-

per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" SCRIVI A: dallapartedeilavoratori@gmail.com -- per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" scrivi a: dallapartedeilavoratori@gmail.com
1945 -2018 73° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO : Buon 25 Aprile !!!
*****
*****CAMPAGNA DICO 32 - SALUTE PER TUTTE E TUTTI! - HEALTH4ALL - GIORNATA EUROPEA CONTRO LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE, LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE
*****
*****

NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA !




mercoledì 11 gennaio 2017

Censis: in otto anni la spesa alimentare nelle famiglie operaie è crollata del 19% (da Rai News 24)


http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/crisi-in-tavola-spesa-alimentare-in-famiglie-operaie-crollata-quasi-20-per-cento-4d407e97-b7cc-45d7-ae9c-89faab4c0b09.html?refresh_ce

Si allarga il food social gap Censis: in otto anni la spesa alimentare nelle famiglie operaie è crollata del 19% Se nell’Italia del ceto medio vinceva la dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale disponibile per tutti - spiega il Centro Studi Investimenti Sociali - nell’Italia delle disuguaglianze il buon cibo lo acquista solo chi può permetterselo Tweet Istat, rincara il carrello della spesa: a giugno +0,2% Prezzi: un altro mese in deflazione, ma sale il carrello della spesa Consumi, Cgil: le famiglie tirano la cinghia, la spesa cala del 6,3% in otto anni 26 ottobre 2016 L'effetto della crisi si fa sentire anche in tavola: sono sempre di meno gli italiani che mangiano carne, pesce, frutta e verdura. In particolare, a ridurre il consumo di carne - solo nell'ultimo anno, come riporta un' indagine del Censis -  16,6 milioni di connazionali. Mentre 10,6 milioni hanno diminuito il consumo di pesce, 3,6 milioni la frutta e 3,5 milioni la verdura. La dieta italiana, fatta di quantità adeguate di cereali, carne, pesce, frutta e verdura, olio d’oliva, formaggi, legumi, ecc., che ci ha portato ad essere uno fra i popoli più longevi al mondo, con un‘aspettativa di vita media di 85 anni per le donne e di  80 anni per gli uomini, rischia di sparire dal quotidiano delle nostre tavole. L'Italia torna alla tavola per ceti Sono le famiglie meno abbienti a ridurre di più gli alimenti di base della buona dieta italiana.
Nell’ultimo anno hanno ridotto il consumo di carne il 45,8% delle famiglie a basso reddito contro il 32% di quelle benestanti. Di carne bovina, il 52% delle prime e il 37,3% delle seconde. Per il pesce, il 35,8% delle meno abbienti e il 12,6% delle più ricche. Per la verdura, riducono il consumo il 15,9% delle famiglie a basso reddito e il 4,4% delle più abbienti. Per la frutta, il 16,3% delle meno abbienti e solo il 2,6% delle più ricche. Se nell’Italia del ceto medio vinceva la dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale disponibile per tutti, nell’Italia delle disuguaglianze il buon cibo lo acquista solo chi può permetterselo. Si allarga il food social gap: spesa alimentare delle famiglie meno abbienti in picchiata
Nel periodo 2007-2015 la spesa alimentare delle famiglie italiane è diminuita in media del 12,2% in termini reali. Ma nelle famiglie operaie è crollata del 19,4% e in quelle con a capo un disoccupato del 28,9%. Ecco spiegato il food social gap: nella crisi il divario nella spesa per il cibo dei più ricchi e dei meno abbienti si è ampliato. Meno potevi spendere per scegliere il buon cibo, più hai dovuto tagliare la spesa. Le differenze a tavola diventano distanze e ormai fratture: si mangia quel che ci si può permettere, e il dibattito ideologico sul valore nutritivo degli alimenti è fuorviante. Allarme carne: il crollo dei consumi minaccia la dieta mediterranea. Se nel periodo 2007-2015 la spesa alimentare è diminuita del 12,2%, quella per la carne è scesa del 16,1%. Nello stesso periodo in Europa solo i greci (-24%) hanno tagliato di più degli italiani (-23%) il consumo pro-capite annuo di carne bovina. Queste riduzioni intaccano consumi di carne che in Italia erano già inferiori agli altri Paesi europei. Infatti, gli italiani si collocano al terz’ultimo posto in Europa per consumo «apparente» (cioè al lordo delle parti non edibili) delle diverse tipologie di carne (pollo, suino, bovino, ovino) con 79 kg pro-capite annui, distanti da danesi (109,8 kg), portoghesi (101 kg), spagnoli (99,5 kg) e anche francesi (85,8 kg) e tedeschi (86 kg).  Rischio salute dalla cattiva alimentazione La riduzione del consumo di alimenti come carne, pesce, frutta e verdura minaccia l’equilibrio nutrizionale della dieta delle famiglie italiane. E aumenta così il rischio di patologie. I tassi di obesità sono più alti nelle regioni con redditi inferiori e con una spesa alimentare in picchiata. Nel Sud, dove il reddito è inferiore del 24,2% rispetto al valore medio nazionale e la spesa alimentare è diminuita del 16,6% nel periodo 2007-2015, gli obesi e le persone in sovrappeso sono il 49,3% della popolazione, molto più che al Nord (42,1%) e al Centro (45%), dove i redditi medi sono più alti e la spesa alimentare ha registrato nella crisi una riduzione minore. - 


http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/crisi-in-tavola-spesa-alimentare-in-famiglie-operaie-crollata-quasi-20-per-cento-4d407e97-b7cc-45d7-ae9c-89faab4c0b09.html