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sabato 13 febbraio 2016

Atene, lacrimogeni contro manifestazione agricoltori. Scontri davanti al Ministero dell'Agricoltura (da askanews)

da 

Atene, lacrimogeni contro manifestazione agricoltori

Scontri davanti al Ministero dell'Agricoltura

Atene, lacrimogeni contro manifestazione agricoltoriAtene 12 feb. (askanews) - La polizia greca ha fatto ricorso ai gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di agricoltori cretesi radunatosi ad Atene per partecipare ad una manifestazione di massa contro il governo del premier Alexis Tsipras.
Gli agricoltori, circa 2mila, si erano radunati di fronte al Ministero dell'agricoltura e hanno iniziato a lanciare oggetti contro l'edificio e gli agenti di guardia, dando fuoco ad alcuni cassonetti; la polizia ha reagito sparando i lacrimogeni ed effettuando quattro arresti.
La proteste sono dovute all'intenzione del governo si aumentare i contributi degli agricoltori - nel quadro della riforma del sistema pensionistico - raddoppiare l'aliquota impositiva della categoria a partire dal 2017 ed eliminare alcuni benefit come il prezzo speciale del combustibile.
(fonte Afp)

martedì 9 febbraio 2016

si avvicina l'ASSEMBLEA NAZIONALE MACCHINISTI che si terrà a Firenze il 15 FEBBRAIO prossimo su iniziativa della Rivista "Ancora in Marcia!"

 

15 FEBBRAIO, Firenze 

ASSEMBLEA NAZIONALE MACCHINISTI

promossa dalla Rivista "Ancora in Marcia!"

su :
  • privatizzazione delle ferrovie
  • pensione a 67 anni
  • orario di lavoro insopportabile
  • mancanza di sicurezza
  • assenza di democrazia sui luoghi di lavoro

venerdì 5 febbraio 2016

Grecia, sciopero generale contro la riforma delle pensioni di Alexis Tsipras. Scontri ad Atene (da L'Huffington Post, ANSA)

da


http://www.huffingtonpost.it/2016/02/04/grecia-sciopero-generale-_n_9157780.html

Grecia, sciopero generale contro la riforma delle pensioni di Alexis Tsipras. Scontri ad Atene, giornalista ferito (FOTO)




Pubblicato: Aggiornato: 

lunedì 25 gennaio 2016

PENSIONI, BLOCCO DELLA PEREQUAZIONE: Il TRIBUNALE DI PALERMO DA’ RAGIONE ALLA CIDA (Comunicato CIDA sul pronunciamento del tribunale di Palermo)

comunicato CIDA (l'organizzazione sindacale che rappresenta la dirigenza e le alte professionalità di tutti i settori socio-produttivi, pubblici e privati) sul pronunciamento del Tribunale di Palermo in merito al ricorso CIDA contro il decreto legge 65/2015. Si attende adesso il responso della Corte Costituzionale

BLOCCO DELLA PEREQUAZIONE: Il TRIBUNALE DI PALERMO DA’ RAGIONE ALLA CIDA 

Con ordinanza del 22 gennaio 2016 il Tribunale di Palermo, nel procedimento promosso da CIDA e dalle proprie Federazioni, per conto del dott. Giuseppe Cardinale, ha dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del comma 25 dell’art. 24 del decreto legge n. 201/2011, convertito nella Legge 214/2011, come recentemente modificato dal decreto legge n. 65/2015 convertito nella legge n. 109/2015, nella parte in cui prevede che per i pensionati, titolari di trattamento pari o inferiore a cinque volte il minimo Inps, sia riconosciuta la rivalutazione nella misura solo del 20%.

Il Tribunale di Palermo ha infatti ritenuto che “la suddetta rivalutazione è di entità talmente modesta da indurre a ritenere che anche la nuova normativa mantenga un contrasto con i principi dettati dalla Costituzione e con l’interpretazione che degli stessi principi ha fornito la Corte Costituzionale”.
Il Tribunale di Palermo ha pertanto disposto la trasmissione degli atti di causa alla Corte Costituzionale.
Ancora una volta viene data ragione: ora si attende il pronunciamento della Suprema Corte.



comunicato CIDA




Dibattito : Come CGIL-CISL-UIL intendono riproporsi (dal Blog : pennabiro.it)



