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martedì 26 gennaio 2016

GRANDE DISTRIBUZIONE : PADRONI, ISTITUZIONI, CGIL, CISL, UIL, TUTTI UNITI CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA.in Veneto NASCE LA SANTA ALLEANZA CONTRO CHI LOTTA PER PORTARE DIRITTI E LEGALITA' ALL'INTERNO DEI MAGAZZINI (S.I.COBAS - ADL COBAS)


GRANDE DISTRIBUZIONE :
 PADRONI, ISTITUZIONI, CGIL, CISL, UIL, TUTTI UNITI
CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA.
 NASCE LA SANTA ALLEANZA CONTRO CHI LOTTA PER PORTARE DIRITTI E LEGALITA' ALL'INTERNO DEI MAGAZZINI.

Il 19 gennaio si è riunito, convocato dalla  dalla Regione Veneto, un tavolo che ha visto la partecipazione, oltre che della Regione Veneto, nella figura dell'Assessore Reg. al Lavoro Donazzan, della provincia di Padova, di  Cgil, Cisl e Uil, Legacoop,  le società Prix, Despar-Aspiag, Trasporti Romagna-Mg Service, Alì, Unicomm, avente come titolo: “contro mobilitazioni selvagge” e per chiedere ai Prefetti di tutte le provincie il “ripristino della legalita”.
Questo tavolo è stato convocato dopo che nelle scorse settimane in alcuni dei magazzini di proprietà dei soggetti convocati si sono tenute iniziative di lotta che hanno posto come rivendicazioni il riconoscimento di alcuni obiettivi già ottenuti in moltissimi altri  magazzini del settore: avere garanzie in caso di  cambio di appalto, avere delucidazioni in merito alla chiusura del magazzino MaxiD di Montegalda dove operano 120 lavoratori, ottenere malattia e infortunio integrati al 100%, istituti contrattuali al 100%, un buono pasto, il riconoscimento dell'anzianità pregressa e  la mezz'ora di pausa retribuita. 
Per avere un'idea della gravità di quanto accaduto il 19 gennaio, basti pensare che, da una parte si sono messe assieme catene di supermercati da sempre concorrenti, dall'altra, Regione, Provincia di Padova, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, hanno trovato il modo di condividere una comune crociata contro chi ha osato mettere in discussione una situazione divenuta oramai insostenibile dal punto di vista dei lavoratori. In particolare, dobbiamo ancora assistere  a licenziamenti di massa in occasione di cambi di appalto, legittimati in qualche modo dalla legge. E, da parte delle Istituzioni e dei sindacati collusi, non una parola viene spesa contro questa “libertà” garantita  dalla legge nel lasciare a casa le persone, o nel togliere diritti acquisiti, grazie al cambio di appalto. Così è successo nel magazzino Prix di Grisignano di Zocco, dove il giorno 15 di gennaio Prix dava disdetta alla cooperativa Leone, lasciando a casa tutti e 70 i lavoratori e ingaggiando una nuova cooperativa che immetteva nel magazzino nuovi lavoratori.
Così succede in moltissime altre situazioni dove grazie al cambio di appalto si perdono per la strada diritti acquisiti o addirittura il posto di lavoro. Si tratta di una norma contrattuale infame, quella che non garantisce il passaggio di tutti i lavoratori in caso di cambio di appalto alle medesime condizioni,  che deve essere essere assolutamente cambiata. Questo obiettivo, già conquistato con alcuni dei corrieri principali, deve diventare un obiettivo centrale da raggiungere per impedire le infamie che abbiamo sotto gli occhi.
 La mancanza di una normativa in questo senso ha portato anche alla situazione gravissima verificatasi alla Bormioli di Fidenza, dove, sempre grazie al cambio di appalto la CGIL si è accordata con i padroni per cancellare diritti acquisiti, quali l'anzianità di magazzino, i livelli e messo in discussione l'organico. A fronte della sacrosanta risposta messa in campo dai facchini abbiamo assistito ad un uso spropositato della polizia e siamo arrivati al fatto che CGIL ha organizzato un corteo dei lavoratori dipendenti da Bormioli contro i facchini in lotta. Tutto ciò, a conferma che il connubio sindacati-padroni è diventato oramai un vero e proprio matrimonio indissolubile.
A fronte di questa situazione che costringe i lavoratori a lottare, a volte anche in forme  dure, ma  adeguate al livello delle ingiustizie subite, si produce quindi un blocco di potere economico e politico che ha come unico scopo quello di bloccare lo sviluppo di un movimento di lotta che rivendica diritti e che, paradossalmente, ha portato legalità in un comparto, da sempre attraversato dalle forme più odiose di sfruttamento che rasenta la schiavitù, e che risente anche di pesanti infiltrazioni mafiose.
Se, fino a qualche tempo fa poteva ancora esserci qualche dubbio circa il fatto che Cgil, Cisl e Uil potessero ancora rappresentare in parte interessi dei lavoratori, oggi, entrando a far parte di questa “santa alleanza” contro le lotte dei facchini, cancellano ogni dubbio sulla metamorfosi che hanno subito e che li rende oggi parte determinante del sistema di sfruttamento. La cosa è ancora più grave  se pensiamo che questo appello alle Prefetture ad intervenire con la forza per ripristinare la “legalità” si rivolge ad un comparto con una forza lavoro supersfruttata e dove i diritti si sono conquistati solo ed esclusivamente con quelle lotte che oggi diventano oggetto di campagna militare  da parte del neocostituitosi “blocco d'ordine”.
Ci rivolgiamo quindi a tutti quei lavoratori che ancora oggi pensano di avere a che fare con dei sindacati che tutelano i diritti dei lavoratori, per far capire che ogni velo di ipocrisia è caduto e che la riunione di Venezia, e quanto sta avvenendo a Fidenza alla Bormioli, sono la dimostrazione lampante di una scelta di campo, da parte di CGIL CISL e UIL, totalmente chierata con i poteri forti contro i lavoratori.  

