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venerdì 11 marzo 2016

Dopo il caso Regeni in Egitto,l’uccisione dei tecnici italiani in Libia:un attacco all’Italia? (dal sito pennabiro.it)


dal sito pennabiro.it
Dopo il caso Regeni in Egitto,l’uccisione dei tecnici italiani in Libia:un attacco all’Italia?



Il cadavere del giovane ricercatore fu trovato nel momento stesso in cui il ministro Guidi stava per firmare una serie di contratti in una riunione con il mondo industriale egiziano,riunione poi sospesa.
Adesso due dei 4 tecnici iitaliani rapiti in Libia vengono uccisi molto probabilmente durante una operazione che riguardava la loro liberazione.Egitto e Libia,due paesi con cui l’Italia ha importanti rapporti commerciali ,è lecito chiedersi:sono due azioni collegate il cui obiettivo è colpire gli interessi del nostro paese?
A suo tempo il governo Berlusconi concluse un trattato di amicizia con la Libia ,in un disegno di politica internazionale che vedeva anche la Russia come partner importante.Sappiamo come è andata a finire,Gheddafi fu barbaramente eliminato,il trattato di amicizia Italia-Libia calpestato,dopodichè sono venute le sanzioni alla Russia che hanno penalizzato fortemente l’export italiano.Oggi si chiede all’Italia di inviare soldati in Libia,in una intervista  del 4 marzo sul Corriere della Sera l’ambasciatore americano
dà anche un numero preciso,5000 uomini.Nella stessa intervista viene detto che gli USA hanno aspettato troppo per completare i lavori in Sicilia del MUOS ,il nuovo centro di controllo militare globale e l’ambasciatore non spende una parola autocritica sulle intercettazoni sugli uomini di governo italiani.Viene da pensare:ma chi comanda in Italia?
Da qualche parte viene criticata la cosiddetta prudenza di Renzi di fronte alle richieste di intervento militare in Siria e Libia,così come la dichiarazione di concedere l’uso della base militare di Sigonella per inviare droni armati in Libia,volta per volta dopo valutazione del governo italiano.Vale la pena ricordare che la base di Sigonella fu già al centro di un conflitto tra governo italiano e americano ai tempi di Craxi.A suo tempo,nel 2014 e 2015 , Renzi aveva sollecitato un intervento militare in Libia,ci ha ripensato?Se sì lo dica chiaramente al paese.Del resto se negli USA il prossimo presidente eletto fosse favorevole ad un totale disimpegno dal Mediterraneo e l’appoggio attuale ad una coalizione guidata dall’Italia venisse meno il nostro governo si troverebbe con il cerino acceso in mano.
Da un lato poi si propone all’Italia la ”direzione”delle operazioni in Libia.Dall’altra i fatti di Regeni e dei due tecnici uccisi possono anche essere letti come una operazione per coinvolgere l’opinione pubblica italiana che i sondaggi danno contraria per l’81% alla guerra in Libia e spingere il governo ad intervenire.
Occorre anche ricordare che ai tempi dell’intervento militare che portò all’eliminazione fisica di Gheddafi e del suo governo,ci fu un contrasto tra il presidente della Repubblica Napolitano che secondo la Costituzione riveste il compito di capo delle forze armate e il presidente del Consiglio Berlusconi .Qualcosa del genere si ripropone tra Mattarella,di recente in visita negli USA e Renzi?
E corrisponde al vero che esistono da tempo preparativi di guerra all’insaputa del parlamento e dei cittadini italiani?E chi li avrebbe promossi?
Una cosa è certa ,il caos che esiste nel NordAfrica e in MedioOriente è responsabilità precisa della politica imperialista degli USA e dei paesi europei che li hanno seguiti.
Purtroppo la mentalità e gli interessi coloniali fanno ancora parte della politica dei maggiori paesi europei,ognuno cerca di favorire le proprie compagnie petrolifere e infatti la portaerei De Gaulle è già posizionata davanti alle coste libiche, l’amministrazione americana si serve di questo e gioca su questa rivalità.
Occorre naturalmente un pretesto a tutto questo,se con Gheddafi o Saddam il pretesto era perché venivano definiti dittatori da quegli stessi governanti occidentali che fino a poco tempo prima li accoglievano come amici,adesso il pretesto è il pericolo dello stato islamico.
La posizione del nostro governo di intervenire soltanto dopo che sarà stata presa una decisione dell’ONU non regge ed è da respingere proprio perché negli anni recenti il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha avallato invasioni camuffate da interventi umanitari.L’ONU ha dei padroni e anche in passato è prevalsa la loro volontà per giustificare aggressioni ed invasioni militari.
Occorre invece ribadire con forza che c’è un un principio di non ingerenza nei rapporti tra paesi anche se l’ONU ha fatto finta spesso di dimenticarsene ed è a quel principio che occorre richiamare l’opinione pubblica e quanti intendono manifestare contro la guerra.Quel principio è stato spesso calpestato e in questo vi è anche la responsabilità dei dirigenti delle cosiddette sinistre italiane ,francesi,inglesi e altre che a suo tempo hanno sostenuto la guerra in Serbia.Eppure i responsabili di tutte le guerre che hanno causato e causano morti e distruzioni ,dall’Iraq alla Siria,sono liberi e tranquilli.
Il popolo italiano non deve cadere in questa trappola dell’intervento in Libia ma chiedere una presa di posizione del governo italiano a favore di una soluzione pacifica .Ma non soltanto il popolo italiano non deve cadere nella trappola,l’intera Europa non deve caderci,sarebbe la fine di un possibile progetto politico che rappresenta le aspirazioni dei popoli europei che prevede il dialogo e lo scambio con l’altra sponda del Mediterraneo,non la guerra.Per questo siamo dell’opinione che occorra una pressione popolare in vario modo sul Parlamento europeo pechè vieti espressamente la partecipazione di qualsiasi paese europeo all’intervento militare in Libia.L’Europa ha una responsabilità storica per l’arretratezza dell’Africa e del medio Oriente,invece di spendere soldi in portaerei o per tenere i profughi nei campi vedi i 3 miliardi di euro dati alla Turchia,dovrebbe pensare seriamente ad un piano di sostegno economico senza nessun condizionamento o pretesa coloniale.
Dove ci porterebbe un nuovo intervento coloniale in Libia visti i risultati del precedente intervento ?Nessuno lo sa ma una cosa è certa e cioè che aumenterebbe ancora di più nel mondo, il caos ,il terrorismo e il fenomeno dell’immigrazione.
sic

