-

per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" SCRIVI A: dallapartedeilavoratori@gmail.com -- per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" scrivi a: dallapartedeilavoratori@gmail.com
1945 -2018 73° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO : Buon 25 Aprile !!!
*****
*****CAMPAGNA DICO 32 - SALUTE PER TUTTE E TUTTI! - HEALTH4ALL - GIORNATA EUROPEA CONTRO LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE, LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE
*****
*****

NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA !




giovedì 27 novembre 2014

Comunicato Stampa del 26.11.2014 su Presidio Palazzo Marino e riunione della Commissione Ambiente, Mobilità, Arredo Urbano, Verde



COMUNICATO STAMPA

Il 26 novembre sì è tenuto a Palazzo Marino un presidio dei lavoratori ex addetti alle aree di sosta a pagamento del Comune di Milano, promosso dal Comitato Sosta Milano insieme al Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”, per manifestare ancora una volta la grave situazione in cui versano i circa 130 lavoratori addetti alla sosta, senza lavoro e senza reddito da oltre un anno.
In contemporanea si è tenuta la Commissione Ambiente, Mobilità, Arredo Urbano, Verde che praticamente ha affrontato la situazione oggetto del presidio. Due rappresentanti dei lavoratori hanno partecipato ai lavori della commissione e hanno potuto esporre il punto di vista dei lavoratori esplicitando la necessità di ricercare un tavolo negoziale Comune /ATM/Comitato Sosta per ricercare tutte le soluzione nel rispetto degli impegni politici presi dalle parti per salvaguardare i livelli occupazionali, anche di fronte  a trasformazioni organizzative aziendali.
Sia il Presidente di ATM SpA Rota  e l’Assessore alla Mobilità Maran  hanno praticamente affermato che la vicenda è chiusa con il bando per 35 assunzioni di ausiliari della sosta.
La delegazione ha contestato tale soluzione perché in parte impraticabile per la selezione prevista dal bando, ma soprattutto completamente insufficiente per dare una risposta a tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro e il reddito.
Alla fine uno scambio di vedute con la delegazione, l’Assessore Maran e il presidente Rota hanno aperto uno spiraglio, che può passare attraverso una quantificazione reale degli interessati e sulla possibilità di un loro utilizzo in altri ambiti lavorativi.
I lavoratori ex addetti alle aree di sosta a pagamento del Comune di Milano, organizzati nel Comitato Sosta Milano, insieme al Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI” hanno deciso di proseguire nella loro vertenza occupazionale e di sostegno al reddito confermando le prossime iniziative:
- il 10 dicembre dalle 10.00 alle 12.00  con Presidio dinanzi alla sede di ATM SpA in Foro Buonaparte;
- il 18 dicembre dalle 10.00 alle 12.00  con Presidio dinanzi al Palazzo della Stampa in Piazza Cavour.
26.11.2014 Foto Delegazione Lavoratori Addetti alla Sosta al termine del Presidio a Palazzo Marino-Milano

Milano, 26 novembre 2014
il Comitato Sosta Milano

il Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”

Gratta e sosta, gli ex lavoratori contro Atm (da : il Giornale.it milano)

http://www.ilgiornale.it/news/milano/gratta-e-sosta-ex-lavoratori-contro-atm-1070865.html

