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NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA !




lunedì 30 giugno 2014

[ScioperoDonne] Ci riguarda tutte... una firma non è sufficiente, ma è necessaria

riceviamo e pubblichiamo:
“Se colpiscono una colpiscono tutte”, questo lo spirito che ha animato lo sciopero delle donne ed è con questa consapevolezza che rivolgiamo a tutte questo appello anche a  "vacanze imminenti", perché i licenziamenti non vanno in sciopero nè in vacanza e tanto meno ci va la violenza sulle donne, sia essa sessuale, economica, di Stato:
I licenziamenti al “Brico io” di L'Aquila devono essere ritirati!
Le lavoratrici del Brico io di L’Aquila il 25 novembre 2013 avevano partecipato allo sciopero delle donne, rompendo anche il clima di silenzio e subordinazione, che ha accompagnato una riorganizzazione del lavoro fatta di più sfruttamento e che poi ha preparato i 4 licenziamenti di oggi, fra cui quello della lavoratrice, Luigia De Biasi, dello Slai cobas sc e del Movimento femminista proletario rivoluzionario, che quello sciopero aveva promosso. 
Licenziamento è anche violenza, vuol dire tornare a casa, vuol dire peggiori condizioni di lavoro per chi resta, vuol dire che domani potrebbe toccare ad altre lavoratrici!
Questo avviene in una città come L’Aquila, dove invece di ricostruire si continua a distruggere anche i pochi posti di lavoro e a far pagare la crisi non ai responsabili, ai padroni assassini che se la”ridono”, ma a chi di questa crisi non ha colpa.
Per questo noi CHIEDIAMO CHE LUIGIA E GLI ALTRI TORNINO SUBITO AL LAVORO.
Su questo appello, pubblicato anche sul sito http://scioperodelledonne.wordpress.com/, è stata avviata una raccolta di firme, ecco le prime:

Fiorella Onofri, insegnante (AQ)Lavoratrici e disoccupate dello Slai Cobas per il sindacato di classe (Taranto)
Maria Grazia Campari, avvocata del lavoro (Firenze)Lavoratrici SLAI Cobas per il sindacato di classe-Policlinico (PA)
movimento femminista proletario rivoluzionario
COLLETTIVO STELLA LA ROSSA di Bologna
Catia Tebaldi, pensionata (Bologna)
Daria, impiegata (Roma) del MFLA di Radio Onda Rossa
Lucila Garcia (Lucca)
Precarie e Precari Coop Sociali dello Slai Cobas per il sindacato di classe (PA)
Flavia Mapelli, impiegata (Bergamo)
Maria Buriani (Ferrara)
Adele Zulli, operaia (AQ)
Stefania Ianni, commerciante (AQ)
Francesca Cucchiella, commerciante (AQ)
Elisa Cucchiella, dipendente (AQ)
Massimo D’Ascenzo, insegnante (AQ)
Lorenzo Semeraro - operaio slai cobas sc dell'Ilva di Taranto


Per sottoscrivere l’appello scrivere a sommosprol@gmail.com, indicando nome e cognome, città ed eventuale occupazione. In caso di gruppi o collettivi indicare semplicemente la denominazione del gruppo e la città se non si tratta di una rete nazionale

Corsa a petrolio e metano in Lombardia : a chi giova? quale impatto sui cittadini e il territorio ??? 25 i nuovi siti interessati

Corsa al petrolio e al gas metano con richieste di nuove trivellazioni esplorative in aumento che interessano in particolare 25 nuovi siti che vanno ad aggiungersi alle 17 concessioni per l’estrazione e alle 7 per lo stoccaggio già operative. 
I Paesi nel Bresciano interessati sono:
Azzano Mella, Bagnolo Mella, Berlingo, Brandico, Brescia, Capriano del Colle, Castegnato, Castel Mella, Albiolo, Castelcovati, Castrezzato, Cazzago San Martino, Chiari, Coccaglio, Comezzano-Cizzago, Corzano, Dello, Flero, Gussago, Lograto, Longhena, Maclodio, Mairano, Orzinuovi, Orzivecchi, Ospitaletto, Pompiano, Poncarale, Roccafranca, Roncadelle, Rovato, Torbole Casaglia, Travagliato, Trenzano. 
Proprio nel Bresciano Due anni orsono si è fatta avanti la società Exploenergy Srl  chiedendo autorizzazione ed esclusività per 6 anni per ricercare con esplorazioni nella zona di Lograto al fine di individuare e sfruttare idrocarburi liquidi e gassosi.E' da tenere presente che nell’area ci sono anche zone tutelate, zone di produzione di vini doc e siti archeologici e che in tale area esiste rischio idrogeologico medio-elevato. 
Un comitato di sindaci, guidato dall’ex sindaco Mezzana, è stato costituito contro tali progetti
Altre zone e paesi sono interessati.Nel Bergamasco : Torre Pallavicina; nel Cremonese : Soncino; nel Varesotto : la fascia fra Varese e il confine svizzero (41 comuni per 212 chilometri), l’altra la frazione di Borsano a Busto Arsizio e la terza i comuni di Gallarate, Casorate Sempione, Somma Lombardo, Cardano al Campo, Samarate, Ferno, Vizzola Ticino e Lonate Pozzolo. 
Per ognuna di queste zone è stata fatta richiesta di sondaggio incontrando opposizione dalle amministrazioni. 
Nella fascia fra Varese e il confine svizzero si prevede di sfruttare eventuali giacimenti a profondità di circa 4.000 metri.

