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giovedì 5 maggio 2016

Finmeccanica, arrivano gli esuberi: sarà Leonardo, «con meno operai» (da ADL Varese)

Finmeccanica, arrivano gli esuberi: sarà Leonardo, «con meno operai»

«La nuova industria avrà meno fabbrica, oggi ad esempio in assemblea c’è stato rimproverato che abbiamo solamente, c’è stato detto, poco più del 20% di operai e abbiamo tantissimi impiegati. Ho dovuto rispondere che gli impiegati sono ingegneri e tendenzialmente dobbiamo averne sempre di più e sempre meno operai». Moretti ha spiegato che la trasformazione di cui parla è al netto degli esuberi ereditati dalla precedente gestione.
E a proposito dell’impatto occupazionale il manager ha dichiarato: «Un Paese come il nostro che vuole mantenere alti i redditi e uno stato sociale importante, bisogna che venga a riportare le sue attrattività e i suoi investimenti nella parte pregiata della catena. La manifattura diventerà un fatto esecutivo automatico e sempre più decentrato nei Paesi a basso costo». 
Riguardo alle strategie, Moretti non ha escluso l’ipotesi di future acquisizioni ma ha chiarito che «la crescita non va fatta a debito». Negato invece un interesse per Piaggio Aerospace, azienda in forte difficoltà, controllata dal fondo emiratino Mubadala, che ha stabilimenti in Liguria (Genova e Villanova d’Albenga) e per la quale governo e sindacato sono in pressing per un’intervento di mamma Finmeccanica. «Noi non siamo interessati a rilevare l’azienda. - ha scandito Moretti - Piaggio Aerospace è un problema molto, molto, molto delicato. Non siamo interessati a fare da ammortizzatore», ha sottolineato l’a.d., ma allo stesso tempo «non siamo insensibili, siamo interessati a prodotti come l’unmanned», il P1HH Hammerhead al cui sviluppo Finmeccanica contribuisce.
http://adlvarese.blogspot.it/2016/05/finmeccanica-arrivano-gli-esuberi-sara.html

martedì 18 novembre 2014

SCIOPERO E PRESIDIO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI IN OCCASIONE DELLA VISITA DEL PRESIDENTE RENZI DI GIOVEDI’ 6 NOVEMBRE


Presidio Alcatel Lucent | Visita di Renzi | 6 novembre 2014
foto tratta da www.monzatoday.it














GIOVEDI’ 6 NOVEMBRE: SCIOPERO E PRESIDIO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI IN OCCASIONE DELLA VISITA DEL PRESIDENTE RENZI.
La partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori Alcatel Lucent allo sciopero e al presidio davanti alla nuova sede ha reso possibile l’incontro di una delegazione della RSU Alcatel Lucent con il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Un risultato importante ed unico se pensiamo che il presidente Renzi nelle sue visite non ha mai incontrato i rappresentanti dei lavoratori.
Un risultato che ci ha permesso di raccontare quello che è realmente Alcatel Lucent e che va oltre alle inaugurazioni ed alle cerimonie di una nuova sede che conterrà meno di 700 dipendenti.
Un’azienda che ha in corso un pesante piano di ristrutturazione con la dichiarazione di 586 esuberi strutturali nel nostro paese e che prevede il disimpegno dell’azienda su importanti attività di Ricerca e Sviluppo ed un ridimensionamento della sua presenza industriale con la cancellazione di tantissimi posti di lavoro.
Un’azienda che non ha ancora presentato un piano industriale e di investimento per quanti rimarranno in Alcatel Lucent.
Abbiamo ribadito quanto il settore telecomunicazioni sia importante per la ripresa degli investimenti, che devono avere una regia pubblica del governo attraverso l’implementazione dell’agenda digitale, ad oggi completamente ferma.
Abbiamo richiamato il governo e la politica alle proprie responsabilità, perché non ci convince l’approccio del presidente del consiglio di lasciar fare alle imprese, visti i risultati.
Abbiamo ricordato al Presidente l’importanza degli investimenti nei settori strategici e che occorre passare dalle parole ai fatti.
Abbiamo bisogno di risposte concrete nel brevissimo tempo, perché ci sono molte persone che rischiano di perdere il posto di lavoro, e l’intero settore dell’hi tech rischia di scomparire, o comunque di perdere la sua funzione di ecosistema industriale.
Il Presidente del Consiglio ha convenuto sul fatto che molte cose non sono state fatte o sono state fatte in modo sbagliato, in particolare da parte delle pubbliche amministrazioni, in tema di sviluppo dell’economia digitale.
Quanto alle risorse, ha rinviato al piano di investimenti promesso dal presidente della Commissione Europea Juncker e al superamento dei vincoli del patto di stabilità europeo, due strade certamente non di immediata fattibilità.
Non basta elogiare i ricercatori e gli inventori, bisogna anche sostenere un sistema industriale dove le intuizioni e le invenzioni possano diventare prodotti e servizi concreti che contribuire allo sviluppo.
Questo, riteniamo, lo si fa con interventi concreti di politica industriale e non taglieggiando i risparmi previdenziali o i diritti di chi lavora.

