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domenica 1 maggio 2016

Ttip, avanti a tappe forzate Il trattato. La campagna per il No in piazza a Roma il 7 maggio con produttori, attivisti, lavoratori dell’agricoltura e del settore pubblico (da il Manifesto

da il manifesto
Ttip, avanti a tappe forzate
*di Monica Di Sisto , 26.04.2016
Il trattato. La campagna per il No in piazza a Roma il 7 maggio con produttori, attivisti, lavoratori dell’agricoltura e del settore pubblico.
«Da un punto di vista europeo, il Trattato transatlantico Ttip è assolutamente utile per far crescere la nostra economia. È un bene per quella tedesca e per tutta l’Europa, dobbiamo far presto». Parola di Angela Merkel che, accogliendo il presidente Usa Obama ad Hannover, ha auspicato che i negoziatori europei, rinchiusi da ieri in un convention center di New York per far avanzare le trattative, «possano consegnarci un accordo ampio e ambizioso entro l’estate». Poco importa se in oltre 90mila nella città tedesca abbiano marciato contro il trattato, che minaccia di spostare dalla democrazia rappresentativa a riservati consessi di esperti di Usa e Ue, sponsorizzati dalle grandi corporation, la decisione
sulla qualità e la liberalizzazione di prodotti e servizi, ma anche sulla convenienza o meno di mantenere pezzi interi di welfare e di protezione dell’ambiente, alla sola luce dei loro costi per le aziende.
Completamente ignorato l’appello di fermare il negoziato lanciato da Barcellona il 21 e 22 aprile scorsi da qualche centinaio di quegli oltre 1.200 sindaci e presidenti di Regione in Europa che si sono dichiarati #fuorittip.
Eppure anche in Italia ormai si viaggia oltre i 50 enti locali, da Milano a Brindisi, da Livorno a Civitavecchia, da Cuneo a Tricase, alle regioni Abruzzo, Toscana, Puglia e Val D’Aosta, che hanno espresso la loro preoccupazione sostenendo la petizione «Fuori il Ttip dalla mia città», lanciata dalla Campagna stop Ttip, e ribadendola con un atto ufficiale.

Gli interessi di Usa e Ue che si confrontano in queste ore tra i grattacieli della metropoli Usa sono ancora lontanissimi. Ci sono «barriere tecniche al commercio» e «misure sanitarie e fitosanitarie» che l’opinione pubblica europea sta tenendo sotto costante osservazione, ma che i gruppi di interessi
vorrebbero cancellare.
Parliamo della sicurezza alimentare, come il bando degli Ogm per l’alimentazione umana e l’obbligo della certificazione dell’origine del bestiame. Si discute sulla protezione ambientale, sulla chimica, e anche di farmaci e cosmetici: troppi controlli, troppi certificati da produrre in Europa, e non si è ancora arrivati a definire un modello di nuovo governo di standard
comuni e non problematici per il commercio – la cosiddetta cooperazione regolatoria – proprio sotto la forte pressione di associazioni, sindacati, di alcuni parlamenti, come quello francese, e di molti enti locali.
Se l’appuntamento nella grande mela dovesse fallire, l’ultima spiaggia sarà l’incontro già fissato per la settimana dell’11 luglio a Bruxelles. In vista del Consiglio europeo del 13 maggio, dove i governi dell’Unione potrebbero decidere un’ulteriore accelerazione politica al negoziato, la Campagna Stop Ttip
italiana ha convocato per il 7 maggio prossimo a Roma una manifestazione, in solidarietà con la rete europea, con cuore a Piazza del Popolo dove produttori, lavoratori dell’agricoltura, del settore pubblico, attivisti, docenti, studenti e tutti i cittadini preoccupati della brutta fine che potremmo fare con l’approvazione del Ttip, sono invitati a scendere in piazza per parlare e per capire di più del trattato e dei suoi impatti. 
L’evento può contare sull’adesione di oltre 250 organizzazioni e sindacati: dalla Cgil all’Usb, dall’Arci alle Acli, da Slow Food a Legambiente al Movimento Consumatori, poi c’è Greenpeace, Attac e Fairwatch, Pax Christi e oltre 50 comitati locali i città piccole e grandi. C’è bisogno di un evento di piazza, probabilmente, per far crescere anche in Italia un dibattito pubblico ampio che al momento non c’è, anche perché il governo Renzi è tra i più forti supporter del trattato in Europa, nonostante il nostro Paese abbia tutto da perdere.
In vista nel lancio, per la fine della settimana, di un grande rapporto europeo sugli impatti del Ttip sull’agricoltura elaborato su 17 paesi dell’Unione, Fairwatch ha fatto un’analisi sull’agrifood del Bel Paese nel nuovo rapporto «Faq: Il Ttip fa bene all’agricoltura italiana?». Il quadro è sconfortante: se due terzi delle imprese italiane del settore esportano appena in Italia, al massimo in Europa e non hanno alcuna chance di aprire commerci con gli Usa, vedranno invece gli scaffali e i banchi dei nostri mercati riempirsi di prodotti a stelle e strisce a minore costo, e bassa qualità, con aumenti, per alcuni settori, fino al 5mila per cento di volumi di importazioni in più ogni anno. Per proteggere negli Usa una
lista di circa 40 prodotti Doc e Dop italiani, saremo costretti a far circolare anche nel nostro mercato le copie di tutti gli altri, ma anche tutti quei prodotti Usa registrati fino ad oggi con un marchio che somiglia a quelli europei più famosi, perché il Ttip non sarà retroattivo. A parte che per i formaggi e in piccola
parte per il vino, che già oggi stravince sul mercato americano senza Ttip, cereali, olio, latte, frutta, verdura, fiori, carni e salumi subirebbero una concorrenza terribile e molto dannosa sia negli Usa, sia in Europa e addirittura in Italia. Sindacati come la Flai, associazioni che proteggono il cibo di qualità come Slow Food, e centinaia di piccoli e medi produttori, come il consorzio dell’Olio della Sabina e il comparto del latte a Padova, da mesi denunciano, inascoltati, il possibile disastro. La speranza è che la piazza romana restituisca loro la voce e all’Europa la saggezza di cui avremmo bisogno.





