Uber, una nuova schiavitù. Gli autisti fanno la fame

La solita cosiddetta alta finanza di Wall Street (gli analisti, perché Uber fortunatamente non è ancora quotata) dominata per un 10 per cento da una cupola di imbroglioni in grisaglia e per il 90 da un esercito di gonzi assatanati dall’opportunità di guadagnare un botto senza fatica (gli stessi che come diceva Galbraith periodicamente la Borsa stessa provvede ad alleggerire del loro denaro) ha già deciso che Uber varrà, una volta al listino, il triplo di Fiat Chrysler Automobiles. E vabbe’. Ma qual è il punto? Il punto è che ormai chi aderisce a Uber per prestare la sua opera viene trattato con gli obblighi e addirittura le imposizioni di un lavoratore dipendente senza averne alcuno dei vantaggi e a fronte di una paga da fame. Altro che sharing economy, pura speculazione da padroni delle ferriere ottocenteschi. Com’è possibile? Lo è, eccome. Perché il giochino funziona se a prestare l’opera è un giovanotto di buona famiglia, proprietario di auto, per un paio di mesi d’estate tra un anno e l’altro dell’università. Altro è se per fare l’autista-Uber il malcapitato s’indebita per comprare un’auto e ritiene di poterci ricavare di che vivere con la famiglia. Morirà di fame, ma questo Uber non glielo dice, prima. E così i medesimi malcapitati si ritrovano a fare i doppi e tripli turni sforzandosi anche di sorridere ai clienti che se no gli danno un brutto voto e l’organizzazione può espellerli dal giro.
No, per favore: non serviva Internet per ripristinare lavoro nero e para-schiavitù. Bastavano i padroni delle ferriere di fine Ottocento.
Parigi bloccata dalle proteste anti Uber

Strade bloccate dalle prime ore dell’alba per una protesta contro il servizio illegale di Uber nella capitale francese. Alla chiamata del leader sindacale dei tassisti parigini, Ibrahim Sylla, hanno risposto centinaio di taxi inscenando la famosa “protesta della lumaca” parigina che già abbiamo conosciuto in tante occasioni in passato. Grande successo sindacale, come in Italia non sappiamo più fare da anni, mancando una vera rappresentanza che abbia il coraggio delle proprie scelte.
Foto tratta dall’articolo www.bbc.com/news/business-30476503