martedì 21 ottobre 2014

Comunicato congiunto ADL-Cobas, SI-Cobas, Cobas-LP sulla giornata nazionale di lotta del 16 ottobre (#16o)

Comunicato congiunto ADL-Cobas, SI-Cobas, Cobas-LP sul 16o

Grande giornata nazionale di sciopero, blocchi e manifestazioni
dei lavoratori della logistica che hanno intrecciato le lotte per il diritto all’abitare, dei disoccupati e degli studenti.
 partire dalla tarda serata di mercoledì 15 ottobre iniziavano i primi scioperi e blocchi dei magazzini della logistica che si estenderanno in tutto il paese durante la notte del 16 e per tutta la giornata. Sono moltissime le città interessate dallo sciopero e dai blocchi: Torino, Milano, Brescia, Piacenza, Padova, Treviso, Palmanova, Vicenza, Verona, Bologna, Parma, Carpi, Ancona, Piacenza, Cesena, Modena, Parma, Roma, Pisa, Napoli. Si è trattato di uno sciopero vero che ha interessato decine di migliaia di lavoratori di un settore strategico dal punto di vista capitalistico. Preparato con cura dalle tre sigle sindacali che lo hanno indetto in centinaia di assemblee con grande spirito unitario, a partire dall'assemblea nazionale della logistica del 21 settembre che ha saputo tracciare un percorso materiale legato alla necessità di concretizzare attraverso la lotta risultati tangibili in grado di rilanciare il vecchio slogan “la lotta paga”, per riuscire a coinvolgere altri settori di classe in un percorso ricompositivo volto a scardinare un sistema di sfruttamento che punta a riprodursi all'infinito creando miseria e guerre.
Si è trattato di uno sciopero vero, che non si è limitato ad esercitare il diritto ad astenersi dal lavoro, ma che ha prodotto blocchi reali della circolazione delle merci in snodi fondamentali della logistica, tra cui Bologna, con il blocco di Interporto, o Torino con il blocco del CAT, Padova, Verona e Roma con blocchi di snodi stradali importanti. Una particolare menzione va fatta su quanto successo a Torino, dove vi è stata una pesante carica della polizia contro il presidio, volta a difendere gli interessi di chi sfrutta in maniera ignobile le migliaia di facchini del CAAT, e dove un lavoratore ambulante è deceduto per infarto anche a seguito dei ritardi nei soccorsi ( Alla famiglia e ai conoscenti della persona che è venuta a mancare, va tutto il nostro cordoglio e la nostra vicinanza per la perdita di una persona cara).
La giornata del 16 ottobre segna una tappa importante nella lunghissima vertenza dei facchini che ha posto da tempo l'obiettivo del superamento della figura del socio lavoratore, affiancato dalla richiesta di garantire stabilità del posto di lavoro contro la logica perversa dei continui cambi di appalto, per effettivi miglioramenti delle condizioni retributive e, come elementi aggiuntivi che travalicano la vertenza, si è aggiunta la battaglia contro la cancellazione dell'art. 18 e per l'estensione degli ammortizzatori sociali per tutti all'interno di una dinamica di lotta più generale per il reddito garantito . Un ulteriore elemento di novità di questa giornata formidabile di lotta è stato quello di avere ricercato, così come era stato indicato a luglio in una assemblea dei movimenti in Val di Susa, l'intreccio con movimenti per il diritto all'abitare, con studenti e con chi lotta contro le grandi opere, per far diventare la giornata del 16 ottobre una giornata anche di sciopero sociale ricompositivo di tutte le lotte che si muovono su questi terreni.
Possiamo dire, al termine di questa giornata, che sicuramente il 16 ottobre ha saputo indicare che lo sciopero sociale è possibile e praticabile, che è possibile puntare sui dati materiali alla ricomposizione anche di soggetti diversi che nella crisi si ritrovano oggettivamente sullo stesso terreno del conflitto. Attorno alla lotta dei facchini è possibile e necessario oggi costruire relazioni sempre più intense con altri soggetti sociali, per andare verso un allargamento di un conflitto che si configura sempre più duro e radicale nei confronti del Governo che ha in mente di cancellare il concetto stesso di conflitto di classe. Questo è il senso della scelta di voler eliminare a tutti i costi l'Art. 18 e di far passare l'idea che operai e padroni, all'interno della crisi, sono dentro alla stessa barca da salvare.
Il 16 ottobre ha indicato un'altra cosa: non siamo sicuramente all'interno della stessa "barca" e la barca che vogliamo salvare noi non è sicuramente quella che hanno in mente Renzi e Squinzi. 
E' necessario andare avanti su questa strada per costruire nuovi e più grandi momenti di conflittualità aperta per respingere i processi restaurativi del governo Renzi e per conquistare nuovi e importanti risultati all'interno del comparto della logistica. In questo senso, siamo pronti, qualora non arrivino precisi segnali dalle controparti di disponibilità ad aprire una trattativa seria sugli obiettivi indicati nella piattaforma di lotta,siamo già pronti a partire con un percorso di lotta molto più incisivo, come abbiamo dimostrato di saper fare nel recente passato.
ADL Cobas - SI Cobas - Cobas LP 

