-

per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" SCRIVI A: dallapartedeilavoratori@gmail.com -- per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" scrivi a: dallapartedeilavoratori@gmail.com
1945 -2018 73° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO : Buon 25 Aprile !!!
*****
*****CAMPAGNA DICO 32 - SALUTE PER TUTTE E TUTTI! - HEALTH4ALL - GIORNATA EUROPEA CONTRO LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE, LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE
*****
*****

NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA !




martedì 26 agosto 2014

DUMPING SOCIALE EUROPEO IN ITALIA, ANZI IN LOMBARDIA: Lo strano caso dei muratori pagati 7 € l’ora (se va bene). Ecco come società rumene (per buona parte fatte da italiani) assumono personale in Italia e lo pagano secondo i contratti rumeni

Lo strano caso dei muratori pagati 7 € l’ora (se va bene). 
Ecco come società rumene (per buona parte fatte da italiani) assumono personale in Italia e lo pagano secondo i contratti rumeni.
[articolo di Gianni Bonfadini , GIORNALE DI BRESCIA MERCOLEDÌ 20 AGOSTO 2014 ECONOMIA 27] 


ALLARME AD OVEST / 2 . CASTREZZATO  - Andiamo avanti in questa istruttoria sul disastro che si sta consumando nell’Ovest bresciano, terra da sempre considerata capitale dell’edilizia (anche con tutte le perversioni che negli anni si sono consumate) e che oggi paga l’altissimo prezzo di avere - in un pugno di paesi - 6-7 mila disoccupati.
Si è costruito tanto, troppo, oggi si è quasi tutto fermato.  Sul come poter immaginare di uscirne da questo disastro lo si vedrà più avanti.
Oggi il tema è quello di chi lavora regolarmente - regolarmente, ripeto - nei cantieri ad una cifra patetica, irrisoria quasi per i nostri parametri: 7 euro l’ora, ma anche 6 giura qualcuno.
E’ lo strano caso di società rumene (per la gran parte) che assumono in Italia ma pagano con i contratti di quel Paese.
Della storia, si era cominciato a sentir parlare quando erano cominciati i primi lavori alla Brebemi. Si raccontava di ferraioli che prendevano 7-8 euro l’ora, ma anche 6 come detto.
Diciamo che siamo al 40% in meno rispetto ad un normale contratto italiano.
La storia pare sia questa e la sintetizza Tiziano Pavoni, presidente del Collegio dei Costruttori.
Viene costituita in Romania una società che ha l’obiettivo di prendere lavori in Italia. Per la gran parte sono piccoli o grandi capitali italiani, magari con un socio di minoranza romeno. Dalla Romania, che è un Paese della Ue e quindi risponde alle leggi sulla libera circolazione di capitali e persone proprie dell’Europa,si assumono persone in Italia, «per la gran parte – dice Pavoni - albanesi, indiani, pakistani o romeni, ma anche qualche italiano». E li si paga con il contratto in vigore in Romania. Che per un muratore è di circa 400 euro al mese, cui si aggiungono altri 400 euro sotto forma di indennità di trasferta. E fanno, quindi, 800 euro al mese che vanno in busta paga. Mettiamoci altri 400 euro circa fra tasse e previdenza e fanno, per l’appunto, 1200 euro al mese. Questo è il costo mensile che la società rumena deve sostenere per far lavorare personale in Italia.

«A dir poco-commenta Pavoni - siamo sotto del 40% rispetto ai nostri costi». E qui si apre il dramma, il dramma vero, una voragine di prospettiva. Perchè, se la cosa fosse irregolare verrebbe da dire: poco male (si fa per dire). Nel senso che, perversione per perversione, questa altra non sarebbe che una ennesima variante delle tante porcheriole che alcuni operatori del settore hanno consumato in questi anni.

Ma il dramma è che questa cosa qui è - sarebbe - regolare.
Con contratti di questo tipo si fa lavorare regolarmente gente in cantieri che dovrebbero essere iper-presidiati come la Brebemi, ad esempio, oppure dentro il cantiere dell’Expo che per definizione e proclami dovrebbe essere il cantiere non solo più grande d’Italia, ma anche il più presidiato, il più controllato. Ma è per questo che si può lavorare con questi contratti: perché sono regolari, formalmente ineccepibili.
E non è finita. Pare - e qui Tiziano Pavoni si riserva un supplemento d’indagine – che queste imprese romene di nome ma di fatto gestite da italiani (sempre regolarmente, intendiamoci) applichino in molti casi non il contratto dell’edilizia ma di altro genere, per esempio quello della meccanica. «E’ uno degli aspetti rispetto al nostro».
Ora, in attesa del supplemento d’indagine, se lavorare regolarmente in un cantiere in Italia costa 6-8 euro l’ora, questo significa che il futuro – per i nostri - è davvero spesso.
... Gianni Bonfadini ,  
g.bonfadini@ giornaledibrescia.it