Gratta e sosta, gli ex lavoratori contro Atm

Esigenze di gestione contro garanzie occupazionali. Le radici di queste ultime sono, per la verità, antiche: nel 2000, quattordici anni fa, l'allora amministrazione comunale firmò un protocollo d'intesa con cui garantiva continuità occupazionale ai 150 addetti alla vendita dei gratta e sosta. Da allora, però, molta acqua è passata sotto i ponti: nel 2010 Atm, la società del trasporto pubblico milanese, ha vinto la gara per la gestione dei servizi legati a sosta, parcheggi e rimozione forzata delle auto. Dal 2011 è partita la fase 1, con l'installazione di 500 parcometri nella cerchia dei bastioni: la vendita dei gratta e sosta affidata direttamente alle «macchinette» e non più ai venditori delle cooperative esterne, quelli che ieri hanno portato le loro istanze in commissione mobilità a palazzo Marino. Un modo, ha spiegato Atm, anche per contrastare i numerosi casi di vendite illegali del gratta e sosta che da anni si registravano in più zone della città. I ricavi della vendita dei ticket per il parcheggio in quell'anno e nel successivo sono dimuiti di oltre tre milioni, ma ad incidere in questo senso, ha spiegato il presidente di Atm Bruno Rota, sono stati «la diminuzione delle strisce blu per la sosta a pagamento, i lavori per la M5 e l'entrata in vigore di Area C (da gennaio 2012)». Dal 2011 al 2013 infatti l'ingresso delle auto in centro città è diminuito di circa il 30 per cento. A settembre di quest'anno è partita al fase 2, con altri 300 parcometri, installati questa volta al di fuori della cerchia dei bastioni. Strumenti più avanzati, visto che da queste «torrette» - che costano 4mila euro ciascuna - è possibile non solo acquistare il gratta e sosta ma anche ricaricare l'abbonamento dei mezzi pubblici, acquistare singoli biglietti così come il ticket per l'ingresso in Area C. E i venditori delle cooperative? La questione è ingarbugliata. Tra loro, 79 non lavorano dal marzo del 2013: effetto di un'altra gara, bandita da Atm a giugno 2012 per affidare la vendita dei gratta e sosta fuori dalla cerchia, per 18 mesi, prima dell'entrata in vigore della fase 2. Fu vinta dal consorzio CPS, che già si occupava del servizio, assieme ad altri che restarono fuori. La gara fu impugnata, annullata dal Tar Lombardia, e proprio oggi o nei prossimi giorni dovrebbe pronunciarsi il Consiglio di Stato. Altri 34 non lavorano da settembre, quando è partita la fase 2. Ma un salvagente a questi lavoratori è stato lanciato: un bando pubblico per l'assunzione di 34 nuovi ausiliari della sosta: «Abbiamo detto che avremmo dato priorità a chi avesse già una pregressa professionalità in questo settore», ha ricordato Rota. Per quei posti sono arrivate 4600 domande, di cui solo 5 da ex venditori del gratta e sosta. Che intanto accusano: «Molti di noi aspettano il pagamento dei contributi Inps e Tfr dalle cooperative». Che, dicono, non pagano «perché devono ancora ricevere dei soldi da Atm». La società dei trasporti smentisce seccamente. E allega i numeri: dal 2000 al 2014 Atm ha versato ai consorzi oltre 54 milioni.




































Pensioni : mancano i soldi o una concessione che non vogliono erogare?

riceviamo da RSU  Carmine Curcio e pubblichiamo :
26 11 2014 Pensioni. Commissione Bilancio
<<L'emendamento 12.06 per correggere l'errore nella legge Fornero ancora una volta bocciato  in commissione Bilancio. La motivazione sembra sia stessa sui costi (valutati in 250 milioni)>> . <Tra le altre modifiche c'è la riduzione del taglio ai patronati: il taglio passa da 150 a 75 milioni. Non dovrebbero essere passate, invece, stante la contrarietà dell'esecutivo le misure in favore dei quota 96  della scuola , dei lavoratori ferrovieri e degli esodati >.
< Un altro emendamento elimina le penalizzazioni previste per chi va in pensione prima di 62 anni avendo comunque accumulato i requisiti richiesti. La proposta Maria Luisa Gnecchi (pd), e riformulata, ha "effetto sui trattamenti pensionistici decorrenti da gennaio 2015" e si applica "limitatamente ai soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017" . L'emendamento indica un onere di 15 milioni per il 2016.  
Certo si dovrà attendere il voto definitivo (forse di fiducia ) alla Finanziaria 2015..... e sarà tutto confermato.
............................ 
da RSU  Carmine Curcio……..le pezze non servono ad una legge che è solo da abrogare !
I macchinisti( e non solo) si stanno ammalando senza poter andare in pensione non è vero che non gli interessa , la cura c’è solo che i soliti dottori prescrivono la stessa cura a loro comandata .
La stragrande maggioranza dei cittadini oramai si è accorto che i soldi riservati ai governi  (a larga intesa)  serviranno sempre più ai poveri schiavi…

<< Inserito nella Finanziaria 2015 : 7,7 milioni per pasti a più poveri
 
Arrivano 7,7 milioni di euro per distribuire pasti ai più poveri. E' l'importo previsto da due emendamenti del relatore alla legge di stabilità che incrementa così per il 2015 il fondo per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti.>>

...queste  leggi non ammettono e non commettono errori così sono scritte ! Da tanti anni queste politiche sono adottate nei paesi per il terzo mondo adesso un po’ alla volta le stanno adottando in quasi tutti i paesi ………Occorre cambiare il tiro !!