AIRPORT HANDLING: UN PO’ DI CHIAREZZA SUL FUTURO. IL TEMPO STA PER SCADERE

Alla luce delle dichiarazioni della Dirigenza SEA e dei Sindacati firmatari, dal giorno successivo al referendum fino ad oggi , se ci fossimo fatti prendere dall’impulsività avremmo avuto altre reazioni ma dato il momento delicato continueremo a farci gestire dalla ragione e dalla responsabilità… per ora….
Facciamo chiarezza su alcuni punti del prossimo futuro cercando di fissare alcuni paletti nel percorso che ci attende fino all’apertura di A.H.

DATA INIZIO ATTIVITA’ AIRPORT HANDLING

La Dirigenza SEA ha aperto la procedura prevista dalla Legge 223/91 sui licenziamenti collettivi il 22.04.2014 che prevede due fasi: la prima in sede aziendale di consultazione sindacale della durata di 45 gg e, in caso di mancato accordo, una seconda fase di 30 gg in sede regionale davanti all’Arifl. Solo alla fine dei 75 gg complessivi (più i tempi tecnici delle richieste) senza aver trovato un accordo potrà procedere ai licenziamenti collettivi.
La Dirigenza SEA credeva, con supponente sicurezza, di esaurire la procedura entro il 01.07.2014 forte della convinzione che l’accordo del 04.06.2014 sarebbe tranquillamente passato attraverso il referendum, esperendo solo la prima fase… così non è stato! Non ha mai considerato il fatto che esistano lavoratori capaci di dire NO!
Quindi si è trovata costretta a spostare la data d’inizio dell’apertura di A.H. e ad oggi ufficialmente non comunica nessuna data.
In data 26.6.2014 , si apprende dall’ azienda che le prestazioni di “welfare” SEA H. saranno attive fino al 31.08.2014. Ne deduciamo che A.H. partirà verosimilmente il

01.09.2014 .
La colpa della perdita di tempo sulla procedura è imputabile SOLO a SEA e nessun altro!
A questo punto , presumibilmente entro il 16.07.2014 , la procedura di Legge 223/91 si concluderà con un altro accordo, e crediamo che useranno il tempo rimanente, fino al 1 settembre, per attuare tutti gli adempimenti finalizzati all’apertura della nuova azienda, compresi gli eventuali passaggi in SEA SPA.

ESODI INCENTIVATI

SEA non comunica nulla ai lavoratori che hanno sottoscritto un accordo tra le parti per l’esodo incentivato, ma leggendo tale accordo, si definisce la conclusione della procedura di Legge 223/91 in corso come data ultima per il perfezionamento dell’accordo tra le parti. L’accordo se pur immediatamente efficace, contiene ai punti f) e h) delle premesse, una condizione sospensiva individuata nel perfezionamento della procedura di mobilità.
Sembra ovvio che sia interesse di SEA “esodare” i contraenti dell’accordo trovandosi, in caso di mancato perfezionamento di intesa, un’eventuale altra gatta da pelare in sede giudiziale.
Quindi ci sembrano avventate le dichiarazioni aziendali sulla questione in merito, volte a colpevolizzare i lavoratori che hanno votato no.

DISDETTA DEGLI ACCORDI AZIENDALI

Con una comunicazione del 20.06.2014, SEA H. ha disdetto tutti gli accordi aziendali cioè tutta quella contrattazione aziendale migliorativa del CCNL di settore.
SEA H. cerca di vanificare qualsiasi iniziativa giudiziaria che possa in futuro esser promossa dai lavoratori di A.H. per pretendere, secondo le previsioni dell’articolo 2112 del Codice Civile, il proseguimento normativo e salariale tra SEA H. e AIRPORT H. , oltre a “facilitare” l’applicazione della clausola sociale tra gli Handler, rendendo i lavoratori di A.H. più appetibili ad un eventuale trasferimento.
Anche in questo caso un atto di ritorsione verso i lavoratori, che è ingiustificato, in quanto fino all’accordo del 4.6.2014 SEA H. ha trattato sulle modifiche degli accordi aziendali, ritenendoli validi .
Oggi dopo l’esito referendario, annulla tutta la contrattazione di secondo livello.
Una precisazione: in questi giorni alcuni esponenti sindacali hanno detto che qualche Sindacato di Base, avrebbe avuto come cavallo di battaglia, l’applicazione dell’art. 2112 e ora si sarebbe tirato indietro, nulla di più falso! ADL non ha MAI parlato e nemmeno scritto in alcun documento di una applicazione automatica dell’art. 2112… i “sapientoni” sindacali si informassero meglio prima di esprimere giudizi!

CLAUSOLA SOCIALE

SEA H. non può avvalersi della clausola sociale !
Oltre ad una questione di tempi, regolata dal CCNL ( 25 gg prima dell’eventuale trasferimento ) , le Compagnie Aeree che cita SEA nella lettera mandata agli Handler concorrenti sono Compagnie che già non avevano firmato con A.H. e che già rientravano nei calcoli dell’accordo del 4.6.2014!
Inoltre, SEA non fa alcun riferimento all’acquisizione di altre Compagnie come Air India e Czech Airlines… e che dire poi dei 500 lavoratori in meno che mancheranno all’appello con l’apertura di A.H.
Un altro atto di pressione psicologica verso i lavoratori priva di fondamento.