mercoledì 29 ottobre 2014

FERROVIE FRANCESI : DIALOGO E SANZIONI, il 30 OTTOBRE 2014 TUTTE E TUTTI A SAINT DENIS !

DIALOGO E SANZIONI, il 30 OTTOBRE 2014 TUTTE E TUTTI  A SAINT DENIS! 
Le Federazioni CGT e SUD-Rail hanno interpellato la Direzione il 13 ottobre scorso, nerl quadro di una DCI nazionale presentata il 9 Ottobre 2014.
Le altre federazioni sindacali rappresentative a livello nazionale non hanno ritenuto di partecipare al processo.

ASSENZA TOTALE DI DIALOGO
Nonostante la pubblicizzazione delle sue intenzioni, la Direzione continua a non rispettare la democrazia sociale in azienda. Continua ad avanzare ad un ritmo rapido, in particolare nell'attuazione della riforma, senza nemmeno prendere in considerazione i negoziati per le questioni importanti quali l'assetto della società, l'organizzazione della produzione, gli organismi rappresentativi, le future elezioni, eccetera.
I continui cambiamenti nel calendario di applicazione della legge del 4 agosto 2014, tuttavia, mostrano i tentennamenti che esistono al più alto livello aziendale. Siamo di fronte ad una Direzione che non è in grado di attuare la riforma votata con procedura di urgenza, il cui contenuto è contrario allo sviluppo del servizio ferroviario pubblico e che rimane fino ad oggi non finanziato.
Le prime scelte strategiche oggi riflettono le proposte precedenti e non sono direttamente legati al finanziamento della riforma. Si fanno già sentire, in particolare attraverso la volontà della società di estendere l'Equipaggio a agente solo (Rimozione di ASCT) su tutti i TER.
Contro questo progetto folle è anche il sostegno alle proposte alternative portato da 5 organizzazioni sindacali rappresentative nella zona di Parigi Nord (CGT - SUD-Rail - UNSA - CFDT - FO) che i ferrovieri di questa stessa regione facciano valere il diritto di recesso dai primi di luglio 2014, senza che alcuna soluzione accettabile sia stata trovata finora.
Invece di un dialogo sociale di qualità, il tono si indurisce e la Direzione ha pronto un arsenale repressivo contro i ferrovieri che si battono per il servizio pubblico SNCF, i loro posti di lavoro e le condizioni di lavoro.
 INACCETTABILI SANZIONI!
E' così , che 2 ferrovieri di Paris Nord , militanti CGT , sono stati minacciati di essere radiati dai quadri (licenziati) per aver avuto un procedimento in contraddittorio con la gerarchia nel merito del loro approccio.
Così, in seguito allo sciopero del mese di giugno, diversi attivisti CGT e SUD-Rail di altre regioni, ma ferrovieri anche membri non sindacali, si troveranno dinanzi alla commissione di disciplina con proposte di sanzioni assolutamente sproporzionate.
La Direzione stabilisce così la strategia della paura e nega legittimità ai lavoratori delle ferrovie che hanno combattuto le scelte nefaste della società.
Questa posizione è molto grave e inaccettabile dal punto di vista del livello di sanzioni sull’impatto che avrebbe su intere famiglie!
Non possiamo accettare queste scelte senza agire. Scelte che contrappongono i ferrovieri tra di loro, che negano l'esistenza di un semplice ma necessario dibattito democratico nell'impresa e pongono serie minacce per il futuro dei ferrovieri e delle loro famiglie.
Le Federazioni CGT e SUD-Rail chiamano i lavoratori ferroviari a riunirsi :
Giovedi, 30 Ottobre  2014 dalle 11:00 a St Denis davanti alla sede della società