Pensioni : mancano i soldi o una concessione che non vogliono erogare?
 Iniziamo dal fatto che sono un paio d'anni che  Francesco Boccia  PD,Presidente della V Commissione Bilancio sposato civilmente con la allora deputata del PDL Nunzia De Girolamo, dice che l'errore quota 96 va sanata . Secondo il calendario della Camera, la data sarebbe già fissata lunedì 14 luglio, quando l’ordine del giorno presenta proprio la Conversione del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90. In occasione del dibattimento sulla riforma della Pubblica Amministrazione verrà dunque ripresentato un emendamento ad hoc per la categoria.
Ebbene oggi egli afferma di avere la soluzione in tasca per la quota 96. Anche se così fosse bisogna credergli ? Per i Ferrovieri ,altre categorie ,altri esodati e ogni altro <errore della Fornero> dopo tre anni ,con il Governo Letta prima e quello Renzi dopo,tutto è stato rimandato a fine anno alla Finanziaria 2014 salvo risorse economiche disponibili in cassa sic ! Per non parlare della futura erogazione della pensione ai giovani d’oggi : rimane straziante e senza nessuna certezza.
Il discorso sulle pensioni visto la realtà penso che sia ormai da inquadrare come parte di un attacco al "perimetro dello Stato" sostanzialmente indirizzato a comprimere il ruolo dello Stato nel circuito del risparmio(non dimentichiamoci che nel marzo 2012 hanno cambiato l’art. 81 della Costituzione adesso ogni taglio è costituzionalmente possibile).
D’altra parte se si attuassero vere politiche di crescita, l'equilibrio del sistema sarebbe garantito dall'aumento dei lavorati attivi, che con i loro contributi potrebbero mantenere tutti gli uomini e le donne che, dopo un'intera vita lavorativa, hanno maturato il diritto etico di godersi una pensione dignitosa e stabile. Dunque, il nostro sistema pensionistico pubblico non grava e non graverebbe mai sul bilancio pubblico. Inoltre bisogna tener presente che non tutte le pensioni pagate dall’Inps lo sono a titolo previdenziale. Ci sono quelle per la GIAS (Gestione per interventi assistenziali) e quelle GPT (Gestioni prestazioni temporanee) a sostegno del reddito che, ovviamente, non c’entrano nulla con le pensioni (sono assistenza).
vignetta di roberto mangosi
 
Dal lato dei contributi bisogna togliere i contributi versati dallo stato per i propri dipendenti pubblici (il che è evidente) pari a circa 10 miliardi. Ma nel mentre pago le pensioni faccio pure circa 46 miliardi di ritenute fiscali ! I Media intanto attaccano sempre più sul bilancio negativo INPS .  E se pur così fosse i miliardi versati nel MES in Europa non basterebbero da solo a sostenere almeno il sistema pensionistico? Attaccarci al risultato di un bilancio servirebbe a poco, esso è gestito da chi lo presenta è più logico ribadire che le pensioni non sono benevole concessioni che padroni e stato riservano a chi non serve più ,come non è più possibile sentirci in colpa per i bilanci negativi pubblici mentre un sistema ormai consolidato riversa ed accumula le ricchezze sempre più nelle mani del 1% della popolazione mondiale.
09 07 2014    Carmine Curcio, Macchinista FS

domenica 23 novembre 2014

28 nov 2014 "Sanità pubblica e gratuita é in agonia", Assemblea in difesa della sanità a Roma Sala della Mercede, in Parlamento (da Le lotte dei Pensionati)

a cura de


Alberto Bagnai: il #TTIP spiegato in due parole. Divertenti (Pubblicato da stop ttip)

Alberto Bagnai: il #TTIP spiegato in due parole. Divertenti

                                                                                                                 
Ecco come un economista non condizionato può leggere il #TTIP e soprattutto renderlo leggibile ai più che economisti non sono. Ed ecco come dietro i numeri ballerini avventatamente e colpevolmente diffusi da Governo, maggioranza, Presidenti di Commissioni parlamentari e Commissione Europea per sostenere un accordo insostenibile, si celino al contrario scenari preoccupanti e per nulla rassicuranti dell’Europa postTTIP
Da leggere

Juncker,multinazionali e.. TTIP

riceviamo da Carmine Curcio , Macchinista FS, e pubblichiamo: 
Juncker,multinazionali e.. TTIP
Jean-Claude Juncker è il nuovo presidente della Commissione Europea, ex presidente dell’Eurogruppo per otto anni, governatore della Banca Mondiale per sei anni governatore al Fmi e primo ministro del Granducato  di Lussemburgo per diciotto anni, un caso di rimarchevole longevità politica, quasi pari a quella di Greenspan alla Fed .

