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martedì 8 marzo 2016
“Non ci sono troppi lavoratori bancari semmai ci sono troppi giovani disoccupati” : comunicato sindacale del 7 marzo (dal sito UNISINBNL.IT)
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venerdì 4 marzo 2016
Barclays, lo sciopero dei dipendenti: "Vogliamo un accordo per tutti" (da IL GIORNO)
da IL GIORNO : http://www.ilgiorno.it/milano/barclays-banca-1.1943554Barclays, lo sciopero dei dipendenti: "Vogliamo un accordo per tutti"
I lavoratori del gruppo Barclays tornano in piazza contro il piano di smantellamento delle attività in Italia varato due anni fa dal colosso inglese
di LUCA ZORLONI
Milano, 4 marzo 2016 - I lavoratori del gruppo Barclays tornano in piazza contro il piano di smantellamento delle attività in Italia varato due anni fa dal colosso inglese. E stavolta i colletti bianchi incrociano le braccia per un'intera giornata: motori spenti nel quartiere generale di via Arconati e filiali aperte, ma non operative, mentre un picchetto di dipendenti presidia gli uffici dell'Associazione bancaria italiana (Abi), in via Olona a Milano. Obiettivo dello sciopero è spingere l'azienda a scoprire le carte al tavolo della trattativa con i sindacati, ma soprattutto impegnarla a rispettare una serie di condizioni.
"Noi vogliamo che l'azienda venga al tavolo con un accordo che riguardi tutti i 1.050 lavoratori del gruppo. Il nostro problema è tutelare chi uscirà per ultimo", spiega Gabriele Poeta, segretario generale di Fisac Cgil Milano. Il piano avanzato da Barclays prevede che 584 lavoratori e 90 filiali a luglio passino al gruppo Chebanca!, che pure ha annunciato ulteriori razionalizzazioni. Altri 300 dipendenti saranno destinati ad attività in uscita dal portafoglio di Barclays in Italia, mentre 150 resteranno legati a funzioni definite "core", centrali, come i grandi clienti o la parte di investimenti. Entro due anni il piano dovrebbe arrivare a regime, mentre nei mesi scorsi il gruppo ha annunciato altri tagli in alcuni dei 50 Paesi in cui è presente. "Vogliamo ottenere un incontro con Abi perché questa vicenda sta avvenendo sul territorio di Milano, dove già 5.000 bancari hanno perso il posto di lavoro negli anni scorsi", incalza Poeta, che ha proposto l'ambasciata con First Cisl e Uilca Uil.
martedì 13 gennaio 2015
30 GENNAIO 2015 : BANCARI IN SCIOPERO! quattro grandi manifestazioni, di lavoratrici e lavoratori a Milano, Ravenna, Roma e Palermo.
30 GENNAIO 2015
BANCARI IN SCIOPERO!
Sciopero Generale di tutta la categoria per l’intera giornata.
A sostegno del diritto della categoria al rinnovo del CCNL e contro la decisione unilaterale di ABI di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal 1 aprile 2015.• Perché il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale.
• Perché il bancario non è un numero senza volto, ha una storia,
una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro.
• Perché vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro
l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori.
Nella giornata di venerdì 30 gennaio si terranno quattro grandi manifestazioni,
di lavoratrici e lavoratori a Milano, Ravenna, Roma e Palermo.
Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo.
12 gennaio 2015
Le Segreterie Nazionali
martedì 6 gennaio 2015
JOBS ACT: DECRETO OLTRE PEGGIORI ASPETTATIVE (COMUNICATO STAMPA da unisinbnl.it)
COMUNICATO STAMPA
JOBS ACT: DECRETO OLTRE PEGGIORI ASPETTATIVE
"Con il primo decreto sul nuovo regime dei licenziamenti il Governo va oltre le più pessimistiche previsioni - dichiara il Segretario Generale di UNISIN Emilio Contrasto - ampliandone il raggio di applicazione oltre ogni ragionevole aspettativa".
