PER LA DIFESA E
AFFERMAZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE
La situazione strutturale del comparto della
sanità è oggi caratterizzata da una formidabile messa in discussione del
diritto alla salute garantito dalla Costituzione (art. 3, 32 e 41 Cost.): un
sistema (SSN) pubblico, universale, gratuito, finanziato dalla fiscalità
generale, ugualitario, comprensivo di prevenzione e riabilitazione.
Tale
diritto è indebolito
dal sistema corruttivo e clientelare, dalla forza delle corporazioni mediche,
dalle riduzioni di personale, dalla debolezza dei contratti e dal loro mancato
rinnovo. Hanno operato in questo senso l’introduzione dei ticket, l’invadenza
partitica e la corruzione, l’approvazione del nuovo titolo V della costituzione
(2001) che affida la Sanità alle Regioni, la scelta dell’aziendalizzazione che comporta una sanità fondata su
logiche di bilancio, la progressiva
esternalizzazione dei servizi, l’introduzione della libera professione
intramoenia, il blocco del turn over con
le conseguenze sulle condizioni di lavoro, gli interventi di limitazione di
bilancio e la Spending review.
Ora però il diritto stesso è messo in
discussione dalle scelte e decisioni economiche del
sistema – nello specifico dalle oligarchie capitalistiche che lo reggono a
livello mondiale ed europeo. La crisi economica mondiale ha infatti orientato i
possessori di capitali esuberanti a ricercare, in Italia come altrove, nuove
occasioni di lucro nei servizi e nella Sanità privata sostenuta peraltro con il
denaro pubblico.
Le proposte dei “nuovi”
trattati: il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) e il TISA (Trade in Service Agreement),
piegano i servizi, le strutture e quant’altro alle necessità di profitto dei
produttori di beni e servizi. Non è da oggi che questo avviene, ma ora viene
formalizzato fino a togliere i diritti rimasti e la possibilità di difenderli.
Il
PATTO PER LA SALUTE (accordo Stato-Regioni del 2014) ne è
un’espressione concreta. In esso si stabilisce il livello di finanziamento per
i prossimi 3 anni per il Servizio Sanitario Nazionale – comunque passibile di
ulteriore riduzione se le “esigenze di bilancio” lo determineranno –
penalizzando le categorie più deboli: anziani cronici, malati mentali (adulti
ed età evolutiva), disabili, minori, tossicodipendenti (art. 6 del Patto).
A questo stato di cose risulta difficile contrapporsi: l’attuale sistema medico-industriale
è molto potente. E’ in grado non solo di influenzare le scelte delle oligarchie
dominanti (economiche e politiche), ma è parte delle stesse. Le contraddizioni,
peraltro secondarie rispetto alla ricerca di profitto, non mancano, ma non è
semplice inserirsi per acuirle.
Le
forze “di classe” in campo non sono nelle condizioni attuali in grado di
contrastare in modo radicale tale sistema, anche se vi è un variegato movimento
di lotta per la salute che però è molto frammentato e, salvo eccezioni, non
pensa sia necessario unirsi per contrapporsi, per articolare la difesa. Anche
perché non vi è unanimità di vedute.
E’ possibile ed è doveroso, quindi,
organizzarsi per ottenere in primo luogo risultati parziali e, da questi,
risalire ad un livello di coscienza più generale che induca le organizzazioni
che si rifanno al “movimento” ad unirsi e maturare la stessa comprensione e la
stessa teoria.
COSTITUIRE UNA RETE
PER LA SALUTE. L’analisi della realtà ci dice che se in
questo momento non è possibile costituire un movimento unitario, è forse
possibile avere una relazione fra pari, stabilire obiettivi comuni e condivisi
e operare con adeguate forme di lotta, per raggiungerli. Per costruire questa
rete occorre stabilire delle regole, degli incontri periodici, dei temi comuni,
dai quali fare discendere le iniziative e le lotte e per quanto possibile
coordinarle.
Il punto di
partenza è la concezione del diritto alla salute, piuttosto che quella, più limitata, del diritto alla
sanità. Salute
è la condizione di benessere fisico e psichico ma anche il nostro diritto
di rimanere sani, di non venire avvelenati dall’inquinamento, e in genere
di ottenere la garanzia della
prevenzione primaria, ecc. Sanità è l’insieme delle funzioni, delle
strutture, delle procedure, e delle persone che hanno il compito di tutelare la
salute. Sanità è solo una
parte del diritto alla salute: contano di più il reddito, l’istruzione, il
lavoro e le sue condizioni, la condizione ambientale, la situazione abitativa e
quella culturale.
Difficile agire su tutto, ma è possibile
scegliere temi ed iniziative di lotta legate al proprio territorio e ambiente.
Occorre poi riflettere e opporsi alla sanità che contrasta con la salute: l’espansione
continua di strutture, strumenti, prestazioni non giustificate, nuovi ospedali
imposti dalla ricerca del profitto, tecnologie presunte più evolute, nuovi
farmaci copia dei precedenti e non sufficientemente testati, prestazioni poco
utili e addirittura dannose. Un altro
nodo è quello di considerare secondari gli interventi sanitari e socio sanitari
a favore di categorie che sono poco remunerative. Da qui la forza che assumono
le compagnie di assicurazione e la necessità, espressa di nuovo dal patto per
la Salute, ma già praticata, anche da diversi sindacati, di contrarre polizze
di sanità integrativa.
devono essere messe in
discussione tutte le forme che si dirigono verso la mercificazione della sanità
e di conseguenza della salute:
·
no al
finanziamento a prestazione (drg e creg),
·
no alla libera
professione intramoenia,
·
no alla sanità
integrativa,
·
no alla
trasformazione della sanità in assistenza.
· no alla
monetizzazione della salute (e della sanità): i ticket, le rette delle rsa/rsd,
i voucher ma ripristinare i servizi domiciliari.
la sanità deve essere pubblica, universale e gratuita
(pagata dalla fiscalità generale)
Restringendo
il campo territoriale, limitandoci a Milano e Lombardia, si dovrebbe discutere
di una piattaforma della nascente rete-movimento, entrando nel merito e
definendo modalità e tempi, per cui occorre:
1. come per la scuola, difendere il
servizio pubblico e pretendere che
mantenga i necessari livelli di funzionalità;
2. organizzare
incontri tematici tra Comitati e soggetti membri della rete e con chiunque
altro per fare crescere una cultura comune su sanità e salute;
3. opporsi
alla chiusura/ridimensionamento degli ospedali e dei servizi territoriali, in
particolare: Ospedale San Carlo, San Paolo, SERT, Consultori, SPRESAL ecc.;
4. contrastare il taglio di posti letto
(oltre 7000 posti persi in 3 anni e 45.000 dal 2000 al 2009);
5. denunciare le forme di
privatizzazione dirette e indirette;
6. opporsi
specie alle “dimissioni selvagge” dagli ospedali delle persone malate croniche e
non autosufficienti;
7. contrastare
speculazioni come la costruzione della Città della Salute ;
8. rivendicare
il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) per le donne che ne
hanno necessità, e contrastare ogni ostacolo a
contraccezione, aborto e maternità assistita, compreso l’uso fazioso
dell’obiezione di coscienza;
9. opporsi
all’esautoramento delle funzioni di controllo dei Servizi di Prevenzione e
sostenere strumenti di controllo di base specialmente per quanto riguarda la
salute nei Luoghi di Lavoro;
10. contrastare ogni peggioramento dei
contratti, ogni attacco alle condizioni di lavoro del personale e garantirne la
protezione nelle emergenze (es. la pandemia
dell’Ebola);
11. combattere le esternalizzazioni.