al fine di ottenere un dialogo sociale, l'apertura dei negoziati e la sospensione azione disciplinare approvando un ultimo avvertimento, radiazioni o cornici revoca contro la ferrovia in questione.

lunedì 27 ottobre 2014

28 ottobre Francia, Corte di Amiens : Processo a nove attivisti della Confédération Paysanne perseguiti per le azioni condotte nel sito dell'impianto delle1000 mucche

Francia : Venite a sostenere in massa gli imputati delle 1.000 mucche!
Il 1 ° luglio, il processo a nove attivisti della Confédération Paysanne perseguiti per le azioni condotte nel sito dell'impianto delle1000 mucche è stata rinviata al 28 ottobreEssi compariranno per assembramento sedizioso, incitamento all’assembramento sedizioso, furti, ricettazione, o ancora rifiuto di prelievo del DNA.
C'è chiaramente una volontà di criminalizzare l'azione sindacale, e lasciare che Michel Ramery continui nel suo progetto distruttivo in totale impunità. Questi sono le accuse loro ascritte, mentre l'agricoltura viene industrializzata a spese degli agricoltori e dei cittadini, con la benedizione dei nostri governanti.
Di fronte a questi due pesi e due misure, la Confederazione Contadina ha scelto di chiamare ufficialmente i affossatori dell’ Agricoltura al loro processo. Si terrà nello stesso tempo di quello dei nostri attivisti dinanzi alla Corte di Amiens.
Il 28 ottobre abbiamo bisogno di te!
Programma provvisorio del 28
08:00: Arrivo dei trattori e biciclette da Nostra Signora della brughiera
08:30: Discorsi in pubblico degli imputati + conferenza stampa
9.00: Entrata in Corte dei 9 imputati
Tavola rotonda sul latte
09:40: discorsi di sostegno in pubblico di personalità
10:15 Minuti drammatizza l'industrializzazione dell'agricoltura
11:00: Punto delle informazioni sullo svolgimento del processo all’interno
11:30: discorsi di sostegno in pubblico di personalità
12:00: Punto delle informazioni sullo svolgimento del processo all’interno
12:15: Concerti di giovenche nel mais
13.00: Convergenza lotte: NDDL - Sivens - OL - Lyon Turin ...
13:30 Tavola rotonda sul TAFTA
2:10 pm .: discorsi di sostegno in pubblico di personalità
2:50 pm .: Punto delle informazioni sullo svolgimento del processo all’interno
3:00 pm .: Incontro sull'agricoltura contadina (anteprima video)
16.00: Concerto di HK e acrobati
17.00: discorsi di sostegno in pubblico di personalità
+ uscita degli Imputati e discorsi in pubblico
18h00: Fine

E pieno di sorprese!


















...e a Bruxelles il 29 ottobre il Coordinamento Europeo della Via Campesina (ECVC)...