dal Blog : pennabiro.it
Come CGIL-CISL-UIL intendono riproporsi
Recentemente CGIL, CISL e UIL hanno predisposto un testo che s’intitola “Un moderno sistema di relazioni industriali,Per uno sviluppo economico fondato sull’innovazione e la qualità del lavoro.”
Si tratta di un titolo indubbiamente accattivante che rende doverosa una lettura attenta di questo documento.A detta degli autori si tratta di fondare “un nuovo progetto di relazioni industriali” che portino alla “tutela e al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro oltre che alla promozione della crescita economica e sociale del paese.”.
In più punti nel documento si sottolinea il carattere naturalmente propulsivo del sindacalismo (il loro) come elemento di spinta all’innovazione, al progresso tecnologico, economico, sociale e politico: “alla crescita democratica, politica e sociale dell’intera collettività nazionale.”.
Ed effettivamente questo è il compito più nobile che ha un sindacalismo correttamente inteso.
Ma se guardiamo alla pratica effettiva di CGIL, CISL e UIL questo non è quello che è accaduto negli ultimi decenni.
Si prenda il caso della lotta all’inquinamento. Nel nostro paese ci sono storie infinite di distruzioni ambientali come la Terra dei Fuochi, di siti industriali inquinanti, di migliaia di morti come nel caso dell’amianto, dell’ILVA di Taranto.
In tutti questi casi quale è stato il comportamento di CGIL, CISL e UIL, soprattutto dei loro vertici e poi via calando? Sono stati i primi a denunciare? NO! Neppure quando queste storie diventavano criminali.
Le denunce sono venute dai cittadini o da qualche pretore d’assalto con le loro prerogative limitate.
Nella pratica concreta, a livello dell’intero paese, queste confederazioni sindacali hanno puntato a nascondere più che a denunciare; questo è sicuramente più comodo, magari trincerandosi dietro la “difesa dei posti di lavoro” ma sicuramente non svolgono quel ruolo propulsivo del progresso di cui parlano.
Un progresso di cui tutti sentiamo la impellente necessità.
Al contrario essi si pongono come una rotella del meccanismo atroce del regresso, della povertà e dell’emarginazione.
Appunto una rotella e non la più importante. Non il motore.
Possono essere paragonati ad un paraurti; ci mettono la faccia.
Le responsabilità delle enormi difficoltà che stiamo vivendo in Italia ed in Europa stanno a monte; sono quelle politiche dei gruppi dirigenti legati al capitalismo. Le responsabilità delle loro scelte e delle loro non scelte consapevoli, che risalgono indietro di decenni. Ed è la mancanza di una vera opposizione a queste scelte,dai lontani tempi degli anni 70 del secolo scorso della “politica dei sacrifici”sostenuta dall’allora segretario della CGIL Lama,per arrivare ai giorni nostri con una serie di accordi peggiorativi ,che ha contraddistinto la politica dei tre sindacati maggioritari.La globalizzazione iniziata negli anni 80 e proseguita negli anni 90 con il libero ingresso in Europa del grande capitale finanziario nordamericano,i limiti enormi dell’unificazione europea per cui esiste una moneta unica ma regole diverse per ogni paese ad esempio per il fisco o per la stessa produzione di beni di consumo,ha aggravato i problemi dell’economia italiana .
E’ evidente che di tutto questo non sono responsabili principalmente CGIL,CISL e UIL.
Dire questo sarebbe come dare a Don Abbondio la responsabilità delle nozze andate a monte di Renzo e di Lucia. La responsabilità maggiore va data alla politica,alla cosiddetta classe dirigente che ha governato il paese, a quei partiti che avrebbero dovuto rappresentare conseguentemente gli interessi del mondo del lavoro
La loro responsabilità consiste nell’aver impostato male le relazioni industriali e nel documento che hanno predisposto non solo non mostrano un ripensamento ma al contrario si spingono ancora più a fondo sulla strada sbagliata. Leggendo il documento salta agli occhi che il vero obiettivo di questo non è avanzare una vera proposta alternativa di politica industriale e sul ruolo dei lavoratori.
E’ nelle righe finali che il vero obiettivo viene fuori,là dove si dice riguardo alle regole sulla rappresentanza sindacale “Un compiuto processo di riforma della rappresentanza dovrà necessariamente coinvolgere le stesse associazioni datoriali,per superare condizioni di monopolio o di arbitrio estranee ad un moderno sistema di relazioni industriali e per affermare il ruolo primario ed autonomo delle parti sociali in una materia sulla quale non sono condivisibili interventi esterni da parte del governo”.In altre parole viene detto che la materia contrattuale e quella di stabilire la rappresentanza sindacale sono cose che riguardano soltanto Confindustria da una parte e sindacati confederali dall’altra .
E’ nota invece  la posizione del governo Renzi sui cosiddetti “corpi intermedi” come i sindacati,il governo vuole trattare direttamente con Confindustria e padronato senza il vincolo di accordi generali tra questi e i sindacati confederali,la famosa concertazione.I sindacati confederali d’altro canto,come struttura nazionale hanno bisogno di mantenere questo ruolo per mantenere la loro attuale struttura ed ecco allora che il documento di cui stiamo parlando dà tutta una serie di concessioni agli imprenditori su contrattazione aziendale,ristrutturazione aziendale,welfare salariale,compartecipazione però sempre in percentuale minoritaria del lavoratore nelle aziende,tutto questo purchè venga mantenuto il ruolo di riferimento dei contratti nazionali anche se ridotti di numero e il ruolo delle direzioni sindacali nazionali come interlocutore politico che è l’oggetto di scontro con l’attuale governo.
In questo modo CGIL, CISL e UIL salverebbero sé stessi ma si appiattiscono sulla struttura contrattuale che fa più comodo ai padroni riducendo il ruolo del livello nazionale e privilegiando quello aziendale, territoriale, di distretto, di sito, di filiera. Teniamo conto che anche la stesura del nuovo statuto dei lavoratori di cui parla Camusso si inserisce in questo tentativo di CGIL-CISL-UIL di riproporsi  non solo come sindacati ma anche come soggetto politico.
Si rendono conto costoro di quali sono stati e ancor più saranno i costi umani, sociali ed economici di un sistema produttivo (e di una pubblica amministrazione corrotta) calibrata sulle esigenze del capitale e non invece su un piano industriale discusso con i lavoratori che tenga conto in primo luogo di quello che serve al nostro paese?
Si rendono conto che non opporsi, adeguarsi, per trarne dei vantaggi in termini di posti come sindacalisti,di soldi per i CAF, di fondi integrativi per le pensioni e per la sanità tolti in pratica dai salari già bassi, ecc. è un delitto imperdonabile a danno dei lavoratori?
CGIL, CISL e UIL qualificano se stessi come “corpi intermedi”. Certo i sindacalisti, quelli veri, non hanno niente da intermediare. Il loro è un lavoro difficile, ingrato; devono difendere in modo intransigente, piccato gli interessi e i diritti dei lavoratori.
Chi si dispone come “corpo intermedio” si prepara a diventare il ricettacolo degli opportunisti.
Il sindacato per costoro è un tornello, una porta girevole; ci si entra da lavoratori e ci si esce da padroni (per i ferrovieri Moretti insegna). E’ il sindacalismo corporativo che ha una lunga tradizione ed ha avuto sempre conseguenze nefaste per il movimento dei lavoratori.
In alternativa ad esso occorre un sindacato dei lavoratori con un programma immediato da discutere a livello di base ma con alcuni tratti che potrebbero essere indicati così:
1) un contratto unico a livello europeo per tutte le categorie di lavoratori che stabilisca un salario per standard omogenei di qualità della vita in qualunque paese vive il lavoratore. Poiché il lavoro si riduce sempre più a premere dei tasti sul computer le differenze di categoria non hanno più senso; si mantengono invece le differenze di qualifica per retribuire il diverso impegno richiesto sul lavoro;
2) un sistema previdenziale unico per tutta l’Europa che garantisca pensioni dignitose per tutti anche per chi a causa delle crisi non ha potuto lavorare o ha lavorato saltuariamente;
3) un sistema sanitario a servizio di lavoratori che hanno necessità di essere efficienti in azienda e il più possibile felici nella vita;
4) sul tema dell’immigrazione occorre guardare alle centinaia di migliaia di lavoratori che vengono in Europa come a forza lavoro che in quanto tale, se ben usata, può dare più ricchezza di quella che consuma. Piuttosto bisogna stare attenti a non rapinare i loro paesi di provenienza delle loro risorse, del loro più importante capitale umano. In questo senso bisognerebbe predisporre un sistema che permettesse, ed anzi incoraggiasse, su base volontaria, queste persone a tornare nei loro paesi.
5) Un piano industriale che da un lato impedisca l’assorbimento da parte delle multinazionali della nostra industria e dall’altro sviluppi e rafforzi economicamente le nuove attività che sorgono in Italia in modo da farle divenire trainanti per tutto il paese.
R.B.