POSIZIONE SEA/SINDACATI FIRMATARI

In tutti gli incontri e in tutte le dichiarazioni di SEA, a partire dalla sua Presidenza, dai sindacati firmatari fino ai loro più alti vertici , emergono dei punti inequivocabili :
SEA e Sindacati si spalleggiano e si sostengono reciprocamente, a volte fino a non capire, se parla il Presidente o il Segretario di qualche Organizzazione Sindacale
Per loro il voto referendario E’ STATO UNO SBAGLIO, i lavoratori sono stati presi in giro dai promotori del NO : non vogliono accettare i passaggi democratici e non vogliono ascoltare i lavoratori, che lamentano la pesantezza di alcuni punti dell’accordo del 04.06.2014.
Colpevolizzano, e denigrano i lavoratori che hanno votato NO e hanno creato un clima “terroristico” sul loro futuro, per convincerli ad accettare “il miglior accordo possibile” SECONDO LORO.
Vedi lettere su clausola sociale , disdetta accordi , atteggiamento sugli incentivati e dichiarazioni irresponsabili sui mezzi di informazione
I sindacati firmatari dimenticano che il referendum è stato bocciato dalla maggioranza dei lavoratori : anche dai loro iscritti!
E' quindi OBBLIGO di tutti i Sindacati , che rappresentano i lavoratori e le loro volontà , ricercare nel rispetto di quella volontà un risultato migliore di quello raggiunto con l'accordo bocciato.

Quale è il loro fine? Invece di riaprire immediatamente le trattative dopo l’esito referendario, con un tavolo aperto a tutti i protagonisti del referendum , dove poter analizzare i punti dell’accordo che i lavoratori ritenevano troppo pesanti e poter aprire una discussione, “lor signori” cominciavano una campagna mediatica all’insegna della “paura”, ritardando strumentalmente i tempi di una eventuale ripresa delle trattative, per arrivare poi a riproporre ai lavoratori lo stesso accordo con “ piccole manutenzioni già scritte”!

LA POSIZIONE DEI SINDACATI DI BASE E DEL FRONTE DEL NO

Dal giorno successivo al referendum ADL, e i sostenitori del NO hanno chiesto cose molto semplici:
riaprire immediatamente le trattative dopo l’esito referendario, con un tavolo aperto a tutti i protagonisti del referendum
modificare sostanzialmente i punti dell’accordo del 04.06.2014 che sono insostenibili per i lavoratori
“reinvestimento” dei tagli sui permessi sindacali e stipendi/bonus della Dirigenza a favore di un miglioramento dei punti dell’accordo ( per esempio i ROL )
equità e proporzionalità nelle scelte dei sacrifici
In questi giorni la nostra responsabilità nel revocare lo sciopero del 22.06.2014 e nel mantenere un atteggiamento dialogante, senza rispondere a delle stupide provocazioni, viene scambiato strumentalmente per un nostro arretramento rispetto alle nostre posizioni… proprio NO!

Cara SEA e Sindacati firmatari , vi avvisiamo fin da ora:
o si riaprono le trattative , con l’intento di apportare modifiche sostanziali all’accordo,
o se invece , il Vostro intento è quello di prendere in giro i lavoratori, con un accordo/copia dell’ultimo, la reazione dei lavoratori sarà durissima! E la ripresa della lotta sindacale si riaprirà per i prossimi mesi!
Ricordate che l’accordo che dovrà “rinascere”, dovrà essere un’intesa che abbracci il più possibile le posizioni del NO e del SI e che solo un TAVOLO UNITARIO porterà ad una responsabilità condivisa di tutti per un futuro accordo.
Qualsiasi altro modo unilaterale di arrivare ad un’intesa di “proprietà” di solo una parte dei rappresentanti dei lavoratori, porterà inevitabilmente a divisioni già oggi difficilmente colmabili e ad una stagione di tensioni di cui sarete i soli responsabili.

Malpensa, 28.06.2014                       a cura di ADL Varese

LA RIFORMA DEL T.P.L. NON DEVE PESARE SUL LAVORO, L‘OR.S.A. Trasporti : “sulle tutele contrattuali il D.d.L. al Senato peggiora il codice civile”

 La Segreteria Generale OR.S.A. Trasporti, riunita per una disamina dei contenuti del Disegno di legge n. 1405 “in materia di diritto alla mobilità e procedure di assegnazione del servizio di trasporto pubblico locale su gomma, ferro, acqua” presentato nei giorni scorsi in Senato  esprime perplessità e contrarietà su alcuni aspetti del D.d.L., soprattutto quelli legati alle Clausole Sociali e Contrattuali dei lavoratori in caso di gare ad evidenza pubblica. 

