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mercoledì 28 gennaio 2015

In India, mezzo milione di minatori sono scesi in sciopero contro la privatizzazione del carbone (da Resistenze.org )

In India, mezzo milione di minatori sono scesi in sciopero contro la privatizzazione del carbone
(10/01/2015)

L'India ha appena conosciuto forse il suo più grande sciopero del settore industriale da 40 anni, solo un po' più corto. I minatori del carbone uniti contro la privatizzazione del settore, un paese sull'orlo della penuria energetica. Il governo sta giocando col tempo, ma la tensione resta alta.
L'India ha (e ha avuto) paura, almeno il suo governo neo-liberale e nazionalista. I principali sindacati del paese hanno proclamato uno sciopero di cinque giorni martedì scorso, per protestare contro il progetto di legge di privatizzazione delle miniere di carbone.
Il più grande sciopero nell'industria dal 1974
Quello del 1974, è stato il più grande sciopero dell'industria che ha conosciuto il paese: 1,4 milioni di ferrovieri paralizzarono il paese per 20 giorni e andarono distrutte in questo modo le scorte di grano, di cemento e di petrolio del paese, costringendo il governo a fare marcia indietro.
Questo era lo spettro che aleggiava sul progetto che prevede la messa all'asta delle miniere indiane, finora controllate da imprese pubbliche: il prezzo-massimo sarebbe fissato dallo Stato, mentre l'investitore che propone il prezzo più basso si aggiudicherebbe il mercato.
Sono 101 le miniere indiane soggette a questo progetto di legge: 65 sarebbero messe all'asta, dunque aperte agli investitori privati, stranieri o locali, 36 sarebbero riservate agli enti statali. D'altra parte, il 10% delle azioni della società pubblica Coal India Limited (CIL) sarà trasferito a privati.
Rottura del monopolio pubblico, smantellamento dei diritti sociali dei minatori
Per i sindacati, si tratta di una privatizzazione del settore mediante la rimessa in discussione del monopolio pubblico. Ciò comporterebbe una concorrenza sleale, sostenuta dallo Stato, in cui i lavoratori pagherebbero il prezzo in termini di condizioni di sicurezza, di orario di lavoro e di retribuzione salariale.
Il Partito del Congresso aveva già avviato un progetto di privatizzazione parziale nel 2010, tradendo lo spirito della nazionalizzazione delle miniere di carbone attuato tra il 1971 ed il 1974 dal Primo ministro del Congresso, Indira Gandhi.
Un minatore del settore pubblico guadagna in media 500 € al mese (40.000 rupie), contro i 100 € del settore privato (7.000 rupie). Mentre la sicurezza sociale è garantita ai dipendenti a tempo indeterminato del pubblico, è ancora una lotta per quelli a tempo determinato.
Ora, l'azienda pubblica Coal India Limited è la più importante del mondo nel settore del carbone. Produce l'80% del carbone del paese, raccoglie 350.000 dipendenti a tempo indeterminato, 50.000 a tempo determinato.
La sua partner, Singareni Collieries Company, è un'altra azienda pubblica, con 150.000 dipendenti a tempo indeterminato e 15.000 a tempo determinato. In tutto, il settore delle miniere di carbone conta 500.000 dipendenti a tempo indeterminato e 65.000 a tempo determinato.
L'India, un gigante mondiale del carbone alla mercé di uno sciopero generale
L'India è attualmente il 3° produttore mondiale di carbone, dietro Cina e Usa, il 60% della sua produzione elettrica dipende dal carbone, l'80% della sua produzione di carbone è destinata alla generazione di elettricità.
Il consumo elettrico, a fini domestici ed industriali, è in pieno boom. L'India diventerà nel 2016 il secondo consumatore al mondo.
Lo sciopero dei minatori di carbone ha messo in pericolo il livello della produzione industriale, come pure il consumo della maggioranza degli indiani, che subiscono – per quelli che beneficiano di un accesso all'elettricità – già di tagli regolari, fino a 10 ore al giorno in estate.
Secondo l'organo governativo dell'autorità centrale per l'energia elettrica, su 100 unità di produzione elettrica, 42 hanno scorte energetiche per meno di 7 giorni, di cui 20 per meno di 4 giorni. Secondo gli esperti, l'impatto dello sciopero doveva essere considerato serio precisamente a partire dal quarto giorno.
In altre parole, uno sciopero di cinque giorni può avere conseguenze critiche per il paese. Ogni giorno di sciopero ha rappresentato una perdita di produzione di carbone tra 1 e 1,5 milioni di tonnellate, cioè 30 milioni di euro in perdite finanziarie.
95% di scioperanti, il massiccio successo della mobilitazione
Lo sciopero è stato uno chiaro successo. Secondo il Centre of Indian Trade Unions (CITU), sindacato vicino al Partito Comunista dell'India (marxista), il 95% dei lavoratori del settore si sono uniti all'agitazione. Per l'Indian National Trade Union Congress (INTUC), legato al Partito del Congresso, parla di un'adesione totale del 100% alla Coal India e del 80% alla Singareni Collieries.
Alla fine del secondo giorno, nonostante le smentite ufficiali, il governo guidato dal BJP [Bharatiya Janata, Partito Popolare Indiano] (partito di destra, allo stesso tempo neo-liberale e nazionalista indù) ha convocato i sindacati per strappare una sospensione dello sciopero ed una ripresa dei negoziati.
Dopo avere rifiutato qualsiasi concessione per mesi, il governo continua a giocare sul tempo.
Difficile sapere il contenuto delle promesse, ma si sarebbe impegnato a non privatizzare il gigante Coal India e ad offrire garanzie sulle condizioni di lavoro dell'insieme degli occupati.
La piattaforma rivendicativa sindacale si articola su diversi punti: 1) il rifiuto della privatizzazione delle miniere indiane, come pure delle imprese pubbliche interessate; 2) il passaggio dalla settimana lavorativa da 42 a 35 ore; 3) sicurezza sociale per tutti, contratti a termine compresi; 4) compensazione per i residenti che perdono le loro terre, aiuto allo sviluppo locale.
Il progetto di legge è stato approvato alla Camera bassa del Parlamento, mentre deve ancora passare al vaglio della Camera alta. Era stato inizialmente respinto dalla Corte suprema, che aveva denunciato la collusione tra governo e imprese, indicando sospetti di corruzione.
Il governo è pronto a fare concessioni per ottenere l'essenziale: la fine del monopolio pubblico su questo settore strategico.
Un fronte unito sindacale minato dai calcoli politici
Va detto che il fronte unito sindacale non condivide gli stessi interessi.
Fra i 5 sindacati, i due legati ai Partiti comunisti, CITU e AITUC, rappresentano 6 milioni di lavoratori e sono fermamente contrari alla privatizzazione. Il sindacato minore Hind Mazdoor Sabha (HMS) condivide questo orientamento.
Ma il Bharatiya Mazdoor Sangh (BMS), legato al partito di destra BJP, ha fatto di tutto per fare affondare lo sciopero che nuoce al nuovo governo BJP formato nel maggio 2014.
Il sindacato INTUC, affiliato al Partito del Congresso, occupa il centro della scena mediatica ed è stato presentato come leader del movimento.
Accanto alle sue posizioni sulla possibilità di ampliare a 10 giorni lo sciopero, fin dall'inizio ha annunciato di non essere fossilizzato "su posizioni ideologiche" dicendosi pronto a cedere in cambio di una contropartita.
Lo sciopero è stato dunque fermato mercoledì sera, senza che fosse conosciuto il contenuto dell'accordo, né se potesse essere ulteriormente modificato. La direzione del CITU ha espresso il suo disaccordo per la decisione degli altri sindacati di porre fine allo sciopero prima di avere ottenuto soddisfazione.
Tuttavia esso ha mostrato il potenziale di mobilitazione della classe operaia indiana. E non è certo finita la lotta contro i progetti di svendita dei gioielli del patrimonio collettivo indiano, ereditato dalla lotta contro il colonialismo, dal contraddittorio tentativo di "socialismo indiano".
AC | solidarite-internationale-pcf.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
www.resistenze.org - popoli resistenti - india - 18-01-15 - n. 527

