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giovedì 5 novembre 2015

Bukola Elemide in arte Asa (recensione musicale a cura di Amerigo Sallusti)

recensione musicale a cura di Amerigo Sallusti
ASA

Asa voce e chitarra, Janet Nwose voce, Nicolas Mollard chitarra, Jean-Francois Ludovicus batteria, Stefane Castry basso, Didier Davidas tastiere. Un combo davvero entusiasmante accompagna Bukola Elemide in arte Asa, 32 anni nigeriana nata a Parigi. Il suo nuovo album “Bed of Stone” uscito a fine agosto è un canto libero come il significato del nome d’arte che ha scelto, falco. Cresciuta in Nigeria, a Lagos, dal debutto, nel 2007 con l’album “Asa”, è spesso paragonata per la sua voce calda e graffiante a Tracy Chapman. 
Ma la musica della trentaduenne è quella che ha assimilato da Fela Kuti e Angelique Kidyo, con la quale collabora. E poi Bob Marley ed Eryka Badu, artisti anch’essi che in qualche modo l’accompagnano dalla nascita. Ed il collante di tutte queste sfaccettature infine, quella koinè artistica che è la caratteristica delle musicalità presenti nell’Africa occidentale grazie all’espressività yoruba. 
L’impegno per la sua Nigeria poi, nazione in turbolento sviluppo, era il motivo al centro del primo album, portato al successo dalla hit “Fire on the Mountain”, mentre la bellezza della vulnerabilità era il concept del successivo “Beautiful Imperfection”, del 2010. Nel nuovo disco che Asa ha scritto tra Berlino, Lagos, New Orleans, Londra, è l’amore, alla fine, che fa da traino alle nuove canzoni, in equilibrio tra influenze black americane e identità africana. Lagos, una città pullulante di gente e vibrante di energia, ma anche un luogo caratterizzato da una profonda spiritualità. L’Islam e il Cristianesimo convivono in un’atmosfera di tolleranza, i giovani imitano l’America, la città turbolenta si muove senza sosta in un balletto armonioso e infernale di amore e di odio, risate e violenza, povertà e benessere. Città dove negli anni suo padre ha accumulato una notevole collezione di dischi, soprattutto classici soul e musica nigeriana. 
La piccola Asa è cresciuta con il suono di artisti quali Marvin Gaye e Aretha Franklin dai quali trarre continuamente ispirazione. Nel 2006 Asa ritorna a Parigi e si ritrova a suonare con artisti quale Nubians, Manu Dibango e Tony Allen. Nel luglio 2007 firma per la label Naive producendo un magnifico album pieno di emozioni e melodie; la voce della giovane cantante e la sua energia confermano il suo eccezionale talento. Ad accompagnarla e a dare luce particolare al disco è il flauto del “maestoso” Magic Malik. L’R&b si unisce al pop e al reggae in “Fire on Mountain”, primo singolo dell’album e suo vero hit “di sempre”, un’impertinente e velata metafora per un mondo ignorante e indifferente. Chi si rifiuta di prestare attenzione alle scintille non avrà altra scelta se non correre quando scoppierà l’incendio. 
Il fuoco rappresenta simbolicamente i conflitti e i problemi dell’umanità di cui non ci prendiamo più cura: la violenza domestica, la povertà fuori dalla porta di casa, e così via. Asa esprime in tanti modi diversi il suo punto di vista agrodolce nei confronti della realtà che la circonda. E così denuncia la moderna schiavitù in tutte le sue forme; gli scempi ambientali e tutte le guerre. Come  una moderna griot o cantastorie gira per il mondo accompagnata da antichi strumenti cordofoni e vibrafoni che insieme a quelli elettrici producono melodie e musicalità davvero speciali. A esplicitare come non vi possa essere modernità senza radici poiché –anche- la musica nasce dal grande cuore dell’Africa. Asa, menestrello del/nel mondo.