Il Sindacato conferma che già nelle audizioni alla Commissione Trasporti della Camera aveva sollecitato Governo e Parlamento a mettere tra le  priorità la questione del trasporto pubblico locale, inserendolo tra i diritti fondamentali da garantire ai cittadini al pari di Sanità ed Istruzione: 

 “Purtroppo la proposta di Disegno di Legge firmata da 26 senatori –   dice l’OR.S.A. Trasporti  ‐   pur condivisibile sull’introduzione dei costi standard e sulle certezze di finanziamento da garantire al settore, è carente ed evasiva sulle iniziative per riorganizzare le oltre 1200 aziende operanti nel Paese (che significano 1200 Consigli di Amministrazione, 1200 A.D. , Presidenti e Direttori Generali). Soprattutto, e questo preoccupa, relega le clausole sociali e contrattuali alla sola applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.” 
dal comunicato della Segreteria Generale ORSA Trasporti 
24 giugno 2014

domenica 29 giugno 2014

Lavoratori della metropolitana : Continua la lotta per la riassunzione dei 42 licenziati di San Paolo del Brasile: l'Assemblea del 25 giugno ha approvato all'unanimità una serie di azioni per il loro sostegno economico e di mobilitazione

L'Assemblea tenutasi la sera del 25/6 (Mercoledì) ha approvato all'unanimità una serie di azioni per assistere finanziariamente i 42 licenziati della metropolitana e ottenere la riassunzione il più presto possibile. Essi sono:
• Aumentare la percentuale della quota sindacale mensile dal 1,3% al 1,9% dello stipendio. Questa misura sarà valida a partire da luglio e rimarrà per sei mesi. Dopo questo periodo, verrà ridiscussa.
• Utilizzare la campagna con l’adesivo per la riassunzione in tutti i settori
• Raccomandazione a sospendere gli straordinari, durante la campagna
• Una petizione sarà distribuita in tutti i settori
• Distribuzione venerdì (27/6) di una Lettera Aperta al Popolo. In questa lettera che indica il numero di un conto presso la Banca del Brasile, contribuendo  si desidera collaborare con la lotta per la riassunzione. L'agenzia è 6821-7 e il conto corrente è 373-5. Il conto è del sindacato
• Due eventi pubblici si terranno il 3/7 (Giovedi). il primo, alle ore 9, presso Largo da Batata, con la collaborazione dei compagni del MTST (Movimento dei Lavoratori senza tetto) e dei Sem-Terra (senza terra). L’altro, di notte (l’orario è ancora da definire e sarà comunicato alla categoria), in Largo São Francisco (Facoltà di Giurisprudenza, USP) si terrà in solidarietà con i 42 licenziati.
• Una Commissione sarà formata per organizzare uno spettacolo per la riassunzione. L'idea è di fare questo evento al chiuso, con 5-7.000 partecipanti.

GIOVEDI, 3 luglio  CI SARANNO DUE EVENTI PUBBLICI. 
Alle 9.00, presso  Largo da Batata (Pini), organizzato dal MTST (Movimento dei Lavoratori senza tetto) e dai compagni dei Sem-Terra, per i loro diritti ma che hanno inserito nella loro lotta anche quella per la riammissione al lavoro di 42 lavoratori della metropolitana.
Alle ore 18.00, presso Largo São Francisco (Facoltà di Giurisprudenza, USP), Sala degli Studenti, si terrà un'iniziativa di solidarietà con i 42 licenziati  su "La legge per il diritto di sciopero e la riassunzione dei lavoratori della Metropolitana, ora!" con la presenza di Jorge Luiz Souto Maior (Professore, Facoltà di Giurisprudenza, USP), Francisco Gerson Marques de Lima (Professore di Diritto presso l'Università Federale del Ceará e membro del MPT del Ceará ) e Cezar Britto (ex presidente del Consiglio Nazionale Forense e avvocato di organizzazioni sindacali).

NON CRIMINALIZZARE LA LOTTA: Riassunzione dei 42, ORA!
I 42 lavoratori licenziati della metropolitana di San Paolo hanno organizzato uno sciopero di cinque giorni, con l'obiettivo di lottare per migliori condizioni di trasporto pubblico e per coloro che lavorano quotidianamente per la mobilità di milioni di utenti.
Prima di arrivare  al blocco della metropolitana, la categoria ha cercato per più di due mesi di utilizzare forme alternative di mobilitazione, chiedendo il biglietto gratuito per tutti gli utenti lavorando in cambio un giorno gratuitamente, ma il governo statale ha negato qualsiasi tipo di negoziato e di dialogo.
L'articolo 9 della Costituzione Federale dice che è "garantito il diritto di sciopero, compete ai lavoratori di decidere se esercitarlo e sugli interessi da difendere in tal modo", ma il governo statale, guidato da Geraldo Alckmin, non ne ha tenuto conto e ha agito al contrario criminalizzando il movimento legittimo, impiegando truppe d'assalto della PM nei confronti dei lavoratori, ha licenziato 42 persone e bloccato i conti bancari del Sindacato.
A causa dell'attacco che ha subito la categoria, il Sindacato dei lavoratori della Metropolitana, insieme a diverse organizzazioni dei movimenti sociali stanno facendo una grande campagna per ripristinare i 42 compagni, parte di essa è costituita da donazioni finanziarie a un fondo di solidarietà. Accogliamo con favore il vostro contributo che si può depositare presso la Banca del Brasile, agenzia 6821-7, Current Account 373-5. Il conto è del Sindacato dei lavoratori della Metropolitana.

giovedì 26 giugno 2014

Anche Monza nell’agenzia unica per il trasporto pubblico insieme a Pavia, Lodi e Milano;inoltre il 17 aprile era stata approvata all'unanimità dal Consiglio regionale lombardo l'attuazione della legge di riforma regionale del TPL : che impatto avranno su cittadini e lavoratori ???