giovedì 5 novembre 2015

CoNUP : “SANITA’ E PENSIONI” - Manifestazione al MEF a Roma il 10 novembre CONTRO I DECRETI RENZI e LORENZIN

CoNUP
 “SANITA’ E PENSIONI”
 v CONTRO IL DECRETO RENZI CHE ANNULLA LA SENTENZA DELLA CONSULTA
SUL NOSTRO DIRITTO ALLA PEREQUAZIONE ANNUALE
v CONTRO IL DECRETO LORENZIN CHE DA’ IL COLPO FINALE ALLA SANITA’ PUBBLICA
MANIFESTIAMO A ROMA
IL 10 NOVEMBRE 2015
DALLE ORE 10:00 ALLE 14:00
SALA “IL CIELO SOPRA L’ESQUILINO”
VIA GALILEI, 57
INTERVERRANNO ESPERTI DI SANITA’ E PREVIDENZA
********
DALLE ORE 15:00 ALLE 18:00
PRESENZIAMENTO SIT-IN
davanti al
MINISTERO  DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE (MEF)

VIA XX SETTEMBRE, 97

lunedì 1 giugno 2015

A S. Mommè (PT) il 25 maggio è stato costituito il CoNUP (Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di Oggi e di Domani)

A S. Mommè (PT) il 25 maggio è stato costituito il CoNUP (Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di Oggi e di Domani)

CoNUP
Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di Oggi e di Domani
COMUNICATO

A S. Mommè (PT) il 25 maggio è stato costituito il CoNUP (Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di Oggi e di Domani) con l’obiettivo di fermare BOERI/RENZI.

