GRANDE DISTRIBUZIONE :
PADRONI, ISTITUZIONI, CGIL, CISL, UIL, TUTTI
UNITI
CONTRO I
LAVORATORI IN LOTTA.
NASCE LA SANTA ALLEANZA CONTRO CHI LOTTA PER
PORTARE DIRITTI E LEGALITA' ALL'INTERNO DEI MAGAZZINI.
Il 19 gennaio si è riunito,
convocato dalla dalla Regione Veneto, un
tavolo che ha visto la partecipazione, oltre che della Regione Veneto, nella
figura dell'Assessore Reg. al Lavoro Donazzan, della provincia di Padova,
di Cgil, Cisl e Uil, Legacoop, le società Prix, Despar-Aspiag, Trasporti
Romagna-Mg Service, Alì, Unicomm, avente come titolo: “contro mobilitazioni
selvagge” e per chiedere ai Prefetti di tutte le provincie il “ripristino della
legalita”.
Questo tavolo è stato
convocato dopo che nelle scorse settimane in alcuni dei magazzini di proprietà
dei soggetti convocati si sono tenute iniziative di lotta che hanno posto come
rivendicazioni il riconoscimento di alcuni obiettivi già ottenuti in moltissimi
altri magazzini del settore: avere
garanzie in caso di cambio di appalto,
avere delucidazioni in merito alla chiusura del magazzino MaxiD di Montegalda
dove operano 120 lavoratori, ottenere malattia e infortunio integrati al 100%,
istituti contrattuali al 100%, un buono pasto, il riconoscimento dell'anzianità
pregressa e la mezz'ora di pausa
retribuita.
Per avere un'idea della
gravità di quanto accaduto il 19 gennaio, basti pensare che, da una parte si
sono messe assieme catene di supermercati da sempre concorrenti, dall'altra,
Regione, Provincia di Padova, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, hanno trovato il modo
di condividere una comune crociata contro chi ha osato mettere in discussione
una situazione divenuta oramai insostenibile dal punto di vista dei lavoratori.
In particolare, dobbiamo ancora assistere
a licenziamenti di massa in occasione di cambi di appalto, legittimati
in qualche modo dalla legge. E, da parte delle Istituzioni e dei sindacati
collusi, non una parola viene spesa contro questa “libertà” garantita dalla legge nel lasciare a casa le persone, o
nel togliere diritti acquisiti, grazie al cambio di appalto. Così è successo
nel magazzino Prix di Grisignano di Zocco, dove il giorno 15 di gennaio Prix
dava disdetta alla cooperativa Leone, lasciando a casa tutti e 70 i lavoratori
e ingaggiando una nuova cooperativa che immetteva nel magazzino nuovi
lavoratori.
Così succede in moltissime
altre situazioni dove grazie al cambio di appalto si perdono per la strada
diritti acquisiti o addirittura il posto di lavoro. Si tratta di una norma
contrattuale infame, quella che non garantisce il passaggio di tutti i
lavoratori in caso di cambio di appalto alle medesime condizioni, che deve essere essere assolutamente
cambiata. Questo obiettivo, già conquistato con alcuni dei corrieri
principali, deve diventare un obiettivo centrale da raggiungere per
impedire le infamie che abbiamo sotto gli occhi.
La mancanza di una normativa in questo
senso ha portato anche alla situazione gravissima verificatasi alla Bormioli di
Fidenza, dove, sempre grazie al cambio di appalto la CGIL si è accordata con i
padroni per cancellare diritti acquisiti, quali l'anzianità di magazzino, i
livelli e messo in discussione l'organico. A fronte della sacrosanta risposta
messa in campo dai facchini abbiamo assistito ad un uso spropositato della
polizia e siamo arrivati al fatto che CGIL ha organizzato un corteo dei
lavoratori dipendenti da Bormioli contro i facchini in lotta. Tutto ciò, a
conferma che il connubio sindacati-padroni è diventato oramai un vero e proprio
matrimonio indissolubile.
A fronte di questa situazione
che costringe i lavoratori a lottare, a volte anche in forme dure, ma
adeguate al livello delle ingiustizie subite, si produce quindi un
blocco di potere economico e politico che ha come unico scopo quello di
bloccare lo sviluppo di un movimento di lotta che rivendica diritti e che,
paradossalmente, ha portato legalità in un comparto, da sempre attraversato
dalle forme più odiose di sfruttamento che rasenta la schiavitù, e che risente
anche di pesanti infiltrazioni mafiose.
Se, fino a qualche tempo fa
poteva ancora esserci qualche dubbio circa il fatto che Cgil, Cisl e Uil
potessero ancora rappresentare in parte interessi dei lavoratori, oggi,
entrando a far parte di questa “santa alleanza” contro le lotte dei facchini,
cancellano ogni dubbio sulla metamorfosi che hanno subito e che li rende oggi
parte determinante del sistema di sfruttamento. La cosa è ancora più grave se pensiamo che questo appello alle
Prefetture ad intervenire con la forza per ripristinare la “legalità” si
rivolge ad un comparto con una forza lavoro supersfruttata e dove i diritti si
sono conquistati solo ed esclusivamente con quelle lotte che oggi diventano
oggetto di campagna militare da parte
del neocostituitosi “blocco d'ordine”.
Ci
rivolgiamo quindi a tutti quei lavoratori che ancora oggi pensano di avere a
che fare con dei sindacati che tutelano i diritti dei lavoratori, per far
capire che ogni velo di ipocrisia è caduto e che la riunione di Venezia, e
quanto sta avvenendo a Fidenza alla Bormioli, sono la dimostrazione lampante di
una scelta di campo, da parte di CGIL CISL e UIL, totalmente chierata con i
poteri forti contro i lavoratori.