domenica 12 ottobre 2014

Anche Genova sott'acqua... La prevenzione è l'unica strada: si utilizzi l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), eccellenza presente nel capoluogo ligure , in ricerche finalizzate alla soluzione del problema idrogeologico della città

Dopo la stagione autunnale dell’Estate appena trascorsa e che ha mandato più volte Milano sott’acqua e  prodotto oltre a danni materiali ed alle colture, con esondazioni, voragini,  frane, alluvioni nel Varesotto, in Lombardia ed in tutto il Centro Nord, falciando vite umane ed animali. Ricordiamo i quattro morti a Refrontolo in provincia di Treviso travolti dall'inferno d'acqua.
Con l’inizio dell’autunno vero e proprio, è successo ancora anche a Genova e l'inferno d'acqua del Bisagno ha travolto quartieri, cose, persone, attività, interessi e averi di semplici, cittadini, commercianti, artigiani, lavoratori  spezzando la vita ad un un uomo di 57 anni, Antonio Campanella,  ex operatore sanitario del San Martino, trascinato via dall'acqua in via Canevari, a pochi metri dall'imbocco del tunnel di Brignole, mentre passeggiava come tutte le sere.

Come avevamo scritto  il 9 luglio e 5 agosto scorsi, dopo che il capoluogo lombardo era andato di nuovo "sott'acqua", e qui ribadiamo ancora anche per il capoluogo ligure : "Quante volte dovrà succedere ancora prima che si faccia una seria politica di prevenzione.” E’ necessaria e urgente la messa in sicurezza idrogeologica del territorio, Comuni e Regioni, il governo devono fare un piano triennale di lavori dando lavoro ai giovani disoccupati, a chi ha un lavoro precario, a chi è in cassa integrazione  o mobilità, alle imprese sane in Liguria come in Lombardia, nelle Venezie e più in generale per tutta Italia, a partire dalle zone oggi più martoriate.

Questo non solo salverà vite umane e animali, eviterà danni materiali e, oltre a dare lavoro ai giovani, costerà alla collettività e al paese molto di meno di quanto da tempo siamo costretti a sborsare senza vedere alcun miglioramento in seguito alla lunga scia lasciata in questi anni dal maltempo che i cambiamenti climatici in atto rendono sempre più violento.

A Genova ha sede l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) , una fondazione che promuove l'eccellenza nella ricerca scientifica, lo si utilizzi in ricerche finalizzate alla soluzione del problema idrogeologico della città attraverso anche l’applicazione delle tecnologie e dei materiali più innovativi che la scienza e la tecnica già oggi mettono a disposizione. Quanti giovani ricercatori delle materie scientifiche e tecniche necessarie sono oggi disoccupati mentre potrebbero contribuire fattivamente alla soluzione di questioni che oltre a costare vite umane ed animali, costano milioni e milioni di euro alla collettività. Quanti giovani e non giovani, quante imprese sane e oneste potrebbero essere impiegate da subito nel lavoro necessario a creare le condizioni per prevenire questi immani disastri. La prevenzione  è l'unica strada.