Il dibattito ha fortemente ribadito la necessità di respingere l’elemosina del decreto Poletti, in sostituzione dell’applicazione integrale della sentenza della Corte Costituzionale (75/2015).
Ha inoltre evidenziato come, il sistema attuale non rispetti la Costituzione e concluda il processo di rottura del principio solidaristico tra le generazioni, iniziato con le riforme Amato e Dini, apre ad una prospettiva di pensioni da fame e spiana la strada alla loro cessione in mano di assicurazioni e banche, per fini e speculazioni che esulano dal garantire a tutti una vecchiaia serena con una pensione pubblica e dignitosa.

A questo scopo si è deciso:
 la formalizzazione del CoNUP (Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati di Oggi e di Domani) con approvazione di un proprio statuto e regolamento organizzativo;
 la costruzione di Coordinamenti nei territori che raccolgano in un fronte unitario tutti gli individui, le associazioni di pensionati, di lavoratori attivi, di esodati e precari, di cittadini e sindacati che sono d’accordo a contrastare lo smantellamento del sistema pensionistico pubblico;
 la raccolta delle domande con invio per raccomandata all’INPS per la restituzione integrale da parte dello Stato di quanto dovuto in applicazione della sentenza 70/2015 della Corte Costituzionale;
 di dare vita a una campagna di mobilitazione unitaria nei vari territori;
 di promuovere una prima iniziativa di mobilitazione nazionale Il 16 giugno a Roma (con presidio al Ministero dell’Economia, Via XX Settembre) che ci veda uniti nella lotta contro il decreto-elemosina di Renzi, contro l’ingiustizia subita dagli esodati, contro l’anacronistico e ingiustificato innalzamento dell’età pensionabile (come ad es. per i macchinisti FS);
 di avviare una battaglia di giustizia ed equità contro l’avvenuto stravolgimento del sistema pensionistico che ha rotto la solidarietà tra le generazioni, per smascherare le bugie e le falsità, per costruire insieme una proposta per un sistema pensionistico che assicuri una pensione pubblica e dignitosa a tutte le generazioni di lavoratori. A tale fine si terrà nel mese di ottobre un Convegno per la definizione della proposta.

S. Mommè, 25 maggio 2015
I Partecipanti all’Assemblea di S. Mommè

venerdì 22 maggio 2015

Le Lotte dei Pensionati : NON VOGLIAMO “SOLDI” (NÈ TANTOMENO MANCE)… MA SOLO (I NOSTRI) DIRITTI… ! La battaglia delle pensioni contro Renzi e Boeri è solo iniziata - Intanto lunedì 25 a Pistoia nascerà il CNLpu (Comitato di Lotta Nazionale pensionati uniti) per le pensioni, per preparare il 16 giugno una grande manifestazione a Roma, con cui continuare la nostra lotta! (Comunicato Stampa)


COMUNICATO STAMPA

NON VOGLIAMO “SOLDI” (NÈ TANTOMENO MANCE)…

… MA SOLO (I NOSTRI) DIRITTI… !

Le notizie già annunciate da Renzi, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, ci fanno sentire derubati per la seconda volta...
Che le pensioni non potevano essere bloccate fu una cosa da noi denunciata immediatamente dopo l’approvazione della legge Fornero, ma ora, e ci sono voluti tre anni, la Corte Costituzionale ha doverosamente annullato l’articolo 24 voluto dai “professori” (anche Monti), che non conoscevano l’articolo 36 e 38 della Costituzione.
A Renzi non piace questa sentenza e in realtà in questo ci trova concordi: dovevamo vincere 12 a 0, non grazie a 6 favorevoli e 6 contrari, con il parere favorevole dell’eroico Criscuolo.
A parte alcune debolezze contenute nella stessa sentenza, dobbiamo constatare che ben sei giudici hanno contraddetto valutazioni e chiarissimi giudizi espressioni da decine di altre sentenze della stessa Corte.
Ciò ci fa pensare che con le nuove nomine dell’era Renzi, la stessa Corte assumerà e interpreterà la Costituzione in chiave molto più moderna... Ma fino ad oggi ogni sentenza della Corte è stata onorata, anche quella (n°116/2013) che riteneva illegittimo il contributo di solidarietà dato alle pensioni d’oro, per il quale furono restituite migliaia e migliaia di euro in pochi mesi, mentre pare, almeno per noi, con pensioni più modeste, che non sarà più così.
Diciamo subito a Renzi che vogliamo tutto e subito, non per i soldi, ma per i diritti costituzionali a cui nessuno può rinunciare. Diremo ai pensionati di non accettare questa misera “mancia” (lorda) e di dar luogo invece a nuovi ricorsi, alle class action che stiamo preparando, ma soprattutto cercheremo di suonare le campane a tutti i pensionati e i lavoratori, per risalire la china dalle 8 riforme pensionistiche subite per riportare le pensioni a quel diritto costituzionale e a quelle modalità previste dagli articoli 36 e 38 della Costituzione.
Articoli che prevedono pensioni calcolate in funzione “della quantità e qualità del lavoro esercitato” e tali da garantire “una vita libera e dignitosa per il pensionato e la propria famiglia”. Soprattutto una pensione che (art. 38) “non deve essere data solo al momento della collocazione a riposo, ma deve essere mantenuta in relazione al costo della per tutta la vita”. Su questi problemi ci sono decine e decine di sentenze e moniti della Corte, verso il legislatore di turno, sollecitando modifiche ai sistemi di perequazione annuale.
Se oggi le pensioni sono diminuite del 38% rispetto al costo della vita e si sono discostate eccessivamente dai salari, significa che le cose non funzionano come la Corte e la Costituzione prevedono.
La battaglia delle pensioni contro Renzi e Boeri è solo iniziata ed ha come obiettivo finale il rispetto della “meritata” pensione, come diritto irrinunciabile per i pensionati di ieri, di oggi e di domani!
Intanto lunedì 25 a Pistoia nascerà il CNLpu (Comitato di Lotta Nazionale pensionati uniti) per le pensioni, per preparare il 16 giugno una grande manifestazione a Roma, con cui continuare la nostra lotta!