MACCHINISTA SOLO: TRENITALIA, AD SOPRANO E UN ALTRO DIRIGENTE RISCHIANO ORA IL PROCESSO ACCUSATI DI AVER AMPLIATO I RISCHI FERROVIARI A SEGUITO DELLA RIDUZIONE EQUIPAGGI (da Ancora in Marcia!)

ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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MACCHINISTA SOLO: TRENITALIA, AD SOPRANO E UN ALTRO DIRIGENTE RISCHIANO ORA IL PROCESSOACCUSATI DI AVER AMPLIATO I RISCHI FERROVIARI A SEGUITO DELLA RIDUZIONE EQUIPAGGI

ROMA, 26 GENNAIO 2015 - PROSEGUE L'INCHIESTA NEI CONFRONTI DELL'AD DI TRENITALIA, VINCENZO SOPRANO  E DI UN SECONDO DIRIGENTE, I QUALI RISCHIANO ORA UN PROCESSO PENALE PER LA DECISIONE DI RIDURRE GLI EQUIPAGGI DA DUE A UN SOLO MACCHINISTA E L'ACCUSA DI NON AVER

OTTEMPERATO ALLE PRESCRIZIONI IMPARTITE DAGLI ORGANI DI POLIZIA GIUDIZIARIA LO SCORSO ANNO 
NEI GIORNI SCORSI IL GIP DI ROMA, VALERIO SAVIO, AVREBBE, INFATTI, RIFIUTATO DI 'CONCEDERE'  AI DUE INDAGATI L'OBLAZIONE (OVVERO UNA FORTE MULTA AL POSTO DELLA  PENA DETENTIVA), PROPOSTA DAL PM, PIETRO POLLODORI, PREVISTA DAL DECRETO LEGISLATIVO 81-2008 PER LA VIOLAZIONE DI ALCUNE IMPORTANTI NORME SULLA SICUREZZA DEL LAVORO GIA' ACCERTATA DALL'ISPETTORATO DEL LAVORO DI ROMA
L'INCHIESTA, PARTITA DALLA DENUNCIA DI ALCUNI LAVORATORI E DELEGATI RSU - RLS DI GENOVA, E' APPRODATA A ROMA, LUOGO NEL  QUALE, SECONDO LE ACCUSE, SAREBBERO STATI COMMESSI I REATI CONTESTATI 
ANALOGHE INCHIESTE SONO IN CORSO IN PIEMONTE, NELLE MARCHE ED
ANCHE PER ALTRE IMPRESE FERROVIARIE CHE UTILIZZANO TRENI CON UN
SOLO MACCHINISTA ALLA GUIDA 
DOPO SEI ANNI DALL'ACCORDO CAPESTRO SUL 'MACCHINSITA SOLO', ANCHE  A ROMA LA MAGISTRATURA STA FINALMENTE  VERIFICANDO LE RICADUTE IN TERMINI DI RIDUZIONE DI SICUREZZA RISPETTO AI DUE MACCHINISTI ALLA GUIDA, SIA PER I VIAGGIATORI CHE PER GLI STESSI LAVORATORI IMPIEGATI A BORDO DEL TRENO 
E' EVIDENTE INFATTI, CHE OLTRE AI DISSERVIZI E RITARDI LEGATI ALLA GESTIONE DEL CONVOGLIO  CON UN SOLO MACCHINISTA, SI APRONO NUMEROSE INCOGNITE SULLA SICUREZZA IN CASO DI  EMERGENZA FERROVIARIA O ANCHE PER MALORE DELL'UNICO MACCHINISTA PRESENTE
CI AUGURIAMO CHE LA MAGISTRATURA ESERCITI AL MEGLIO LA PROPRIA INDIPENDENZA ISTITUZIONALE DAI GRANDI GRUPPI INDUSTRIALI - PUBBLICI E PRIVATI - COINVOLTI IN QUESTO PROCEDIMENTO I QUALI TENTANO DI AFFERMARE  COME PRIORITARIE E INSIDACABILI LE PROPRIE SCELTE ECONOMICHE ED ORGANIZZATIVE, ANCHE RISPETTO AI PRINCIPI DI COSTITUZIONALI DI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA

lunedì 26 gennaio 2015

Stop TTIP Italia: verso il 18 aprile. Le nuove iniziative GEN 25

Stop TTIP Italia: verso il 18 aprile. Le nuove iniziative

Con il 2015 e la fine del semestre italiano, scatta la fase due della Campagna Stop TTIP Italia. Dopo il primo lavoro di consolidamento (che continua), con decine di comitati e contatti locali creati nei vari territori e centinaia di iniziative, l’obiettivo è il prossimo 18 aprile 2015, giornata di azione globale contro #TTIP e #CETA.
In vista di quell’appuntamento, e a meno di due settimane dal prossimo Round negoziale TTIP a Bruxelles, la campagna italiana ridefinisce le proprie priorità per aumentare le pressioni su Governi e negoziatori:
viene lanciata anche in Italia, in collaborazione con le reti internazionali, la raccolta di firme contro il TTIP e il CETA, un link permanente sul sito Stop TTIP permetterà a tutti di aderire e di diffonderla;
contemporanemente si aumenta la pressione su parlamentari nazionali ed europei perchè prendano posizione sul TTIP a cominciare dalle ragioni della Campagna.
Il 2015 può essere l’anno cruciale per affossare definitivamente il #TTIP. E per farlo c’è bisogno della collaborazioni di tutti.
ttip

sabato 17 gennaio 2015

SABATO 17 GENNAIO ORE 10.00 MILANO CENTRALE SECONDA RIUNIONE - per tutte le organizzazioni sindacali e i comitati organizzati di lavoratori o di cittadini


