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domenica 1 marzo 2015

COMUNICATO STAMPA - MORTI PER AMIANTO ALLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI TURBIGO: NESSUN COLPEVOLE


COMUNICATO STAMPA
MORTI PER AMIANTO ALLA CENTRALE TERMOELETTRICA DI TURBIGO: NESSUN COLPEVOLE
Oscar Misin era un lavoratore della Centrale di Turbigo, morto per mesotelioma pleurico, come altri 7 lavoratori di cui all’accusa di omicidio colposo. Oscar che si è sempre battuto per migliori condizioni di vita e di lavoro, in particolare contro l’amianto, era uno dei fondatori dell’Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA) e pure iscritto a Medicina Democratica.
Oscar è morto a 6 mesi dalla diagnosi con gravi sofferenze:
E’ stato esposto all’amianto all’ex ENEL di Turbigo?:  SI
Potevano esserci altre cause oltre l’esposizione all’amianto per la sua morte?:NO
Stessa sorte, stesse condizioni per gli altri 7 lavoratori.
Durante il processo sono state raccolte testimonianze di altri lavoratori che avevano lavorato (o ancora lavorano) alla Centrale; da queste senza ombra di dubbio è emersa la verità della presenza di amianto, dell’assenza di misure atte ad evitare l’esposizione, di gravissime carenze sul piano della prevenzione nel luogo di lavoro come da prescrizioni legislative stabilite fin dagli anni 50 (DPR 3003/1956) e successivamente. L’avvocato Laura Mara e gli esperti consulenti di MD ed AIEA hanno dimostrato il rapporto causa-effetto amianto, contraddicendo in modo puntuale e preciso quelli dell’azienda che, si sa, non potevano dire altro. Viene da chiedersi quanto sono pagati i consulenti aziendali in questi processi e quanto quelle delle parti offese…
Nelle scorse udienze il PM di Milano Maurizio Ascione aveva chiesto la condanna a 5 anni e mezzo di reclusione per Alberto Negroni, prima direttore di compartimento e poi tra l'84 e il '92 dg di Enel, 4 anni per Paolo Beduschi, capo della centrale di Turbigo tra l’«84 e il '90, 3 anni per Paolo Chizzolini, ex direttore di compartimento, e 2 anni per Valeriano Mozzon, che fu capo centrale dal 90 al '92.
Nell’udienza di oggi al Tribunale di Milano c’è stata la sentenza: tuti gli imputati assolti per non aver commesso il fatto. Perche? CI ASPETTAVAMO GIUSTIZIA. Siamo stati delusi, frustrati, ancora una volta increduli. Le sentenze si rispettano, ma possono essere criticate, specie in un momento ed in un contesto nel quale il potere dominante e la cultura dominante riducono i diritti dei lavoratori, impoveriscono lo stato sociale e i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Certamente leggeremo le motivazioni della sentenza, faremo appello, continueremo a lottare, ma Oscar, ancora una volta, dopo morto, è stato pesantemente offeso. E NON SE LO MERITAVA.

Milano, 28 febbraio 2015

domenica 21 dicembre 2014

LE ASSOCIAZIONI ADERENTI AL COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO, RIUNITE A MILANO IL 18 DICEMBRE CHIEDONO ...

Al Presidente del Senato

Ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari

E’ PROSSIMO IL VOTO FINALE DEL SENATO SULLA LEGGE DI STABILITA’. LE ASSOCIAZIONI ADERENTI AL COORDINAMENTO NAZIONALE AMIANTO, RIUNITE A MILANO IL 18 DICEMBRE  CHIEDONO AI SIGNORI SENATORI DI VOTARE GLI EMENDAMENTI GIA’ APPROVATI IN COMMISSIONE BILANCIO CONSIDERANDO CHE IL FONDO PER LE VITTIME DELL’AMIANTO NON PROFESSIONALI (EX ESPOSTI DOMESTICI E AMBIENTALI) DEBBA ESSERE FINANZIATO A CARICO DELL’INAIL IN MISURA PARI A QUELLO STABILITO PER LE VITTIME PROFESSIONALI; ED ALTRESI CHE INSIEME ALLO STANZIAMENTO PER LE    BONIFICHE DI ETERNIT CASALE M. E ETERNIT BAGNOLI SIA DEFINITA UNA PARI CIFRA PER LE BONIFICHE DEGLI ALTRI STABILIMENTI CON IL MEDESIMO PROBLEMA: FIBRONIT DI BRONI, CEMAMIT DI FERENTINO, MATERIT DI MATERA, SACELIT DI SAN FILIPPO DEL MELA, SARDIT DI ORISTANO.

Ringraziamo per l’attenzione


Sottoscrivono la lettera:

A. D. L. – Varese
Ass.Italiana Esposti Amianto (AIEA) Nazionale
Avani - Broni
Comitato per la difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro – Sesto San Giovanni (Mi)
Comitato Amianto Lombardia – Milano
ISDE (Medici per l’Ambiente) - Milano
Medicina Democratica Nazionale
Rete per il Diritto alla Salute –Milano e  Lombardia
Unione Sindacale di Base - Milano


Milano, 19 dicembre 2014

martedì 16 dicembre 2014

INCONTRO / RIUNIONE - PROCESSO ETERNIT E PROCESSI SU AMIANTO A MILANO E IN LOMBARDIA

INCONTRO RIUNIONE - PROCESSO ETERNIT E PROCESSI SU AMIANTO A MILANO E IN LOMBARDIA

"annullato senza rinvio per prescrizione" Sono le gelide parole pronunciate dal presidente della 1 sezione di Cassazione il 19 novembre scorso che hanno cancellato un enorme lavoro fatto in precedenza dal Procuratore Guariniello, da tanti altri giudici, avvocati, consulenti tecnici. 
Sono stati cancellati 18 anni di carcere, inflitti nel processo di appello a Stephan Schmidheiny, uno degli uomini più ricchi de mondo, della più grande multinazionale del cemento.amianto, presente in molte parti del mondo sotto vari nomi, principalmente conosciuta come ETERNIT.
In questo momento in Lombardia sono in atto diversi processi che hanno come oggetto l'amianto e come soggetti accusati i principali responsabili e come soggetti coinvolti le vittime e i loro famigliari  di diverse aziende: Montedison (Mantova), Fibronit (Broni), Enel (Turbigo), Pirelli (Milano), Breda (Sesto), Alfa Romeo (Arese).

