sviluppo
Economico della Liguria Edoardo Rixi (Lega Nord). «Abbiamo ribadito
l’assoluta necessità della presenza del ministro nell’ottica del
rispetto dei rapporti istituzionali e per ristabilire quel clima di
tranquillità sociale di cui i lavoratori e la città di Genova hanno
bisogno» ha concluso l’assessore Rixi.
Ore 12,23
La fase di tensione in Lungomare Canepa è stata superata anche
grazie ai gesti di distensione dei poliziotti, pronti a togliersi le
maschere e con una stretta di mano tra una responsabile della Questura e
un gruppo di manifestanti. “Ancora una volta abbiamo teso la mano
scegliendo di non continuare il corteo con i mezzi meccanici - spiega il
segretario Fiom genovese Bruno Manganaro -. Abbiamo dato tempo al
prefetto di prepararci la lettera e dirci della presenza del ministro o
del vice all’incontro di Roma del 4 febbraio”. Il corteo sta intanto
proseguendo senza tensione su via Gramsci.
Ore 12,07
«Aumentare la tensione non credo aiuti in questa vertenza e
dobbiamo andare uniti all’incontro del 4 febbraio al Mise a Roma». Lo
ha detto il sindaco Marco Doria a proposito della manifestazione della
Fiom in difesa dell’accordo di programma per lo stabilimento Ilva di
Cornigliano, riferendosi anche alla contrapposizione sindacale che si è
creata a Genova, con la Uilm e Fim che non aderiscono allo sciopero con
corteo.
Ore 12,00
«È vergognoso che il Governo mandi i blindati a fermare
degli operai che difendono il loro posto di lavoro». Lo ha detto il
segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro, commentando l’azione
delle forze dell’ordine che stamani hanno bloccato per un’ora il corteo
dei lavoratori schierando le camionette di servizio. «È inutile che ci
ripetano le stesse cose tutti i giorni - ha aggiunto Manganaro -: se il
Governo è intenzionato a mandare un esponente di rilievo al confronto
del 4 febbraio lo scriva, altrimenti significa che non si presenta».
Ore 11,45
«Su Ilva il Governo vuole fare una operazione strutturale,
cercando imprenditori in grado di investire sulla siderurgia italiana.
La Cassa depositi e prestiti è disposta a sostenere una operazione che
possa rilanciare l’Ilva in Liguria e a Taranto». Lo ha detto il
responsabile economico del Pd, Filippo Taddei intervenendo questa
mattina ad Agorà su Rai3.
Ore 11,42
La polizia ha tolto i blindati che bloccavano il corteo
dei lavoratori dell’Ilva di Genova e gli operai hanno potuto riprendere
la marcia verso la prefettura. La svolta è frutto di una mediazione tra
questura, prefettura e lavoratori che hanno accettato di procedere in
corteo senza i mezzi pesanti usati in fabbrica. La Fiom vuole però dal
prefetto una dichiarazione scritta che garantisca la presenza di un
ministro, o di un viceministro, all’incontro del 4 febbraio a Roma
sull’Accordo di Programma.
Ore 11,40
I lavoratori hanno deviato su via Milano senza prendere la
rampa dell’elicoidale. Gli oltre seicento manifestanti stanno
proseguendo tra i petardi all”interno della galleria di via Milano.
Ore 11,32
«Il Governo ha convocato un incontro e ritengo che debba
essere a livello `alto´ come concordato. Io voglio che i discorsi siano
fatti seriamente. Quello che pretendo è un’interlocuzione seria». Lo ha
detto il sindaco di Genova Marco Doria a proposito della presenza del
Ministro dello Sviluppo economico Guidi all’incontro al Mise il 4
febbraio per il rispetto dell’Accordo di programma sullo stabilimento
Ilva di Cornigliano. L’accordo, siglato nel 2005, prevede che a fronte
della chiusura della lavorazione a caldo vengano garantiti occupazione e
reddito.
Ore 11,30
«Da parte della prefettura non c’è alcun blocco della
manifestazione, c’è una richiesta che la manifestazione si svolga senza
creare eccessivi disagi per la città e senza mezzi pesanti. Ho dato la
mia disponibilità a ricevere una delegazione di operai e rappresentanti
sindacali, ho dato la mia parola di prendere contatti con il Governo per
avere delle risposte sull’argomento», lo ha detto il prefetto di Genova
Fiamma Spena.
Ore 11,22
Continua la mediazione tra la prefettura e i manifestanti per
cercare una soluzione che non blocchi come ieri la città. La prefettura è
disponibile a far passare il corteo, ma senza i mezzi pesanti che i
lavoratori hanno portato con loro. La Fiom, invece, vuole che il
prefetto Fiamma Spesa si faccia garante che all’incontro al Mise del 4
febbraio ci sia il ministro Guidi o un viceministro e non un
funzionario. Se arrivasse dalla prefettura un’apertura in questo senso,
il corteo proseguirà verso il centro senza mezzi.
Ore 11,10
Segno di distensione tra manifestanti e polizia alla
manifestazione dei lavoratori Ilva a Genova. Una funzionaria di polizia
si è tolta il casco e ha stretto la mano alcuni lavoratori. Davanti a
questo gesto i lavoratori, che erano arrivati faccia a faccia con gli
agenti in tenuta antisommossa, hanno fatto un passo indietro.
 |
La poliziotta che si è levata il casco e ha stretto le mani ai manifestanti |
Ore 11,20
La situazione si è sbloccata pochi minuti fa dopo due ore di
confronto con la richiesta, accettata, di proseguire nel corteo verso la
prefettura a piedi, senza mezzi meccanici.