Gallori Ezio
Responsabile della rivista Le Lotte dei Pensionati

Ex sindacalista

venerdì 10 aprile 2015

ATTACCO ALLE PENSIONI : CONVEGNO A ROMA IL 15 APRILE 2015 “PENSIONI PASSATE E FUTURE”

ATTACCO ALLE PENSIONI :  
CONVEGNO A ROMA IL 15 APRILE 2015
CONTINUA L’ATTACCO ALLE PENSIONI: DOPO LA MANNAIA DELLA LEGGE MONTI-FORNERO
SI CONTINUA A FAR CASSA COLPENDO ANCHE LE PENSIONI GIA' EROGATE ?

TRASFORMARE IL WELFARE IN UNA ASSICURAZIONE: QUESTO SIGNIFICA
ELIMINARE IL SISTEMA RETRIBUTIVO E ALLINERARE TUTTI AL CONTRIBUTIVO !

LA DISTRUZIONE DEL WELFARE CONTINUERA’ CON LA SANITA’ ?
A TUTTO QUESTO DICIAMO NO !

INCONTRIAMOCI PER DISCUTERE E DECIDERE !
“PENSIONI PASSATE E FUTURE”
CONVEGNO NAZIONALE15 APRILE 2015 DALLE 10,00 ALLE 13,00
SALA DEL SACRO CUORE  - ROMA, VIA MARSALA 42 - (Stazione Termini)

PARTECIPANO: PROF. MAZZETTI, ON. GIORGIO AIRAUDO E ALTRI


 


"La solidarietà è il primo passo verso la Libertà"
                                                          M. C.

venerdì 13 marzo 2015

I FERROVIERI SI FERMANO il 14 E 15 MARZO PER PENSIONI, SICUREZZA E DEMOCRAZIA SINDACALE, CONTRO PRECARIETA' E JOBS ACT

                                           ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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CONFERMATO SCIOPERO FERROVIERI PER SABATO 14 E DOMENICA 15 MARZO. TRENI FERMI DALLE 21
I FERROVIERI SI FERMANO il 14 E 15 MARZO
PER PENSIONI, SICUREZZA E DEMOCRAZIA SINDACALE, CONTRO PRECARIETA' E JOBS ACT


TRENI VIAGGIATORI FERMI DALLE 21 DI SABATO 14,
ALLE 21 DI DOMENICA 15 MARZO 2015

LO SCIOPERO PROCLAMATO DA CAT E USB E SOSTENUTO DALLA CUB RAPPRESENTA UN IMPORTANTE MOMENTO
DI UNITÀ DEI SINDACATI EXTRACONFEDERALI CONTRO LE POLITICHE NAZIONALI DEL GOVERNO

 A COMINCIARE DALLA MANCATA SOLUZIONE DEL GRAVISSIMO PROBLEMA
DELLE PENSIONI DEI FERROVIERI, DOBBIAMO CONTRASTARE LE ULTERIORI PRECARIETA',
 LE FLESSIBILITÀ E LA RIDUZIONE DI TUTELE IN CASO DI LICENZIAMENTI


 PROTESTIAMO, INOLTRE, CONTRO LA ‘PRIVATIZZAZIONE’ DEI REGOLAMENTI, L’AGGRAVAMENTO
 DEI TURNI, DEI CARICHI DI LAVORO E LA RIDUZIONE DEGLI STANDARD DI SICUREZZA
 MEDIANTE L’ELIMINAZIONE DEGLI ATTUALI ‘CONTROLLI INCROCIATI’ CON LA CANCELLAZIONE
 DELLE FUNZIONI DEL CAPOTRENO E IL LORO AFFIDAMENTO AL SOLO MACCHINISTA
E CONTRO LA CANCELLAZIONE DELLA DEMOCRAZIA SINDACALE CALPESTATA DAGLI ACCORDI SULLA "RAPPRESENTANZA"