Anche Monza nell’agenzia unica per il trasporto pubblico insieme a Pavia, Lodi e Milano lo ha deciso il 19 giugno scorso il consiglio comunale.

Secondo “mbnews.it” << si tratta di un provvedimento che avrà delle ricadute sulla vita dei pendolari e che, per la prima volta, introduce elementi di cambiamento nel modello dei trasporti affermatosi in Lombardia, tutto incentrato sul trasporto privato e sulla gomma>>.

Il 17 aprile con DELIBERAZIONE N° X / 1713 era stata approvata all'unanimità dal Consiglio regionale lombardo l'attuazione della legge di riforma regionale del TPL  che istituiva 5 agenzie per i "5 bacini di trasporto ottimali e omogenei di adeguate dimensioni, per superare le attuali divisioni tra servizi urbani ed extraurbani, integrare e razionalizzare i servizi, ottimizzare reti e orari." I 5 Bacini corrispondono ai confini amministrativi delle province di: Bergamo, Brescia, Como - Lecco - Sondrio - Varese, Cremona - Mantova, Milano - Monza e Brianza - Lodi - Pavia. Con la legge regionale n. 6/2012 era stata disciplinata la riforma dei servizi di trasporto pubblico locale (TPL). Di recente il Ministro Lupi, a sua volta, con grande "batage" mediatico ha ulteriormente preannunciato l'avvio entro giugno della riforma nazionale delTPL. 

Già Regione Lombardia con la la legge regionale n. 6/2012 si prefiggeva la radicale riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico, intendendo aumentare la quota di mercato del TPL con l'obiettivo di raggiungere nel trasporto ferroviario, a partire da 430.000 passeggeri del 2004 all'avvio delle linee S, agli attuali 670.000 passeggeri/giorno, ad 1 milione di passeggeri entro il 2015. Entro il 2015 la realizzazione di questo obiettivo prevede di ridurre le code di auto di 13.000 km. La stima dei benefici economici derivanti dall'attuazione della riforma è di circa 145 milioni di euro e si riferiscono alla razionalizzazione della rete, all'efficientamento dei costi, grazie all'integrazione dei servizi e degli operatori, all'attuazione dell'integrazione tariffa. Benefici collaterali sarebbero l'ottimizzazione dei processi di governo, investimenti aggiuntivi e l'aumento della qualità del servizio. 
Un percorso avviato al termine del 2007 e che con il "Patto per il TPL lombardo" del 11 novembre 2008 ha definito, con vari attori interessati, le linee guida evolutive delle politiche del TPL lombardo, base di riferimento costante nella elaborazione della nuova legge.
Entro il 30 giugno dovrebbero essere portate a termine le conferenze dei servizi che avrebbero dovuto definire l’istituzione presso ciascun bacino di una Agenzia per il Trasporto Pubblico  Locale (TPL), quale strumento per l'esercizio associato delle funzioni degli enti locali in materia di programmazione, organizzazione, monitoraggio, controllo e promozione dei servizi di trasporto pubblico locale.
Il DPCM 11 marzo 2013, in attuazione dell’art. 1, c.301, legge 228/2012, prevede un taglio pari al 10% delle risorse del fondo nazionale trasporti (per Regione  Lombardia equivalenti a circa 85 Meuro) nel caso in cui la Regione non trasmetta all’Osservatorio per il trasporto pubblico locale i dati richiesti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi individuati dal medesimo provvedimento. La mancata costituzione delle Agenzie e quindi il mancato avvio del processo di razionalizzazione, efficientamento e miglioramento dei servizi potrebbe incidere negativamente sulla possibilità di conseguire l’assegnazione della totalità delle risorse del Fondo nazionale. 
Sulla riforma nazionale preannunciata da Lupi e sulle sue ricadute, in questi giorni, si è mosso a nome dell "ANCI" anche il presidente dell’ANCI, Piero Fassino,  che in una lettera inviata al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha chiesto‘’Un incontro politico urgente sullo schema di Disegno di legge sul processo di riforma del trasporto pubblico locale, onde trattarne i principali e rilevanti effetti per le amministrazioni’’. ricordando  al Ministro che ‘’il tavolo tecnico coordinato dal Suo ministero – al quale l’Associazione ha attivamente partecipato – ha portato alla definizione di una proposta tecnica normativa di base’’, proposta  che ‘’resta pero’ da approfondire dal punto di vista politico’’ ed in particolare ‘’ discuterne alcuni aspetti estremamente delicati ed essenziali per i Comuni, soprattutto in relazione alla declinazione delle funzioni fondamentali assegnate, di cui il Tpl è parte integrante’’.  
 

mercoledì 25 giugno 2014

Ferrovieri Francesi : La nostra lotta non è finita! Il 24 giugno, non farli decidere di nascosto!

