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domenica 14 dicembre 2014

incontro di Milano del 10 dicembre : costituita la Rete per il Diritto alla Salute di Milano e Lombardia

MOZIONE

 L’Assemblea di operatori/trici e rappresentanti di associazioni, movimenti e comitati che operano nella Regione sui temi della salute e della sanità, riunita il 10 dicembre 2014, ha discusso e approfondito il documento: “Per la difesa e affermazione del diritto alla salute”, considerando come in questa fase il Servizio Sanitario Nazionale sia gravemente compromesso e debba essere difeso con determinazione nei suoi valori fondamentali.

E ha deciso quanto segue:
a)    di costituire la Rete PER IL DIRITTO ALLA SALUTE di Milano e Lombardia;
b)   di adottare il documento “Per la difesa e affermazione del diritto alla salute” come base per una discussione programmatica che possa proporre vere alternative funzionali per una Sanità orientata alla prevenzione e liberata dal profitto;
c)    di adottare i 12 punti finali di quel documento come base operativa per il prossimo periodo attribuendo particolare attenzione alla salute della donna (difesa della 194 e contro la legge 40); alla eliminazione dell’amianto; alla richiesta al sindaco di ogni comune del “referto epidemiologico” (cioè la stato di salute e malattia della popolazione del comune); alla condizione degli anziani cronici e disabili;  allo  stato critico delle strutture ospedaliere di cui il San Carlo di Milano rappresenta un esempio di particolare gravità;
d)   alle indicazioni che ne derivano,   la Rete   ispirerà le proprie azioni, fatte salve le iniziative specifiche che ciascuno dei suoi componenti singoli o adotterà in relazione al proprio particolare ambito di intervento e alle quali la Rete porterà il contributo di una solidarietà comune..
        Decide inoltre:
e)    di rivolgere un appello unitario ad altri comitati e soggetti, compresi quelli dei cittadini utenti, per trovare forme di iniziativa e di discussione comuni;
f)     di dar vita a uno strumento informatico di collegamento e di discussione;
g)    di darsi un momento stabile di discussione -orientativamente mensile- che si terrà nella sede sindacale alla Stazione Centrale di Milano.
Milano 10 dicembre 2014


martedì 9 dicembre 2014

PER LA DIFESA E AFFERMAZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE: INCONTRO A MILANO MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE DALLE ORE 17.00 ALLE ORE 20.00 promosso da Rete per la Salute di Milano e Lombardia