SCONTRI

Francia, ucciso un ragazzo di 21 anni
Manifestava contro una grande opera

Le proteste nella regione del Tarn continuano dal primo settembre: cittadini e attivisti sono schierati contro il progetto faraonico di un lago artificiale. Sabato notte, durante gli scontri con la polizia, un manifestante è morto. Forse a causa del lancio di una granata da parte delle forze dell'ordine

 27 ottobre 2014     DI FRANCESCA SIRONI

Francia, ucciso un ragazzo di 21 anni 
Manifestava contro una grande opera

Si chiamava Rémi Fraisse. Aveva 21 anni. Era uno studente. Sabato notte è morto durante gli scontri fra manifestanti e polizia nella Regione del Tarn, Nel Sud della Francia. Secondo le prime testimonianze raccolte sul campo dagli attivisti, sarebbe stato ucciso da una granata lanciata dalle forze dell'ordine. Poco fa la relazione sull'autopsia: «il giovane è morto per un esplosione», «così forte da buttarlo al suolo violentemente», ha spiegato senza rispondere alle domande il magistrato che si occupa del caso: «secondo il medico legale», ha aggiunto: «la morte è stata istantanea». «In questo momento non possiamo né confermare né smentire, sulla base delle lesioni riportate, se l'origine delle ferite sia una granata lanciata dalla zona dove si erano schierati i poliziotti», ha continuato il procuratore: «bisogna per questo attendere nuove analisi che saranno effettuate dalla polizia scientifica di Toulouse».

«Chiediamo chiarezza», ha detto in un'intervista il padre, Jean-Pierre Fraisse: «mio figlio era solo un ragazzo che sentiva quella causa come sua. È arrivato non preparato, senza casco, niente che lo proteggesse. gli avevo chiesto di fare attenzione, di essere prudente...»...

.http://espresso.repubblica.it/internazionale/2014/10/27/news/francia-manifestazione-anti-diga-muore-un-ragazzo-di-21-anni-1.185642

sabato 4 ottobre 2014

Lo sciopero Lufthansa mette in ginocchio i cieli europei (da Repubblica.it)


Lo sciopero Lufthansa mette in ginocchio i cieli europei

HTTP://WWW.REPUBBLICA.IT/ECONOMIA/2014/09/30/NEWS/LO_SCIOPERO_LUFTHANSA_METTE_IN_GINOCCHI_I_CIELI_EUROPEI-96983514/

Dopo lo stop dei piloti francesi durato due settimane, arriva quello tedesco: alla prima agitazione ne seguiranno altre fino a quando non verrà raggiunto un accordo con l'azienda. I dipendenti protestano per i tagli alle pensioni e ai prepensionamenti

BERLINO - Attenti, voi che volate o state per volare, per lavoro o turismo o per qualsiasi motivo, soprattutto su rotte a lungo raggio: cominciano ore di passione per voi. Perché la compagnia di bandiera tedesca Lufthansa, la maggiore in Europa insieme a British Airways, è investita da uno sciopero di 15 ore dei suoi piloti che appunto colpirà soprattutto le rotte a lungo raggio. E alla prima agitazione ne seguiranno altre, finché un accordo soddisfacente non verrà raggiunto, annuncia 'Cockpit', il sindacato maggioritario tra i piloti tedeschi.

Lo sciopero è cominciato a Francoforte, il maggiore hub di Lufthansa, e dura dalle 8 alle 23 di oggi. Con ogni probabilità potrà investire anche il secondo hub, cioè il modernissimo, comodo scalo di Monaco. I piloti sono in agitazione contro i tagli alle pensioni aziendali e ai pagamenti a chi va prepensionato. Sono misure cui la direzione aziendale tiene molto, le considera infatti irrinunciabili per due motivi pesanti. Primo, per i conti in rosso della compagnia. Secondo, e questo è in prospettiva il motivo più importante, perché Lufthansa, dal dopoguerra sinonimo di alta qualità di servizio, sicurezza e puntualità, è alle strette, davanti alla concorrenza internazionale sempre più agguerrita. In particolare quella delle grandi compagnie arabe (Etihad, Qatar Airways, Emirates) e delle linee aeree dell'Estremo oriente, sul lungo raggio e sui servizi di lusso. E sull'altro fronte, ha a che fare con
i low cost sempre più competitivi e attraenti, da Easyjet a Ryanair a Norwegian, specie per il pubblico giovanile europeo a corto di liquidità.