Il 20 giugno dopo più di dieci giorni di sciopero, diverse Assemblee Generali dei ferrovieri francesi hanno deciso di interrompere lo sciopero; altri hanno prorogato fino a sabato scorso o all'inizio di questa settimana.
Sul n.11 de “La Grève.” notiziario degli scioperanti edito dalla Fédération des syndicats SUD-Rail si legge
“La nostra lotta non è finita!...Siamo consapevoli che il movimento degli scioperi rinnovabili guidato dalle federazioni CGT e SUD-Rail viene indebolito in modo significativo, ma la nostra determinazione e le nostre richieste sono ancora attuali!
Il 24 giugno, quando i "famosi rappresentanti della Nazione" voteranno e decideranno il nostro futuro, saremo ancora in mobilitazione e faremo sentire la nostra voce!
Rafforziamo l'unità d’azione sindacale CGT/ SUD-Rail !
In alcune località, ci sono state,  in questi ultimi giorni, differenze tra i due sindacati. Per SUD-Rail, non si trattava di scambiare la fine dello sciopero contro la valutazione di emendamenti che non rispondono affatto alle richieste degli scioperanti; il sindacato non è lì per servire un partito politico di sorta.
Federazioni CGT e SUD-rotaia si incontreranno Martedì. Si prevede la presentazione di una nuova unità DCI.
Per SUD-Rail, sarà anche discutere la strategia unitaria per l'equilibrio di potere creato dalla sciopero pesa più efficacemente in futuri incontri con il management e con il reparto.
In generale, le nostre due organizzazioni hanno mantenuto l'unità di contrattazione: democrazia diretta esercitata attraverso le assemblee generali è per molti.
L'unità sindacale tra le federazioni CGT e SUD-Rail è anche molto importante. Revived dalla piattaforma unitaria che abbiamo proposto lo scorso gennaio, è stata mantenuta durante lo sciopero. L'azione sindacale CGT / unità SUD-Rail deve mantenere e rafforzare!
Di fronte al governo e Direzione SNCF, dobbiamo organizzare la lotta nel corso del tempo. Le nostre richieste restano:
  riunificazione di tutto  il sistema ferroviario in un’unica società pubblica,
  Fermare lo spezzettamento della società SNCF , la distruzione di servizi pubblici e linee,
  Cancellazione dei debito imposto per anni per addestrare le imprese pubbliche,

  Mantenimento di HR 0077 e lo Statuto, la necessità di migliorarlo ed estenderlo a tutti i dipendenti del settore ferroviario...Il 24 giugno, non farli decidere di nascosto”.


martedì 24 giugno 2014

Venerdì 27 giugno 2014 a Milano Proiezione del documentario : I RESISTENTI , fatto dagli studenti della classe II B del corso 2014 Comunicazione Multimediale Scuola Civica Arte&Messaggio

Quest'anno, con la classe 2^B, abbiamo lavorato alla realizzazione di un documentario raccogliendo le testimonianze su alcuni artigiani "sopravvissuto! all'era della globalizzazione e che resistono con il loro lavoro nel quartiere Sarpi e dintorni.
Sarà possibile assistere alla prima milanese del  documentario con gli studenti che lo hanno realizzato nel mio corso.
Vi aspettiamo!
a cura Giovanna Frisoli

Venerdì 27 giugno 2014 ore 19.00 
presso la Parrocchia SS. Trinità Via G. Giusti, 25, Milano 
Proiezione del documentario :  
I RESISTENTI , 
fatto dagli studenti della classe II B del Corso 2014 Comunicazione Multimediale Scuola Civica Arte&Messaggio, 
prof.ssa Giovanna Frisoli 
Tre storie raccontate in forma di testimonianze 
da alcuni artigiani "sopravvissuti! all'era della globalizzazione” e 
che resistono con il loro lavoro nel quartiere Sarpi e dintorni. 

venerdì 20 giugno 2014

Nous ne lâcherons pas ! / Noi non ci arrendiamo ! 10 jours de grève des cheminots en France , 10 GIORNI DI SCIOPERO DEI FERROVIERI IN FRANCIA : la piena solidarietà e sostegno del nostro Coordinamento














Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”
Cari Compagni,
il nostro pieno sostegno e la nostra solidarietà a tutti i ferrovieri francesi in lotta.
Anche se il nostro messaggio vi giunge solo oggi, fin dall'inizio attraverso le pagine del nostro blog "dalla partedeilavoratori.it" ne stiamo dando notizia e sostegno.
Forza Compagni avanti ! buona lotta !!
con amicizia e solidarietà
Carlo Parascandolo
p. il Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”
Milano, 20 giugno 2014

Chers camarades,
notre soutien et notre solidarité à tous les cheminots-es français en lutte.
Bien que notre message atteint seulement aujourd'hui, depuis le début à travers les pages de notre blog "de partedeilavoratori.it" nous donner des nouvelles et de soutien.
Force, Camarades. En avant! bon combat!  
de l'amitié et de la solidarité
Carlo Parascandolo
p. il Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”

Milano, 20 giugno 2014
***


10 giorni di sciopero, non è niente. E non sarà per niente!

