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sabato 25 ottobre 2014

UNISIND, JOBS ACT: LA LIBERTÀ DI SENTIRSI SCHIAVI

JOBS ACT: LA LIBERTÀ DI SENTIRSI SCHIAVI
Sabato 25 ottobre tutti alla manifestazione di Roma!

Rendere più flessibile il mercato del lavoro. In altre parole, liberalizzare il mondo del lavoro! Questo il fine dichiarato e sbandierato del “Jobs Act”.
Ed in effetti, con l’approvazione del D.d.L. Delega (si ricorda che il Senato ha già dato il proprio via libera lo scorso 9 ottobre) e la successiva adozione dei Decreti Legislativi da parte del Governo, avremo:

 LIBERTÀ DI LICENZIARE
 LIBERTÀ DI CONTROLLARE
 LIBERTÀ DI DEMANSIONARE
Unico dettaglio da rilevare, è che si tratta di libertà per le imprese a fronte delle quali non si registrano tutele per i Lavoratori che, così, potranno liberamente sentirsi schiavi. La formula che il Governo ha individuato per contrastare la precarietà, dunque, pare essere: 
TUTTI PRECARI, NESSUN PRECARIO!
L’azienda avrà una pressoché totale libertà di licenziare, mediante l’adozione di un nuovo tipo di contratto di lavoro per le nuove assunzioni definito “a tutele crescenti” in relazione all'anzianità di servizio. Prevedrà sicuramente un periodo “di prova” lungo (presumibilmente di tre anni) senza alcuna tutela e con assoluta libertà di rescissione del rapporto, a seguito del quale le tutele cresceranno con l’anzianità di servizio ma non giungeranno mai al diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo, aggirando di fatto l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. A crescere sarà solo l’eventuale indennizzo, che sarà 
l’unica forma di riconoscimento per il lavoratore illecitamente licenziato.
Attenzione: il fatto che tale nuova forma contrattuale sia destinata alle “nuove assunzioni”, non significa che riguarderà solo i giovani che stipuleranno il proprio primo rapporto di lavoro, ma anche tutti coloro che, a seguito di perdita dell’impiego o di stipula di un nuovo rapporto di lavoro, saranno assunti secondo tale nuova forma contrattuale.
L’azienda avrà una pressoché totale libertà di effettuare ogni forma di controllo sul lavoro mediante una nuova disciplina dei controlli a distanza che, utilizzando come pretesto aspetti riferiti all’evoluzione tecnologica, di fatto consente di eludere i divieti oggi previsti dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori. È pur vero che la delega prevede che tale revisione dovrà avvenire “contemperando le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignità e della riservatezza del lavoratore”, ma non abbiamo 
alcun dubbio su quale esigenza prevarrà tra le due! 
L’azienda avrà una pressoché totale libertà di demansionare, senza garantire la salvaguardia delle mansioni né delle retribuzioni, fino ad oggi tutelate dall’art. 13 dello Statuto dei Lavoratori (e dall’art. 2103 c.c.). Oltre alla professionalità ed alla dignità, saranno a rischio i livelli economici raggiunti con anni di dedizione. Anche in questo caso, la previsione della delega di contemperare “l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della professionalità e delle condizioni di vita ed economiche, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento” non ci rassicura affatto. Anzi, si fissa il principio che l’inquadramento possa essere modificato in pejus. Ed il fatto che si dovranno prevedere dei limiti alla modifica (retrocessione) dell’inquadramento non rappresenta certo un’adeguata tutela delle professionalità acquisite e delle retribuzioni percepite.
È evidente che se la libertà di licenziare è un pericolo per il mondo del lavoro tutto, le altre due “libertà” rappresentano una minaccia molto seria in particolare per i nostri settori di riferimento, Credito e Riscossione Tributi, caratterizzati da un intenso ricorso alle tecnologie - che agevola il controllo a distanza - e da un’importante presenza di livelli inquadramentali intermedi e medio-alti per l’elevata professionalità richiesta. 
Dopo aver ascoltato il Presidente di Confindustria dichiarare che, con la promessa abolizione dell’IRAP si realizza un sogno per le imprese, non vorremmo che questo Governo si apprestasse a realizzare anche i sogni di ABI e Banche!
Una prima concreta risposta Lavoratori e Sindacati la potranno dare il 25 ottobre partecipando numerosi alla manifestazione di Roma “LAVORO, DIGNITA’, UGUAGLIANZA PER CAMBIARE L’ITALIA”. 

UNISIN sarà presente.

Roma, 22 ottobre 2014
 LA SEGRETERIA NAZIONALE