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mercoledì 4 maggio 2016

TTIP: Coldiretti, tutelare Chianti, in USA falsi made in Italy per 20 miliardi (da Coldiretti.it)

da Coldiretti.it 
TTIP: Coldiretti, tutelare Chianti, in USA falsi made in Italy per 20 miliardi

​Il TTIP, il trattato transatlantico deve assicurare la tutela dei vini italiani rispetto a un fenomeno, quello del falso Made in Italy a tavola, assai diffuso sul mercato Usa dove ha superato il valore di 20 miliardi di euro. A sottolinearlo è la Coldiretti nell’esprimere preoccupazione per le notizie sull’andamento delle trattative tra Usa e Ue secondo le quali gli americani hanno ribadito la loro intenzione di continuare ad usare le denominazioni "semigeneriche" dei vini europei, come gli italiani Chianti, Marsala, il greco Retzina, il portoghese Madeira e i francesi Chablis e Champagne.
Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che oggi il Chianti si produce in California, mentre sempre negli States è possibile acquistare del Marsala Wine. Ma il fenomeno del falso vino “Made in Italy” trova un forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete dove è possibile acquistare pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.
Il Made in Italy tarocco a stelle e strisce non riguarda però – ricorda la Coldiretti - il solo vino ma colpisce tutti i comparti dell’export tricolore, dai pomodori san Marzano all’olio d’oliva fino ai salumi, mentre addirittura il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano negli States è fasullo nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie piu’ note del Belpaese, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola.
La presunzione statunitense di continuare a chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile - sostiene la Coldiretti - perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori e l’Unione Europea ha il dovere di difendere prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione sotto un rigido sistema di controllo.
“La trattativa sull'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) deve rappresentare un appuntamento determinante per tutelare le produzioni agroalimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding” spiega il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel ricordare che "in gioco c’è un consistente interscambio economico visto che per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Usa hanno superato nel 2015 i 3,6 miliardi di euro con un aumento del 20 per cento. E proprio il vino è il prodotto italiano piu’ apprezzato dagli americani con 1,3 miliardi”.

Ma sul tavolo del TTIP ci sono anche altri argomenti “scottanti” su cui l’Europa non deve abbassare la guardia – condlude la Coldiretti – dalla carne agli ormoni al pollo alla varechina che rischiano di finire nel piatto dei cittadini italiani ed europei, fino alla questione degli Ogm.
http://www.coldiretti.it/news/Pagine/320---2-Maggio-2016.aspx

martedì 29 marzo 2016

Russia: Coldiretti, azzerato export ortofrutta, formaggi e salumi (Comunicato stampa COLDIRETTI)

dal sito : http://www.coldiretti.it/
Russia: Coldiretti, azzerato export ortofrutta, formaggi e salumi


Agroalimentare unico settore con embargo totale. Persi 400 mln
La nuova guerra “fredda” economica con la Russia ha azzerato completamente le esportazioni di ortofrutta, formaggi, carni e salumi Made in Italy ma ha anche provocato una devastante turbativa sui mercati agricoli europei che ha messo in crisi milioni di aziende. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’indagine della Cgia di Mestre nel ricordare che l’agroalimentare è l’unico settore ad essere colpito direttamente dall’embargo totale sancito dalla Russia con una lista di prodotti per i quali è del tutto vietato l’ingresso, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e successive proroghe. In termini di valore i prodotti agroalimentari Made in Italy piu’ dipendenti dalla Russia e quindi piu’ colpiti dall’embargo in termini di taglio in valore delle esportazioni sono stati - precisa la Coldiretti - nell’ordine la frutta, le carni e frattaglie, i formaggi e latticini.  Dall’inizio dell’embargo ad oggi si stimano perdite dirette dovute all’embargo totale sui prodotti agroalimentari Made in Italy per 400 milioni di euro. La guerra commerciale ha pero’ provocato - continua la Coldiretti – anche effetti indiretti dovuti alla mancanza di sbocchi di mercato che ha fatto crollare le quotazioni di molti prodotti agricoli europei nel lattiero caseario, nella carne e nell’ortofrutta al di sotto dei costi di produzione costringendo le aziende alla chiusura. Per il Made in Italy si sta verificando anche - conclude la Coldiretti - un pesante danno di immagine a causa della diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con l’Italia ma che sono realizzati all’interno dei confini russi o in Paesi che si stanno avvantaggiando della situazione. 
http://www.coldiretti.it/News/Pagine/233---26-Marzo-2016.aspx

sabato 12 marzo 2016

Made in Italy, agricoltori in strada. Coldiretti contro le politiche comunitarie che mettono a rischio i prodotti. Migliaia gli agricoltori del mezzogiorno a Catania per difendere l’agricoltura (dal sito Coldiretti.it)