"Attenderemo che il testo definitivo sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale per esprimere giudizi tecnici finali - spiega Contrasto - ma in merito al testo licenziato dal Consiglio dei Ministri della Vigilia di Natale - scelta discutibile in quanto richiama le peggiori tradizioni delle cattive leggi fatte quando l'attenzione degli italiani è concentrata su altro - possiamo affermare che è inaccettabile l'applicazione del nuovo regime, che esclude del tutto il reintegro nel caso di licenziamenti economici, ai casi di licenziamenti collettivi in
base alla Legge 223/91".
"La stessa esistenza di questa normativa, infatti - secondo Contrasto - contraddiceva le semplicistiche affermazioni circa la presunta rigidità del mercato del lavoro in Italia per la presenza dell'art. 18 e della difficoltà a licenziare, che sarebbe stata anche un freno agli investimenti, in quanto essa disciplina e rende possibili i licenziamenti collettivi per motivi economici".
"Il pensiero negativo della nostra Organizzazione sul Jobs Act, sull'aggiramento dell'art.18 e sulle varie altre misure contenute nella legge delega - dal demansionamento al controllo a distanza - è ben noto ed è stato negli scorsi mesi più volte espresso - ricorda il Segretario Generale di UNISIN - ma estendere la cancellazione del reintegro ai licenziamenti collettivi, oltre a superare e snaturare la stessa delega, rappresenta un abnorme regalo alle imprese ed un attacco al mondo del lavoro ed al Sindacato in quanto si consente di non rispettare le procedure ed i criteri per l'individuazione dei
lavoratori da licenziare, con la sola penale di un indennizzo economico ed escludendo il reintegro, e così di fatto si da via libera anche ai licenziamenti discriminatori".
"Il paradosso - secondo Contrasto - è che se per i licenziamenti discriminatori individuali resta il diritto al reintegro, saranno leciti i licenziamenti discriminatori collettivi.
Chiediamo al Governo ed alle competenti Commissioni Parlamentari di intervenire con le opportune correzioni al decreto prima della sua pubblicazione".
"Chiunque sia in buona fede - conclude il Segretario Generale di UNISIN - non potrà che concordare sul fatto che non sarà la libertà di licenziare ad attrarre investimenti e a far crescere l'occupazione finché non si combatterà con determinazione il “mondo di mezzo” fatto di malaffare, corruzione, complicità tra alcuni rappresentanti delle istituzioni e organizzazioni criminali, burocrazia ed incertezza del diritto".
Roma, 29 dicembre 2014
sabato 15 novembre 2014
Contratto bancari, aut aut ai sindacati: ridurre il costo del lavoro (da ilsole24ore)
Contratto bancari, aut aut ai sindacati: ridurre il costo del lavoro
di Cristina Casadei13 novembre 2014

del
negoziato che non può partire senza la sua accettazione da parte
dei rappresentanti
dei lavoratori. Solo «accettando questi principi si
potrà discutere nel merito
e nel dettaglio», fanno sapere da Palazzo
Altieri. Il perdurare della peggiore
crisi dal dopoguerra e la sempre
maggiore divaricazione fra banche sia in
termini di risultati sia di
caratteristiche rende necessari questi due punti.
i segretari generali di tutte le sigle al tavolo
hanno detto che è approccio inaccettabile
perché tutto ciò che viene deciso
deve
essere frutto di negoziato. I banchieri
stanno chiedendo tra l'altro il
congelamento strutturale degli scatti e una nuova base
per il calcolo del Tfr,
misure che creerebbero
una forte disparità nel trattamento economico
tra i
nuovi assunti e chi è già dentro e
una penalizzazione anche dal punto di vista
pensionistico. C'è chi parla di un'incidenza tra il 15 e il 20%. Per i
banchieri però «non si tratterebbe di una delega in bianco da firmare
per i
sindacati», spiegano fonti bancarie, ma solo «della presa di
coscienza di una realtà
oramai cambiata rispetto agli scorsi anni».

la mobilitazione.