"LA SCELTA DEL CAT DI SCIOPERARE TRA SABATO E DOMENICA - SI LEGGE
 IN UN COMUNICATO - CONFERMA LA TOTALE CONTRARIETÀ DEI FERROVIERI 
ALLE SCELTE POLITICHE DEL GOVERNO E ATTENUA I DISAGI PER I LAVORATORI PENDOLARI
"

INVITIAMO TUTTI I FERROVIERI A PARTECIPARE A QUESTO SCIOPERO
 PROCLAMATO
NELL'INTERESSE DELLA CATEGORIA MA ANCHE DELLA SICUREZZA E DEL SERVIZIO ALLA COLLETTIVITÀ

PER SAPERNE DI PIU': www.inmarcia.it

giovedì 12 febbraio 2015

ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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PENSIONI FERROVIERI, ANCORA IN MARCIA SCRIVE AL PRESIDENTE MATTARELLA.
 IL 16-2 INCONTRO AL MINISTERO CON BARETTA


PROSEGUE LA VERTENZA PENSIONI

DOPO IL MANCATO RISPETTO DEGLI IMPEGNI ASSUNTI DAL
 GOVERNO E DAI GRUPPI POLITICI DI MAGGIORANZA RIGUARDO LA
 NORMATIVA SULLE PENSIONI DEI FERROVIERI TORNIAMO A INSISTERE 

SULLA NECESSITA' DI CORREGGERE QUESTA LEGGE INGIUSTA
ANCORA IN MARCIA SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
(LETTERA IN ALLEGATO) E IL 16 FEBBRAIO INCONTRA IL
SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA, PIER PAOLO BARETTA

LA QUESTIONE ORMAI SI RESTRINGE, IN PARTICOLARE, A CHIARIRE LE INCOMPRENSIBILI
 CONTRADDIZIONI TRA I DOCUMENTI CONTABILI ISTITUZIONALI FORNITI DALL'INPS, DALLA
RAGIONERIA DELLO STATO E DALL'UFFICIO STUDI DEL SENATO, SULLA QUANTIFICAZIONE
 DEI COSTI NECESSARI ALLA MODIFICA DEL 'FAMIGERATO' ART. 24 DELLA RIFORMA MONTI-FORNERO

E' SULLA BASE DI QUESTE 
VALUTAZIONI DEI  COSTI - DEL TUTTO INCONGRUE -  CHE
FINORA IL GOVERNO HA SEMPRE BASATO IL PARERE NEGATIVO A QUALSIASI MODIFICA

OLTRE CHE SULL'INSOSTENIBILITA' DEL LAVORO AI TRENI FINO A 67 ANNI,
COL PRESIDENTE E CON LO STESSO BARETTA 
INSISTEREMO SUGLI ULTERIORI 'ERRORI'
COMMESSI NEL CALCOLO DELLE RISORSE NECESSARIE ALLA CORREZIONE DELLA NORMA
ED UTILIZZATI COME PARAVENTO PER NON 'INTACCARE' LA MICIDIALE RIFORMA 

LA RIVISTA, PUR NELLE GRANDI DIFFICOLTA' DOVUTE ALLE CONDIZIONI POLITICHE
 E SOCIALI, CONTINUA NEL SUO IMPEGNO IN DIFESA DEI FERROVIERI PER LA MODIFICA
 DELLA LEGGE SULLE PENSIONI CON L'OBBIETTIVO DI CANCELLARE UN'INGIUSTIZIA STORICA

