Uber, a Milano scatta il
blocco selvaggio: tassisti in presidio, clienti a terra. Ferme centinaia di
auto bianche
Proteste
in stazione Centrale, a Linate e in piazza Affari. Secondo i conducenti, una
nota del ministero cancellerebbe le sanzioni della polizia locale. Il Viminale:
"Si continuerà a multare chi usa l'auto per scopi diversi Le multe
continueranno ad esserci". L'Autorità di garanzia per gli scioperi scrive
a sindaco e prefetto
di
ILARIA CARRA
A terra i passeggeri dei treni e anche i viaggiatori in arrivo a Linate: tutti
a piedi. O con i mezzi, possibilità meno semplice per chi arriva in aeroporto
carico di bagagli. Blocco dei taxi a Milano. Centinaia, circa trecento in
stazione Centrale e qualche decina a Linate e in piazza Affari, hanno smesso di
caricare passeggeri per protestare contro il governo sul tema dei controlli a
Uber. Si tratta di un blocco selvaggio (non annunciato né avallato dai
rappresentanti di categoria) partito a mezzanotte. Alle otto del mattino erano
circa una ventina gli autisti che per protesta non facevano salire a bordo i
clienti tranne donne incinte, anziani e disabili che trasportavano gratis. Alle
undici erano già varie centinaia, tanto che anche il centralino del 4040
avvisava che "a causa dell'agitazione dei tassisti, il servizio potrebbe
non essere garantito". Segno che lo stop ha avuto conseguenze reali sul
servizio alla città. Cuore della protesta è piazza Duca d'Aosta - zona Stazione
Centrale - dove si concentra il grosso della protesta e dove turisti e
passeggeri dei treni in arrivo in Centrale sono rimasti a piedi.
Uno stop contro il governo. I primi rumors hanno
cominciato a circolare nella notte. Su Facebook si parlava di "una
circolare Alfano" che avrebbe, in sostanza, sospeso le sanzioni verso Uber
e "riabilitato" UberPop, nonostante nei mesi scorsi il tribunale di Milano abbia "spento" l'applicazione perché
illegale. Secondo l'assessore alla Sicurezza del Comune, però, i rumors non
corrispono a verità, perlomeno a Milano. La circolare ministeriale esiste, ma
l'assessore dalla sua pagina Facebook precisa: "Alcuni taxisti stanno
protestando su una circolare interpretativa del ministero sostenendo che blocca
le sanzioni che la polizia locale fa a Uberpop". Ma l'assessore rassicura:
"Comune e polizia locale a Milano stanno continuando a sanzionare UberPop
perché il Tribunale ci ha dato ragione con
diverse sentenze e quindi procediamo". I tassisti però dicono di non
fidarsi e chiedono un incontro in prefettura per chiarire la vicenda e vogliono
che questa rassicurazione venga messa per iscritto. Secondo loro infatti le
nuove indicazioni sono troppo vaghe.
Gli articoli del codice della strada. E nel pomeriggio, arriva la
nota del governo, da cui si capisce cosa è cambiato nell'approccio del governo
alle sanzioni verso Uber e UberPop. In sostanza, si continuerà a sanzionare chi
utilizza il mezzo privato per un servizio pubblico non autorizzato, ma
attraverso il più generico articolo 82 del Codice della strada che 'punisce'
chi utilizza il veicolo "per una destinazione o uso diversi da quelli
indicati sulla carta di circolazione". E non più ricorrendo ai più severi
articoli 85 e 86 che fanno riferimento alle specifiche che riguardano -
rispettivamente - le autorizzazioni ai noleggiatori con conducente, Ncc
(spesso assoldati da UberBlack ) e le regole del servizi taxi. In teoria
dunque, il riferimento potrebbe un giorno toccare anche le forme di carpooling,
di considivione sul modello di Bla Bla car.
IL DOCUMENTO/ LA CIRCOLARE DEL MINISTERO
La precisazione del Viminale. "La linea già stabilita da diverse Prefetture di contrastare in maniera chiara chi utilizza un mezzo privato per svolgere un servizio pubblico non autorizzato - scrivono dal Viminale - resta pienamente confermata. Non esiste infatti nessuna 'circolare Alfano' che consentirebbe di non sanzionare il servizio Uberpop, semmai esiste una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza, inviata, l'11 marzo del 2016, ai dirigenti dei Compartimenti di Polizia stradale, con il chiaro intento di trasmettere il parere del Consiglio di Stato secondo il quale viene mantenuta l'applicabilità della sanzione prevista dall'art. 82 del codice della strada, laddove venga accertato l'utilizzo del veicolo per una destinazione o uso diversi da quelli indicati sulla carta di circolazione".
IL PRECEDENTE - TASSISTI CONTRO UBER: IN 500 BLOCCANO LA
CITTA'IL DOCUMENTO/ LA CIRCOLARE DEL MINISTERO
La precisazione del Viminale. "La linea già stabilita da diverse Prefetture di contrastare in maniera chiara chi utilizza un mezzo privato per svolgere un servizio pubblico non autorizzato - scrivono dal Viminale - resta pienamente confermata. Non esiste infatti nessuna 'circolare Alfano' che consentirebbe di non sanzionare il servizio Uberpop, semmai esiste una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza, inviata, l'11 marzo del 2016, ai dirigenti dei Compartimenti di Polizia stradale, con il chiaro intento di trasmettere il parere del Consiglio di Stato secondo il quale viene mantenuta l'applicabilità della sanzione prevista dall'art. 82 del codice della strada, laddove venga accertato l'utilizzo del veicolo per una destinazione o uso diversi da quelli indicati sulla carta di circolazione".
I sindacati si dissociano. Saputa della protesta, tutti i sindacati hanno condannato l'azione. La Fit Cisl si è dissociata: "Pur condividendo le paure dei tassisti sul tema - dice il coordinatore Eliseo Grasso - ci dissociamo da questo fermo anche perché a Milano cade la motivazione. Chiediamo ai tassisti di riprendere regolarmente il servizio". L'Unione Artigiani in una nota comunica "ai soci tassisti che il fermo spontaneo di oggi non è autorizzato e che ogni forma di protesta deve essere comunicata nei termini di legge previsti". Poi, in merito alla circolare del Ministero degli Interni "che invita la polizia a non emettere sanzioni ai driver Uber, si comunica che in data 2 maggio il Comune di Milano ha reso noto, dietro nostra sollecitazione, che detta circolare non verrà presa in considerazione".
L'Autorità di garanzia per gli scioperi scrive a prefetto e sindaco. Lo fa per avere, con urgenza, informazioni sul blocco improvviso del servizio. "L'Autorità - viene precisato - accerterà ora le modalità di astensione e se vi siano profili di propria competenza, anche per l'adozione delle relative sanzioni, così come previsto dalla legge"