Lo sciopero investirà in primo luogo i voli operati con gli aerei di maggiori capacità, cioè i superjumbo europei Airbus A380, i Jumbo Jet Boeing 747, gli Airbus a grande autonomia A330 e A340. La compagnia stamane ha promesso di confermare almeno 32 dei 57 collegamenti a lungo raggio, ricorrendo a volontari o con altre misure. Ma non è garantito che riesca. Lo sciopero di Lufthansa è la seconda grossa agitazione sindacale nell'aviazione civile europea, dopo quello appena conclusosi nella compagnia di bandiera francese Air France.
 

 
(30 settembre 2014)      © RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 27 settembre 2014

Air France, il «NO» dei piloti alla proposta dell’azienda: lo sciopero continua


 Il durissimo confronto - uno sciopero che va avanti da lunedì 15 - continua. Il sindacato che raggruppa la maggior parte dei piloti di Air France ha respinto la proposta dell’azienda per far cessare l’agitazione, che ora entra nella sua seconda settimana, diventando il più lungo dal 1998. A scatenare l’ira dei piloti francesi è la volontà dei vertici del gruppo franco-olandese (Air France-Klm) di sviluppare al meglio la controllata Tansavia per farla diventare uno dei leader nel settore low cost in Europa. I piloti temono un peggioramento delle loro condizioni di lavoro e chiedono un contratto unico per tutti i piloti del gruppo (Afp)



http://www.corriere.it/foto-gallery/esteri/14_settembre_22/fotogallery-air-france-niet-piloti-all-azienda-sciopero-continua-ccc92816-425d-11e4-8cfb-eb1ef2f383c6.shtml

mercoledì 3 settembre 2014

Tassisti : la guerra di UBER...

