COMUNICATO STAMPA
GOVERNO ED ABI: ENNESIMO ATTACCO CONCENTRICO
AI DIRITTI DEI LAVORATORI DEL CREDITO
“Lo sciagurato disegno del
Governo di cancellare l’art. 18 potrebbe non essere l’unico pericoloso attacco
al mondo del lavoro in quanto, al suo interno, sono presenti ulteriori ed
ugualmente insidiose misure in grado di compromettere dalle fondamenta il
sistema di salvaguardie oggi vigente e non solo nel campo della tutela contro i
licenziamenti illegittimi”, afferma il Segretario Generale di UNITÀ SINDACALE
Falcri Silcea, Emilio Contrasto, che denuncia l’esistenza anche di “un
probabile asse Governo-ABI volto a cancellare le norme che tutelano i
dipendenti nei casi di demansionamento”.
“Gli emendamenti del Governo al
DdL delega sul Jobs Act – spiega Contrasto – prevedono, tra le altre,
l’adozione di misure non solo contro il diritto al reintegro in caso di
licenziamento illegittimo e contro il divieto di controllo a distanza,
limitando l’elenco solo alle più eclatanti, ma introducono anche la possibilità
di demansionare liberamente i lavoratori, tagliando parallelamente anche le
retribuzioni percepite.”
“L’alleanza Governo-ABI non è
un’idea da teoria del complotto o da sindrome da accerchiamento – insiste
Contrasto – ma sta nei fatti: l’ABI improvvisamente temporeggia sul rinnovo del
CCNL mentre il Governo accelera sulle modifiche alle norme di tutela del
lavoro”.
“Già da tempo, si insiste
sull’equivoco che vedrebbe la cosiddetta fungibilità tra le figure
professionali, introdotta transitoriamente nell’ultimo rinnovo contrattuale
all’interno del settore credito relativamente ai Quadri Direttivi, quale
strumento per aggirare le norme sul demansionamento. Ad avviso del Sindacato,
tali previsioni sono di per se già assolutamente idonee e sufficienti a gestire
professionalmente le migliaia di Risorse colpite dai numerosi piani di
riorganizzazione voluti e decisi dalle Banche. ABI venga, quindi, a
confrontarsi col Sindacato sull’efficacia e sui risultati di una tale misura
invece di attendere gli assist di un Governo sempre più vicino ai
banchieri e sempre più lontano dai lavoratori” attacca il Segretario Generale
di UNISIN.
“Per il mondo del lavoro –
analizza Contrasto – l’abolizione delle norme che disciplinano il
demansionamento attraverso la modifica dell’art. 13 dello Statuto dei
Lavoratori e conseguentemente dell’art. 2103 del codice civile,
rappresenterebbe una sciagura di proporzioni immani. Nel settore del credito le
banche non esiterebbero a cancellare ogni criterio di professionalità, con
riflessi pesantissimi sulle condizioni di lavoro degli addetti e sulla qualità
del servizio erogato alla clientela e con buona pace delle imprese che con
tanta insistenza richiedono alle banche competenza ed innovazione per sostenere
la ripresa ed il rilancio della produttività”.
“In un settore dove da oltre
quindici anni sono frequentissimi i fenomeni di fusione, aggregazione, cessione
di rami d’azienda, esternalizzazioni e costituzione di consorzi, per non
parlare delle innumerevoli riorganizzazioni e ristrutturazioni, l’eventuale
eliminazione delle norme di tutela rispetto al demansionamento consentirebbe,
infatti, alle Banche di colpire impunemente quelle migliaia di lavoratori, con
le loro famiglie, che per effetto di tali manovre hanno perso la loro
originaria mansione e sono stati necessariamente adibiti a ruoli di presunta
minore responsabilità”, evidenzia ancora Contrasto.
“Il Governo si concentri sulle
misure necessarie per il rilancio dell’economia e lasci perdere i regali alle
banche – conclude il Segretario generale di UNISIN – perché cancellare l’art.
18 e demansionare i lavoratori non farà crescere l’occupazione. Occorre,
invece, agire sul ruolo che le aziende creditizie svolgono nel nostro Paese e
domandarci se anch’esse non abbiano delle precise responsabilità in merito al
fatto che l’Italia ancora stenta ad uscire dalla crisi, continuando a languire
nella recessione. Al contempo, l’ABI si concentri sul confronto sindacale ed
argomenti in maniera convincente le misure che vorrebbe adottare”.
Roma, 2
ottobre 2014
UNITÀ SINDACALE
Falcri Silcea