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venerdì 18 marzo 2016

FOTO : le nostre foto sulla partecipazione a Milano al corteo dei sindacati di base durante lo Sciopero Generale Nazionale (tutte le categorie) indetto da CUB, SI.COBAS e USI con adesione del SGB

il nostro reportage fotografico in una sintesi della partecipazione a Milano al corteo dei sindacati di base del 18 marzo

Milano 2 cortei confluiti in uno: il 1° corteo composto da CUB, USI, SGB, con presenze da varie regioni del Nord (Piemonte, Veneto) e altri  partito da L.go Cairoli ha percorso via Cusani via dell’Orso via Verdi p.zza della Scala via S. Margherita via Orefici p.zza Duomo via Mazzini p.zza Missori via Albricci via Larga c.so Europa p.zza San Babila.
2° corteo composto in prevalenza da lavoratori della logistica organizzati dal SI.COBAS è partito da P.le Lodi si è snodato per c.so Lodi p.zza Medaglie d’Oro c.so di P.ta Romana p.zza Missori per poi confluire nel primo percorso.












sabato 6 febbraio 2016

Tripoli bel suol d'amore...1911-1934-2016 , da Giolitti a Renzi passando per Mussolini : nuove aspirazioni neo-coloniali dei governanti italiani ???

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Tornado e reparti speciali. 

Così l’Italia prepara l’intervento anti-Isis in Libia

Prende forma la coalizione internazionale. 
Ma prima serve un governo
La condizione per un intervento in Libia per contrastare l’Isis è la nascita di un nuovo governo di unità. Sarebbero poi i libici stessi che sul modello Iraq guiderebbero un sorta di alleanza internazionale composta anche da Paesi arabi

03/02/2016
ROMA
Il pressing degli americani su Roma dura da mesi, Matteo Renzi ha già fatto sapere alla Casa Bianca che l’Italia non ha alcuna intenzione di entrare in guerra in Libia, eppure nella trattativa in corso tra gli Usa e i Paesi alleati nella coalizione anti-Isis si sta facendo strada un nuovo punto di caduta, sul quale si sta trattando ancora, ma che rappresenterebbe una svolta di portata strategica: se e quando il nuovo governo libico sarà operativo, a quel punto partirebbero le procedure per un intervento anti-Isis ma guidato, secondo il modello Iraq, dagli stessi libici e al quale si aggregherebbero unità speciali internazionali, con la partecipazione di Stati Uniti, Italia, Gran Bretagna, Olanda, Francia e, possibilmente, anche di alcuni Paesi arabi. 
LE UNITÀ SPECIALI  
Ed esattamente dentro queste unità speciali- ecco il punto di svolta - troverebbero spazio le eccellenze militari italiane: Tornado e reparti speciali di piccole dimensioni ma di forte impatto operativo. Certo, sarebbe un impegno gravoso per l’Italia e in particolare per Matteo Renzi che, pur conoscendo i vincoli politici e militari con gli Stati Uniti, negli ultimi mesi ha tenuto il punto, in questo coerente con la linea non-interventista e fondamentalmente pacifista che ha connotato la politica estera italiana nel dopoguerra. Oltretutto l’accordo è più ampio e prevede interventi mirati di varia natura ed è esattamente a questo «pacchetto» che si riferiva alcuni giorni fa il «New York Times», quando raccontava sia pure in termini generali di «un nuovo fronte» in Libia, aperto dagli americani, affiancati da inglesi, francesi e italiani. 
LA COALIZIONE  
Certo, quando ci sono di mezzo le armi, quando ci sono soldati da mandare a combattere e quando ci sono catene di comando da affinare, le trattative si prolungano sino all’ultimo minuto utile. E infatti dura da mesi e - sinché un governo non si sarà insediato in Libia - durerà ancora il negoziato tra gli Stati Uniti e i suoi alleati nella coalizione anti-Isis per decidere cosa fare in quel Paese così insidiato, ma le prime, attendibili indiscrezioni sui compromessi già raggiunti sono trapelate da sherpa di varie nazionalità, ai margini della Conferenza organizzata alla Farnesina dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.  
ISIS E AL QAEDA  
Sono due i punti di partenza della vicenda. Il primo risale ad alcuni mesi fa e riguarda la presenza sul territorio libico delle milizie dello Stato islamico, tra Sirte verso i terminal petroliferi di Sidra, verso Misurata e in Tripolitania e anche di nuclei qaedisti schierati in Cireanica occidentale ma in espansione. Da mesi gli americani premono su Roma per una presenza italiana di tipo militare.  
Renzi ha sempre risposto picche, anche a prescindere dall’impegno americano, che hanno sempre escluso un proprio impegno a terra. Ma nelle trattative all’interno della coalizione e anche per effetto di diversi incontri italo-libici, è maturata una prima intesa: gli italiani potrebbero fornire personale militare per l’addestramento della polizia e dell’esercito ma anche per la protezione di obiettivi sensibili (a cominciare dagli aeroporti).  
LONDRA E ROMA LEADER  
E soprattutto partecipare ad azioni di unità speciali, di terra e di aria, agli ordini di ufficiali libici. Una coalizione con due Paesi-leader, Italia e Gran Bretagna e dentro la quale i gli altri Paesi darebbero un apporto diverso: gli americani fornirebbero droni, aerei e intelligence; i tedeschi si sono ritagliati un ruolo nell’addestramento militare, in Tunisia. I francesi si concentrerebbero sul confine sud, quello che si affaccia sul Mali dove si concentano gli interessi di Parigi. 
MODELLO IRAQ  
Naturalmente le incognite sono ancora tante. Anzitutto lo strumento giuridico-diplomatico: si immagina anche in questo caso di seguire anche in questo caso il modello Iraq, che ha “chiamato” la coalizione, bollando l’Isis come «una organizzazione terroristica globale». E se il piano principale dovesse incontrare difficoltà insormontabili, scatterebbe il piano b: raid aerei sui quartier generali terroristi. 
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lunedì 25 agosto 2014