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Al Presidente della Repubblica Italiana
Sergio MATTARELLA
Oggetto: Richiesta incontro.
Illustrissimo Presidente,
come saprà la nostra Associazione da quasi tre anni sta cercando di far correggere l’errore contenuto nell’art. 24, comma 18 della Legge Fornero (erroneo utilizzo della parola “articolo” anziché “comma”) a causa del quale l’età pensionabile del Personale Mobile delle Ferrovie è stata aumentata di ben nove anni, unico caso al mondo.
Crediamo che nell’aspetto dell’”errore”, ormai riconosciuto da tutto il Parlamento, si possa anche ravvisare l’incostituzionalità del comma 18, ma su questo ci affidiamo alla Sua autorevole competenza.
Abbiamo il dovere di illustrarLe quali rischi per il Trasporto Ferroviario Nazionale tale situazione potrebbe creare specialmente in considerazione del fatto che ormai anche in Italia la quasi totalità dei treni (95%) viaggia con equipaggio ad Agente Solo (un solo macchinista alla guida dei treni).
Certamente saprà che la comunità scientifica individua nell’età di 56 anni per gli uomini la soglia di aumento malattie cardiovascolari, se a questo aggiungiamo che un macchinista solo, durante la guida dei treni è spesso ed inevitabilmente soggetto a picchi emozionali (dovuti a improvvisi attraversamenti di persone, indebite chiusure di segnali, avarie gravi al mezzo, viaggiando a 300 Km/h) che possono temporaneamente alterare alcune funzioni del proprio organismo quali la pressione arteriosa o il battito cardiaco, capirà che tutto questo, con l’aumentare dell’età rischia di provocare malori anche gravi al macchinista con il conseguente arresto del treno in qualsiasi luogo, è forse per questo che in Europa i macchinisti vanno in pensione a 54/55 anni ?
Dall’avvento della Legge Fornero sono stati fatti innumerevoli tentativi dalla politica per correggere tale errore: Interrogazioni Parlamentari, Proposte di Legge, Emendamenti, Ordini del Giorno, tutti sempre respinti a causa del parere negativo delle Commissioni Bilancio in relazione agli alti costi indicati dalla Ragioneria di Stato molto distanti non solo da quanto da noi indicato ma anche da quanto dichiarato dall’INPS chiamata ad esprimersi proprio dal Governo ma poi non considerato (vedi lettera INPS del 1 aprile 2014)!
Per dirimere questa controversia abbiamo chiesto un incontro alla Ragioneria di Stato, ma malgrado il dichiarato impegno del Sottosegretario all’Economia, On. Pier Paolo Baretta, siamo ancora in attesa che si verifichi.
E’ paradossale che anche un Dossier del Servizio Studi del Senato (N. 12 di Maggio 2013) considera i ferrovieri come “categoria da armonizzare” mentre l’INPS ci considera esclusi dal comma 18 dell’articolo 24 della Legge Fornero.
Vi sono tantissimi altri aspetti che vorremmo avere la possibilità di illustrarLe compiutamente, per questo Le chiediamo un incontro di pochi minuti con una nostra piccola delegazione (max 4 persone).
Sappiamo che in questi primi giorni del Suo settennato, per il quale Le rinnoviamo i nostri più fervidi Auguri, sarà sommerso da richieste di intervento da cittadini che si augurano un cambiamento da Lei ma siamo convinti che troverà qualche minuto anche per noi.
In attesa di un Suo positivo riscontro cordialmente La salutiamo.
Firenze, 9 febbraio 2015

lunedì 29 dicembre 2014

Guidare il treno a 70 anni, ma scherziamo?. Lettera al manifesto di un macchinista ferroviere

da "iI Manifesto" del 27 dicembre 2014 la lettera di Matteo Mariani, Macchinista FS e Direttore della Rivista dei Macchinisti Italiani "Ancora in Marcia!".
 

Guidare il treno a 70 anni, ma scherziamo?
 Matteo Mariani26.12.2014
La testimonianza. Lettera al manifesto di un macchinista ferroviere
Tra qual­che anno avremo mac­chi­ni­sti set­tan­tenni alla guida dei treni. Sem­bra incre­di­bile, ma sarà così.
Fino a qual­che anno fa chi gui­dava i treni, così come altri fer­ro­vieri con man­sioni con­nesse alla sicu­rezza e che lavo­rano su turni irre­go­lari, aveva un fondo spe­ciale presso l’Inps e la garan­zia di poter andare in pen­sione a 58 anni.
La pen­sione anti­ci­pata risul­tava di fon­da­men­tale impor­tanza in par­ti­co­lare per i mac­chi­ni­sti, che hanno tut­tora un’aspettativa di vita di 64,5 anni, con­tro quella media di 82 anni della popo­la­zione ita­liana.
Poi sono arri­vati i vari Cal­de­roli (che ha sop­presso i fondi spe­ciali) e For­nero, e così i fer­ro­vieri, unica cate­go­ria in Ita­lia, si sono tro­vati ad andare in pen­sione 9 anni più tardi in un colpo solo. Unica cate­go­ria, per­ché le altre che gode­vano di sistemi spe­ciali sono state «armo­niz­zate», cioè il par­la­mento, attra­verso delle com­mis­sioni tec­ni­che, ha valu­tato se per­si­ste­vano con­di­zioni di lavoro par­ti­co­lar­mente disa­giate e quindi se sus­si­stes­sero ancora pre­sup­po­sti per man­te­nere un’età di pen­sione anti­ci­pata.
Per i fer­ro­vieri que­sto non è acca­duto, per­ché durante la tra­scri­zione della legge che dispo­neva le armo­niz­za­zioni (decreto-legge n. 201/2011) qual­cuno ha com­messo un errore: nell’ultimo periodo dell’articolo 24, comma 18, è stata infatti uti­liz­zata la parola «arti­colo» anzi­ché «comma», e que­sto fatto di per sé banale ha escluso i fer­ro­vieri dalle cate­go­rie da armo­niz­zare.
Che si sia trat­tato di un errore e non di una scelta con­sa­pe­vole è stato ormai rico­no­sciuto da tutte le forze poli­ti­che; ma nono­stante que­sto sono già tre anni che i fer­ro­vieri, in una ver­tenza ini­ziata dalla rivi­sta sto­rica dei mac­chi­ni­sti ancora In Mar­cia, stanno chie­den­done la rego­la­riz­za­zione, senza aver otte­nuto fino ad oggi nes­sun risul­tato con­creto.
La modi­fica al testo di legge è stata ed è tut­tora soste­nuta da tutti i mem­bri della Com­mis­sione Lavoro della Camera, da Damiano e Gnec­chi del Pd a Riz­zetto, Tri­piedi e Comi­nardi del M5S a Mar­con e Airaudo di Sel, a Fedriga della Lega a Di Salvo del Gruppo Misto, ma i governi che da allora sono stati in carica l’hanno sem­pre respinta. La moti­va­zione del diniego è di natura eco­no­mica, quando invece per­sino l’Inps, con­sul­tata per un «pre­ven­tivo di spesa», ha con­fer­mato che si tratta di poca cosa.
L’aspetto para­dos­sale è però che un governo stia di fatto soste­nendo che biso­gna indi­vi­duare una coper­tura finan­zia­ria non per un prov­ve­di­mento nuovo, quanto per la cor­re­zione di un errore che sem­pre un governo ha com­messo.
I fer­ro­vieri intanto non si sono arresi, ma con­ti­nuano a chie­dere la resti­tu­zione di quanto è stato loro tolto. In par­ti­co­lare non si pos­sono arren­dere i mac­chi­ni­sti, per­ché andare in pen­sione a 67 anni quando si muore a 65 è con­tro ogni logica, per­sino con­tro la mate­ma­tica.
E di sicuro nes­sun mac­chi­ni­sta si augura di morire, ormai stre­mato, alla guida di un treno.