*vicepresidente dell’osservatorio Fairwatch, tra i portavoce della Campagna Stop Italia

venerdì 4 marzo 2016

Fuori il TTIP dalla mia città: #fuorittip

Fuori il TTIP dalla mia città: #fuorittip
ttip-no
Parte oggi, sulla piattaforma Progressi.org, la nuova fase di pressione sui sindaci, i presidenti di Regione e i parlamentari italiani, per mettere “fuori legge” il TTIP dalle nostre città. Al linkhttp://www.progressi.org/fuorittip e con l’hashtag #fuorittip la Campagna Stop TTIP Italia chiede a tutti i comitati, gli attivisti, e i cittadini preoccupati per l’impatto del trattato transatlantico, di sottoscrivere questa petizione e di farla girare il più possibile.
Vogliamo che l’adesione dell’Italia al TTIP sia discussa in ogni consiglio comunale e che ogni Comune esprima la propria preoccupazione e opposizione al trattato, come molte altre città europee e italiane hanno già fatto.
Le firme saranno consegnate ai sindaci, ai presidenti di Regione, ai parlamentari nazionali ed europei del territorio – in base al CAP dei sostenitori – in vista della mobilitazione nazionale contro il TTIP. 

FUORI IL TTIP DALLA MIA CITTÀ

lunedì 20 aprile 2015

Al via nuovo round TTIP. Stop TTIP Italia “Dopo 18 Aprile, riflettori puntati” (da http://stop-ttip-italia.net/)