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-11-13/contratto-bancari-ora-e-muro-contro-muro-162927.shtml
©RIPRODUZIONE RISERVATA
giovedì 30 ottobre 2014
UNITA’ SINDACALE CONTRO LA PRECARIETA’ DELLA VITA
UNITA’ SINDACALE CONTRO LA PRECARIETA’ DELLA VITA
Roma Manifestazione del 25 ottobre 2014

“Lavoro dignità e uguaglianza. Per cambiare l’Italia” era il tema della manifestazione ed UNISIN, con la propria attiva presenza, ha voluto ribadire che senza lavoro VERO non ci potrà essere dignità e tanto meno uguaglianza.
Per UNISIN è indispensabile intervenire con forza nei confronti proprio di quell’Italia che ha aperto le porte alla precarietà, alla povertà e quindi all’ingiustizia sociale, un’Italia che va quindi cambiata o forse sarebbe meglio dire rifondata e restituita alle lavoratrici ed ai lavoratori, ai cittadini onesti ed ai giovani che hanno diritto ad un futuro dignitoso e di prospettiva.
La manifestazione del 25 ottobre non può essere considerata come un punto d’arrivo ma deve essere
vissuta come un primo campanello d’allarme per tutti coloro che pensano di potere fare “carne da macello” della parte sana della società.
Per UNISIN non si può uscire dalla crisi economica, culturale e sociale che stiamo vivendo licenziando ingiustamente, demansionando liberamente e senza motivo, precarizzando ulteriormente il lavoro, cancellando lo Statuto dei Lavoratori ed infine riducendo in schiavitù chi lavora!
Già la cosiddetta “grande imprenditoria”, approfittando del momento, sta cominciando a proporre
l’abolizione definitiva degli strumenti di lotta storicamente patrimonio dei lavoratori!
Non si parla più degli evasori perché adesso “parlano” anche gli evasori!
UNISIN non ha lacuna intenzione di stare alla finestra per assistere allo tsunami del diritto e delle libertà, UNISIN continuerà la sua battaglia contro la precarietà del lavoro e contro la precarizzazione delle persone, UNISIN non smetterà di proporre un nuovo modello di società che dovrà partire anche da un nuovo concetto di banca e di credito sicuramente più vicino al territorio, ai cittadini ed ai giovani.
Roma, 27 ottobre 2014 LA SEGRETERIA NAZIONALE
domenica 26 ottobre 2014
BNL - GRUPPO BNP PARIBAS, UNISIN BNL RSA DI MILANO : LA RETE SI STRINGE, Agenzie che chiudono o senza operatori di sportello
Il 23 ottobre 2014 la nostra RSA ha incontrato la Direzione Risorse Umane
di Territorio per delle importanti informative riguardanti la Rete:
- CHIUSURE AGENZIE PREVISTE NEL 2015
AG.23 - AG.29 (1° trimestre 2015)
AG.27 ( 2° trimestre 2015)
AG. 1 SESTO S.G ( 4° trimestre 2015)
- AGENZIE CHE DIVENTERANNO OPEN (senza operatore di sportello) NEL 2015
AG.25 - AG.37 ( 1°trimestre 2015)
AG.36 ( 2°trimestre 2015)
L’impatto sulle risorse umane riguarderà 11 lavoratori tra DAG, GCP (anche fungibili) e OPERATORI.
BNL ci ha comunicato di voler da subito coinvolgere questi colleghi, anche
attraverso colloqui individuali, al fine di trovare una destinazione, sia in
termini geografici che di ruolo, il più possibile tempestiva e condivisa (a differenza
di quanto accaduto per le agenzie 35 e 39).
La Direzione ha motivato queste chiusure con gli alti costi operativi (sia
degli immobili che del rapporto costi-ricavi), con il mancato sviluppo/crescita
dal punto di vista commerciale delle agenzie coinvolte nonché con il ridotto
numero di conti correnti gestiti.
Mentre per le chiusure dei rapporti individuals il tutto avverrà in modo
automatico, per quanto riguarda i rapporti small business la lavorazione
impatterà sui relativi gestori.
Abbiamo quindi richiesto la
costituzione di una task force che possa essere di reale supporto ai gestori
small business già in numero ridotto per la gestione dell’attività ordinaria.