Lo stesso Juncker è in prima fila nel chiedere agli stati europei sacrifici e tagli per rimettere a posto i conti pubblici e diminuire debiti e deficit. Oggi sappiamo che molti dei peggiori paradisi fiscali del pianeta sono di fatto nella "virtuosa" Unione Europea o sotto il diretto controllo dei paesi Ue e tra questi il Lussemburgo ha un’enorme percentuale di capitali attratti rispetto al totale in fuga verso l’estero. Significativa è l’avanzata delle Top 200 multinazionali del mondo che registra nei profitti una crescita negli ultimi quindici anni di oltre quattro volte e mezzo; i
dipendenti, invece, crescono solo due volte come conseguenza di un assetto produttivo in rapida trasformazione. Come tutte le imprese anche le multinazionali detestano i costi, primi fra tutti le tasse. Per questo fanno ampio ricorso ai paradisi fiscali, quei territori, cioè, con alti gradi di segretezza e agevolazione fiscale, appunto tra questi il Lussemburgo grande come tre quarti della Val d’Aosta con una popolazione inferiore a quella di Genova ed il Pil pro capite più alto al mondo (2012). Pochi, ricchi, felici. Come fanno? L’86% della ricchezza è data da servizi e in particolare dalle 152 banche che ivi risiedono, più le finanziarie, i fondi e le 9.000 holding che si godono il vantaggioso ecosistema
lussemburgheseLa stranezza è un j’accuse di un’inchiesta del cosiddetto consorzio internazionale del giornalismo nei confronti di Juncker che riguarda cose più che risapute, ovvero gli sconti fiscali che sono applicati in Lussemburgo un trattamento fiscale ridotto al minimo, il 2% appena per gruppi finanziari, grandi patrimoni e multinazionali tra cui Ikea a Finmeccanica, da Deutsche Bank a Unicredit a Fiat. Ma che scandalo è? Che il Lussemburgo fosse un paradiso fiscale lo sapevano tutti ! In realtà Juncker ha fatto cose che sono alla base  della governance europea, con quell’idea di liberalizzazione assoluta insita nel trattato di Lisbona come nella direttiva Bolkenstein che prevedeva che se gli stati messi in concorrenza sul terreno fiscale, avrebbero finito per abolire o rendere puramente simbolica la tassazione sulle attività economiche. Tanto gli stati avrebbero recuperato denaro dalla abolizione progressiva del welfare. Una logica che è alla base anche del nuovo trattato transatlantico (TTIP) e che anzi viene da esso portata all’estremo e al punto di non ritorno. Anzi è proprio per questo che Juncker è stato eletto.
Ecco un esempio semplificato di una pratica perfettamente lecita di tassazione :
Soggetto A: multinazionale che vende abbigliamento con sede legale in Italia.
Soggetto B: azienda che produce materialmente i capi residente in un paese con bassi costi del lavoro (es. Cina),
Soggetto C: filiale dell'impresa italiana A residente in un paradiso fiscale (es. Panama).
  I capi d'abbigliamento vengono confezionati da B a un costo di 10 euro l'uno e vengono venduti ai consumatori in Italia a 100 euro. Se il passaggio avvenisse direttamente da B ad A, quest'ultima avrebbe un utile(semplificato) di 90 euro e dovrebbe pagare le tasse su questo profitto con le aliquote previste in Italia.
  Ma l’impresa A costituisce una filiale C in un paradiso fiscale. Sarà quest'ultima ad acquistare il capo d'abbigliamento da B a 10 euro e a rivenderlo a sua volta alla casa madre A a 100 euro. A questo punto l'utile di 90 euro risulta realizzato nel paradiso fiscale dove non esiste una tassazione dei profitti. In Italia non risulta alcun utile perché la casa madre ha comprato e rivende allo stesso prezzo. Quindi non ci sono tasse da pagare.
  In alcuni casi la vendita finale può risultare anche in perdita (per esempio se A compra da C a 110 euro) e quindi la società italiana può addirittura beneficiare di sgravi fiscali e altre forme di sostegno. Pagate da tutti i contribuenti. Con questa pratica infatti il Lus­sem­burgo si difende: “non c’è nulla d’ille­gale”, spiega il mini­stro delle finanze, Pierre Gra­me­gna, “abbiamo solo appli­cato le nostre leggi”, con­si­de­rate “patri­mo­nio nazio­nale”.
Ritornando alle critiche a Juncker forse la chiave sta nel suo manifesto per l’elezione a presidente della commissione Ue l’ex primo ministro lussemburghese che aveva fiutando nell’aria una reazione della cittadinanza e la fragile situazione di alcuni governi necessari al massacro sociale  aveva dichiarato: “non voglio sacrificare la sicurezza, la salute, le norme sociali e protezione dei dati in Europa sull’altare del libero scambio. Né accetto che la competenza dei giudici in  Stati membri dell’UE sia limitata dai regimi speciali per le controversie con gli investitori “.
L’ironia sul “rigorista” Junker che poi si rivela l’arcangelo del paradiso fiscale chiamato Lussemburgo, è fuori luogo: il rigore europeo si riferisce esclusivamente agli strumenti con cui si deve far fronte al debito pubblico e al deficit di bilancio: cioè ai massacri a danno del welfare, della scuola, della sanità, dei beni pubblici svenduti a privati e all’aumento delle tassazioni indirette (iva, accise e via dicendo) che colpiscono tutti. Davvero Juncker non ha nulla del burocrate, rappresenta una enorme massa di profitti, la stessa che ha servito come premier del Lussemburgo e ora come presidente della commissione, per volontà dei capi di stato europei che lo sostengono in Europa. Come più volte ho ripetuto penso che <la politica oramai abbia abdicato, non è più sovrana sulle questioni economiche aspetta solo indicazioni da multinazionali ed enti sovranazionali come FMI,BM,Bce ec ; il potere è in mano a società private che ormai regolano la totalità degli aspetti economici, politici e sociali delle nostre società e delle nostre vite. Ecco a questo punto non è il debito di oggi che deve farci paura ma è il domani che hanno preparato alle popolazioni e penso che sia importante domandarci da che parte stare: dalla parte delle politiche che rafforzano il potere e la ricchezza dell’1% della popolazione o quelle realmente difendono i diritti e l’equa ricchezza del 99% della popolazione?>
21 11 2014 Carmine Curcio
p.s. paradisi fiscali (grafico qui di seguito)