Pubblicato da 

AL VIA IL NUOVO ROUND NEGOZIALE SUL TTIP A NEW YORK
LA CAMPAGNA STOP TTIP ITALIA “TENERE I RIFLETTORI PUNTATI, DOPO IL 18 APRILE LE RAGIONI DEL NO NON POSSONO ESSERE IGNORATE”
 ttipgermania
[Roma, 20 aprile 2015] – Comincia oggi il nuovo meeting dei negoziatori europei e statunitensi per l’approvazione del TTIP, l’Accordo transatlantico di liberalizzazione economica al centro delle critiche e delle mobilitazioni della società civile di mezzo mondo. Sul tavolo delle controparti più che l’abbassamento delle tariffe c’è l’armonizzazione degli standard e delle normative, con un rischio concreto di indebolimento delle tutele ambientali e sociali nel Vecchio continente, così come di un’espulsione dal mercato di centinaia di migliaia di produttori agricoli europei e italiani non più competitivi a causa dell’importazione di agroalimentare a basso costo.
Quanto sia problematica la questione lo dimostrano le ultime risoluzioni (Opinions) votate nelle diverse commissioni del Parlamento europeo i vista dell Risoluzione che verrà votata nel prossimo giugno dal Parlamento europeo, in cui a più riprese si chiede l’esclusione di settori specifici dal negoziato, confermando che le preoccupazioni della società civile sono concrete e non “miti” come più volte banalizzato dal Governo italiano e dalla Commissione Europea.
Dalla Commissione ambiente (Envi) che chiede che siano esplicitamente esclusi servizi pubblici, Ogm, pesticidi, clonazione animale, alla Commissione giuridica (Juri) che boccia senza appello l’arbitrato ISDS che permetterebbe alle imprese di denunciare i Governi i caso di leggi e normative che impattino sui loro profitti.
A complicare il tutto l’ultimo documento leaked da parte delle reti Stop TTIP, dove si mostra come lo scambio sul tavolo proposto dalla Commissione europea sia maggiore apertura degli appalti pubblici americani alle grandi imprese europee con, come contropartita, maggiore flessibilità sull’agricoltura.
“E’ un patto scellerato” commenta Monica Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, “che usa l’agricoltura europea e i suoi produttori come merce di scambio. Con la retorica delle IGP la Commissione europea prova a far digerire una pillola indigesta, promettendo ciò che è impossibile mantenere: il rischio è che per proteggere poche tipicità, nell’accordo CETA con il Canada le IGP italiane tutelate parzialmente sono una quarantina su 273 riconosciute, si butti a mare un’agricoltura di qualità che va ben oltre un riconoscimento formale, e con questo anche centinaia di migliaia di piccole aziende”.
“La mobilitazione del 18 Aprile”, sottolinea Marco Bersani, tra i portavoce della campagna italiana, “mostra come il movimento sia riuscito a rompere il muro di silenzio imposto de facto in Italia. Mentre in altri Paesi europei la questione tiene banco da tempo, il nostro Governo ha scelto di non metterlo in agenda per il dibattito pubblico, considerandolo come affare da addetti ai lavori. Quello che poniamo è soprattutto una questione democratica”.
Per Elena Mazzoni, coordinatrice della campagna italiana “il rischio del TTIP non riguarda solo l’oggi, ma anche il domani. Il negoziato prevede che, a trattato ratificato, si crei un organismo tecnico congiunto Usa – Ue di cooperazione sulle regolamentazioni, che armonizzerebbe le normative e gli standard in autonomia e senza alcun controllo degli organismi democraticamente eletti. Oggi, per uscire dalla crisi, non c’è bisogno di aree grigie di decisione tra interessi economici, ma di un ampliamento sostanziale della partecipazione democratica nella ricerca di soluzioni condivise”.
Un recente sondaggio di YouGov diffuso nel marzo scorso dimostra in alcuni Paesi europei come la Germania, Paese non pregiudizialmente refrattario al libero commercio, il numero di contrari sia sostanzialmente più alto rispetto a chi sostiene il TTIP (43% contro il 26%) e come nella patria del neoliberismo come la Gran Bretagna il confronto sia 19% “No” contro il 19% “Sì”, con un 62% di “Non so”, un numero decisamente alto per un trattato di questa portata.

tratto da http://stop-ttip-italia.net/

venerdì 10 aprile 2015

mercoledì 25 marzo 2015

STOP TTIP, Appello Giornata Mondiale di Mobilitazione 18 aprile 2015

Appello Giornata Mondiale di Mobilitazione 18 aprile 2015

Appello Giornata Mondiale di Mobilitazione contro i Trattati di Libero Scambio.
18aprile2015_
Le persone e il pianeta prima del profitto!
Noi, associazioni della società civile, sindacati, agricoltori, giovani, donne, movimenti locali, semplici attivisti invitiamo tutti a partecipare ad una Giornata Mondiale di Mobilitazione il 18 Aprile 2015 per fermare le trattative sulla liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti e promuovere una economia che serva allo sviluppo dei popoli e del pianeta. Negli scorsi decenni accordi segreti sui commerci e sugli investimenti ci sono stati  imposti sotto la pressione delle grandi corporazioni e dei governi, calpestando i nostri diritti e danneggiando l’ambiente.
Negli scorsi decenni abbiamo dovuto combattere per la sovranità alimentare, per i beni comuni, per difendere il nostro lavoro, i nostri territori, la libertà della rete e il diritto alla democrazia. Strada facendo siamo cresciuti come movimento, abbiamo alzato le nostre voci ed abbiamo ottenuto delle vittorie.
Insieme noi possiamo fermare gli accordi che si stanno negoziando e rovesciare le conseguenze nefande degli accordi già presi. Insieme noi possiamo realizzare modelli di sviluppo basati sui diritti della gente e non sui privilegi dei gruppi di potere.
Invitiamo le organizzazioni, i cittadini, le associazioni a partecipare organizzando localmente eventi in tutti i continenti. Sarà benvenuta ogni tipo di iniziativa e di azione a livello mondiale in grado di far crescere la consapevolezza, di coinvolgere e mobilitare dovunque le persone per costruire nuovi modelli di sviluppo commerciale ed economico, a favore delle persone e del pianeta.
Unitevi alla Giornata Mondiale di Mobilitazione.
#stopttip #stopceta #stoptisa #‎April18DoA