Quelle e quelli che resistono, lottano, sono in sciopero, sono nel giusto!
Uno sciopero ad oltranza non è mai semplice. Dieci giorni di sciopero, pesano pesantemente sul bilancio e sappiamo quanto sia già difficile far quadrare i conti a fine mese per molti di noi. Nonostante questo Giovedi, la stragrande maggioranza delle assemblee generali hanno prolungato lo sciopero. La nostra lotta è importante: la determinazione degli scioperanti, la forza dell'unità di contrattazione sul terreno, le assemblee generali, la democrazia, il coordinamento dello sciopero da parte delle federazioni CGT e SUD-Rail, sono attività importanti che si devono mantenere.
I patteggiamenti Ministero / UNSA / CFDT / Padronato della scorsa settimana non hanno
ancora niente a che fare con le richieste degli scioperanti
E' una settimana che le federazioni CGT e SUD-Rail hanno denunciato le pseudo-avances che il Ministro, UNSA e CFDT mettendole in campo presentandole  attraverso alcuni emendamenti. Esse non corrispondono alle richieste degli scioperanti. La federazione SUD-Rail non ha cambiato idea in base al nome dei partiti politici che li hanno presentati.
Ieri pomeriggio per discutere del nostro futuro e quello del servizio ferroviario pubblico, vi erano 8 deputati in Aula, in seduta plenaria!
La portata del miracoloso emendamento, a chi è rivolto?
I media, il governo, la Sinistra,la Destra, la Direzione aziendale  e anche un funzionario nazionale del sindacato hanno messo in campo da ieri mattina un emendamento votato ieri in Assemblea nazionale per giustificare una possibile fine dello sciopero da parte dei ferrovieri .
La federazione SUD-Rail ha subito ribadito che sono solo gli scioperanti che devono decidere la fine dello sciopero,  ! le Assemblee Generali rappresentative degli scioperanti hanno dato legittimità. Non è sui banchi quasi deserti dell'Assemblea (Parlamento) che il conflitto sociale deve essere regolato. Abbiamo bisogno che il governo e la Direzione, negozino con le federazioni sindacali CGT e SUD-Rail, le richieste degli scioperanti.
Gli scioperanti non hanno mai chiesto un emendamento di conferma della divisione  focolaio in 3 EPIC! Non mentono!
Per quanto riguarda l'emendamento in questione, la federazione SUD-Rail constata che conferma l'esistenza di tre EPIC dove gli scioperanti dicono con la ragione che ci vuole! L'emendamento è senza dubbio fondamentalmente coerente con la logica del disegno di legge : ciò significa che il 90% dei 150.000 ferrovieri essere "messo a disposizione" di una società (SNCF Rete o SNCF Mobilità) che non sarà il loro datore di lavoro.
Siamo lontani dalle richieste degli scioperanti:
 reintegro di tutto il sistema ferroviario in una sola società pubblica.
La federazione SUD-Rail rileva che, ovviamente, alcuna modifica al testo soddisfa le tre rimanenti richieste avanzate dalle federazioni CGT e SUD-Rail e le migliaia di lavoratori delle ferrovie e dei treni in sciopero
  Fermare lo spezzettamento della società SNCF, che ha distrutto i servizi pubblici e diviso le linee.
  Cancellazione del debito imposto per anni per addestrare le imprese pubbliche.
  Mantenimento di HR 0077 e del contratto, che va migliorato ed estenso a tutti i dipendenti del
settore ferroviario.
La federazione SUD-Rail si appella a mantenere l'unità sindacale e ribadisce il suo pieno sostegno ai ferrovieri sciopero. No a strumentalizzazioni degli scioperanti per accordi politici!
Il sindacato è uno strumento per le nostre lotte. Che nessuno decida al nostro posto!
Le strutture internazionali devono sostenere le lotte dei dipendenti, non invitare alla ripresa del lavoro . Il sindacato Solidaires (di cui SUD-Rail è membro) sostiene pienamente il nostro sciopero.

giovedì 19 giugno 2014

Negli aeroporti milanesi i lavoratori hanno vinto! un commento sulla vicenda SEA HANDLING tratto da http://www.precaria.org/

Negli aeroporti milanesi i lavoratori hanno vinto!