Le nostre critiche manifestate da subito quando BNL negli scorsi anni
perseguiva in modo maniacale il
risultato dei 1000 sportelli in Italia si sono rivelate corrette e i risultati
delle scelte di BNL sono sotto gli occhi di tutti:
- agenzie ad alta operatività hanno visto la riduzione degli organici per far fronte alle nuove aperture
- aperture assolutamente ingiustificate, sia dal punto di vista della collocazione geografica (praticamente un’agenzia ogni fermata di metropolitana e spesso a ridosso di altri sportelli BNL) sia dal punto di vista commerciale, visto il momento storico.
Ricordiamo infatti che il Management di questa Banca ha continuato a
perseguire la politica di apertura di nuovi sportelli fino al 2011, ovvero in
piena crisi economica che come tutti ricordano (e i banchieri avrebbero dovuto
saperlo più di altri..) ha avuto inizio nel 2008.
E’ Inoltre da tempo che BNL sta puntando sull’utilizzo dei canali
telematici da parte della clientela e sulla banca digitale Hello Bank. Sorge spontanea
una domanda: perché insistere in questi anni con l’apertura di nuovi sportelli
se il progetto/modello di BNL era questo????
Il nostro Sindacato vigilerà
affinché i costi di questa gestione contraddittoria e poco lungimirante non
ricadano sui Lavoratori, gli stessi che in tutti questi anni, attraverso il
loro impegno e senso di responsabilità, hanno consentito a BNL di difendere le
proprie quote di mercato.
Peccato che “il grande artefice”
dello sviluppo a tutti i costi della Rete degli Sportelli non sia più con noi,
ma gode di ottima salute e come canta Luciano Ligabue: ”chi doveva pagare non ha mai pagato l’argenteria”.
Durante l’incontro abbiamo rinnovato la nostra richiesta di incrementare gli organici delle agenzie Hub
che non possono essere rette dai soli ROG (che ovunque continuano a fare anche
gli ODS) e da un unico operatore di cassa, così come abbiamo chiesto l’aumento
del numero dei componenti della squadra volante.
Ricorderete tutti la disastrosa situazione che si sono trovati a vivere i
Lavoratori delle Agenzie la scorsa estate (vedi nostro volantino del 22
settembre “LA VERGOGNA DEGLI ORGANICI DELLA RETE”).
BNL sappia sin da ora che il nostro Sindacato non tollererà il ripetersi
della medesima situazione e sensibilizzerà i colleghi al rigoroso rispetto della normativa anche
quando questo dovesse impattare in modo negativo sulla Customer Satisfaction.
La sensazione è che, attraverso la chiusura degli sportelli, la nascita
della figura dei promotori finanziari esterni, la costituzione del Consorzio
alla quale è subito seguito l’appalto di una lavorazione, si stia assistendo alla cannibalizzazione del
nostro lavoro “boccone dopo boccone”.
Come abbiamo più volte dichiarato non siamo contrari al cambiamento in
quanto tale, ma non possiamo accettare lo svilimento del lavoro derivante da
scelte che di fatto scaricano tutti costi della crisi sugli incolpevoli
lavoratori.
Non accetteremo mai di assistere
passivamente allo smantellamento del nostro lavoro!
Come sempre vi terremo informati!
Milano, 24 ottobre 2014
UNISIN BNL RSA DI MILANO
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venerdì 17 ottobre 2014
UNITÀ SINDACALE BNL/BPI gruppo BNPP RSA MILANO : CONSORZIO, UN APPALTO INACCETTABILE !
BNL/BPI
gruppo BNPP
RSA MILANO
CONSORZIO: UN APPALTO INACCETTABILE!
Come avrete letto nell’ultimo volantino, in data 13 ottobre la Direzione
Risorse Umane di BPI ci aveva comunicato la scelta di appaltare, seppur
temporaneamente, ad una società esterna (Siaed spa) la sola lavorazione KYC relativa alla FATCA - persone giuridiche
Retail - in carico all’UP Entrata in Relazione.