SABATO 17 GENNAIO ORE 10.00 MILANO CENTRALE SECONDA RIUNIONE - per tutte le organizzazioni sindacali e i comitati organizzati di lavoratori o di cittadini

Il 40 % dei giovani è senza lavoro e il 50% dell’impiego è precario, le cooperative schiavizzano i lavoratori tradendo lo scopo sociale per il quale sono nate, molti lavoratori non riusciranno ad arrivare alla pensione e chi ci arriverà farà fatica a sopravvivere, la sanità sta diventando un privilegio per i ricchi, i sindacati confederali hanno sempre maggiori interessi nella pensione e nella sanità integrativa, la casa è solo un miraggio non solo per i disoccupati ma anche per molti lavoratori, l’immigrazione è fonte di ricchezza per gli sfruttatori,
il problema degli esodati fatica a trovare soluzione, i trasporti pubblici puntano sulla popolazione benestante e lasciano a piedi i pendolari, gli sprechi e le ruberie nel pubblico impiego si trasformano in licenziamenti collettivi, le guerre sono  inventate ad hoc  per fare cassa,  gli infortuni sul lavoro non vengono più denunciati mentre i morti sul lavoro sono all’ordine del giorno….
Nonostante 20 anni di lotte dei sindacati di Base e alternativi, e nonostante piccole e grandi vittorie, la situazione non migliora, lavoro, casa, sanità, pensione, trasporti, stanno diventando una pia illusione per i più deboli.


SABATO 17 GENNAIO ORE 10.00 MILANO STAZIONE CENTRALE
SCALA E (BIN. 21) 4 PIANO SECONDA RIUNIONE 

sono invitati :
Le Lotte dei Pensionati, Ancora in Marcia, Il sindacato è un'altra cosa, CUB, COBAS e COBAS PRIVATO, SLAI COBAS, USB, ADL, SI COBAS, AL COBAS, SIAL COBAS, CAT, USI, ORSA, Rete 28 Aprile, Medicina Democratica, Coordinamento Milanese di Solidarietà, Comitato Lombardo per la Sanità, ORMA Brescia, SDB Pavia, Comitato Esodati, Comitati per la PACE, NO F35/ NO M346 a Israele, tutti i sindacati di Base e alternativi, i coordinamenti e comitati di lotta, tutti i delegati e gli attivisti ecc

venerdì 16 gennaio 2015

A MILANO IL 20 e IL 27 GENNAIO DUE INIZIATIVE DELLA RETE PER LA SALUTE di MILANO e LOMBARDIA


DUE INIZIATIVE DELLA RETE PER LA SALUTE DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE

  1. IL GIORNO 20 ALLE ORE 17 PRESSO LA RETE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE CON SEDE PROVVISORIA PRESSO LA SEDE SINDACALE DELLA STAZIONE CENTRALE DI MILANO – BINARIO 21 SCALA E QUARTO PIANO- SI FARA’ UN INCONTRO PER ORGANIZZARE UN NUOVO CORSO SULLA SALUTE PER IL 2015.
DAL CORSO PRECEDENTE E’ USCITO UN NUMERO DELLA RIVISTA MEDICINA DEMOCRATICA MOLTO RICCO E IMPORTANTE PER SPIEGARE I NODI FONDAMENTALI DELLA ORGANIZZAZIONE SANITARIA DI OGGI, CRITICARE LA SUA DERIVA VERSO IL PRIVATO E PROPORRE ADEGUATE DIFESE E  E UN’ALTERNATIVA POSSIBILE.
L’IDEA DEL CORSO PER I PROSSIMI MESI – DA DISCUTERE ALL’INCONTRO DEL 20 – E’ QUELLA DI APPROFONDIRE IL SENSO DELLE MISURE “NUOVE” (MA SONO PROPRIO COSì?) CHE STA PRENDENDO LA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA. CERCARE DI CAPIRNE I CONTENUTI, VERIFICARE SE NON SIANO NECESSARIE INIZIATIVE DI CONTESTAZIONE, COMUNQUE DI MODIFICA DELLE SITUAZIONI PRATICHE CHE I CITTADINI SI TROVANO OGNI GIORNO DAVANTI. SI TRATTERANNO QUINDI ALCUNI PROBLEMI CERCANDO DI SPIEGARE CHE COSA FARE PER DIFENDERSI.

  1. IL GIORNO 27 ALLE ORE 17 PRESSO L’ISTITUTO DI BIOMETRIA E STATISTICA MEDICA DELL’UNIVERSITA’ DI MILANO CON SEDE IN VIA VANZATI 5,    VERRA’ PRESENTATO IL LIBRO:
“ FALSI DI STAMPA” DI ALBERTO GAINO (EDIZIONI GRUPPO ABELE) CHE TRATTA 3 TEMI: L’ ETERNIT,
TELECOM SERBIA, LA STAMINA. Alberto Gaino è un giornalista giudiziario già de la Stampa che spiega come si può ingannare tramite la Stampa e come in questo modo si cambiano le carte in tavola.
SI PARLERA’ SOPRATTUTTO DEL PRIMO E DEL TERZO TEMA. VI E’ STATO RECENTEMENTE IL GIUDIZIO DELLA CORTE DI CASSAZIONE: ”ANNULLATO SENZA RINVIO PER PRESCRIZIONE”. 
ORA, AL TRIBUNALE DI TORINO E’ IN CORSO IL PROCESSO CONTRO VANNONI E ALTRI PER TRUFFA E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE.
IL LIBRO VERRA’ PRESENTATO DALL’AUTORE, DAL PRESIDENTE DI MEDICINA DEMOCRATICA PIERGIORGIO DUCA, DALL’AVVOCATO SERGIO BONETTO DEL FORO DI TORINO, DA UN MEDICO DEGLI SPEDALI CIVILI DI BRESCIA E DA QUANTI ALTRI VORRANNO INTERVENIRE
(Via Vanzetti si raggiunge dalla stazione centrale con la linea MM 2 scendendo alla fermata di Lambrate e da li (Piazza Bottini) immettendosi sulla via Valvassori Peroni fino alla fine della via (400
m.) girando a destra ed entrando nel primo portone a destra, quindi nel cortile si intravede di fronte  l’aula didattica dove si svolgerà la presentazione).