Uber chiuso in Germania
Pubblicato il 2 settembre 2014 da Marco Taxistory
esplosioneilsole24ore.com Il tribunale di Francoforte chiude Uber, l’applicazione che permette di avere un autista a portata di smartphone. Dopo le proteste dei tassisti in diverse città europee, i giudici della città tedesca hanno disposto un’ingiunzione temporanea nei confronti della società californiana che non potrà trasmettere le richieste dagli utenti agli autisti. A giugno le proteste dei tassisti contro la app, che permette di inoltre di improvvisarsi “driver” e offrire la propria auto, si erano diffuse in tutta Europa.
Uber, fondata nel 2009 a San Francisco, è stata valutata a giugno 18,2 miliardi di dollari.
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Taxi 2.0 tra ambasciatori e sabotaggi: tutti i colpi bassi di Uber contro i rivali
Pubblicato il 1 settembre 2014 da Marco Taxistory
u_va55lastampa.it Sabotaggi, tentativi di conversione, piani segreti e cellulari da usare solo una volta. La sfida dei taxi di ultima generazione sta prendendo una piega degna della serie “Homeland” o di qualunque film sulle spie. Due gli attori protagonisti. Uno è Uber, l’ormai noto servizio di noleggio con conducente, disponibile in 45 Paesi e – in Italia – anche a Roma e Milano. L’altro è Lyft, la startup rivale, che offre un servizio analogo, ma per ora solo negli Stati Uniti.
Nome in codice SLOG
I conducenti di Lyft sono riconoscibili dai vistosi baffi in peluche rosa messi sul muso dell’auto. Sia per questo dettaglio o per altro, soprattutto a New York il servizio ha iniziato a guadagnare terreno. È lì che Uber avrebbe messo in piedi un’incredibile campagna di sabotaggio, per provare a far cambiare sponda agli autisti di Lyft. A rivelarlo è un’inchiesta del sito americano The Verge, che include la testimonianza proprio di una delle persone assunte da Uber per ostacolare la concorrenza. L’operazione si chiama SLOG ed è davvero degna di un film di 007.
Gli evangelizzatori da taxi e i colpi bassi di Uber
Il dubbio che Uber stesse provando a ostacolare Lyft in tutti i modi era già emerso a inizio agosto. Ma ora si scopre come. Al cuore di tutto ci sono i cosiddetti “Brand ambassador”, ambasciatori ed evangelizzatori del verbo uberiano. Ragazzi e ragazze assunti per far conoscere il servizio soprattutto ai potenziali utenti e che invece –stando a quanto emerso dall’inchiesta – da quest’estate hanno iniziato a prendere di mira i conducenti di Lyft. Prenotando loro stessi delle corse del servizio rivale. E, una volta a bordo, provando a convincere il conducente a cambiare sponda.
Cellulari e carte di credito: il kit del perfetto sabotatore
Lo sforzo di reclutamento e sabotaggio era molto ben organizzato. Per i suoi ambasciatori, Uber ha messo in palio ricchi bonus per ogni autista convertito alla causa. Non solo. Per non far scoprire tutta l’operazione, l’azienda riforniva i suoi di cellulari, schede SIM e carte di credito da usare una sola volta, per prenotare una corsa su Lyft senza lasciare tracce. Ma c’erano anche rapporti e tabelle online per evitare di contattare due volte lo stesso conducente.
Un doppio vantaggio
Una volta a bordo, gli ambasciatori dovevano seguire un dettagliato manuale di conversazione, utile per convincere l’autista Lyft a togliere i baffi rosa dal muso e passare a Uber. Se l’operazione riusciva, eccoli pronti a sfoderare e consegnare il “driver’s kit”: il pacchetto dato ad ogni conducente per operare con Uber. Ma anche in caso di insuccesso, c’era un vantaggio: aver impedito all’autista di Lyft di raccogliere un altro cliente e, quindi, al rivale di diffondersi ulteriormente.
La replica: “Siamo aggressivi, ma non sleali”
Dopo i tassisti infuriati (a Milano e non solo), il divieto di operare a Berlino e Amburgo, in generale tutto il dibattito sulla legalità del servizio, per Uber sembrano esserci tempi più duri del previsto. L’azienda ha ammesso l’esistenza di SLOG, ma solo come di una campagna di marketing e reclutamento di nuovi autisti. «Le nostre pratiche sono aggressive, ma non sleali», hanno detto – in sintesi – i capi di Uber, Ryan Graves e Travis Kalanick, rispondendo alle critiche su Twitter. Ma c’è di più: proprio Kalanick ha riferito che Uber sarebbe stata a sua volta vittima di sabotaggio: «Abbiamo contato oltre 12 mila corse prenotate e poi cancellate proprio da impiegati e autisti Lyft». E se la guerra fosse solo all’inizio?
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Uber programma l’espansione in Germania. Nonostante i divieti…
Pubblicato il 30 agosto 2014 da Marco Taxistory
VA55_Ubermosèautoblog.it L’”incredibile richiesta” in termini di clientela ha spinto i vertici della società Uber a programmare una massiccia campagna d’espansione sul mercato tedesco, nonostante i veti imposti in alcune fra le principali città del paese (Berlino ed Amburgo su tutte). La Reuters anticipa che l’applicazione di taxi on demand verrà introdotta da qui alla fine del 2014 a Bonn, Colonia, Dortmund, Essen, Norimberga, Postdam e Stoccarda, alla luce degli ottimi risultati conseguiti ad Amburgo, Berlino, Dusseldorf, Francoforte e Monaco (dov’è già disponibile). I vertici della società auspicano in tal modo di raddoppiare i clienti nel paese, nonostante l’opposizione delle amministrazioni che governano Amburgo e la capitale. Pochi giorni fa Wired ha ricordato che
il servizio è stato in un primo momento bandito a Berlino per essere poi riammesso fino a nuovo ordine. Tutto, in realtà, è iniziato in aprile, quando un tribunale della Capitale ha sentenziato, in seguito alla richiesta di un singolo tassista, che l’app non deve operare. L’accusa al servizio di San Francisco è sempre la stessa: farebbe concorrenza sleale alle auto gialle. Il provvedimento di divieto vero e proprio è arrivato da parte del dipartimento competente alla vigilia di Ferragosto, con tanto di minaccia di multe fino a 25mila euro.
Alla fine di luglio il tribunale di Amburgo vietò Uber perché i suoi autisti non dispongono della speciale patente che i taxisti devono necessariamente conseguire per trasportare passeggeri, oltre alla licenza professionale specifica. Gli avvocati della start up presentarono ricorso, ma in ogni caso – come ha scritto La Stampa – il divieto non sarà esecutivo finché la corte d’appello non avrà confermato la sentenza dei giudici amministrativi. Nel caso, gli autisti che contravvenissero al divieto rischierebbero multe da 1000 euro.