Purtroppo
le cose non stanno così. Si appalterà… MOLTO DI PIU’!!!!
I fascicoli non
Corporate contenenti tutti i documenti di apertura dei conti correnti (documenti di
identità, specimen firma, CF, verbali di assemblea, atti costitutivi, statuti ecc...)
provenienti dalle agenzie BNL anziché andare all’UP ENTRATA IN RELAZIONE andranno
direttamente alla società esterna per la lavorazione delle procure, KYC, poteri
di firma, CUF, privacy e di quanto attiene all’attivazione del rapporto, con
libero accesso alla anagrafe BNL!!!
Abbiamo immediatamente dato
mandato ai nostri legali di verificare la liceità di tale appalto dal punto di
vista contrattuale (cosa sulla quale abbiamo forti dubbi) e di dare una
valutazione dal punto di vista della tutela della privacy dei clienti. Stiamo
attendendo una risposta.
·
Per un’azienda come la nostra che dichiara esuberi (dal 1998!) NON E’
ACCETTABILE che il lavoro sia dato in appalto
·
Per un’azienda che ha solo 13 giorni di vita NON E’ ACCETTABILE che ci
siano già emergenze lavorative gestibili SOLO….con l’outsourcing
Quanto accaduto non ha precedenti!!
Nei prossimi giorni decideremo
INSIEME quali azioni intraprendere per difendere il NOSTRO
LAVORO!
Milano, 16
ottobre 2014 UNISIN
BNL/BPI RSA MILANO
SALLCA CUB BNL MILANO :APPALTI ILLEGITTIMI, VELI ALZATI E RAPPRESENTANZA ALLO SBANDO!

Nemmeno il tempo di alzare la serranda consortile e via! Parte un pezzo di lavoro!
Un pezzo importante, ovvero le attività di entrata in relazione persone fisiche, persone giuridiche (parte retail) e Private, che oltretutto non ci risultano appaltabili ai sensi dell’attuale art. 3 del CCNL 2012, attività ora rispettivamente lavorate dalle U.P di Firenze e di Milano (recentemente trasferite da Bologna).
Con la scusa del picco di lavoro, determinato dalla normativa FATCA (operativa dal 1° luglio 2014 in Italia e nota ben prima essendo stata emanata nel 2012 all’indomani dello scandalo Credit Suisse) si è attivato un pericoloso appalto, senza data di rientro, di attività “non appaltabili”!!!
Nel dire “No al Consorzio”, organizzando in solitudine da marzo 2014 quattro manifestazioni con presidio, uno sciopero a maggio e almeno una ventina di volantinaggi davanti e dentro le sedi di Milano e Roma, avevamo detto che l’assenza di spiegazioni, di motivazioni chiare e reali, nel progetto concernente la nascente newco Business Partner Italia non poteva che essere letta come la volontà di creare una nuova opportunità per tagliare i costi e ridurre il personale, dividendo ulteriormente i lavoratori e le lavoratrici.
Il Gruppo BNP Paribas dichiara esuberi e poi fa uscire in appalto lavorazioni basilari e tutt’altro che accessorie, il tutto partendo e facendosi forte di accordi sindacali firmati “al buio” come dichiarato, sia nelle assemblee, sia nei comunicati dalle stesse OO.SS. firmatarie.
Serve a qualcosa dire, ancora una volta, che non si può andare avanti così? Serve ancora ricordare che la rappresentanza sindacale utile per affrontare le attuali “strategie aziendali” è quella unitaria, eletta da tutti e con mandato rivedibile a scadenza? Serve ripetere che senza lotta (e ci sono molte forme non solo l’astensione dal lavoro) non si ottiene nulla se non una più o meno veloce fine dei nostri posti di lavoro?