UE: Coldiretti, via libera a olio da Tunisia dopo +481% import

Dopo che nel 2015 in Italia sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia per un totale di oltre 90 milioni di chili è un errore l'accesso temporaneo supplementare sul mercato dell'Unione di 35mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione della mobilitazione di migliaia gli agricoltori del mezzogiorno a Catania per difendere l’agricoltura Made in Italy che rischia di perdere i prodotti simbolo dalla arance ai mandarini, ma anche i pomodori, il grano e l’olio sotto attacco delle politiche comunitarie, delle distorsioni di mercato e delle agromafie. Anche se sono rilevanti i miglioramenti apportati grazie all’azione del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e degli Europarlamentari, il nuovo contingente agevolato secondo la Coldiretti va ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano. “Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale è il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori” continua Moncalvo.  Diventa dunque ancora più urgente - continua Moncalvo - arrivare all’attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio “Mongiello”, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata. Sotto accusa - sostiene la Coldiretti - è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l’origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è pero’ quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. I consumatori - precisa la Coldiretti - dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato. Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. L’olio di oliva - conclude la Coldiretti - è un settore strategico del Made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate.
http://www.coldiretti.it/News/Pagine/190-%E2%80%93-10-Marzo-2016.aspx

venerdì 4 marzo 2016

LOMBARDIA - CRISI, COLDIRETTI - PRANDINI: "MORATORIA SUI DEBITI PER SALVARE ALLEVAMENTI E POSTI DI LAVORO" (da LOMBARDIA.COLDIRETTI.IT)

http://www.lombardia.coldiretti.it/lombardia-crisi-prandini-moratoria-sui-debiti-per-salvare-allevamenti-e-posti-di-lavoro-.aspx?KeyPub=GP_CD_LOMBARDIA_HOME|CD_LOMBARDIA_HOME&Cod_Oggetto=87218798&subskintype=Detail

03/03/2016 - N.3903

LOMBARDIA - CRISI, PRANDINI: "MORATORIA SUI DEBITI PER SALVARE ALLEVAMENTI E POSTI DI LAVORO"

“Aziende chiuse e migliaia di posti di lavoro a rischio: è questo lo scenario peggiore che potremmo trovarci davanti se la crisi del comparto zootecnico continuerà con questa violenza e se non ci sarà almeno una moratoria dei debiti con le banche” afferma Ettore Prandini, vice presidente nazionale di Coldiretti e Presidente di Coldiretti Lombardia, di fronte al crollo dei prezzi alla produzione che sta colpendo in particolare gli allevamenti bovini da latte e da carne e quelli suini.

In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale -  sono oltre 20 mila le realtà del settore, di cui quasi 5 mila impegnate in un comparto come quello del latte che contribuisce al 40% di tutta la produzione nazionale. Sul fronte del credito, quello agrario in Lombardia vale oltre 8 miliardi e mezzo di euro con quasi il 71% su operazioni di lungo periodo per investimenti e sviluppo. Negli ultimi 5 anni però – stima Coldiretti Lombardia – almeno il 10% delle aziende che hanno rapporti di credito bancario hanno valutato o richiesto l’allungamento del periodo di ammortamento del finanziamento, per gestire meglio equilibri di bilancio messi sempre più a rischio dalla crisi dei prezzi alla stalla.

“Ma con la situazione che si sta creando – afferma Prandini - occorre una moratoria sui mutui, un impegno straordinario sui fondi di garanzia e un’azione a livello europeo per affrontare una crisi dei prezzi che non è solo italiana ma che riguarda anche gli agricoltori tedeschi e francesi. Senza dimenticare il nodo strategico di una norma europea per l’etichettatura d’origine che non si limiti allo stabilimento di produzione ma che vada a identificare le materie prime”.

domenica 24 gennaio 2016

LOMBARDIA - BENZINA, TASSE DA 57% A 69% IN OTTO ANNI E SPESA CARBURANTI COME PER PANE E LATTE (da Lombardia.Coldiretti.it)

LOMBARDIA - BENZINA, TASSE DA 57% A 69% IN OTTO ANNI E SPESA CARBURANTI COME PER PANE E LATTE

Mentre il prezzo del petrolio tocca i 30 dollari al barile e punta ancora più in basso, le tasse sul pieno al distributore non hanno mai smesso di crescere. Infatti - secondo un’elaborazione dell’ufficio studi di Coldiretti Lombardia su dati del Ministero dello Sviluppo Economico - il peso di Iva e Accise sul prezzo finale della benzina sono passate dal 57% del 2008, anno di inizio della crisi, al 59% del 2013 fino al 69% dell’inizio 2016. Corsa ancora più forte per il diesel, che ha “recuperato” in fretta il terreno perso nei confronti della benzina – spiega Coldiretti Lombardia – nel 2008 le tasse pesavano per il 48%, nel 2013 erano già salite al 54,8% e quest’anno sono già al 67,5%.

E nonostante il prezzo del petrolio sia passato dai 108,46 dollari al barile del 2013 ai circa 30 di oggi, con un crollo di oltre il 70%, quello della benzina al distributore è sceso solo del 18,4% passando da 1,748 euro al litro a 1,426 e il diesel è sceso di circa il 25% passando 1,657 euro al litro a 1,247 euro al litro (dati medi nazionali). Con la spesa media una famiglia per il carburante– spiega un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Istat – che si attesta su circa 133 euro al mese, più o meno quanto si investe per pane, latte, formaggi e uova oppure per carne e pesce.