Tuttavia una sentenza emessa nei giorni scorsi del Tribunale amministrativo di Berlino ha decretato che il servizio potrà tornare ad essere erogato sia ad Amburgo che nella capitale. Questo balletto di sentenze ed ordinanze sembra aver spinto la concorrenza a lanciare il guanto della sfida.

giovedì 21 agosto 2014

LE MANI DEL CAPITALE FINANZIARIO SUI SERVIZI : contro i lavoratori, i cittadini, gli utenti il Trattato transatlantico sui servizi di cui Wikileaks ha rivelato le pagine segrete - notizie da Ticinolive e da globalresearch.ca

Trattato transatlantico sui servizi  [Trade in Services Agreement (TISA)]: Wikileaks rivela le pagine segrete
da http://www.ticinolive.ch/2014/07/07/trattato-transatlantico-sui-servizi-wikileaks-rivela-le-pagine-segrete/ 1/1
7 luglio 2014

Mentre senza troppo clamore Stati Uniti e Commissione europea elaborano il futuro partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), è nel riserbo più assoluto che lavorano anche al Trattato sugli scambi nei servizi (TISA) che implica 50 paesi, fra i quali gli Stati Uniti, i paesi dell’Unione europea e la Svizzera, per un totale di circa il 68% degli scambi mondiali in materia di servizi.
Il 19 giugno scorso il sito Wikileaks aveva pubblicato la bozza del trattato riguardante i servizi finanziari. Si tratta di abolire tutte le restrizioni che limitano ancora i colossi bancari e gli hedge funds.
Il clima di segreto assoluto appare già nelle prime righe dell’accordo sui servizi finanziari, dove si afferma che “l’accordo deve essere protetto da qualsiasi diffusione non autorizzata e deve rimanere protetto sottochiave o con accesso ristretto. Non potrà essere declassificato che cinque anni dopo l’entrata in vigore del TISA o, se non si giunge ad alcun accordo, cinque anni dopo la fine dei negoziati.”
L’accordo punta alla chiusura o alla privatizzazione di ogni forma di servizio assicurato dal settore pubblico, il che include la sanità, l’istruzione, i trasporti, servizi cruciali per i cittadini, che non andrebbero considerati come “mercanzia generatrice di profitti e facente parte della sfera del libero scambio.”
Verranno proibiti anche i fondi pensione statali, in quanto sono considerati monopoli.

L’organizzazione Public Services International (PSI) che rappresenta circa 670 sindacati a livello mondiale, in aprile ha pubblicato un rapporto allarmante intitolato “TISA contro i servizi pubblici.”

Nel rapporto si spiega che il TISA impedirà ai governi di fornire servizi pubblici vitali, come la salute, i servizi postali, persino l’erogazione dell’acqua o dell’energia.
“Il TISA garantirebbe la privatizzazione dei servizi pubblici. L’accordo proposto potrebbe anche vietare ai governi di riprendere il controllo, anche nel caso in cui il privato fallisse e non riuscisse ad assicurare il servizio.”
Inoltre limiterebbe la capacità dei governi di regolamentare i settori più importanti, come quello finanziario o energetico, delle telecomunicazioni, il flusso transfrontaliero delle informazioni.
Inoltre il TISA mira a ridurre ai minimi termini la supervisione nazionale delle attività finanziarie.
L’accordo stipula che ognuna delle parti dovrà elencare i diritti di monopolio esistenti e sforzarsi di eliminarli o di ridurne la portata.

(Fonte : wikistrike.com)

altre notizie su TISA, il progetto di testo segreto per il commercio dei servizi tratte da Global Research News (Global Research, June 19, 2014):
http://www.globalresearch.ca/the-secret-trade-in-services-agreement-tisa-the-financial-services-annex-released-by-wikileaks/5387676
Oggi, WikiLeaks ha rilasciato il progetto di testo segreto per il commercio dei servizi, dell'Accordo (TISA) Allegato Servizi Finanziari, che copre 50 paesi e 68,2% [1] del commercio mondiale di servizi.
Gli Stati Uniti e l'Unione europea sono i principali fautori dell'accordo, e gli autori della maggior parte dei cambiamenti congiunti, che copre anche il flusso transfrontaliero dei dati. In una significativa manovra anti-trasparenza tra le parti, il progetto è stato classificato per mantenere il segreto, non solo durante i negoziati, ma fino a cinque anni dopo l'entrata in vigore di TISA.
Nonostante i fallimenti della regolamentazione finanziaria evidente durante la crisi finanziaria globale 2007-2008 e la richiesta di miglioramento delle pertinenti strutture di regolamentazione finanziaria  [2] , i fautori di TISA mirano a liberalizzare ulteriormente i mercati dei servizi finanziari globali. Il progetto di servizi finanziari allegato precisa le regole che favoriscano l'espansione delle multinazionali finanziarie - con sede principalmente a New York, Londra, Parigi e Francoforte - in altre nazioni prevenendo ostacoli normativi. Il progetto trapelato mostra anche che gli Stati Uniti sono particolarmente interessati a incrementare il flusso di dati transfrontalieri, che consentirebbe lo scambio non inibito dei dati personali e finanziari. 

