RI-vediamoli...:
SIGNORINA EFFE di Wilma Labate
STORIA D’AMORE E DI LOTTE nell’autunno
1980
Titolo originale Signorina Effe
Nazione Italia
Genere Drammatico
Durata 95’
Regia Wilma Labate
Sito ufficiale
Cast Filippo Timi, Valeria Solarino,
Sabrina Impacciatore, Fausto Paravidino,
Clara Bindi, Gaetano Bruno, Luca Cusani, Marco Fubini, Giorgio Colangeli,
Fabrizio Gifuni
Produzione Bianca Film, Rai Cinema
Torino, 1980. “Signorina effe” è
una rappresentazione assai riuscita, sul piano di un nuovo realismo
cinematografico, di un episodio deprimente della nostra storia recente, perché
parla dello sciopero dei 35 giorni alla Fiat, della cosiddetta “marcia dei
quarantamila” e allo stesso tempo di una storia d’amore nell’ambiente operaio di
quel 1980.
Il film rievoca davvero “tempi molto
lontani”, come di un mondo irreparabilmente scomparso fatto di
persone concrete che, dall’una e dall’altra parte, rappresentavano
un’Italia che oggi non esiste più ma che ha significato un momento decisivo della
svolta a cui quell’esperienza diede inizio e di cui si è persa la
memoria storica.
Allora s’incominciava a parlare - lo
ricorda la regista - per la prima volta di termini come “mobilità” e “flessibilità”
che negli anni successivi, e ancora oggi, sarebbero diventati centrali nel
dibattito sullo sviluppo economico e sulle tesi diverse a proposito dei
modelli destinati a prevalere nella crisi e nella trasformazione della grande
industria, e dunque della Fiat e dell’Italia postindustriale.
Sullo sfondo delle lotte sindacali
contro la riorganizzazione aziendale in casa Fiat - che sarebbe dovuta procedere
al prezzo del sacrificio di migliaia di posti di lavoro tra gli operai - Emma
e Sergio si incontrano e si amano, nel breve lasso dei 35 giorni di
proteste che furono chiusi dalla marcia dei 40 mila colletti bianchi.
In questo pezzo di storia d’Italia, i
due protagonisti rappresentano le parti che la proprietà vorrebbe mettere l’una
contro l’altra: Emma è laureanda in matematica, lavora ai piani
amministrativi di Fiat e sta con un ingegnere, sempre dell’azienda torinese. E’ figlia
di immigrati meridionali e il padre è stato anch’esso operaio alla Fiat ora in
pensione: Emma rappresenta per tutta la famiglia la possibilità di un
riscatto sociale. Invece si gioca la sua possibilità di “ascesa sociale”
innamorandosi di Sergio, un operaio, una testa calda, in prima linea nella lotta.
Per tutta la durata dello scontro tra
azienda e operai, Emma vive la sua passione che le toglie il senso della
sua faticosissima “carriera” spingendola a rompere con la famiglia e
con l’uomo benestante che sta per sposare. L’epoca delle lotte oramai
è chiusa e quello che attenderà i due, nonostante le scelte, non
prometterà nulla di buono.
Alle scene del film si succedono i pezzi
di repertorio tratti in buona parte dal documentario “Signorina Fiat” girati
da Giovanna Boursier nel 2001 e che mostrano alcuni dei personaggi
protagonisti di quei giorni, come ad esempio Giuliano Ferrara che era allora
al seguito di Berlinguer, prima di trasmigrare verso lidi opposti dove si trova tuttora.
a cura di Giovanna Frisoli