Per ulteriori informazioni: Fulvio Aurora (3392516050)
Milano, 15 gennaio 2015

"URGENTE PER LA SICUREZZA FERROVIARIA !", dichiarazione internazionale adottata nell'incontro della Rete Ferroviaria Senza Frontiere (Réseau Rail Sans Frontière), che si è tenuto a Marsiglia dal 13 al 15 gennaio



Syndicats SUTRAIL/CNTS-FC et 
SYNATPTB/CNTS (Sénégal), SYTRAIL/UNTM (Mali), SLCB (Burkina), SYNCOBENI (Bénin), ODR/ODT (Maroc), SFF/CGT (Espagne), SF/Intersindical (Espagne), OR.S.A. Ferrovie (Italie), CUB-Rail (Italie), SUD-Rail/Solidaires (France)...
et Associations COCIDIRAIL (Mali), TIE (Allemagne)…
Réseau Rail Sans Frontière
17, bd de la Libération – 93200 St Denis
E-mail : reseaurailsansfrontiere@gmail.com

Urgente per la sicurezza ferroviaria!
 Considerata l’importanza della ferrovia per le esigenze della collettività e del pianeta,
 Considerato il peggioramento della sicurezza ferroviaria, come testimoniato dall’aumento degli incidenti,
 Considerata la drammatica situazione delle ferrovie, a causa delle politiche dei nostri Stati,
 Considerata l’importanza della sicurezza del sistema ferroviario,
Le nostre organizzazioni riunitesi in Marsiglia dal 13 al 15 Gennaio 2015 nel ambito del progetto internazionale di Reti Ferroviarie Senza Frontiere affermano che :
 Le politiche nazionali ed internazionali che privatizzano le infrastrutture ferroviarie nazionali, pregiudicano in maniera radicale il diritto alla mobilità e alla sicurezza.
 Bisogna dare priorità alle reti, passeggeri e merci, le più utili al pubblico, e non ad interessi finanziari estranei al bene comune.
 Investire nelle reti locali offrendo quotidiani servizi di mobilità ferroviaria, al fine di perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale.
 La Sicurezza ferroviaria necessità di avere un sistema ferroviario pubblico al servizio della popolazione. Avere un solo gestore per l’infrastruttura ed il trasporto crea sinergie positive che alzano significativamente i livelli di sicurezza e ne semplificano l’implementazione.
 La Gestione della sicurezza ferroviaria deve essere pubblica e non deve ridursi ad un mero valore economico sacrificabile sull’altare del profitto
 La gestione delle infrastrutture e del trasporto ferroviario devono essere eseguite da una sola società. Dovrebbe essere una società pubblica, poiché aziende private, il cui unico scopo è di redditività finanziaria per gli azionisti, non potranno mai fare i necessari ed onerosi investimenti nelle infrastrutture.
 L’utilizzazione di personale altamente professionalizzato, in condizioni di lavoro eque e con contratti di lavoro a tempo indeterminato è un prerequisito per la sicurezza del sistema ferroviario.

mercoledì 14 gennaio 2015

Intervento del Comitato Nazionale Amianto presso la Commissione Lavoro del Senato in Materia di Lavoro e Amianto

Intervento del Comitato Nazionale Amianto presso la Commissione Lavoro del Senato in Materia di Lavoro e Amianto

imagesCOORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO
20149 MILANO, VIA DEI CARRACCI 2
COMUNICATO STAMPA
CNA INTERVIENE PRESSO LA COMMISSIONE LAVORO AL SENATO IN MATERIA DI LAVORO E AMIANTO
Oggi 13 gennaio alle ore 15.00 si è svolta l’audizione presso la Commissione Lavoro del Senato della Repubblica, presieduta dalla Senatrice Maria Spilabotte, sui temi risarcitori e previdenziali in tema di amianto.
Partiamo dalla constatazione che dopo la vergognosa sentenza Eternit e grazie anche alla forte pressione da parte del mondo dell’associazionismo, il governo abbia dato dei segnali positivi (ne è testimonianza la recente legge di stabilità che ha accolto alcune delle nostre richieste) e abbia riconosciuto la necessità di continuare ad affrontare l’emergenza amianto in sede parlamentare.
E’ evidente che la possibile promulgazione di una nuova legge in tema amianto è grandemente attesa dagli ex esposti e dalle vittime (o loro eredi) dell’amianto.
Il Coordinamento Nazionale Amianto, udito oggi in sede parlamentare , è intervenuto in merito alle proposte di legge che sono state presentate al Senato in tema di lavoro, risarcimento e previdenza dei lavoratori e dei cittadini esposti all’amianto e ha sostenuto con gran forza il disegno di legge n. 1645 presentato dal Senatore Casson e altri.
Il Coordinamento da noi rappresentato raccoglie quasi tutte le associazioni degli ex esposti ed è presente in tutto il territorio nazionale (1).
Erano presenti oggi per il CNA, Fulvio Aurora, Mario Murgia, Michele Michelino e l’Avv. Andrea Di Giura che durante l’audizione hanno esposto il documento che alleghiamo per conoscenza.
Tra le varie proposte avanzate, sottolineiamo due richieste fondamentali:
a) stabilire che l’ente che si occupa del riconoscimento dell’esposizione non sia solo INAIL, ma che questa possibilità debba essere estesa ai Dipartimenti di Prevenzione delle A-USL, presenti e operanti in maniera diffusa su tutto il territorio nazionale. Si rammenta che i compiti di prevenzione sono stati affidati dalla legge 833/1978 (di riforma sanitaria) al Servizio Sanitario Nazionale
b) Stabilire che i lavoratori che sono andati in quiescenza prima della promulgazione della legge 257/97 vengano risarciti con “un compenso una tantum” come previsto dal pdl 1645 articolo e che i termini della presentazione della domanda per i lavoratori ex esposti che non l’hanno, per qualsivoglia ragione presentata, vengano prorogati fino ad un anno della promulgazione della nuova legge. Tale termine non si applica ai lavoratori addetti alla de coibentazione, alle bonifiche e alle cave. Stabilire inoltre che tutti gli ex esposti in ragione della loro attività lavorativa a qualsiasi settore sono appartenuti, compresi i militari, abbiamo diritto, in egual misura ai benefici previdenziali come tutti gli altri lavoratori e che gli ex esposti ad un periodo inferiore di dieci anni hanno ugualmente diritto al riconoscimento dei benefici previdenziali ex art. 13, comma 8, a seguito di certificazione rilasciata dall’Inail o dal Dipartimento di Prevenzione dell’A-USL, così come previsto nel disegno di legge 1645.
13 gennaio 2015
ELENCO ASSOCIAZIONI ADERENTI AL CNA
1. ASSOCIAZIONE ESPOSTI AMIANTO MONFALCONE,
2. ASSOCIAZIONE ESPOSTI AMIANTO FVG TRIESTE,
3. ASSOCIAZIONE FINANZIERI ESPOSTI AMIANTO FVG
4. ASSOCIAZIONE REGIONALE EX ESPOSTI ORISTANO,
5. ASSOCIAZIONE REGIONALE FAMIGLIARI ESPOSTI AMIANTO LA SPEZIA,
6. ASSOCIAZIONE VITTIME AMIANTO NAZIONALE ITALIANA BRONI
7. ASSOCIAZIONE ITALIANA ESPOSTI AMIANTO,
8. ASSOCIAZIONE NAZIONALE MUTILATI ED INVALIDI DEL LAVORO,
9. ASSOCIAZIONE MEDICI PER L’AMBIENTE MILANO
10. BAN ASBESTOS ITALIA, MILANO,
11. COMITATO PER LA DIFESA DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO E SUL TERRITORIO SESTO SAN GIOVANNI,
12. COMITATO PERMANENTE EX ESPOSTI MILAZZO,
13. COMITATO PREVENZIONE AMIANTO LOMBARDIA,
14. CAVE ALL’AMIANTO NO GRAZIE PARMA,
15. EUROPEAN ASBESTOS RISK ASSOCIATION TRIESTE,
16. INTERFORUM, TORINO
17. LEGA AMBIENTE,
18. MEDICINA DEMOCRATICA

COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO
20149 MILANO, VIA DEI CARRACI 2
Sig. Presidente della XI Commissione del Senato della Repubblica
Sigg. Senatori della XI Commissione del Senato
SENATO DELLA REPUBBLICA – ROMA
Vi ringraziamo per l’audizione che ci avete concesso al fine di dire le nostre ragioni e di entrare nel merito della proposte di legge relative al gravissimo problema dell’amianto.
Riteniamo di circoscrivere il nostro intervento ai problemi di carattere risarcitorio e previdenziale che riguardano gli ex esposti all’amianto, in quanto prevalente oggetto della Commissione del Senato. Ricordiamo però che il tema è più ampio e che la mancata approvazione del Piano Nazionale Amianto lascia scoperta tutta la materia ambientale che risulta essere fondamentale per contrastare e ridurre le patologie dovute all’amianto. Infatti l’unica vera prevenzione è l’eliminazione totale dell’amianto.
Partiamo dalla constatazione che la possibile promulgazione di una nuova legge è grandemente attesa dagli ex esposti e dalle vittime (o loro eredi) dell’amianto. Il Coordinamento da noi rappresentato raccoglie quasi tutte le associazioni degli ex esposti presenti a livello nazionale ed è presente in tutto il territorio nazionale (1).
Entrando nel merito dell’oggetto del nostro intervento intendiamo rilevare alcune difficoltà che richiedono, con urgenza, di essere risolte:
1. I tempi lunghi per avere le dovute risposte. Nello specifico dei cd “benefici previdenziali” di cui alla legge 257/92 e successive modifiche, di cui all’articolo 13 commi 7 e 8, come nota la relazione del pdl 1645 presentata il 22 ottobre 2014, non vi sono, allo stato attuale ancora tutte le risposte alle domande presentate all’Inail.
2. L’enorme contenzioso giuridico aperto in tema di benefici previdenziali. Non abbiamo dati numerici precisi (non sappiamo se sia mai stata fatta una statistica in merito), ma si tratta di migliaia di ricorsi che aumentano, a nostro avviso, indebitamente il carico di lavoro dei tribunali. Negli anni, abbiamo rilevato, che ciò non è dovuto esclusivamente a questioni di complessità della materia, se non in minima parte, ma ad una volontà politica degli enti preposti alla concessione dei contributi in ordine, non alla giustizia, ma a problemi di contenimento economico delle erogazioni. Senza, in ciò, nulla togliere agli abusi, comunque limitati, che pure sono avvenuti.
3. Altre difficoltà sono rilevate dalla non considerazione-eliminazione degli ex esposti che hanno chiuso il rapporto di lavoro prima del 1992: certamente, i più esposti alle maggiori quantità di fibre di amianto. Non solo, ma dall’avere altresì definito delle misure al di sotto delle quali non si contava l’esposizione (110 ff/l per 8 ore al giorno) pur sapendo che dal punto di vista scientifico non esiste alcun valore limite al di sotto del quale sia garantita la salute degli esposti e, ancora di più, sapendo che, salvo in casi rarissimi, nelle aziende non si effettuavano indagini. Ed ancora definendo un termine perentorio (15 giugno 2005) per presentare la domanda, tagliando così fuori migliaia di ex esposti che non avevano ricevuto l’informazione. Ci permettiamo di sottolineare, come problema indirettamente connesso, quanto è stato stabilito ora nella recentissima legge (di stabilità per il 2015 n. 190/2014) a riguardo di chi incorre in quanto stabilisce l’articolo 115 che deve presentare domanda entro il 31 gennaio del 2015. Un termine troppo stretto certamente da modificare. Non ultimo facciamo presente che altre migliaia di esposti (ad esempio gli operatori del mare (sia civili che militari) sono rimasti esclusi pur essendo stati per molti mesi dell’anno esposti all’amianto giorno e notte.
4. Alcuni processi che sono stati celebrati in quest’ultimo periodo, uno dei quali concluso in Cassazione denominato processo ETERNIT, hanno dimostrato come alcune norme proprie del diritto penale siano insufficienti o mal interpretate al fine di rispondere ad esigenze di giustizia. Quei lavoratori e di cittadini che sono stati esposti e a causa di ciò si sono gravemente e/o sono deceduti sono rimasti privi di soddisfazione alcuna per mancate condanne e risarcimento. Non di meno i territori inquinati sono rimasti per le dovute bonifiche a carico dell’Ente Pubblico. Per ciò stesso si ritiene urgente rivedere la materia e precisarla, in particolare per quanto riguarda i termini di prescrizione.
PROPOSTE:
Da tutto ciò emerge con chiarezza quali sono i nodi che la nuova legge deve risolvere, racchiusi sinteticamente nel ddl 1645 con qualche precisazione che segue:
1. Stabilire che l’ente che si occupa del riconoscimento dell’esposizione non sia solo INAIL, ma che questa possibilità debba essere estesa ai Dipartimenti di Prevenzione delle A-USL, presenti e operanti in maniera diffusa su tutto il territorio nazionale. Ciò deriva dall’essenza della stessa INAIL che ha la funzione dell’assicuratore, dall’esperienza come sopra ricordato, ma anche e soprattutto dalla storia della nostra legislazione. Si rammenta che i compiti di prevenzione sono stati affidati dalla legge 833/1978 (di riforma sanitaria) al Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta, a nostro avviso, di un problema di diritto e di funzione oltre che di competenza; non un modo in cui, come qualcuno potrebbe pensare, che i servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro deputati a svolgere questo compito avranno una sorta di “manica larga”. Nulla di tutto ciò.
2. Stabilire che i lavoratori che sono andati in quiescenza prima della promulgazione della legge 257/97 vengano risarciti con un compenso “una tantum” come previsto dal pdl 1645 articolo
3. Stabilire che i lavoratori ex esposti che hanno presentato domanda nei termini, e non hanno ancora ricevuto risposta siano riconosciuti o non riconosciuti entro 6 mesi dalla promulgazione della legge dalla A-USL del territorio della loro residenza.
4. Stabilire che i termini della presentazione della domanda per i lavoratori ex esposti che non l’hanno, per qualsivoglia ragione, presentati vengano prorogati fino ad un anno della promulgazione della nuova legge. Tale termine non si applica ai lavoratori addetti alla de coibentazione, alle bonifiche e alle cave.
5. Stabilire che tutti gli ex esposti in ragione della loro attività lavorativa a qualsiasi settore sono appartenuti, compresi i militari, abbiamo diritto, in egual misura ai benefici previdenziali come tutti gli altri lavoratori.
6. Stabilire che per dimostrare l’avvenuta esposizione è sufficienze l’appartenenza ad un settore di lavoro cui è noto l’impiego di amianto, nonché la presenza e il lavoro permanente in un luogo di lavoro in cui l’amianto veniva impiegato e/o dove si sono verificate fra i lavoratori patologie proprie dell’esposizione all’amianto. Nella fattispecie se si sono verificati casi di lavoratori colpiti o deceduti per mesotelioma pleurico o peritoneale, si debba ritenere che nessun altra dimostrazione sia necessaria.
7. Stabilire che gli ex esposti ad un periodo inferiore di dieci anni hanno ugualmente diritto al riconoscimento dei benefici previdenziali ex art. 13, comma 8, a seguito di certificazione rilasciata dall’Inail o dal Dipartimento di Prevenzione dell’A-USL, così come previsto nel disegno di legge 1645.
8. Stabilire che i famigliari dei lavoratori ex esposti, deceduti per malattie asbesto correlate, che non hanno presentato domanda dei benefici previdenziali ne possano chiedere la rivalutazione.
9. Stabilire che il termine del 31 gennaio 2015 di cui alla legge 190/2014 l’ articolo 115 venga modificato nel 30 giugno 2015.
10. Stabilire che la “Legge Fornero” (n. 214/2011 – articolo 24) non si applichi ai lavoratori esposti o ex esposti all’amianto.
Roma, 13 gennaio 2015