Informativa OR.S.A. sulla cessione delle tratte IC a Thello: Continua il processo di frantumazione delle ferrovie italiane


THELLO
Comunicato del 21 novembre 2014
Un nome esotico, d'oltralpe, per affascinare i viaggiatori ed erodere i pochi diritti sindacali dei lavoratori.
Azienda con sede a Parigi, partecipata da Trenitalia e dalla francese Transdev, che già effettua treni notturni tra Parigi e Venezia con personale di Frecciabianca sulla tratta nazionale.
A metà dicembre partirà la nuova relazione commerciale fra Milano e Marsiglia,
inizialmente con personale di Trenitalia ma a breve, non appena la società italo francese acquisirà il certificato di sicurezza per la rete ferroviaria nazionale, pensiamo utilizzerà personale non di Trenitalia. Sappiamo infatti che sono in corso assunzioni e colloqui con macchinisti professionalizzati e operanti in altre Imprese; ciò in carenza di un confronto con il Sindacato rispetto alle condizioni contrattuali applicate in quell’Azienda.
Un altro tassello al processo di privatizzazione e frantumazione del trasporto ferroviario italiano. Abbiamo già visto operazioni simili nel trasporto ferroviario merci e prima ancora in quello aereo.

Le grandi compagnie pubbliche cedono progressivamente il passo ad operatori
privati il cui valore aggiunto è soprattutto il basso costo del lavoro.
Trenitalia ci dice che il Ministero dei Trasporti ha ritenuto di abbandonare tre relazioni
garantite dal contratto di servizio pubblico; una è la Milano–Ventimiglia, provvidenzialmente
acquisita da Thello. Delle altre due nulla è dato sapere perché    è in corso una trattativa riservata. Resta invariato, sempre secondo Trenitalia, l'ammontare di 220 milioni destinato al servizio pubblico; dunque la relazione persa dovrebbe essere reintegrata altrove (?).
La relazione ceduta dal MIT è un pezzo succulento del trasporto ferroviario pubblico.
Turismo diretto per e da la Riviera dei Fiori viene inspiegabilmente ceduto ad una Azienda
esterna al Gruppo F.S.I.
Il personale di Trenitalia che effettuerà il servizio in service avrà garantita la produzione,
pare almeno fino ad Aprile, poi si vedrà.
Gli introiti dei biglietti dei treni soppressi avrebbero potuto aiutare il trasporto pubblico in tratte meno redditizie; ora gli introiti di Thello rimarranno a Thello e la sostenibilità delle linee non commerciali resta un onere dello Stato, speriamo.
Come per altre simili circostanze esprimiamo perplessità rispetto al nuovo modello di trasporto ferroviario liberalizzato, particolarmente esaltato nel nostro Paese. “Virtuosismo”
che non trova riscontro nel resto dell’Europa, visto come i nostri vicini conservano gelosamente intatti gli spazi dove operano le loro compagnie di bandiera, resistendo all'ingresso dei capitali stranieri.
Saremo comunque presenti anche per i nuovi lavoratori di Thello, per difendere i loro diritti
e le loro condizioni di lavoro e per il personale di Trenitalia che vedrà  perdere la produzione.
Le Imprese si dividono. I lavoratori no!  

Diritto alla cura e alla salute dei cittadini , azienda ospedaliera "Sant'Antonio abate" di Gallarate (Varese) : Interrogazione Parlamentare al Senato della Repubblica