PER LA DIFESA E AFFERMAZIONE DEL 
DIRITTO ALLA SALUTE
UN TESTO DI ANALISI E PROPOSTE 

La situazione strutturale del comparto della sanità è oggi caratterizzata da una formidabile messa in discussione del diritto alla salute garantito dalla Costituzione (art. 3, 32 e 41 Cost.): un sistema (SSN) pubblico, universale, gratuito, finanziato dalla fiscalità generale, ugualitario, comprensivo di prevenzione e riabilitazione.
Tale diritto è indebolito dal sistema corruttivo e clientelare, dalla forza delle corporazioni mediche, dalle riduzioni di personale, dalla debolezza dei contratti e dal loro mancato rinnovo. Hanno operato in questo senso l’introduzione dei ticket, l’invadenza partitica e la corruzione, l’approvazione del nuovo titolo V della costituzione (2001) che affida la Sanità alle Regioni, la scelta dell’aziendalizzazione che comporta una sanità fondata su logiche di bilancio, la  progressiva esternalizzazione dei servizi, l’introduzione della libera professione intramoenia,  il blocco del turn over con le conseguenze sulle condizioni di lavoro, gli interventi di limitazione di bilancio e la Spending review.
Ora però il diritto stesso è messo in discussione dalle scelte e decisioni economiche del sistema – nello specifico dalle oligarchie capitalistiche che lo reggono a livello mondiale ed europeo.  La crisi economica mondiale ha infatti orientato i possessori di capitali esuberanti a ricercare, in Italia come altrove, nuove occasioni di lucro nei servizi e nella Sanità privata sostenuta peraltro con il denaro pubblico.
Le proposte dei “nuovi” trattati: il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership)  e il TISA (Trade in Service Agreement), piegano i servizi, le strutture e quant’altro alle necessità di profitto dei produttori di beni e servizi. Non è da oggi che questo avviene, ma ora viene formalizzato fino a togliere i diritti rimasti e la possibilità di difenderli.
Il PATTO PER LA SALUTE (accordo Stato-Regioni del 2014) ne è un’espressione concreta. In esso si stabilisce il livello di finanziamento per i prossimi 3 anni per il Servizio Sanitario Nazionale – comunque passibile di ulteriore riduzione se le “esigenze di bilancio” lo determineranno – penalizzando le categorie più deboli: anziani cronici, malati mentali (adulti ed età evolutiva), disabili, minori, tossicodipendenti (art. 6 del Patto).
A questo stato di cose risulta difficile contrapporsi: l’attuale sistema medico-industriale è molto potente. E’ in grado non solo di influenzare le scelte delle oligarchie dominanti (economiche e politiche), ma è parte delle stesse. Le contraddizioni, peraltro secondarie rispetto alla ricerca di profitto, non mancano, ma non è semplice inserirsi per acuirle.
Le forze “di classe” in campo non sono nelle condizioni attuali in grado di contrastare in modo radicale tale sistema, anche se vi è un variegato movimento di lotta per la salute che però è molto frammentato e, salvo eccezioni, non pensa sia necessario unirsi per contrapporsi, per articolare la difesa. Anche perché non vi è unanimità di vedute.
E’ possibile ed è doveroso, quindi, organizzarsi per ottenere in primo luogo risultati parziali e, da questi, risalire ad un livello di coscienza più generale che induca le organizzazioni che si rifanno al “movimento” ad unirsi e maturare la stessa comprensione e la stessa teoria.
COSTITUIRE UNA RETE PER LA SALUTE. L’analisi della realtà ci dice che se in questo momento non è possibile costituire un movimento unitario, è forse possibile avere una relazione fra pari, stabilire obiettivi comuni e condivisi e operare con adeguate forme di lotta, per raggiungerli. Per costruire questa rete occorre stabilire delle regole, degli incontri periodici, dei temi comuni, dai quali fare discendere le iniziative e le lotte e per quanto possibile coordinarle.
Il punto di partenza è la concezione del diritto alla salute, piuttosto che quella, più limitata, del diritto alla sanità. Salute è la condizione di benessere fisico e psichico ma anche il nostro diritto di rimanere sani, di non venire avvelenati dall’inquinamento, e in genere di  ottenere la garanzia della prevenzione primaria, ecc. Sanità è l’insieme delle funzioni, delle strutture, delle procedure, e delle persone che hanno il compito di tutelare la salute. Sanità è solo una parte del diritto alla salute: contano di più il reddito, l’istruzione, il lavoro e le sue condizioni, la condizione ambientale, la situazione abitativa e quella culturale. 
Difficile agire su tutto, ma è possibile scegliere temi ed iniziative di lotta legate al proprio territorio e ambiente. Occorre poi riflettere e opporsi alla sanità che contrasta con la salute: l’espansione continua di strutture, strumenti, prestazioni non giustificate, nuovi ospedali imposti dalla ricerca del profitto, tecnologie presunte più evolute, nuovi farmaci copia dei precedenti e non sufficientemente testati, prestazioni poco utili e addirittura dannose.  Un altro nodo è quello di considerare secondari gli interventi sanitari e socio sanitari a favore di categorie che sono poco remunerative. Da qui la forza che assumono le compagnie di assicurazione e la necessità, espressa di nuovo dal patto per la Salute, ma già praticata, anche da diversi sindacati, di contrarre polizze di sanità integrativa.