martedì 13 gennaio 2015

VITTIMA DI GIUSTIZIA: L'INCREDIBILE STORIA DEL FERROVIERE BRUNO BELLOMONTE IN GALERA, INNOCENTE, PER 29 MESI, DUE PROCEDIMENTI PENALI, UN LICENZIAMENTO E DUE SOSPENSIONI

ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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VITTIMA DI GIUSTIZIA: L'INCREDIBILE STORIA DEL FERROVIERE BRUNO BELLOMONTE
IN GALERA, INNOCENTE, PER 29 MESI, DUE PROCEDIMENTI PENALI, UN LICENZIAMENTO E DUE SOSPENSIONI

Il garantismo a senso unico che calpesta il principio dell'innocenza ma solo per i più deboli
 Un'ingiustizia tuttora in corso che deve essere fermata
.

BRUNO BELLOMONTE È LA VITTIMA INNOCENTE DI UNO SCANDALOSO ACCANIMENTO
GIUDIZIARIO DAI CONTORNI KAFKIANI, CUI È SEGUITA PUNTUALE, CON UN
LICENZIAMENTO E DUE SOSPENSIONI DAL LAVORO, LA PERSECUZIONE AZIENDALE

UNA MICIDIALE TENAGLIA REPRESSIVA CHE STA SCHIACCIANDO NELLA MORSA DELLA CRUDELTÀ DI STATO
E DEL DISPOTISMO AZIENDALE UN CITTADINO INNOCENTE RENDENDOLO UNA VERA E PROPRIA 'VITTIMA DI GIUSTIZIA'

UNA STORIA COMPLESSA E DOLOROSA ANCHE DIFFICILE DA
 RACCONTARE CHE CERCHIAMO, TUTTAVIA, DI ILLUSTRARE AL MEGLIO

ACCANIMENTO GIUDIZIARIO - Un arresto immotivato e diciassette giorni in carcere, nel 2006, con accuse per fatti di terrorismo, a seguito di un'intercettazione attribuitagli erroneamente nell'operazione chiamata 'Arcadia'. Dal 2009, ventinove mesi di carcere duro, ancora per accuse di terrorismo rivelatesi insussistenti, dalle quali è stato poi prosciolto definitivamente e con formula piena da una sentenza della Corte di Cassazione nel 2014. Parallelamente a questi procedimenti penali ha subito pesanti sanzioni disciplinari da parte della società RFI Spa di cui è dipendente: una prima sospensione, poi un licenziamento, oggi ancora una sospensione per il medesimo procedimento del 2006, la cui fase di dibattimento è appena avviata. Tuttora sospeso dal lavoro e senza stipendio è costretto, per avere giustizia, difendere il lavoro, le sue idee e la sua dignità, ad una lotta impari contro i poderosi apparati legali delle ferrovie. La sua allucinante vicenda, giudiziaria, lavorativa e umana, merita di essere conosciuta e denunciata come una grande ingiustizia cui occorre porre rimedio. Un'odissea apparentemente inverosimile che chiama alla propria responsabilità tutti i cittadini ed i soggetti sociali che si riconoscono nei principi e nelle garanzie costituzionali.