Nei mesi scorsi questi concetti li abbiamo detti e ridetti, scritti e persino cantati durante i presidi, ma la sensazione è quella di aver parlato al vento…
ABI sta dichiarando 12.000 nuovi esuberi entro la fine del 2016 e 1500 sportelli da chiudere nello stesso periodo (limitandosi alle banche principali), ogni relazione e dichiarazione dei banchieri fa chiaramente intendere che per loro i bancari sono una zavorra da eliminare (partendo dai cassieri e dagli addetti operations) e intanto sette sigle sindacali su otto hanno inviato all’ABI stessa un documento dove sollecitano la creazione dei Consorzi per ottenere…il rientro delle lavorazioni prima appaltate!!!!! Siamo al tragicomico, ma trattandosi del nostro posto di lavoro non ci viene proprio da ridere.
Ora è troppo sperare che siano indette in fretta assemblee, a partire da Milano e Firenze, per decidere tutti insieme come reagire? O vogliamo farci fare a brandelli, pezzo per pezzo, APAC per APAC, UP per UP, sito per sito?
Roma, Milano 14.10.2014
COORDINAMENTO SALLCA CUB GRUPPO BNP PARIBAS
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sabato 4 ottobre 2014
GOVERNO ED ABI: ENNESIMO ATTACCO CONCENTRICO AI DIRITTI DEI LAVORATORI DEL CREDITO
COMUNICATO STAMPA
GOVERNO ED ABI: ENNESIMO ATTACCO CONCENTRICO
AI DIRITTI DEI LAVORATORI DEL CREDITO
“Lo sciagurato disegno del
Governo di cancellare l’art. 18 potrebbe non essere l’unico pericoloso attacco
al mondo del lavoro in quanto, al suo interno, sono presenti ulteriori ed
ugualmente insidiose misure in grado di compromettere dalle fondamenta il
sistema di salvaguardie oggi vigente e non solo nel campo della tutela contro i
licenziamenti illegittimi”, afferma il Segretario Generale di UNITÀ SINDACALE
Falcri Silcea, Emilio Contrasto, che denuncia l’esistenza anche di “un
probabile asse Governo-ABI volto a cancellare le norme che tutelano i
dipendenti nei casi di demansionamento”.
“Gli emendamenti del Governo al
DdL delega sul Jobs Act – spiega Contrasto – prevedono, tra le altre,
l’adozione di misure non solo contro il diritto al reintegro in caso di
licenziamento illegittimo e contro il divieto di controllo a distanza,
limitando l’elenco solo alle più eclatanti, ma introducono anche la possibilità
di demansionare liberamente i lavoratori, tagliando parallelamente anche le
retribuzioni percepite.”
“L’alleanza Governo-ABI non è
un’idea da teoria del complotto o da sindrome da accerchiamento – insiste
Contrasto – ma sta nei fatti: l’ABI improvvisamente temporeggia sul rinnovo del
CCNL mentre il Governo accelera sulle modifiche alle norme di tutela del
lavoro”.
“Già da tempo, si insiste
sull’equivoco che vedrebbe la cosiddetta fungibilità tra le figure
professionali, introdotta transitoriamente nell’ultimo rinnovo contrattuale
all’interno del settore credito relativamente ai Quadri Direttivi, quale
strumento per aggirare le norme sul demansionamento. Ad avviso del Sindacato,
tali previsioni sono di per se già assolutamente idonee e sufficienti a gestire
professionalmente le migliaia di Risorse colpite dai numerosi piani di
riorganizzazione voluti e decisi dalle Banche. ABI venga, quindi, a
confrontarsi col Sindacato sull’efficacia e sui risultati di una tale misura
invece di attendere gli assist di un Governo sempre più vicino ai
banchieri e sempre più lontano dai lavoratori” attacca il Segretario Generale
di UNISIN.
“Per il mondo del lavoro –
analizza Contrasto – l’abolizione delle norme che disciplinano il
demansionamento attraverso la modifica dell’art. 13 dello Statuto dei
Lavoratori e conseguentemente dell’art. 2103 del codice civile,
rappresenterebbe una sciagura di proporzioni immani. Nel settore del credito le
banche non esiterebbero a cancellare ogni criterio di professionalità, con
riflessi pesantissimi sulle condizioni di lavoro degli addetti e sulla qualità
del servizio erogato alla clientela e con buona pace delle imprese che con
tanta insistenza richiedono alle banche competenza ed innovazione per sostenere
la ripresa ed il rilancio della produttività”.