GLI EFFETTI DELLA GUERRA IN EUROPA SULLA LOMBARDIA, Coldiretti : UCRAINA, NEL MIRINO DELLE SANZIONI RUSSE 123 MILIONI DI EURO DI PRODOTTI LOMBARDI

Nel primo trimestre 2014 le esportazioni di prodotti agroalimentari “Made in Lombardia” in Russia hanno superato i 29 milioni di euro e sono cresciute di oltre il 19 per cento fra il 2012 e il 2013 sfiorando i 123 milioni di euro totali l’anno scorso. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Lombardia su dati della Camera di Commercio di Milano, riguardo ai possibili effetti della decisione della Russia di limitare o bloccare con decreto anche per un anno le importazioni agroalimentari dai paesi che hanno adottato sanzioni contro Mosca per il conflitto in Ucraina. Analizzando le singole voci – spiega la Coldiretti Lombardia – in tutto il 2013 il valore delle esportazioni di cereali e preparazioni a base di cereali dalla Lombardia alla Russia ha superato i 23 milioni di euro, seguiti dai quasi 20 milioni di euro per prodotti lattieri e uova e dai 17 milioni e mezzo di euro per alimenti destinati ad animali, mentre le bevande lombarde in Russia valgono 16 milioni e 791 mila euro all’anno. (07/08/2014)
Secondo un’analisi della Coldiretti nazionale, nel 2013 le esportazioni di prodotti agroalimentari dall’Italia alla Russia ha raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro. Le nuove misure restrittive annunciate fanno seguito a un altro momento di scontro commerciale tra Russia e Unione Europea. Infatti con la cosiddetta “guerra dei prosciutti” la Russia ha già chiuso le frontiere a tutto l'export europeo di maiali, carni di maiale e trasformati  in violazione delle regole sugli scambi alla Wto di cui è membro dal 2012, prendendo a pretesto la scoperta a fine gennaio, di casi di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania e Polonia, lungo le zone di frontiera con la  Bielorussia.
Milano – spiega la Coldiretti Lombardia - è la provincia che esporta di più verso Mosca: solo nei primi tre mesi del 2014 il valore dell’export in Russia ha superato i 18 milioni di euro, mentre se si considera tutto il 2013 ha sfiorato i 69 milioni di euro, pari al 56% del totale regionale. A seguire Brescia con più di 15 milioni di euro, Mantova con oltre 13 milioni di euro e Lecco con 7 milioni e 300 mila euro e le altre province con cifre fra gli oltre 4 milioni di Bergamo e i 136 mila euro di Sondrio.

EXPORT AGROALIMENTARE LOMBARDO VERSO LA RUSSIA nel 2013
Provincia
 
Totale export
(in euro)
 
Peso province su
totale Lombardia
 
Bergamo 
4.283.021
3,5%
Brescia
15.059.882
12,3%
Como
3.226.021
2,6%
Cremona
3.542.768
2,9%
Lodi
219.036
0,2%
Lecco
7.344.979
6,0%
Mantova
13.106.385
10,7%
Milano
68.827.194
56%
Monza Brianza
1.330.824
1,1%
Pavia
3.886.580
3,2%
Sondrio
136.671
0,1%
Varese
1.890.230
1,5%
LOMBARDIA
122.853.591
100%
Dati Camera di Commercio di Milano