CHI E' BRUNO BELLOMONTE - E' un ferroviere, capostazione a Sassari, attivista politico e militante tra i più stimati e conosciuti per antico impegno sociale e sindacale, è inoltre un dirigente dell’organizzazione comunista “A' Manca pro S’Indipendentzia” (a Sinistra per l’Indipendenza), conosciuto in Sardegna per le sue idee e le battaglie condotte da sempre in piena trasparenza a fianco dei compagni di lavoro e sul territorio, a difesa di identità, tradizioni e dignità del popolo sardo. 

DOVE SONO I GARANTISTI ? - Non serve solo un sostegno economico, l'appello è rivolto a tutti: ai ferrovieri, ai lavoratori di ogni settore, agli attivisti, alle associazioni democratiche, ai sindacati, ai partiti, ai parlamentari ma anche agli operatori del diritto e dell'informazione ed al popolo dei 'garantisti', a tutti coloro che credono nei valori costituzionali e nella legge veramente 'uguale per tutti', non soltanto per i ricchi e i potenti.

COME POSSIAMO AIUTARLO - Ognuno di noi può aiutarlo anche solo diffondendo la sua storia, mediante una corretta informazione, raccontando la degenerazione del 'diritto' e delle regole di convivenza civile della nostra società. Siamo chiamati tutti in causa, a cominciare dai ferrovieri e dai lavoratori di tutti i settori.

IL COMITATO DI SOLIDARIETA' - Un gruppo di ferrovieri indignati da quanto sta accadendo, ha costituito un comitato per sostenere Bruno, denunciando pubblicamente questa scandalosa vicenda e per aiutarlo anche sul piano materiale con un piccolo sussidio mensile, già in atto ma non sufficiente. Facciamo appello a quanti vogliano sostenere questa battaglia di civiltà con un piccolo gesto di solidarietà materiale e concreta, a farlo anche attraverso un versamento a cifra libera alla Cassa di Solidarietà Ferrovieri sul Conto Corrente Postale N° 71092852 oppure tramite bonifico bancario o postale su IBAN: IT10N0760103200000071092852, specificando nella causale: "Sussidio di solidarietà per Bruno Bellomonte".

Il Comitato di solidarietà per Bruno Bellomonte
per aderire scrivi a :  brunoliberu@tiscali.it

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PER SAPERNE DI PIU'.....

LUGLIO 2006: PROCESSO 'ARCADIA', PRIMA INGIUSTA CARCERAZIONE E PRIMA SOSPENSIONE DAL LAVORO
 - Era l'11 luglio 2006 quando Bruno Bellomonte viene arrestato e tenuto in prigione a Sassari per 19 giorni....
GIUGNO 2009: 29 MESI DI CARCERE DURO PER UN INNOCENTE – Il 10 giugno 2009 Bruno Bellomonte veniva nuovamente arrestato dalla Digos, perché sospettato di terrorismo...
LE 'PENE ACCESSORIE' - Lo Stato ha aggiunto alla privazione della libertà anche delle 'pene accessorie'...
BRUNO E' INNOCENTE - Tutte le accuse nei suoi confronti, naturalmente, si sono rivelate insussistenti. Egli è stato infatti prosciolto in via definitiva e con formula piena ...
 BRUNO BELLOMONTE HA SCONTATO, DA INNOCENTE, 29 MESI DI CARCERAZIONE PREVENTIVA IN REGIME 'DURO'....
'PENE ACCESSORIE' ANCHE DALLE FERROVIE - Altre pene accessorie arrivano dalle ferrovie dello 'Stato'...
INFORMAZIONE ACRITICA E ASSENTE – Questa pubblica denuncia si è resa necessaria anche per sopperire al 'buco nero' informativo creato da quasi tutti gli organi di informazione...
GIUGNO 2014: SOSPESO ANCORA, SENZA STIPENDIO, A TEMPO INDETERMINATO – L'accanimento non ha tregua. Bruno Bellomonte l'11 giugno 2014, è stato nuovamente sospeso a tempo indeterminato e senza stipendio...
SOSPENSIONE A TEMPO INDETERMINATO PEGGIO DI UN LICENZIAMENTO - Non riceve lo stipendio, non ha diritto alla 'liquidazione', non può accedere al sussidio di disoccupazione e non può cercarsi un altro lavoro...
PERCHE' DEMOLIRE UNA PERSONA ? – Stanno tentando in mille modi di demolire una persona, minando la sua libertà e attentando alla sua integrità fisica, psicologica ed alla sua vita di relazione. Ma Bruno è un uomo forte...
IL GARANTISMO A SENSO UNICO DELLE FS - Il garantismo nelle grandi aziende si applica solo per gli amministratori e i dirigenti, non certo per i semplici lavoratori. Nessuno si è mai posto il problema di sospendere i due alti dirigenti dai loro incarichi, ben più delicati e prestigiosi, perché tutti 'innocenti' fino all'ultimo grado di giudizio. Tranne il capostazione Bruno Bellomonte.


Milano Metro 4, una settimana al via dei cantieri: ma i comitati protestano (da Taxistory, il Blog dei Tassisti)