Interrogazione Parlamentare al Senato della Repubblica

Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 334 del 21/10/2014
FUCKSIASIMEONI - Al Ministro della salute - Premesso che:

il diritto alla cura e alla salute dei cittadini è un diritto costituzionalmente garantito e dunque da tutelare e garantire con trasparenza ed efficacia; il Servizio sanitario nazionale sta attraversando una fase delicata, con importanti riduzioni di budget che presuppongono quindi da parte delle aziende sanitarie locali il dovere di assicurare una gestione economica ancor più attenta e orientata all'efficienza;
la dirigenza e il personale medico, infermieristico, tecnico e amministrativo delle aziende sanitarie sono chiamati a svolgere con la massima professionalità il proprio ruolo nell'interesse di un servizio ottimale da erogare al cittadino;
considerato che:
dal 2012, in coincidenza con l'insediamento della nuova dirigenza, ovvero del direttore generale dottor Humberto Pontoni e del direttore sanitario dottoressa Giuseppina Ardemagni, l'azienda ospedaliera "Sant'Antonio abate" di Gallarate (Varese) ha registrato un numero crescente di denunce intentate dai propri dipendenti, di diverso grado e ruolo;
risultano in aumento anche le cause intentate dai pazienti a dimostrazione, a giudizio degli interroganti, che con l'insediamento della nuova dirigenza l'organizzazione ospedaliera delle cure si è andata precarizzando anziché stabilizzando; il concorrere in azioni legali arreca un costo aggiuntivo per l'azienda, distogliendo dunque una quota crescente di risorse pubbliche dal naturale impiego per l'assistenza sanitaria; l'azienda ospedaliera Sant'Antonio abate ha contestualmente registrato una forte diminuzione del numero di accessi e di prestazioni e ricoveri;
risulta agli interroganti che alcuni lavoratori del personale medico ed infermieristico abbiano denunciato forti ritardi nell'assegnazione di appuntamenti ed incontri interlocutori con la dirigenza al fine di appianare possibili discordie;
considerato inoltre che, per quanto risulta agli interroganti:
sulla base di una segnalazione ricevuta da un sindacalista, dipendente dell'ospedale Sant'Antonio abate è stata presentata una denuncia per anomalie nell'assegnazione di una gara d'appalto dall'associazione 5 Stelle per la legalità e da alcuni consiglieri regionali della Lombardia del Movimento, oggetto di indagine da parte della magistratura e delle forze dell'ordine, con possibili conseguenti aumenti di costo per l'azienda sanitaria e per i contribuenti pubblici. Inoltre il dipendente che, venuto a conoscenza di un possibile illecito amministrativo ha adempiuto all'obbligo di segnalarlo, come previsto dal regolamento anticorruzione, è stato però trasferito e vessato;
è, altresì, in corso una causa con una dipendente in servizio da quasi 40 anni a cui è stata revocata la funzione, assegnatale tramite regolare procedura interna di selezione, con conseguente detrazione dallo stipendio del contributo erogatole per la posizione organizzativa ricoperta. La dipendente non avrebbe ricevuto alcuna contestazione dalla Direzione sanitaria in ordine alle attività svolte;
alcuni dipendenti avrebbero segnalato un forte disagio, scaturito dal fatto che eventuali rimostranze nei confronti della direzione potrebbero condurre a ripercussioni negative sia personali che professionali;


i sindacati di base Nursing up (Sindacato degli infermieri italiani) e Adl Cobas (Associazione per i diritti dei lavoratori) denunciano un notevole aumento dei tempi di attesa per alcuni tipi di esami, ad esempio:
 6 mesi per una mammografia e 4 mesi per una risonanza magnetica. Tempi così lunghi di attesa non sono in alcun modo giustificati, se si considera, ad esempio, che nel reparto di urologia di Gallarate con 25 posti letto vengono eseguiti 1.200 interventi all'anno, mentre nel vicino ospedale di Busto Arsizio con un numero di posti letto inferiore, e cioè 19, ne vengono eseguiti molti di più, ovvero 1.800;
considerato infine che nonostante la spending review in atto nell'azienda ospedaliera di Gallarate, e le conseguenti difficoltà economiche e manageriali da ciò derivanti, la dirigenza ha provveduto ad assumere ulteriore personale non sanitario,  si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione;
se intenda attivarsi presso l'ente competente affinché vengano disposte iniziative di controllo e vigilanza sulla gestione dell'azienda ospedaliera Sant'Antonio abate di Gallarate da parte della nuova amministrazione, al fine di garantire una maggiore trasparenza, la corretta gestione pubblica della struttura e un equo trattamento dei suoi dipendenti;
se non ritenga necessario che venga valutato il costo determinato dall'assistenza legale in seguito alle cause intentate nei confronti dell'azienda ospedaliera, le eventuali responsabilità delmanagement, il rispetto delle modalità di appalto dei lavori commissionati dall'azienda, nonché la correttezza delle azioni disciplinari attuate nei confronti dei lavoratori dipendenti che hanno denunciato irregolarità in merito.
(4-02869)

sabato 22 novembre 2014

Assemblea del 21 novembre dei lavoratori ex parcheggiatori delle aree di sosta a pagamento del Comune di Milano : le decisioni, le prossime iniziative di mobilitazione