“In un settore dove da oltre
quindici anni sono frequentissimi i fenomeni di fusione, aggregazione, cessione
di rami d’azienda, esternalizzazioni e costituzione di consorzi, per non
parlare delle innumerevoli riorganizzazioni e ristrutturazioni, l’eventuale
eliminazione delle norme di tutela rispetto al demansionamento consentirebbe,
infatti, alle Banche di colpire impunemente quelle migliaia di lavoratori, con
le loro famiglie, che per effetto di tali manovre hanno perso la loro
originaria mansione e sono stati necessariamente adibiti a ruoli di presunta
minore responsabilità”, evidenzia ancora Contrasto.
“Il Governo si concentri sulle
misure necessarie per il rilancio dell’economia e lasci perdere i regali alle
banche – conclude il Segretario generale di UNISIN – perché cancellare l’art.
18 e demansionare i lavoratori non farà crescere l’occupazione. Occorre,
invece, agire sul ruolo che le aziende creditizie svolgono nel nostro Paese e
domandarci se anch’esse non abbiano delle precise responsabilità in merito al
fatto che l’Italia ancora stenta ad uscire dalla crisi, continuando a languire
nella recessione. Al contempo, l’ABI si concentri sul confronto sindacale ed
argomenti in maniera convincente le misure che vorrebbe adottare”.
Roma, 2
ottobre 2014
UNITÀ SINDACALE
Falcri Silcea
venerdì 26 settembre 2014
Eliminare articolo 18 è dannoso...: la posizione del sindacato Unità Sindacale Falcri Silicea
COMUNICATO STAMPA
Eliminare articolo 18 è dannoso, serve riforma complessiva mercato
Modifica avrebbe impatto fortissimo sul settore del Credito
“Incentrare la riforma del lavoro sulla distruzione dell'articolo 18 basandosi su impostazioni ideologiche è dannoso e fuorviante, sono altri i problemi che affliggono il mercato del lavoro italiano”. Lo afferma il Segretario Generale di Unità Sindacale Falcri Silicea Emilio Contrasto che aggiunge “è necessario procedere a una riforma complessiva che non riduca la tutela dai licenziamenti illegittimi ma che, anzi, la ampli, riveda il sistema degli ammortizzatori sociali, introduca meccanismi di incentivazione per la riqualificazione e ricollocazione professionale ed un sistema di protezione sociale generale improntato al principio del reddito minimo e, ancora, agisca sul versante della formazione professionale”. Contrasto continua sottolineando come nel Settore del Credito, comparto, insieme a quello della Riscossione, di competenza di UNISIN, "l'art. 18 riguardi praticamente il 100% delle imprese e dei lavoratori, per cui ogni intervento in materia ha impatti fortissimi sugli addetti". "La CGIA di Mestre evidenzia come l'art. 18, stante il requisito dimensionale dei 15 dipendenti, si applichi ad una quota residuale delle imprese italiane (2,4,%), ma al contempo tuteli la maggioranza (57,6%) dei lavoratori subordinati e questo dato dimostra come la tutela contro i licenziamenti illegittimi, peraltro già indebolita dalla Riforma Monti Fornero, non può rappresentare per le imprese un ostacolo sulla via della flessibilità, mentre per i lavoratori rappresenti una indispensabile tutela reale oltre che un principio di dignità", è l'analisi del segretario di UNISIN. "Per rilanciare l'economia italiana e con essa l'occupazione – conclude Contrasto – da tempo UNISIN insiste sul fatto che bisogna promuovere politiche economiche anticicliche e quindi agire sul fronte degli investimenti, sbloccando quelli pubblici ed incentivando quelli privati, soprattutto nel campo dell'innovazione, della ricerca e sviluppo, della formazione. Solo la crescita dell'occupazione e della domanda, e non politiche incentrate esclusivamente su tagli ed austerity, potranno agevolare il riequilibrio dei conti pubblici ed il rispetto dei parametri UE".
Falcri Silcea
Roma, 8 settembre 2014
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