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Con questo lavoro (come il primo Awakening, sempre per la newyorkese Tzadik dell’altosassofonista-polistrumentista John Zorn) il clarinettista e sassofonista romano di origini ebraiche, già leader del gruppo KlezRoym, mette ulteriormente a punto la sua proposta musicale, mai così limpidamente formulata: dare corpo a un klezmer jazz che guardi alla tradizione e alla storia ma le vivifichi a contatto con suggestioni contemporanee. Ricercando il nesso tra la musica della diaspora ed i successivi sviluppi della musica dei neri americani attraverso l’opera di artisti come
E proprio gli ebrei askenhaziti (migrati nell’Europa centro-orientale) cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze sociali o religiose. La musica dei klezmer, musicisti ebrei mai professionisti, è la musica strumentale tradizionale della loro comunità. Klezmer significa, tra l’altro, letteralmente musicante e deriva dall’ebraico antico kh, strumento e zmer, canzone.
I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata; non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri. Non godono però di una grande considerazione nella società. Considerati infatti quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare nelle feste ma il compenso non è quasi mai pecuniario e spesso ricevono solo da mangiare. Ed infatti per poter sbarcare il lunario svolgono tutti altre professioni: barbieri, calzolai, sarti, per la maggiore. Veloci nell’apprendere la musica, improvvisano suonando a orecchio e si possono ascoltare nelle piazze, per tutti i ceti sociali, integrando diversi stili musicali, rendendo il loro repertorio sempre più ricco e vario. E quindi musica strumentale yiddish, musica chassidica (dalle antiche tradizioni comunitarie) musica paraliturgica, canzoni popolari e di teatro. I componenti delle orchestre possono essere due, tre o più. Il violino è lo strumento principale. Gli altri strumenti tipici sono il contrabbasso, la viola, il violoncello, il flauto traverso di legno, il clarinetto, il trombone e il corno. Tonalità, scale musicali, coloriture,caleidoscopi musicali frutto e riverbero del mondo, dei mondi di questi girovaghi di strada. Di questi cittadini del mondo.
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a cura di Amerigo Sallusti