A partire dall'Eternit vogliamo discutere anche di questi processi, per capire il significato, studiare e decidere delle possibili iniziativi ulteriori da attuare il prossimo anno.

INTERVERRA' ALL'INIZIO LUIGI MARA, CONSULENTE DELLE ASSOCIAZIONI DEGLI EX ESPOSTI E DELLE VITTIME IN TUTTI I PROCESSI INDICATI e in successione  i consulenti e rappresentanti delle associazioni che ci saranno.

Le associazioni che organizzano sono: AIEA, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio, Medicina Democratica, la Rete per il diritto alla salute di Milano e Lombardia

L'incontro si svolgerà il 18 DICEMBRE ore 15 STAZIONE CENTRALE DI MILANO

sabato 22 novembre 2014

Eternit: una sentenza vergognosa (da Medicina Democratica)


Eternit: una sentenza vergognosa

eternit_fotoaula-anteprima-600x450-583715Il 19 novembre Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute – onlus e l’Associazione Italiana Esposti Amianto – onlus hanno seguito il processo per Cassazione al seguito delle richieste di riforma della sentenza della Corte d’Appello di Torino del maggio 2013 , formulate dai difensori dell’accusato, Stephan Schmidheiny (condannato a 18 anni di reclusione) e dei responsabili civili.
Alle ore 21 i responsabili di MD e AIEA hanno ascoltato insieme ai famigliari delle vittime, alle associazioni, ai sindacati, agli esperti, alle molte delegazioni straniere presenti, il dispositivo della sentenza che “ha liberato”, non con l’assoluzione, ma con la prescrizione, gli imputati dalle pene e dai risarcimenti loro comminati.
La reazione, tanto evidente, quanto pronta e spontanea è culminata con un coro dominato dalla parola “vergogna!”. MD e AIEA hanno seguito il convegno internazionale indetto, da BAN Asbestos Italia e dal Coordinamento nazionale Amianto, della mattina del 20, presso la Sala della Mercede della Camera dei Deputati cui hanno partecipato delegazioni straniere comprendenti Ban Asbestos Francia, CAOVA (Svizzera), Ban Asbestos Spagna.
Sono stati citati due libri appena scritti, i cui titoli sono sembrati adeguati a descrivere la sentenza: il primo dello spagnolo Francisco Baetz Bequet “Un genocidio impune” (un genocidio impunito) e il secondo di Annie Thebeau-Mony (Associazione Henry Peserat – Francia) con il titolo “La science asservie” (la scienza asservita).
Libri che sono sembrati essere stati scritti nella notte dopo la sentenza e di cui il primo esprime la più immediata conseguenza e il secondo le modalità cui ad essa si è arrivati. Un’enorme divaricazione fra verità storica e verità giuridica, sintetizzata dal Procuratore Generale Francesco Iacoviello che ha chiesto alla fine della sua requisitoria “l’annullamento senza rinvio” della sentenza d’Appello, propendendo per il diritto (o una concezione burocratica del diritto come ha affermato il sen. Casson) piuttosto che per la giustizia.
Una posizione di sconforto che offende le migliaia di vittime ed aumenta la diffidenza nei suoi confronti da parte dei cittadini. Abbiamo imparato che “il disastro” viene, dalla concezione di cui sopra considerato a sè, senza valutarne le conseguenze e che il principale accusato, una volta uscito dalla direzione dell’impresa, doveva essere sciolto dalla sua imputazione. In questo modo i processi che riguardano lavoratori o cittadini, esposti a sostanze tossiche e cancerogene che producono danni e morte dopo decenni, come nel caso dell’amianto, non potrebbero mai essere celebrati.
E’ evidente che deve essere posta la questione della prescrizione per riformarla concretamente, per togliere ogni alibi. Potrebbe essere eliminata, per via legislativa urgente, per i crimini da lavoro e ambientali che producono malattia e morte.
Ma, temiamo, in un momento in cui “l’impresa” assurge a centro del momento storico che si sta vivendo , dove tutto viene ad esserle subordinato, questa posizione non troverà molto spazio. (Si pensi anche a quanto si sta preparando in tema di relazioni e accordi internazionali: TTIP- TISA. 
Le leggi nazionali e pure la Costituzione dovrebbero essere sottomesse alle necessità – di profitto- delle multinazionali e di coloro che, con un nome e cognome, le reggono e ne decidono la politica). 
Che fare dunque? Proseguire nella lotta – è l’unanime grido dei partecipanti, vittime ed ex esposti, rafforzare i rapporti, costruire piattaforme comuni, dando una forma organizzata a Ban Asbestos Europa, così come espresso nel “Manifesto di Roma” approvato alla fine del incontro alla Camera.
Per quanto concerne lo specifico della sentenza ETERNIT verificare ed agire, dove è possibile, con denunce che partano dai singoli ex esposti, danneggiati moralmente e fisicamente; verificare altresì la possibilità, una volta lette le motivazioni della sentenza, di ricorre alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
Roma, 20 novembre 2014
PER AIEA Armando Vanotto
PER MD Fulvio Aurora