martedì 7 ottobre 2014

Stazioni, tornano i facchini. Verranno chiamati con una app. (dal blog dei Tassisti Taxistory)

Stazioni, tornano i facchini. Verranno chiamati con una app

simbolo facchinoilgiornale.it Sembravano spariti, retaggio di un passato elegante che ormai non esiste più, e invece stanno tornando: sono i facchini, sempre più richiesti dai viaggiatori delle stazioni ferroviarie italiane. La necessità di un adeguato servizio di portabagagli è sottolineata da un numero crescente di passeggeri: arrivano in stazioni ipertecnologiche, scaricano il biglietto elettronico sul cellulare mentre viaggiano in treni dotati di wifi e cinema di bordo, ma una volta sul binario non c’è app che possa aiutarli con il bagaglio. E continuerà a non esserci, ma solo fino a domani: qualcuno infatti ha fiutato l’affare e ha riportato in auge un servizio di facchinaggio nelle tre stazioni di Firenze Santa Maria Novella, Milano Centrale e Roma Termini.
La società Ki Point del gruppo Poste Italiane mette a disposizione dei viaggiatori cinque “porter” per ogni scalo, distribuiti tra il servizio sul binario e quello nelle aree di sosta dei taxi antistanti le stazioni. Per aggiungere al tutto un tocco vintage, i facchini presteranno servizio con un’elegante divisa blu dai risvolti verdi corredata di guanti e cappello. Le tariffe andranno dai 6 euro richiesti per il tragitto dal treno al taxi, fino agli 8 euro per un percorso superiore ai due chilometri.
Il nuovo ad di Grandi Stazioni, Paolo Gallo, assicura, parlando con La Repubblica, che si tratta di un servizio “sempre più richiesto dagli utenti, che ci chiedono servizi simili a quelli degli aeroporti”. Oltretutto il nuovo servizio dovrebbe contribuire, nelle intenzioni dei suoi ideatori, a contrastare il fenomeno del facchinaggio abusivo, che sempre più spesso viene imposto come uno sgradito balzello a ignari turisti e viaggiatori stranieri.
Da domani quindi i viaggiatori potranno cercare i nuovi facchini, che per i primi dieci giorni avranno divise provvisorie: giacca e gilet giallo con tanto di targhetta “portabagagli autorizzati”. Poi dovrebbero subentrare le livree definitive, che ricorderanno, con le debite proporzioni, le atmosfere dell’Orient Express. Nonostante le reminiscenze del secolo scorso, però, il servizio sarà supertecnologico: per prenotare il proprio facchino sarà necessario scaricare l’apposita app.