Ed è proprio sul fronte dei consumi che  fra il 2008 e il 2014 in Lombardia – spiega la Coldiretti regionale - c’è stato un taglio di oltre 400 mila tonnellate di benzina e per il gasolio di quasi 120 mila tonnellate. Anche se il primo semestre 2015 sembra registrare una controtendenza visto che, sia benzina che gasolio, avevano già superato il 50% delle quantità dell’anno prima, con una possibile crescita a consuntivo per l’anno appena concluso. Una tendenza che riguarda anche la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande, che - secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base delle previsioni Ismea-Nielsen - ha invertito la rotta nel 2015 ed è tornata ad aumentare dopo sette anni di riduzione consecutiva con una stima dello 0,3 per cento di crescita cumulata nei dodici mesi.

mercoledì 4 febbraio 2015

Venerdì 6 febbraio dalle ore 9,30 “UN GIORNO DA ALLEVATORE” NELLE PIAZZE ITALIANE. La piu’ grande operazione di mungitura pubblica per salvare il latte Made in Italy

Venerdì 6 febbraio dalle ore 9,30 “UN GIORNO DA ALLEVATORE” NELLE PIAZZE ITALIANE. La piu’ grande operazione di mungitura pubblica per salvare il latte Made in Italy


La più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo con Ministri del Governo, Governatori delle Regioni, Sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico e sociale che trascorreranno insieme un giorno da allevatore nelle piazze italiane in cui sarà allestita una vera e propria stalla per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali. Un segno concreto di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori italiani, per garantire latte fresco e grandi formaggi Made in Italy ma anche la biodiversità e il presidio del territorio anche nelle aree piu’ difficili.
L’appuntamento per salvare le stalle italiane è fissato per venerdì 6 febbraio alle ore 9,30 nelle principali piazze del Paese dove saranno allestite le stalle con gli animali secondo le diverse specificità regionali, da Roma in Piazza del Campidoglio a Milano, da Torino a Udine, da Bologna a Firenze, da Napoli a Bari, da Cosenza a Palermo ma anche a Venezia dove la stalla sarà galleggiante nel molo di Piazza San Marco.

Tra gli altri hanno già assicurato la partecipazione al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, della Giustizia Andrea Orlando, dell’Ambiente Gianluca Galletti ma anche gli ex Ministri del settore primario Alfonso Pecoraro Scanio, Nunzia De Girolamo ora capogruppo Ncd alla Camera e Luca Zaia ora governatore del Veneto insieme ai suoi colleghi della Lombardia Roberto Maroni, del Piemonte Sergio Chiamparino, del Lazio Nicola Zingaretti, della Toscana Enrico Rossi, dell’Emilia Stefano Bonaccini, della Campania Stefano Caldoro, della Calabria Mario Oliverio e della Sicilia Rosario Crocetta. Ci saranno anche dal Sindaco di Roma Ignazio Marino e quello di Milano Giuliano Pisapia ma anche di Firenze Dario Nardella. Tra i politici anche il Vice Ministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero, il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione, il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, il capogruppo di Sel al Senato Loredana De Petris il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Luca Sani e quello del Senato Roberto Formigoni e Colomba Mongiello Vicepresidente commissione parlamentare sulla contraffazione e l’onorevole Nicodemo Nazzareno Oliverio. Hanno aderito rappresentanti delle associazioni dei consumatori, il presidente del Codacons Carlo Rienzi di Federconsumatori Rosario Trefiletti, di Adiconsum Pietro Giordano, di Adusbef  Elio Lannutti e il Segretario Generale Movimento Consumatori Alessandro Mostaccio,  ma anche ambientalisti come il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza quello della Lipu Fulvio Mamone, il Direttore Generale di Greenpeace Pippo Onufrio, il Presidente Federparchi Giampiero Sammuri, ed il presidente di Slow Food Carlo Petrini.
L’obiettivo è quello di far conoscere da vicino il difficile lavoro degli allevatori e gli effetti positivi per l’intera collettività ma anche i pericoli dell’abbandono come dimostra il Dossier “L’attacco alle stalle italiane” che sarà presentato nell’occasione.

martedì 30 dicembre 2014

Crisi: Coldiretti, 18mila imprese agricole in difficoltà finanziaria (+6%)

Crisi: Coldiretti, 18mila imprese agricole in difficoltà finanziaria (+6%)


​Risultano sostanzialmente aumentate le imprese agricole in difficoltà finanziaria che salgono ad oltre 18 mila con un amento del 6 per cent rispetto allo scorso anno con l’ammontare dei finanziamenti a sofferenza pari a 4.9 miliardi di euro, circa 600 milioni in più rispetto al 2013. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul terzo bollettino statistico della Banca d’Italia che evidenzia una dinamica dei finanziamenti all’agricoltura in sostanziale tenuta di livello, con un ammontare dei fidi bancari che sfiora in 44 miliardi di euro, assolutamente il linea con le risultanze del 2013, ma con una incidenza dei crediti a sofferenza pari all’11 per cento. A pesare - sottolinea la Coldiretti - sono state le difficoltà di mercato ma anche quelle provocate dal maltempo che ha tagliato le principali coltivazioni agricole. In questo contesto – sottolinea Coldiretti - CreditAgri Italia, ente intermediario finanziario vigilato dalla Banca d’Italia ha avuto un importante ruolo di sostegno alle imprese agricole e cooperative del settore come conferma la sua dinamica evolutiva in controtendenza rispetto al mercato creditizio in generale. La gestione 2014 chiude con un trend in crescita del +30% rispetto al precedente anno, uno stock storico di affidamenti di circa 3 miliardi di euro e un dislocamento operativo territoriale ormai presente sull’intero territorio nazionale con oltre 70 filiali dirette che in modo sinergico collaborano con circa 200 banche locali e nazionali. L’Assemblea di fine anno dei Soci dell’ente finanziario, nell’ottica di completare l’asset di governo e renderlo sempre più adeguato alle esigenze strutturali e organizzative, ha integrato il Consiglio di Amministrazione definendolo in nove componenti. Alla Presidenza della finanziaria resta Vincenzo Gesmundo, segretario generale della Coldiretti, coadiuvato dal Vice Presidente Aldo Mattia e dal Consigliere Delegato Roberto Grassa cui è affidata la direzione generale. Fanno inoltre parte del Consiglio, Franco Angelo Gatti, Giuseppe Romano, Angelo Della Valentina, tutti imprenditori agricoli e agroalimentari, e Giovanni Barbara, Sara Landini e Francesco Visco, docenti universitari rappresentanti del mondo accademico e libero professionale.