Ore 10,45
I lavoratori metalmeccanici che stanno manifestando a Genova per
difendere l’accordo di programma sullo stabilimento Ilva di
Cornigliano, sono arrivati a fronteggiare lo schieramento delle forze
dell’ordine che blocca Lungomare Canepa per impedire al corteo di
raggiungere il centro città. La situazione è tesa ma non ci sono
incidenti. Gli operai tengono le mani in alto e i poliziotti indossano
caschi e maschere antigas. I lavoratori urlano «Vergogna, toglietevi i
caschi, dovete unirvi a noi». Successivamente i lavoratori hanno fatto
un passo indietro e i poliziotti hanno tolto le maschere antigas in
segno di distensione. Dal corteo sono partiti applausi.
Ore 10,30
Sale la tensione, gli operai si sono avvicinati a mani in alto
gridando “lavoro” ai reparti di polizia e alle camionette in assetto
antisommossa. È fermo in Lungomare Canepa il corteo dei lavoratori
dell’Ilva di Cornigliano e dei metalmeccanici Fiom in sciopero generale
fino alle 12 per difendere l’Accordo di programma siglato nel 2005 e
chiedere che il governo partecipi alla riunione del Collegio di
vigilanza convocata per il prossimo 4 febbraio a Roma. Davanti ai
manifestanti è schierato un cordone di blindati della polizia per
impedire il passaggio dei mezzi pesanti dell’acciaieria verso il centro
cittadino. Si susseguono, intanto, le telefonate tra i sindacalisti di
Fiom e Cgil con Questura e Prefettura per trovare una mediazione.
«Chiediamo che il Prefetto - spiega Ivano Bosco, segretario della
Cgil genovese - si faccia garante della presenza politica del governo
all’incontro del 4 febbraio. In quel caso siamo disposti a lasciare qui i
mezzi. Speriamo di trovare al più presto una mediazione per poter
proseguire la nostra manifestazione». In piazza ci sono circa 600 operai
tra dipendenti di Ilva, Ansaldo Sts, Ansaldo Energia, Piaggio, Selex,
Fincantieri con delegazioni dei camalli della Culmv, di Amiu e
sindacalisti di Filt e Filctem Cgil. Chiusa la strada sopraelevata Aldo
Moro in direzione ponente.
Nel video, i lavoratori in corteo in lungomare Canepa
Ore 9,50
I manifestanti sono fermi dietro le transenne che tagliano in due Lungomare Canepa, da una parte le polizia in
assetto anti-sommossa,
dall’altra i metalmeccanici. “Non siamo delinquenti, siamo operai”,
urlano dietro lo striscione simbolo della protesta. “Il governo è solo
capace di schierare la polizia, finora non ha mai dato nessuna risposta
sull’incontro per l’Accordo di programma - attacca Bruno Manganaro,
segretario Fiom -. Il prefetto deve prendersi le sue responsabilità. Qui
ci sono i lavoratori. Questo è un vero atto antidemocratico”.
Ore 9,40
Il corteo che da Cornigliano vuole raggiungere il centro della
città e la prefettura, è stato bloccato da blindati delle forze
dell’ordine in Lungomare Canepa, la strada principale di accesso al
centro. Sono almeno 500 i manifestanti che hanno aperto il corteo con lo
striscione `Pacta servanda sunt´ Ilva Genovà. `Vergogna - gridano i
lavoratori - il diritto di scioperare per il lavoro viene impedito dalle
forze dell’ordine”. In corteo anche mezzi pesanti. In molti gridano «Se
non c’e lavoro c’e agitazione». Il traffico nel ponente cittadino e´ in
tilt.
Ore 8,40
Sei camionette della polizia e le transenne aspettano in
Lungomare Canepa i manifestanti. «Si devono vergognare, questa è la loro
idea di democrazia, bloccare la strada con le camionette», gridano i
manifestanti. Bloccati gli accessi all’Elicoidale e alle rampe di
autostrada e Sopraelevata.
Ore 8,00
Volti tesi e convinti. I lavoratori Ilva sono usciti prima delle 8
dallo stabilimento per il terzo giorno di sciopero e corteo dopo aver
bloccato ieri la città, paralizzata nel nodo di Sampierdarena. Caschetti
in testa dietro lo striscione
"Pacta servanda sunt", gli operai
hanno percorso con i mezzi meccanici la Strada a mare in direzione
ponente (proprio per consentire il loro passaggio) prima di dare inizio
alla manifestazione verso il centro con concentramento in piazza
Massena. Intorno alle 8,40 gli operai hanno raggiunto piazza Massena. E
alle 9,10 il corteo era all’altezza di via Sampierdarena, dove i vigili
hanno bloccato il traffico. Ttra i cori e i fumogeni, altre delegazioni
di lavoratori si sono unite al corteo, da Piaggio Aerospace a Selex e
Ansaldo. I lavoratori arriveranno in centro percorrendo via
Sampierdarena e lungomare Canepa e via di Francia, provocando com’è
immaginabile il
blocco della circolazione veicolare.
.
© Riproduzione riservata