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sabato 4 ottobre 2014

GOVERNO ED ABI: ENNESIMO ATTACCO CONCENTRICO AI DIRITTI DEI LAVORATORI DEL CREDITO

COMUNICATO STAMPA
GOVERNO ED ABI: ENNESIMO ATTACCO CONCENTRICO
AI DIRITTI DEI LAVORATORI DEL CREDITO
“Lo sciagurato disegno del Governo di cancellare l’art. 18 potrebbe non essere l’unico pericoloso attacco al mondo del lavoro in quanto, al suo interno, sono presenti ulteriori ed ugualmente insidiose misure in grado di compromettere dalle fondamenta il sistema di salvaguardie oggi vigente e non solo nel campo della tutela contro i licenziamenti illegittimi”, afferma il Segretario Generale di UNITÀ SINDACALE Falcri Silcea, Emilio Contrasto, che denuncia l’esistenza anche di “un probabile asse Governo-ABI volto a cancellare le norme che tutelano i dipendenti nei casi di demansionamento”.
“Gli emendamenti del Governo al DdL delega sul Jobs Act – spiega Contrasto – prevedono, tra le altre, l’adozione di misure non solo contro il diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo e contro il divieto di controllo a distanza, limitando l’elenco solo alle più eclatanti, ma introducono anche la possibilità di demansionare liberamente i lavoratori, tagliando parallelamente anche le retribuzioni percepite.”
“L’alleanza Governo-ABI non è un’idea da teoria del complotto o da sindrome da accerchiamento – insiste Contrasto – ma sta nei fatti: l’ABI improvvisamente temporeggia sul rinnovo del CCNL mentre il Governo accelera sulle modifiche alle norme di tutela del lavoro”.
“Già da tempo, si insiste sull’equivoco che vedrebbe la cosiddetta fungibilità tra le figure professionali, introdotta transitoriamente nell’ultimo rinnovo contrattuale all’interno del settore credito relativamente ai Quadri Direttivi, quale strumento per aggirare le norme sul demansionamento. Ad avviso del Sindacato, tali previsioni sono di per se già assolutamente idonee e sufficienti a gestire professionalmente le migliaia di Risorse colpite dai numerosi piani di riorganizzazione voluti e decisi dalle Banche. ABI venga, quindi, a confrontarsi col Sindacato sull’efficacia e sui risultati di una tale misura invece di attendere gli assist di un Governo sempre più vicino ai banchieri e sempre più lontano dai lavoratori” attacca il Segretario Generale di UNISIN.
“Per il mondo del lavoro – analizza Contrasto – l’abolizione delle norme che disciplinano il demansionamento attraverso la modifica dell’art. 13 dello Statuto dei Lavoratori e conseguentemente dell’art. 2103 del codice civile, rappresenterebbe una sciagura di proporzioni immani. Nel settore del credito le banche non esiterebbero a cancellare ogni criterio di professionalità, con riflessi pesantissimi sulle condizioni di lavoro degli addetti e sulla qualità del servizio erogato alla clientela e con buona pace delle imprese che con tanta insistenza richiedono alle banche competenza ed innovazione per sostenere la ripresa ed il rilancio della produttività”.
“In un settore dove da oltre quindici anni sono frequentissimi i fenomeni di fusione, aggregazione, cessione di rami d’azienda, esternalizzazioni e costituzione di consorzi, per non parlare delle innumerevoli riorganizzazioni e ristrutturazioni, l’eventuale eliminazione delle norme di tutela rispetto al demansionamento consentirebbe, infatti, alle Banche di colpire impunemente quelle migliaia di lavoratori, con le loro famiglie, che per effetto di tali manovre hanno perso la loro originaria mansione e sono stati necessariamente adibiti a ruoli di presunta minore responsabilità”, evidenzia ancora Contrasto.
“Il Governo si concentri sulle misure necessarie per il rilancio dell’economia e lasci perdere i regali alle banche – conclude il Segretario generale di UNISIN – perché cancellare l’art. 18 e demansionare i lavoratori non farà crescere l’occupazione. Occorre, invece, agire sul ruolo che le aziende creditizie svolgono nel nostro Paese e domandarci se anch’esse non abbiano delle precise responsabilità in merito al fatto che l’Italia ancora stenta ad uscire dalla crisi, continuando a languire nella recessione. Al contempo, l’ABI si concentri sul confronto sindacale ed argomenti in maniera convincente le misure che vorrebbe adottare”.
Roma, 2 ottobre 2014
UNITÀ SINDACALE


Falcri Silcea