venerdì 19 dicembre 2014

Coldiretti Lombardia, difesa del Made in Italy : Il 22 dicembre 2014 A BRESCIA - MONTICHIARI SUMMIT DELLE STALLE DEL NORD PER LA RISCOSSA DEI VERI PROSCIUTTI ITALIANI


18/12/2014 - N.3250

BRESCIA - A MONTICHIARI SUMMIT DELLE STALLE DEL NORD PER LA RISCOSSA DEI VERI PROSCIUTTI ITALIANI


Il 22 dicembre 2014 alle ore 18 a Montichiari (Brescia) al Centro Fiera del Garda gli allevatori di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna presentano il piano di rilancio del vero prosciutto italiano contro l’invasione di prodotti stranieri e contro la paralisi dei prezzi alla Commissione unica nazionale a Mantova, la Borsa dei suini.
Il progetto sarà illustrato dal Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini, da Giorgio Apostoli responsabile del settore zootecnico della Coldiretti nazionale, da Mario Emilio Cichetti Direttore del Consorzio del prosciutto San Daniele e da Gianni Fava assessore regionale lombardo all’agricoltura.  All’incontro verranno svelati gli ultimi dati sul boom delle importazioni di suini e di prosciutti con il loro impatto sull’economia di regioni che rappresentano la quasi totalità dei capi allevati nel Belpaese.

    mercoledì 29 ottobre 2014

    MILANO - DAL BOSCO VERTICALE AL FARMERS' MARKET: COSI' IL QUARTIERE ISOLA PUNTA SULL'AGRICOLTURA (Coldiretti Lombardia)

    24/10/2014 - N.3140

    MILANO - DAL BOSCO VERTICALE AL FARMERS' MARKET: COSI' IL QUARTIERE ISOLA PUNTA SULL'AGRICOLTURA

    Dal bosco verticale al farmers’ market, così il quartiere Isola a Milano scopre la sua anima green e punta sull’agricoltura.Domenica 26 ottobre, in occasione dell’iniziativa “Fattorie sotto i grattacieli”, si svolgerà il primo mercato di Campagna Amica a due passi dal nuovo skyline del capoluogo lombardo. Dalle ore 10 alle 19, in via Boltraffio,trenta aziende agricole proporranno il meglio dell’agricoltura del territorio: dalle mozzarelle di bufala ai formaggi, dalle lumache alle nocciole, dalla pasta al riso, dai fiori alle piante fino alle confetture e all’ortofrutta.
    “Dopo i farmers’ market in corso Buenos Aires e ‘Cibi d’Italia’ al Castello Sforzesco – spiega Alessandro Ubiali, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza - Coldiretti riporta l’agricoltura nel cuore di Milano per valorizzare le eccellenze lombarde e italiane anche in vista di Expo 2015. Un direzione presa anche da Palazzo Marino, come dimostra la decisione di mettere a disposizione 50 aree pubbliche per nuovi mercati agricoli”.
    Con il farmers’ market di domenica 26 ottobre – spiega la Coldiretti – il quartiere Isola si conferma il suo “cuore verde”. In questa zona infatti sorge anche il bosco verticale, un progetto in cui edilizia e natura si fondono, grazie alle oltre mille piante che sono ospitate in due torre residenziali. Milano conta oltre 21 milioni di metri quadrati di verde urbano, il valore assoluto più alto di tutta la Lombardia, mentre la disponibilità pro capite è di 16,3 metri quadrati contro una media regionale di oltre 58 metri quadrati per residente.
     

      COMO, LECCO - MALTEMPO, ATTILA HA COLPITO ANCHE IL TERRITORIO LARIANO - Federazione Coldiretti Lombardia

      24/10/2014 - N.3139

      COMO, LECCO - MALTEMPO, ATTILA HA COLPITO ANCHE IL TERRITORIO LARIANO

      Alberi abbattuti, serre divelte, capannoni scoperchiati e raccolti distrutti dalla violenza del vortice d’origine artica ‘Attila’ che in questi scorsi ha colpito a macchia di leopardo le campagne della penisola con vento forte che in alcune zone ha toccato gli 80 chilometri orari.

      Vento molto forte anche nelle due province, che in alcune aree del Lecchese ha provocato gravi danni alle colture florovivaistiche: così ad Oggiono, dove in un’azienda agricola sono stati scoperchiati diversi tunnel, 12 su un totale di 19, con una prima stima di oltre 10 mila euro di danni (stima provvisoria): teli e strutture rotte e, peraltro, colture danneggiate.