da http://www.precaria.org/
logoseaE’ un caso emblematico quello di Sea Handling, che in un colpo solo accorpa tutte le magagne e le nefandezze della gestione imprenditoriale di aziende di pubblica utilità, della collusione stato-imprese e delle politiche concertative sindacali. Sea è la società che gestisce i due scali milanesi, Malpensa e Linate. Malpensa (con il piano Malpensa2000, ve lo ricordate?) doveva essere il volano dell’economia lombarda così come si dice – 15 anni dopo – che dovrebbe essere Expo. Sappiamo tutti come è andata.
I faraonici numeri di passeggeri attesi e di merci – che dovevano far diventare Malpensa il principale hub italiano – vengono del tutto disattesi. Malpensa inizia un declino, favorito anche dalla crisi di Alitalia che non mantiene fede alla promessa di far diventare Malpensa il proprio hub e sposta il centro dei suoi traffici a Fiumicino. Anche un totale inesperto di aeroporti sapeva che nessuna compagnia di bandiera, nell’epoca dello sviluppo low cost, avrebbe potuto permettersi il lusso di tenere aperti due hub nello stesso paese, tranne i dirigenti di Sea, ovviamente.
Il “tradimento” di Alitalia nei confronti di Sea (che porta al dimezzamento del traffico aereo di Malpensa a metà anni 2000) viene in parte compensato con un intervento statale che consente un aumento di capitale soprattutto di Sea Handling (la società adibita al trasporto merci), partecipata al 100% da Sea, con soldi pubblici (quindi con i soldi dei cittadini) per compensare le perdite dovute ai mancati e promessi introiti.
Peccato che tale iniziativa incorra subito nelle ira della Autority Europea Garante della Concorrenza, che dopo un’accurata inchiesta, definisce tali interventi “aiuti di Stato ad un impresa, con effetti di lesione della competizione nel settore”. Infatti, per la Commissione europea, i 360 milioni di euro ricevuti da Sea Handling, una società del gruppo, sotto forma di aumenti di capitale tra il 2002 e il 2010 sono “incompatibili” con le norme della unione europea sugli aiuti di Stato e devono quindi essere restituiti “con gli interessi”.
E qui siamo ai nostri giorni. Sea non ha i 360 milioni da restituire (ora saliti a 452 con gli interessi) e pensa quindi di dichiarare fallimento, essere messa in liquidazione (così da non pagare la multa) e rifondarsi sotto nuovo nome. Operazione che pare, nonostante molti dubbi, possibile, perché per il nostro diritto fallimentare solo le imprese (e non i cittadini) possono dichiarare fallimento e quindi vedersi annullare con un colpo di bacchetta magica tutti i debiti pregressi. Si dovrebbe quindi cambiare forma ma non sostanza.
E invece, i dirigenti SEA con in testa l’Ad Pietro Modiano e con la collusione dei sindacati confederali, approfittano di questa situazione per avviare un processo di ristrutturazione dell’azienda. Nella passaggio dalla vecchia Sea Handling alla nuova Airport Handling si “perdono” circa 550 lavoratori su 2300 (300 messi in stand by in attesa di una futura ma incerta ricollocazione e 230 dismessi in seguito a incentivi e buone uscite), le buste paga di tutte/i si alleggeriscono di circa 1700 euro all’anno (-9% di uno stipendio già misero), i giorni di ferie diminuiscono (da 22 a 20) e i giorni di riposo si dimezzano (-6).
Questo è infatti il contenuto dell’accordo che è stato siglato tra azienda e Cgil, Cisl, Uil, Ugl nel mese scorso al momento della costituzione della nuova società. I sindacati lo hanno giustificato con la necessità di mantenere l’occupazione (!) in un momento di crisi e in cui l’ex Sea Handling aveva perdite di circa 11,5 milioni di euro, pur avendo il monopolio del comparto cargo a Malpensa come a Linate. Si tratta di perdite dovute proprio al mancato decollo di Malpensa, alla dipartita di Alitalia Cargo e alla gestione della direzione Sea, da cui molti sindacalisti hanno tratto beneficio.
L’accordo, dopo non poche fatiche, grazie all’opposizione di Adl, Cub e San Precario, viene posto ai voti e, contro ogni previsione (confederale) , i «no» sono stati 944 (58%) contro 686 «sì» (42%). Soprattutto a Malpensa, lo scalo più colpito dall’intesa, il rifiuto dell’accordo va oltre il 62%.
Non paghi di questo circa 300 lavoratori avevano comunque impugnato l’accordo aprendo una vertenza legale con il Punto San Precario di Milano.
In questa vicenda, dove la collusione dei “furbetti del quartierino” produce danni, viene sanzionata a livello europeo e i sindacati tradizionali sono cinghia di trasmissione di una gestione clientelare e poco trasparente, i lavoratori hanno voluto dare un segnale chiaro e forte: non ci facciamo prendere più per i fondelli, non siamo più disponibili a essere gli unici soggetti su cui si scaricano colpe altrui e soprattutto vogliamo essere noi i protagonisti della trattativa e del passaggio di società senza delegare nulla a esponenti sindacali incompetenti e arrendevoli. Un segnale di speranza per questo paese.

mercoledì 18 giugno 2014

E fanno 3... scioperi nazionali; sindacalismo di base avanti sempre più in ordine sparso e i lavoratori???

...sindacalismo di base avanti sempre più in ordine sparso e i lavoratori??? 
 

E fanno 3...,
dopo lo sciopero nazionale USB del 19 giugno contro il job acts
e lo sciopero nazionale della CUB del 26 giugno contro l’accordo sulle RSU del gennaio 2014
ci mancava lo sciopero nazionale dell’11 luglio dei COBAS contro il governo Renzi,

almeno abbiamo l’opportunità di farli tutti e tre…


lunedì 16 giugno 2014

il governo cede quote di aziende pubbliche per fare cassa,…: ENI, STMicroelectonics, ENAV, SACE, FINCANTIERI, CDP Reti, TAG (Trans Austria Gastleitung GmbH) e Grandi Stazioni – Cento Stazioni FS...


Dal Documento di Economia e Finanza (sez. III ) 2014  del Governo si legge :
<Il Governo ha pianificato la cessione di quote di aziende pubbliche. Le società coinvolte nell’operazione di valorizzazione degli asset includono società a partecipazione diretta quali ENI, STMicroelectonics, ENAV, nonché società in cui lo Stato detiene partecipazioni indirettamente tramite Cassa Depositi e Prestiti, quali SACE, FINCANTIERI, CDP Reti, TAG (Trans Austria Gastleitung GmbH) e, tramite Ferrovie dello Stato, in Grandi Stazioni – Cento Stazioni. Gli introiti, a norma di legge, saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico. I proventi derivanti da tali privatizzazioni sono previsti ammontare a circa 0,7 punti percentuali di PIL all’anno nel periodo 2014-2017.>
Ecco  anche una parte del Gruppo FSI viene ceduto per fare cassa,…
                                                                                                             a cura di Carmine Curcio