Milano Metro 4, una settimana al via dei cantieri: ma i comitati protestano

Da metà gennaio partono i cantieri per la linea blu della metro milanese. Il comitato Foppa-Dezza-Solari, preoccupato per l’impatto dei lavori sull’area, propone una variante: nastri trasportatori al posto dei camion per trasportare i materiali di scavo.
mm4_taxistorymilano.fanpage.it Manca ormai poco. Tra una settimana, verso metà gennaio, come annunciato inizieranno a spuntare come funghi le recinzioni dei cantieri per la nuova metro 4 di Milano, la linea blu che collegherà l’aeroporto di Linate con San Cristoforo. Le prime aree in cui si inizierà a scavare sono a Solari, San Cristoforo e Dateo. Alla fine del mese toccherà a Lorenteggio, dove i commercianti sono riusciti a ottenere una proroga per evitare di danneggiare gli affari duranti i saldi invernali. Proprio la zona intorno a parco Solari, però, è quella dove la resistenza al progetto della nuova metropolitana sembra essere più forte. Colpa, forse, anche di una variante apportata al progetto, che ha individuato proprio nel quartiere uno dei maxi-cantieri di calaggio che ospiteranno le grandi talpe – da 9,5 metri di diametro – che scaveranno fino a San Babila. 
Il Comitato Foppa-Dezza-Solari: “No ai camion”
Il cantiere in questione, profondo 30 metri, diventerà operativo tra circa due anni. Ma il comitato Foppa-Dezza-Solari si è già mobilitato, chiedendo a un tecnico di elaborare un’alternativa al progetto previsto dal Comune. Il motivo? Da quando si inizierà a scavare comincerà un via vai di camion, “uno ogni dieci minuti per ventidue mesi”, dicono i cittadini, che trasporteranno 870mila tonnellate di terre di scavo. Per ovviare ai conseguenti disagi in termini di smog e traffico, il comitato ha incaricato l’ingegner Bruno Bosco. La soluzione alternativa individuata è quella di costruire nelle gallerie che saranno state intanto aperte tra Solari e San Cristoforo dei nastri trasportatori, sui quali far viaggiare lo smarino, cioè il materiale di scavo. Una soluzione, per altro, già adottata a Barcellona.
La risposta del Comune è affidata all’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran: “È riconosciuto che abbiamo ridotto significativamente l’impatto del cantiere. Questo non significa che dove possibile rinunciamo a ulteriori miglioramenti, ma vanno valutati con il Comune. Il comitato sa dove trovarci anche perché di esperti che propongono soluzioni non idonee ai lavori in questi anni ne abbiamo visti tanti”. A breve l’amministrazione darà il via anche a una massiccia campagna di comunicazione, “quasi porta a porta”, che interesserà in particolare i quartieri toccati dai lavori. Un dialogo che dovrebbe proseguire fino alla fine della nuova metro, nel 2022. Se sarà vero dialogo, però, lo si scoprirà solo nei prossimi giorni.

30 GENNAIO 2015 : BANCARI IN SCIOPERO! quattro grandi manifestazioni, di lavoratrici e lavoratori a Milano, Ravenna, Roma e Palermo.



30 GENNAIO 2015
BANCARI IN SCIOPERO!
Sciopero Generale di tutta la categoria per l’intera giornata.
A sostegno del diritto della categoria al rinnovo del CCNL e contro la decisione unilaterale di ABI di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal 1 aprile 2015.
• Perché il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale.
• Perché il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, 
una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro.
• Perché vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro
l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori.
Nella giornata di venerdì 30 gennaio si terranno quattro grandi manifestazioni, 
di lavoratrici e lavoratori a Milano, Ravenna, Roma e Palermo.
Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo.
12 gennaio 2015
Le Segreterie Nazionali

domenica 11 gennaio 2015

FRANCIA : Dopo gli assassinii commessi nei locali del giornale Charlie Hebdo :comunicato dell'Unione sindacale Solidaires





L’Unione sindacale Solidaires ha sottoscritto la dichiarazione di giovedì a mezzogiorno il comunicato intersindacale  "Il mondo del lavoro insieme per la libertà e la democrazia.". Tuttavia, abbiamo deciso di non firmare quello di iniziativa dei partiti politici "difendere i valori della Repubblica", alla luce del suo contenuto e soprattutto delle organizzazioni firmatarie.
La massiccia partecipazione ai numerosi raduni da mercoledì scorso mostra una forte volontà popolare di rifiutare il fascismo in tutte le sue forme. Al contrario, l'elenco dei politici e dei governanti, in Francia e in altri paesi, presenti nella manifestazione Parigi dell’11 gennaio, oltre ad essere un vero insulto a coloro che sono stati assassinati nel nome di ciò che difendeva Charlie Hebdo, mostra un’azione di recupero ampia e totalmente nauseante; taluni aiutano massacri di popolazioni in tutto il mondo, altri la miseria di milioni di persone, o addirittura sostengono politiche apertamente razziste.

Di seguito l’espressione di solidarietà che spiega in quale contesto partecipiamo a manifestazioni programmate in questo fine settimana e ricordiamo le nostre posizioni.


Dopo gli assassinii commessi nei locali 
del giornale Charlie Hebdo


Difendiamo la libertà di espressione
Dopo l'assassinio di massa commesso nella sede del giornale Charlie Hebdo, l’Unione sindacale Solidaires ribadisce la necessità di difendere sempre e ovunque la libertà di stampa. Più che mai siamo solidali con tutti e tutte coloro che lavorano nella stampa, sono inorriditi per l'uccisione dei propri colleghi.

Noi combattiamo i fanatismi religiosi
Gli assassini hanno affermato di agire per conto di un Dio. L’Unione sindacale Solidaires rispetta il diritto di credere o non credere di tutti e di ciascuno, ma sappiamo anche che nel corso della storia, diversi massacri sono stati fatti in nome di religioni diverse. Il fondamentalismo religioso è un pericolo per l'Umanità.

Agiamo contro le discriminazioni
Questo assassinio fa il gioco tutti i nemici della libertà la cui volontà è di stigmatizzare individui e gruppi, a seconda della loro origine, la loro cultura, la loro religione. L’Unione sindacale Solidaires rifiuta questi amalgami vergognosi e pericolosi. Essa non partecipa ad una "unione nazionale" che potrebbe indicare un nemico "capro espiatorio", in questa o quella "comunità".

Rifiutiamo tutte le politiche reazionarie
Questo assassinio fa il gioco di tutte le forze politiche reazionarie imperialiste, che lo utilizzano per costruire una società sempre più di polizia e predicano l'unità nazionale che riunisce sfruttatori e sfruttati. L’Unione sindacale Solidaires non combatterà per la libertà e l'uguaglianza a fianco dei nemici della libertà e dell'uguaglianza.

L’Unione sindacale Solidaires rispetta il dolore delle famiglie di tutte le vittime, si associa alle richieste di unità organizzate in tutta la Francia e gli appelli a continuare la lotta per una profonda trasformazione sociale, rompendo con i processi totalitari da dove vengono.

9 gennaio 2015 



FOTO Presidio dell’8 gennaio 2015 dinanzi Palazzo Marino













 


il Presidente del Consiglio Comunale, Basilio Rizzo, incontra la delegazione in Presidio dinanzi Palazzo Marino