      A Bosisio Parini il vento ha scoperchiato la tettoia di un deposito mezzi, con danni stimati per almeno 8000 euro.
      Coldiretti Como Lecco è al lavoro per proseguire il monitoraggio e continua a raccogliere le segnalazioni delle aziende.
      Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni, presidente e direttore della Coldiretti interprovinciale di Como e Lecco, sottolineano come “il danno si aggiunge alle difficoltà che l’ortoflorovivaismo vive ormai da lungo tempo anche nelle serre e nei campi lariani. Difficoltà dettate innanzitutto dalla crisi, ma legate anche all’aggravio dei costi di produzione che le imprese agricole si trovano a dover subire. 
      L’attacco di “Attila” è solo l’ultimo di una lunga serie… e non parliamo solo di ciclone artico. In questo senso è prioritario sensibilizzare tutti gli attori politici e delle filiere sulla necessità di sostenere il settore ortoflorovivaistico alle prese con una preoccupante fase congiunturale, in primis attraverso adeguate azioni di promozione di quello che è, a tutti gli effetti, un comparto territoriale d’eccellenza”.

      Intanto si segnala un brusco abbassamento delle temperature, con escursioni termiche importanti portate dal vortice artico che ha avuto origine in Groenlandia, portandosi progressivamente verso l’Europa centrale e, da qui, all’Italia.

      La situazione è comune ad altre aree del settentrione italiano. A subire i danni maggiori - sottolinea la Coldiretti - sono state proprio le coltivazioni in serra, ancora con strutture scoperchiate o addirittura distrutte con danni alle coltivazioni orticole o floricole, ma si registra anche la perdita di prodotto a causa del vento con le olive sbattute a terra in piena fase di raccolta.
      A preoccupare sono anche i danni provocati dal maltempo al verde pubblico che nelle città è aumentato negli anni della crisi insieme al taglio dei fondi per la  manutenzione con maggiori rischi per i cittadini soprattutto – conclude la Coldiretti - a seguito degli eventi climatici estremi che sempre più spesso si verificano.

        Rinnovato il contratto nazionale degli operai agricoli 

        • E' stato sottoscritto, con un aumento salariale del 3,9 per cento ripartito in due tranche, il verbale di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per gli operai agricoli e florovivaisti scaduto il 31 dicembre 2013. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che il nuovo contratto interessa 1,2 milioni di lavoratori.
        Un passo difficile e coraggioso in tempi di crisi che l’economia e la società italiana stanno attraversando ma anche la conferma della dinamicità del settore agricolo e del ruolo che può svolgere a sostegno della ripresa. Ai lavoratori del settore - precisa la Coldiretti - è stata garantita la necessaria copertura contrattuale sia in termini di recupero del potere d’acquisto che di salario di produttività grazie alla definizione delle linee guida per la sua esigibilità. 
        L’agricoltura ha fatto segnare una crescita record delle assunzioni con un incremento record del 5,6 per cento nel numero di lavoratori dipendenti nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si stima peraltro che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati.
        Il rinnovo siglato da tutte le organizzazioni datoriali e di  rappresentanza del mondo del lavoro si contraddistingue in termini di contenuti in una riconferma e  rafforzamento del sistema della bilateralità contrattuale oltre alla integrale riconferma degli assetti contrattuali esistenti. Di rilevante importanza l'allineamento alle effettive necessità delle imprese  dei livelli di flessibilità nella gestione del rapporto in termini di monte ore di straordinario sia annuale che giornaliero e settimanale e del regime di flessibilità multi periodale.
        In ordine ai risultati del negoziato lo sforzo profuso in sede di trattativa al fine di creare i necessari spazi di rinnovamento e semplificazione,  oltre ad aver avuto esito positivo, non ha prodotto alcuna particolare compromissione a riguardo l’entità degli aumenti salariali risultati assolutamente compatibili e congrui rispetto alla congiuntura economica che attraversa in complesso il sistema agricolo, né alle concessioni alla controparte sindacale per molta parte legate al sistema di protezione sociale dei lavoratori.