COMUNICATO STAMPA 21.11.2014
Il 21 novembre, i lavoratori ex parcheggiatori delle aree di sosta a pagamento del Comune di Milano, organizzati nel Comitato Sosta Milano, riuniti in Assemblea insieme al Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI” hanno deciso di proseguire nella loro vertenza occupazionale e di sostegno al reddito e pertanto di:
- organizzare il 26 novembre dalle 14.00 alle 16.00 un nuovo Presidio dinanzi a Palazzo Marino, in occasione della riunione della Commissione Ambiente, Mobilità, Arredo Urbano, Verde;
- organizzare il 10 dicembre dalle 10.00 alle 12.00  un Presidio dinanzi alla sede di ATM SpA in Foro Buonaparte;
- organizzare il 18 dicembre dalle 10.00 alle 12.00  un Presidio dinanzi al Palazzo della Stampa in Piazza Cavour;
-  intervenire presso tutti i partiti politici e le istituzioni locali per spiegare le ragioni della propria lotta e impegnarli nel trovare una soluzione;
- interessare la Pastorale del Lavoro e l’Arcivescovado di Milano per la drammaticità delle condizioni in cui versano i circa 120 lavoratori licenziati e a tuttoggi senza lavoro e senza reddito;
- promuovere azioni legali per le questioni occupazionali e economiche maturate e rimaste insolute.

Milano, 21 novembre 2014
Comitato Sosta Milano

Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI” 

Eternit: una sentenza vergognosa (da Medicina Democratica)


Eternit: una sentenza vergognosa

eternit_fotoaula-anteprima-600x450-583715Il 19 novembre Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute – onlus e l’Associazione Italiana Esposti Amianto – onlus hanno seguito il processo per Cassazione al seguito delle richieste di riforma della sentenza della Corte d’Appello di Torino del maggio 2013 , formulate dai difensori dell’accusato, Stephan Schmidheiny (condannato a 18 anni di reclusione) e dei responsabili civili.
Alle ore 21 i responsabili di MD e AIEA hanno ascoltato insieme ai famigliari delle vittime, alle associazioni, ai sindacati, agli esperti, alle molte delegazioni straniere presenti, il dispositivo della sentenza che “ha liberato”, non con l’assoluzione, ma con la prescrizione, gli imputati dalle pene e dai risarcimenti loro comminati.
La reazione, tanto evidente, quanto pronta e spontanea è culminata con un coro dominato dalla parola “vergogna!”. MD e AIEA hanno seguito il convegno internazionale indetto, da BAN Asbestos Italia e dal Coordinamento nazionale Amianto, della mattina del 20, presso la Sala della Mercede della Camera dei Deputati cui hanno partecipato delegazioni straniere comprendenti Ban Asbestos Francia, CAOVA (Svizzera), Ban Asbestos Spagna.
Sono stati citati due libri appena scritti, i cui titoli sono sembrati adeguati a descrivere la sentenza: il primo dello spagnolo Francisco Baetz Bequet “Un genocidio impune” (un genocidio impunito) e il secondo di Annie Thebeau-Mony (Associazione Henry Peserat – Francia) con il titolo “La science asservie” (la scienza asservita).
Libri che sono sembrati essere stati scritti nella notte dopo la sentenza e di cui il primo esprime la più immediata conseguenza e il secondo le modalità cui ad essa si è arrivati. Un’enorme divaricazione fra verità storica e verità giuridica, sintetizzata dal Procuratore Generale Francesco Iacoviello che ha chiesto alla fine della sua requisitoria “l’annullamento senza rinvio” della sentenza d’Appello, propendendo per il diritto (o una concezione burocratica del diritto come ha affermato il sen. Casson) piuttosto che per la giustizia.
Una posizione di sconforto che offende le migliaia di vittime ed aumenta la diffidenza nei suoi confronti da parte dei cittadini. Abbiamo imparato che “il disastro” viene, dalla concezione di cui sopra considerato a sè, senza valutarne le conseguenze e che il principale accusato, una volta uscito dalla direzione dell’impresa, doveva essere sciolto dalla sua imputazione. In questo modo i processi che riguardano lavoratori o cittadini, esposti a sostanze tossiche e cancerogene che producono danni e morte dopo decenni, come nel caso dell’amianto, non potrebbero mai essere celebrati.
E’ evidente che deve essere posta la questione della prescrizione per riformarla concretamente, per togliere ogni alibi. Potrebbe essere eliminata, per via legislativa urgente, per i crimini da lavoro e ambientali che producono malattia e morte.
Ma, temiamo, in un momento in cui “l’impresa” assurge a centro del momento storico che si sta vivendo , dove tutto viene ad esserle subordinato, questa posizione non troverà molto spazio. (Si pensi anche a quanto si sta preparando in tema di relazioni e accordi internazionali: TTIP- TISA. 
Le leggi nazionali e pure la Costituzione dovrebbero essere sottomesse alle necessità – di profitto- delle multinazionali e di coloro che, con un nome e cognome, le reggono e ne decidono la politica). 
Che fare dunque? Proseguire nella lotta – è l’unanime grido dei partecipanti, vittime ed ex esposti, rafforzare i rapporti, costruire piattaforme comuni, dando una forma organizzata a Ban Asbestos Europa, così come espresso nel “Manifesto di Roma” approvato alla fine del incontro alla Camera.
Per quanto concerne lo specifico della sentenza ETERNIT verificare ed agire, dove è possibile, con denunce che partano dai singoli ex esposti, danneggiati moralmente e fisicamente; verificare altresì la possibilità, una volta lette le motivazioni della sentenza, di ricorre alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
Roma, 20 novembre 2014
PER AIEA Armando Vanotto
PER MD Fulvio Aurora