I negoziati TISA sono attualmente in corso al di fuori dell'accordo generale sugli scambi di servizi (GATS) e il quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Tuttavia, l'accordo è stato realizzato per essere compatibile con il GATS in modo che una massa critica di partecipanti saranno in grado di esercitare pressioni sui rimanenti membri dell'OMC a firmarlo in futuro. Assenti dai 50 paesi coperti dai negoziati sono i paesi BRICS di Brasile, Russia, India e Cina. Il carattere esclusivo di TISA indebolirà la loro posizione nei futuri negoziati sui servizi. Il progetto di testo viene dal round di trattativa dell'Apr 2014  - il sesto round dal primo tenutosi nel mese di aprile 2013. Il prossimo ciclo di negoziati si terrà il 23-27 giugno a Ginevra, Svizzera.
Parti negoziali dell'OMC attuali TISA sono: Australia, Canada, Cile, Cina Taipei (Taiwan), Colombia, Costa Rica, Hong Kong, Islanda, Israele, Giappone, Liechtenstein, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Pakistan, Panama, Paraguay, Perù, Corea del Sud, Svizzera, Turchia, Stati Uniti, e l'Unione europea, che comprende il suo 28 Stati membri Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda , Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Cina e Uruguay hanno espresso interesse a partecipare ai negoziati, ma finora ne sono esclusi.
1 ] Centro Nazionale Svizzero di Competenza nella Ricerca:  Un'agenda plurilaterale per i servizi ?: valutare la possibilità di un accordo di scambi di servizi , Working Paper No. 2013/29, maggio 2013, p. 10.
2 ] Per esempio, nel giugno 2012 l'Ecuador  ha presentato una discussione  sulla regolamentazione ripensamento e regole del GATS; nel settembre 2009 la Commissione di esperti sulle riforme del sistema monetario e finanziario internazionale, convocata dal presidente delle Nazioni Unite e presieduta da Joseph Stiglitz, ha pubblicato il suo  rapporto finale , affermando che "Tutti gli accordi commerciali devono essere riviste per garantire che essi sono coerenti con la necessità di un quadro normativo internazionale inclusivo e globale che è favorevole alla prevenzione e gestione delle crisi, anticiclica e tutele prudenziali, sviluppo e finanza inclusi . "

lunedì 11 agosto 2014

12 AGOSTO CAMMINATA PER LA RIAMMISSIONE DEI LAVORATORI DELLA METROPOLITANA DI SAO PAULO (BRASILE) LICENZIATI

12 AGOSTO CAMMINATA PER LA RIAMMISSIONE DEI LAVORATORI DELLA METROPOLITANA DI SAO PAULO (BRASILE) LICENZIATI

il 12/8 (Martedì) ci sarà una camminata in solidarietà con i lavoratori della metropolitana licenziati nell’ ultimo sciopero realizzato dalla categoria. 
Il concentramento sarà alle 15h in Paulista Avenue, a MASP, e si recherà all'Assemblea legislativa dovesi terrà un'audizione pubblica organizzata dal Deputato dello Stato Carlos Gianazzi / PSOL-SP.

Le mobilitazioni a favore dei lavoratori e  dei diritti democratici aumentano. Al passo con la crescente ondata di repressione dei governi, lavoratori, attivisti e movimenti sociali hanno unificato gli sforzi per realizzare varie azioni a garanzia dei diritti fondamentali in una democrazia.
AUDIZIONE PUBBLICA IN DIFESA DEI LAVORATORI DELLA METROPOLITANA DI SAO PAULO (BRASILE) LICENZIATI: 12/8 (MARTEDÌ) ALLE 19H


Martedì prossimo (12/8) alle 19h, l'Assemblea legislativa avverrà un'audizione pubblica in difesa dei lavoratori della metropolitana licenziati. . L'udienza si terrà presso l'Auditorium Franco Montoro

L'indirizzo dell'Assemblea legislativa è Cabral Avenue # 201 - Ibirapuera.
Il pubblico è a favore della riammissione immediata dei lavoratori della metropolitana e in favore delle libertà democratiche.