        domenica 26 ottobre 2014

        Crisi: Coldiretti, fiducia cala perchè 42% famiglie copre appena spese

        Crisi: Coldiretti, fiducia cala perchè 42% famiglie copre appena spese

        Il 14% non ha reddito a sufficienza neanche per l’indispensabile
        La fiducia dei consumatori scende perché ad ottobre quasi la metà (42 per cento) riesce a pagare appena le spese senza permettersi ulteriori lussi, mentre oltre 3 milioni di famiglie (14 per cento) non hanno oggi reddito a sufficienza neanche per l’indispensabile a vivere. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata a commento del dato Istat sulla discesa a ottobre dell'indice di fiducia dei consumatori a 101,4 da 101,9 di settembre. Appena il 39 per cento degli italiani vive senza affanni mentre - sottolinea la Coldiretti - piu’ della metà (56 per cento) ha ridotto la spesa o rimandato l’acquisto di capi d’abbigliamento riciclando dall’armadio per l’autunno gli abiti smessi nel cambio stagione, ma la stessa percentuale ha anche detto addio a viaggi e vacanze mentre il 47 per cento a dovuto rinunciare ad affrontare addirittura le spese dentistiche. A seguire nella classifica delle rinunce si collocano - sottolinea la Coldiretti - la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 47 per cento. Il 41 per cento degli italiani ha rinunciato all’auto o alla moto e il 40 per cento agli arredamenti. Pesa l’addio alle attività culturali del 37 per cento degli italiani in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi, ma anche quello ai generi alimentari (29 per cento) che è quello che fa registrare quest’anno l’aumento maggiore (+16 per cento) Gli italiani nei primi anni della crisi – sottolineano Coldiretti/Ixe’ - hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. In queste condizioni – conclude la Coldiretti - l’eventuale aumento dell’Iva avrebbe ulteriori effetti depressivi sui consumi con l’aggravio di spesa per le famiglie italiane che sarebbe di 1,35 miliardi all’anno per la frutta e 650 milioni per il pane mentre per le uova fresche sarebbe di 100 milioni di euro, ma molti altri prodotti verrebbero colpiti  dall’aumento dell’Iva dal 4 per cento e dal 10 per cento ad una aliquota unica del 15 per cento, prevista come clausola di salvaguardia della legge di Stabilita'.
        IL TAGLIO DEGLI ACQUISTI PER PRODOTTO - Ottobre 2014 in %
                 Abbigliamento:                                                     56
                 Viaggi o vacanze:                                                 56
                 Spese dentistiche:                                                48
                 Tempo libero:                                                       47
                 Auto/moto:                                                          41
                 Arredamento/mobili:                                               40
                 Beni tecnologici:                                                    39
                 Ristrutturazioni della casa:                                      38
                 Attività culturali:                                                   37
                 Attività sportive e cura corpo:                                 36
                 Generi alimentari:                                                  29
                 Spese per i figli:                                                    16
        Fonte: Elaborazioni Coldiretti-Ixe’ ad ottobre 2014

        martedì 21 ottobre 2014

        Consumi : Allarme Coldiretti, arriva il prosciutto senza maiale

        Allarme Coldiretti, arriva il prosciutto senza maiale 

        • 21/10/2014 

        Arriva il prosciutto senza carne di maiale, ma che può contenere più acqua e additivi chimici sinora vietati, a danno dei consumatori e degli allevatori italiani. A lanciare l’allarme è il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la proposta di schema di decreto ministeriale che rivede la normativa sulla preparazione dei salumi, introducendo una serie di allucinanti novità.
        Il prosciutto cotto potrà ora essere fatto anche utilizzando carne di altre specie creando confusione nei consumatori sul reale contenuto del prodotto che acquistano. Una possibilità che, come ha dimostrato la recente inchiesta sulla carne di cavallo spacciata per manzo in sughi e polpette,  alimenta  anche il rischio di frodi in un settore come quello delle carni dove dall’inizio della crisi nel 2008 ad oggi sono aumentati del 150 per cento i sequestri secondo una analisi della Coldiretti sulla base dell'attività  dei carabinieri dei Nas nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2008.
        Aumenta, poi, il contenuto di acqua consentito che sarà pagato dagli acquirenti come se fosse carne in un momento di pesante crisi economica. L’incremento del tasso di umidità previsto per le tre categorie di prosciutto cotto, prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto di alta qualità andrà a minare la qualità del prodotto stesso a discapito del maiale italiano, le cui carni hanno caratteristiche qualitative superiori a quelle dei maiali importati dai paesi del nord, penalizzando i nostri allevatori.
        Il decreto cancella poi il divieto di utilizzo di aromi chimici, aprendo così la strada alla possibilità di correggere gusto e sapore dei salumi fatti con materia prima scadente e di dubbia origine. Paradossalmente viene mantenuta, invece, la possibilità di utilizzare le cosce di maiale congelate per produrre il prosciutto crudo stagionato. Proprio a causa di questa norma due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine.
        Altra novità del provvedimento è l’inserimento nel decreto del Culatello, sino ad oggi assente, ma anche qui si apre a una “industrializzazione” del prodotto (uso di involucri artificiali al posto del tradizionale budello naturale, ecc.) che finirà per abbassarne la qualità.
        “Piuttosto che rivedere al peggio le leggi che regolano il settore dei salumi sarebbe utile alla nostra economia adoperarsi per l’attuazione della legge sull’etichettatura con l’indicazione obbligatoria dell’origine italiana, di importanza fondamentale soprattutto per i prodotti trasformati”, denuncia il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “non possiamo commettere un autogol che danneggia il patrimonio di credibilità conquistato dal Made in Italy in Italia e all’estero dove dobbiamo acquisire quote di mercato con politiche di trasparenza e verità”.
        Il paradosso è che a difendere le allucinanti novità del decreto non sia stato chi lo ha proposto. A scendere animosamente in campo sono stati solo i “furbetti del prosciuttino”. Con l’endorsement degli industriali della carne dell'Assica a favore del provvedimento, finalmente si chiarisce a tutti gli italiani come sia nato lo schema di decreto che consente di realizzare prosciutto senza carne di maiale, ma che può contenere più acqua e aromi chimici.
        http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Pagine/AllarmeColdiretti,arrivailprosciuttosenzamaiale.aspx

        giovedì 16 ottobre 2014

        Coldiretti, BASTA TRAGEDIE PER IL MALTEMPO: NASCE LA COALIZIONE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO

        BASTA TRAGEDIE PER IL MALTEMPO: NASCE LA COALIZIONE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
         

        Comunicato stampa congiunto
        Basta tragedie per il maltempo
        Nasce la Coalizione per la prevenzione del rischio idrogeologico
        Associazioni, ordini professionali, Sindaci ed esperti insieme per far partire nel nostro Paese una efficace politica di mitigazione del rischio da frane e alluvioni in Italia
         
        Genova e la Liguria ancora una volta hanno subito i devastanti effetti dell'ennesima tragedia causata dal rischio idrogeologico. Piogge intense che si sono riversate su un territorio fragile hanno causato l'esondazione di corsi d'acqua, frane, allagamenti e purtroppo ancora una volta vittime. Episodi che si verificano continuamente nel corso di tutto l’anno sull’intero territorio nazionale che non possono essere più tollerati e richiedono una risposta immediata ed efficace, senza continuare ad affrontare la questione sempre e soltanto dopo dichiarazioni di stato di emergenza.
         
        Per questo le principali associazioni ambientaliste e di categoria, i Consigli nazionali degli ordini professionali e le associazioni imprenditoriali di settore, i Sindaci e il mondo dei tecnici e della ricerca che avevano già intrapreso, dal 2013, un percorso comune per rispondere in maniera efficace alle ripetute emergenze, hanno deciso di costituire la Coalizione per la prevenzione del rischio idrogeologico. Un organismo straordinario che vede la partecipazione di tanti soggetti competenti in materia di acque e difesa del suolo, con ruoli e compiti diversi ma con l'obiettivo comune di condividere l'urgenza e l'importanza di azioni efficaci per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico nel nostro Paese.
         
        “L'obiettivo principale della Coalizione è quello di riportare tra le priorità politiche del nostro Paese  una strategia generale di governo del territorio e delle acque e un'efficace politica di adattamento ai cambiamenti climatici per la mitigazione del rischio da frane e alluvioni, facendo rientrare le misure e gli interventi da mettere in atto nella logica multidisciplinare e sistemica della pianificazione di bacino, coerentemente con quanto previsto dalle direttive europee (acque (2000/60/CE), alluvioni (2007/60/CE) e habitat), definendo altresì gli strumenti inequivocabili per la loro puntuale e conforme attuazione.”
         
        Anche gli ultimi provvedimenti normativi però sembrano andare in direzione contraria, rispetto all'attuazione di una politica ordinaria di difesa del suolo in grado di coniugare tutela dell’ambiente e riduzione del rischio idrogeologico. Il cosiddetto“Decreto sblocca Italia” si orienta diversamente da quanto è auspicabile, esautorando le comunità locali e altri soggetti da una partecipazione attiva rispetto ad opere che riguardano il proprio territorio o quello da esse amministrato.
         
        Chiediamo quindi quanto prima un incontro con il Governo, in particolare con il ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare Gianluca Galletti e il responsabile dell'unità di missione Italia Sicura Erasmo D'Angelis per presentare le proposte contenute nel documento "Prevenzione e mitigazione del rischio, le priorità per il governo del Paese", elaborate attraverso il confronto e la partecipazione di tutti i soggetti interessati."
         
        Diverse sono le proposte portate avanti dalla coalizione, tra queste:
        - definire con maggiore chiarezza il ruolo delle Autorità di Bacino Distrettuali, avviando urgentemente la loro costituzione, dotandole di adeguate risorse umane e finanziarie;
        - uscire dalla logica dei Commissari straordinari per garantire il coinvolgimento e la partecipazione dei territori per la costruzione di una concreta politica di mitigazione
        - approvare rapidamente la legge sul consumo di suolo e una sua regolamentazione al fine di favorire la cultura della riqualificazione e dei servizi ecosistemici nel rapporto aree urbane e aree rurali.
        - contare su risorse adeguate e spendibili in tempi certi con un sistema di regole chiare e trasparenti e un’attenta valutazione sull’efficacia ambientale degli interventi.
         
        La Coalizione si farà promotrice di diverse iniziative nazionali e sui territorimaggiormente coinvolti, con l'intento di avviare percorsi virtuosi e soprattutto efficaci di prevenzione e mitigazione del rischio, dedicati al tempo stesso alla formazione e informazione ai cittadini.

        I soggetti che costituiscono la coalizione sono:
        Legambiente, Coldiretti, Anci, Consiglio nazionale dei geologi, Consiglio nazionale degli architetti, Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, Consiglio nazionale degli ingegneri, Consiglio nazionale dei geometri, Inu, Ance, Anbi, WWF, Touring Club Italiano, Slow Food Italia, Cirf, Aipin, Sigea, Tavolo nazionale dei contratti di fiume Ag21 Italy, Federparchi, Gruppo183, Arcicaccia, Alta Scuola, FAI, Italia, Nostra, CTS, Società italiana dei territorialisti, Lipu, Cai, Aiab, Federazione nazionale Pro Natura.