mercoledì 19 novembre 2014

COMUNICATO SU PRESIDIO A PALAZZO MARINO E INCONTRO COL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE BASILIO RIZZO del 19.11 Prosegue la mobilitazione del Comitato Sosta Milano e del Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”.


Comitato Sosta Milano

Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”

COMUNICATO STAMPA 19.11.2014
Oggi, 19 novembre, il Comitato Sosta Milano (gli ex parcheggiatori delle aree di sosta a pagamento del Comune di Milano) insieme al Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”, ha effettuato un Presidio dinanzi a Palazzo Marino. Una delegazione è stata ricevuta da Basilio Rizzo, Presidente del Consiglio Comunale di Milano.
Anche al Presidente Rizzo, come già avvenuto nell’incontro in Prefettura di lunedì scorso, sono state esposte in modo dettagliato sia il merito della vertenza che le richieste dei lavoratori licenziati dal Comune di Milano e da ATM.
La Delegazione ha anche in questa occasione, messo in evidenzia la gravità delle condizioni in cui versano i circa 150 lavoratori licenziati ed hanno denunciato il continuo palleggiamento di responsabilità tra Comune di Milano ed ATM.
Pertanto è stato chiesto al Presidente di farsi portavoce presso il Consiglio del grave problema socio-occupazionale e della necessità di trovarvi soluzione.
Venerdì 21 novembre il lavoratori si ritroveranno in assemblea per fare il punto dopo queste due prime iniziative di mobilitazione e  decidere le prossime iniziative di lotta.
Il Comitato Sosta Milano ( gli ex parcheggiatori delle aree di sosta a pagamento del Comune di Milano) insieme al Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI” hanno comunque già preannunciato che mercoledì 26 p.v. alle 14.30 i lavoratori effettueranno un nuovo Presidio davanti a Palazzo Marino, essendo stata rinviata a quella data la riunione della Commissione Ambiente, Mobilità, Arredo Urbano, Verde, che si sarebbe dovuta tenere in data odierna .

Milano, 19 novembre 2014
Comitato Sosta Milano

Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI” 

Prosegue la mobilitazione del Comitato Sosta Milano e del Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”.

il Comune di Milano, nonostante gli impegni scritti, ha licenziato circa 150 lavoratori che da quasi 20anni si occupano delle aree di sosta
gli ex  parcheggiatori delle aree di sosta a pagamento  del Comune di Milano  sono in lotta per il lavoro con la solidarietà di altri lavoratori


Mercoledì 19 novembre  ore 14.00 

Presidio a Palazzo Marino

Comitato Sosta Milano
    Coordinamento Milanese di Solidarietà “ DALLA PARTE DEI LAVORATORI ”

COMUNICATO STAMPA
Oggi, 17 novembre, il Comitato Sosta Milano ( gli ex parcheggiatori delle aree di sosta a
pagamento del Comune di Milano) insieme al Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA
PARTE DEI LAVORATORI”, ha effettuato un Presidio dinanzi alla Prefettura. Una delegazione è
stata ricevuta dalla rappresentante del Prefetto (Vice-Prefetto Aggiunto Laura Visone).
Al Prefetto sono state esposte in modo dettagliato sia il merito della vertenza che le richieste
dei lavoratori licenziati dal Comune di Milano e da ATM.
La Delegazione ha in particolare evidenziato la gravità delle condizioni in cui versano i circa 150
lavoratori licenziati ed hanno denunciato il continuo palleggiamento di responsabilità tra
Comune di Milano ed ATM.
Pertanto è stato chiesto al Prefetto di intervenire, stante il grave problema socio-occupazionale,
nel farsi promotore di un proficuo tavolo di composizione della vertenza tra Comune-ATMLavoratori.
Il 19 novembre alle 14.30 sarà effettuato un nuovo in Presidio davanti a Palazzo Marino, in
occasione della riunione della Commissione Ambiente, Mobilità, Arredo Urbano, Verde, e dove
alle 14.00 è già fissato un incontro con il Presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo.
Milano, 17 novembre 2014
Comitato Sosta Milano




Coordinamento Milanese di Solidarietà “DALLA PARTE DEI LAVORATORI”