domenica 28 dicembre 2014

Ferrovieri, CAT : Comunicato ai lavoratori. Incontri con Gruppo FSI e Ministeri Lavoro e Trasporti

Comunicato ai lavoratori
Incontri con Gruppo FSI e Ministeri Lavoro e Trasporti
In data 18 dicembre 2014, il CAT ha incontrato rappresentanti dei Ministeri dei Trasporti e del Lavoro, per affrontare i temi posti a base della vertenza, con particolare riferimento alle discipline che interessano le pensioni e l’orario di lavoro dei ferrovieri.
Nel frattempo, lunedì 15 dicembre, il CAT aveva incontrato il Responsabile del Personale del Gruppo FSI, sig. Savino.
Quanto alle pensioni la questione è connessa agli incredibili effetti della riforma Fornero in ambito Ferroviario, mentre sull’orario di lavoro la richiesta è l’introduzione di norme legislative che, tenendo conto dello stress generato dai turni, tutelino adeguatamente la salute, l’integrità psico-fisica degli operatori ferroviari, nonché la sicurezza dei viaggiatori.
In entrambe le riunioni, gli interlocutori hanno mostrato attenzione (e preoccupazione) per la massiccia adesione dei ferrovieri allo sciopero CAT di dicembre. Stessa attenzione abbiamo registrato sugli argomenti da noi esposti con cui abbiamo sostenuto le nostre richieste.
Sia gli esponenti ministeriali che quelli del gruppo FS, pur senza affermarlo direttamente, ci hanno lasciato intendere che l’alto numero di ferrovieri ancora associati ai sindacati firmatari del CCNL rende necessario che sui temi posti a base della vertenza intervenga un loro coinvolgimento/interessamento.
Infine, gli esponenti dei Ministeri dei Trasporti e del Lavoro ci hanno invitato ad inoltrare una relazione scritta sulle questioni poste per poterle meglio valutare con le competenti strutture istituzionali.
Per favorire l’avvicinamento e l’interessamento delle sigle sindacali storiche ai temi posti non pubblicizzeremo in modo puntuale le proposte avanzate ai Ministeri interessati (Trasporti e Lavoro).
In tal modo, cerchiamo di evitare di “mettere la bandierina” su una specifica soluzione, piuttosto che su un’altra. Faremo delle proposte, ma non ci interessano i minuziosi dettagli delle possibili soluzioni per poi poterne rivendicare la paternità.
I nostri intendimenti complessivi sono abbastanza chiari e gran parte dei ferrovieri dimostra di averli compresi e condivisi.
Teniamo a ricordare inoltre che gli argomenti trattati non riguardano il rinnovo contrattuale.
Confidiamo in un crescente sostegno alla nostra azione e in una presa di coscienza dei lavoratori sul fatto che il sindacato deve essere in mano direttamente a loro e non deve invece costituire una sorta di intermediario che fruisce di benefici diversi più o meno visibili, più o meno leciti.
Il CAT nasce per questo motivo.
Roma, 19.12.2014