devono essere messe in discussione tutte le forme che si dirigono verso la mercificazione della sanità e di conseguenza della salute:
·           no al finanziamento a prestazione (drg e creg),
·           no alla libera professione intramoenia,
·           no alla sanità integrativa,
·           no alla trasformazione della sanità in assistenza.
·       no alla monetizzazione della salute (e della sanità): i ticket, le rette delle rsa/rsd, i voucher ma ripristinare i servizi domiciliari.
la sanità deve essere pubblica, universale e gratuita 
(pagata dalla fiscalità generale)
Restringendo il campo territoriale, limitandoci a Milano e Lombardia, si dovrebbe discutere di una piattaforma della nascente rete-movimento, entrando nel merito e definendo modalità e tempi, per cui occorre:
1.   come per la scuola, difendere il servizio pubblico e  pretendere che mantenga i necessari livelli di funzionalità;
2.    organizzare incontri tematici tra Comitati e soggetti membri della rete e con chiunque altro per fare crescere una cultura comune su sanità e salute;
3.      opporsi alla chiusura/ridimensionamento degli ospedali e dei servizi territoriali, in particolare: Ospedale San Carlo, San Paolo, SERT, Consultori, SPRESAL  ecc.;
4.        contrastare il taglio di posti letto (oltre 7000 posti persi in 3 anni e 45.000 dal 2000 al 2009);
5.        denunciare le forme di privatizzazione dirette e indirette;
6.  opporsi specie alle “dimissioni selvagge” dagli ospedali delle persone malate croniche e non autosufficienti;
7.       contrastare speculazioni come la costruzione della Città della Salute ;
8.       rivendicare il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) per le donne che ne hanno necessità, e contrastare ogni ostacolo a contraccezione, aborto e maternità assistita, compreso l’uso fazioso dell’obiezione di coscienza;
9.      opporsi all’esautoramento delle funzioni di controllo dei Servizi di Prevenzione e sostenere strumenti di controllo di base specialmente per quanto riguarda la salute nei Luoghi di Lavoro;
10.  contrastare ogni peggioramento dei contratti, ogni attacco alle condizioni di lavoro del personale e garantirne la protezione nelle emergenze (es. la  pandemia dell’Ebola);
11.    combattere le esternalizzazioni.
12. garantire l’applicazione delle leggi che devono assicurare un piano di bonifica e risanamento dall’amianto, in particolare di scuole ed edifici pubblici e il sostegno alle vittime e ai familiari.

TAGLI ALLA SANITA' PUBBLICA




mercoledì 1 ottobre 2014

LETTERA ALLA REGIONE LOMBARDIA DI MEDICINA DEMOCRATICA, AIEA, SENZA LIMITI IN MERITO AL LIBRO BIANCO

Sig. Presidente della Regione Lombardia

dott. Roberto Maroni,
In relazione al Libro Bianco – sullo sviluppo del sistema sociosanitario in Lombardia – presentato il 30 giugno 2014, le associazioni firmatarie della presente (1) che hanno partecipato agli incontri del 16 e del 31 luglio, accogliendo la proposta di intervenire in termini propositivi sul testo presentato, inviano le seguenti rilevazioni e proposte:
  1. Ritengono anzitutto positivo l’avere promosso le iniziative di presentazione e discussione sfociate nella richiesta di intervenire in merito mediante propri scritti. Fondamentale nella sanità, come nella società, la partecipazione dei soggetti collettivi interessati, così come è stato fatto. Non tutti hanno certamente lo stesso grado di rappresentatività, ma a volte, più che la rappresentatività, vale il ragionamento, valgono le proposte, vale, secondo la nostra concezione, la relazione fra soggetti e diritti.
Per entrare subito nel merito, se è stata ed è importante la partecipazione critica e propositiva dei soggetti interessati, riveste grande rilevanza definire più precisamente la partecipazione dei soggetti che utilizzano il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Le leggi lo stabiliscono, in particolare la legge 833/1978 art. 13, la legge 502/1992 e successive modifiche art. 14, e la legge regionale n. 48 del 1988 art. 3, ripresa dalla legge 31/1997 e dal Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità, che ha istituito i Comitati di Partecipazione dei cittadini utenti e degli operatori.  Una legge che ci sembra sia stata disattesa e che richiede di essere ripresa ed attuata in termini flessibili, adottandola alla nuovo quadro istituzionale che uscirà al termine della discussione sul Libro Bianco con nuove norme approvate dal Consiglio Regionale.
In altri termini, i cittadini e gli operatori del SSN, mediante proprie rappresentanze democratiche, nei territori di riferimento dovranno avere la possibilità di intervenire sul funzionamento dei servizi e delle strutture in funzione critica e propositiva. Altra cosa è la responsabilità della gestione che resta nelle mani di chi ne è stato deputato. Si aggiunge solo che la partecipazione così come viene intesa e da noi proposta può avere anche uno scopo di controllo, non istituzionale, relativo agli effetti che il sistema sanitario produce, che non sempre corrispondono ai diritti stabiliti.
Ciò in specificazione del tema che il Libro Bianco enuncia fra le necessità di revisione normativa (4.2.2).