        martedì 7 ottobre 2014

        COLDIRETTI LOMBARDIA : TAV, IL TRATTO BRESCIA - VERONA METTE A RISCHIO LE PRODUZIONI BRESCIANE D'ECCELLENZA


        In questi giorni si parla del tratto TAV Brescia-Verona come cosa oramai definita ma è necessario mettere in evidenza quali sono gli aspetti realmente da valutare nella realizzazione di un’ opera ferroviaria tanto necessaria quanto impattante per gli aspetti paesaggistici e produttivi per l’economia della nostra provincia.
        “E’ importante – dichiara il Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini – valutare attentamente le modalità per affrontare e sviluppare il progetto in modo da garantire lo spostamento dei pendolari e dei turisti oltre che delle merci alleggerendo così il trasporto su gomma. Allo stesso tempo è fondamentale rendere il meno invasivo possibile l’impatto che avrà sul territorio sia dal punto di vista paesaggistico che economico.”
        La Tav andrà ad interessare prevalentemente la zona del Lugana andando a sottrarre circa 300 ha di vigneti sui 1100 in produzione, un tratto di territorio caratterizzato da elementi naturalistici splendidi e unici che genera un’importante economia enogastronomica italiana ed internazionale. Ma non è solo il comparto vitivinicolo  interessato da questa tratta.  Altre produzioni tipiche d’eccellenza rischiano di essere danneggiate: dalle aziende a vocazione lattiero casearia per la produzione di Grana Padano, alle aziende florovivaistiche per arrivare alle numerose imprese agricole produttrici di frutta e verdura di qualità.
        “Un altro aspetto fondamentale – prosegue il Presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini – per la sostenibilità del territorio e delle imprese agricole è la necessità di salvaguardare i territori, l’economia e la movimentazione dei flussi turistici, dei cittadini e delle merci che, ad oggi, rappresentato un forte volano di reddito locale. 
        Ritengo che si possa valutare una soluzione alternativa andando ad agire sull’attuale tracciato esistente realizzando le opere di potenziamento ed ammodernamento necessarie senza sottrarre altro terreno agricolo come già avvenuto per infrastrutture già realizzate nella nostra provincia.
        E’ d’importanza fondamentale – conclude il Presidente -  il ruolo sinergico tra le istituzioni. In questi giorni infatti Sua  Eccellenza il Prefetto sta operando con i Ministeri competenti  per trovare soluzioni che  rispondano ad un minor impatto ambientale e di attenzione al territorio.” 

        lunedì 25 agosto 2014

        GLI EFFETTI DELLA GUERRA IN EUROPA SULLA LOMBARDIA, Coldiretti : UCRAINA, NEL MIRINO DELLE SANZIONI RUSSE 123 MILIONI DI EURO DI PRODOTTI LOMBARDI

        Nel primo trimestre 2014 le esportazioni di prodotti agroalimentari “Made in Lombardia” in Russia hanno superato i 29 milioni di euro e sono cresciute di oltre il 19 per cento fra il 2012 e il 2013 sfiorando i 123 milioni di euro totali l’anno scorso. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Lombardia su dati della Camera di Commercio di Milano, riguardo ai possibili effetti della decisione della Russia di limitare o bloccare con decreto anche per un anno le importazioni agroalimentari dai paesi che hanno adottato sanzioni contro Mosca per il conflitto in Ucraina. Analizzando le singole voci – spiega la Coldiretti Lombardia – in tutto il 2013 il valore delle esportazioni di cereali e preparazioni a base di cereali dalla Lombardia alla Russia ha superato i 23 milioni di euro, seguiti dai quasi 20 milioni di euro per prodotti lattieri e uova e dai 17 milioni e mezzo di euro per alimenti destinati ad animali, mentre le bevande lombarde in Russia valgono 16 milioni e 791 mila euro all’anno. (07/08/2014)
        Secondo un’analisi della Coldiretti nazionale, nel 2013 le esportazioni di prodotti agroalimentari dall’Italia alla Russia ha raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro. Le nuove misure restrittive annunciate fanno seguito a un altro momento di scontro commerciale tra Russia e Unione Europea. Infatti con la cosiddetta “guerra dei prosciutti” la Russia ha già chiuso le frontiere a tutto l'export europeo di maiali, carni di maiale e trasformati  in violazione delle regole sugli scambi alla Wto di cui è membro dal 2012, prendendo a pretesto la scoperta a fine gennaio, di casi di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania e Polonia, lungo le zone di frontiera con la  Bielorussia.
        Milano – spiega la Coldiretti Lombardia - è la provincia che esporta di più verso Mosca: solo nei primi tre mesi del 2014 il valore dell’export in Russia ha superato i 18 milioni di euro, mentre se si considera tutto il 2013 ha sfiorato i 69 milioni di euro, pari al 56% del totale regionale. A seguire Brescia con più di 15 milioni di euro, Mantova con oltre 13 milioni di euro e Lecco con 7 milioni e 300 mila euro e le altre province con cifre fra gli oltre 4 milioni di Bergamo e i 136 mila euro di Sondrio.

        EXPORT AGROALIMENTARE LOMBARDO VERSO LA RUSSIA nel 2013
        Provincia
         
        Totale export
        (in euro)
         
        Peso province su
        totale Lombardia
         
        Bergamo 
        4.283.021
        3,5%
        Brescia
        15.059.882
        12,3%
        Como
        3.226.021
        2,6%
        Cremona
        3.542.768
        2,9%
        Lodi
        219.036
        0,2%
        Lecco
        7.344.979
        6,0%
        Mantova
        13.106.385
        10,7%
        Milano
        68.827.194
        56%
        Monza Brianza
        1.330.824
        1,1%
        Pavia
        3.886.580
        3,2%
        Sondrio
        136.671
        0,1%
        Varese
        1.890.230
        1,5%
        LOMBARDIA
        122.853.591
        100%
        Dati Camera di Commercio di Milano