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*****CAMPAGNA DICO 32 - SALUTE PER TUTTE E TUTTI! - HEALTH4ALL - GIORNATA EUROPEA CONTRO LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE, LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE
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domenica 14 gennaio 2018

DICO 32. SALUTE PER TUTTE E TUTTI! UNA CAMPAGNA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE

DICO 32. SALUTE PER TUTTE E TUTTI ! UNA CAMPAGNA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE

Milano 5 Novembre 2017
Documento finale
DICO 32. SALUTE PER TUTTE E TUTTI!
UNA CAMPAGNA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE
Per la Costituzione italiana (Art. 32), la salute è un diritto di tutte le persone e un dovere della collettività. Sappiamo che la nostra salute dipende da tanti fattori, come l’ambiente in cui viviamo e i diritti e i servizi a cui abbiamo accesso (casa, lavoro, reddito, istruzione, sanità, spazi di socializzazione…). Sappiamo anche che la salute non è uguale per tutte e tutti, e che malattia e mortalità colpiscono maggiormente le persone appartenenti alle classi sociali più svantaggiate. I cambiamenti climatici e le minacce ambientali legate all’attuale sistema produttivo non fanno che aumentare queste disuguaglianze, e compromettono la sostenibilità nostra e del pianeta.
In questi anni di crisi economica, le politiche di austerità messe in atto dai governi di tutta Europa hanno aumentato le disuguaglianze sociali e quindi di salute: sotto i diktat europei del pareggio di bilancio sono stati attaccati i sistemi di welfare costruiti con le lotte dei lavoratori del dopo guerra, proprio quando sarebbe stato necessario investire maggiormente nella protezione sociale per tutelare la popolazione. Le risorse assegnate alla salute sono state sistematicamente ridotte, e questo ha portato a un peggioramento della qualità e dell’accessibilità dei servizi, delle condizioni di lavoro in sanità, dei risultati in salute. Ne hanno fatto le spese in particolare le donne, con il ridimensionamento dei consultori e le pesanti restrizioni in tema di interruzione volontaria della gravidanza, così come i servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro e i servizi di salute mentale. I valori fondamentali di universalismo e solidarietà, propri del Servizio Sanitario Nazionale, sono stati sostituiti da logiche aziendali di efficienza, contenimento dei costi, tutela di interessi privati e non del bene collettivo.
Alla sistematica riduzione dell’impegno pubblico corrisponde una proliferazione di coperture sanitarie assicurative private o mutualistiche, sempre più inserite nei contratti di lavoro e agevolate da politiche statali di defiscalizzazione, e un’espansione senza precedenti dell’offerta privata di servizi. Tutto questo porta a un sistema segmentato e diseguale: da un lato un servizio sanitario pubblico “al ribasso” per i meno abbienti (o per chi non ha una sufficiente tutela contrattuale), e dall’altro una sanità privatizzata differenziata a seconda dei benefit previsti dai contratti lavorativi o per chi se la può pagare. Eppure è stato dimostrato che i sistemi sanitari pubblici sono più efficaci di quelli privati: offrono maggiori garanzie nella tutela della salute, e sono meno costosi per la collettività. Per esempio, sono gli unici a occuparsi di prevenzione e promozione della salute, ambiti che non generano profitti e quindi non sono interessanti per il mercato. Inoltre, un serio intervento sulla salute collettiva e individuale coinvolge necessariamente una serie di ambiti (lavoro, istruzione, ambiente…) che, lasciati come oggi alla gestione di privati in concorrenza tra loro, non potranno mai generare una politica della salute organica.
Vogliamo dire a chi fa profitti sulla nostra salute, e alla macchina statale che li aiuta, che noi abbiamo altri obiettivi e non ci fermeremo fino a che non li avremo raggiunti: non la mercificazione della salute, ma il suo miglioramento per tutte e tutti. Nel metterci in movimento, guardiamo a chi è già impegnato a costruire resistenza e alternative, come i movimenti delle donne, per il diritto all’abitare, per la sovranità alimentare e la difesa dei territori, contro i trattati di libero commercio; movimenti con cui vogliamo costruire alleanze strategiche che ci aiutino a fare fronte comune. Guardiamo anche all’Europa e agli altri Paesi del mondo, le cui popolazioni vivono problemi simili ai nostri e con le quali ci impegniamo in azioni di solidarietà e rete.
Proponiamo la data del 7 aprile, giornata mondiale della salute, come un momento di convergenza e mobilitazione per dire insieme che la salute è un diritto, e non è in vendita. Ma cominciamo fin da oggi a collaborare per fare di questa data una tappa di un cammino comune che ci porti non solo a bloccare la privatizzazione della salute, ma anche a progettare e costruire un servizio sanitario realmente universale e democratico, inserito in una società e in un ambiente in salute.
I NOSTRI PRINCIPI
Noi associazioni, comitati, gruppi e reti attivi nella difesa del diritto alla salute a livello locale, regionale e nazionale, riuniti a Milano il 4 e il 5 novembre 2017, ci riconosciamo nei seguenti principi:
La tutela della salute è un diritto umano fondamentale e non una fonte di profitto. I servizi sanitari devono essere perciò protetti da ogni logica di mercato.
Prevenzione e promozione della salute – a partire dalla tutela dell’ambiente – devono essere al centro in tutti gli aspetti della vita e del lavoro.
Garantire prestazioni sanitarie utili, necessarie ed efficaci, accessibili a tutte e a tutti senza vincoli di cittadinanza o residenza, è una responsabilità dei governi, che devono investire risorse adeguate.
Il finanziamento dei servizi di tutela della salute deve essere di tipo progressivo, basato sulla fiscalità generale e sul principio di redistribuzione delle risorse in base ai bisogni.
Le persone, attraverso una partecipazione democratica, devono giocare un ruolo attivo nei propri percorsi di cura e nella definizione delle politiche di salute locali, nazionali e globali. La vera malattia, infatti, è la mancanza di partecipazione.
I NOSTRI OBIETTIVI
1. Sostenere la salute, non ciò che la distrugge
Aumento almeno del 10% del Fondo Sanitario Nazionale
Abrogazione del pareggio di bilancio in costituzione e blocco delle spese distruttive come la produzione bellica e gli investimenti in opere inutili e dannose, per tornare a investire in istruzione, sanità e tutela ambientale
Rispetto degli impegni dell’accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni e il contrasto ai cambiamenti climatici
2. Un servizio di qualità che risponde ai bisogni
Destinazione prioritaria dei fondi aggiuntivi alla prevenzione e a servizi territoriali vicini alle persone, integrati, accessibili a tutte e tutti
Assegnazione delle risorse alle regioni e ai territori in base a indicatori di deprivazione sociale e bisogni di salute, non soltanto alla numerosità e all’anzianità della popolazione
Rinnovo dei contratti del personale sanitario con istituzione del contratto unico, superamento del precariato e assunzione di personale in relazione ai bisogni dei territori
Ritorno alla gestione diretta dei servizi esternalizzati
Abolizione dei sistemi di finanziamento basati sulle prestazioni, che pagano la malattia e non la salute
3. Piena accessibilità alle cure – Abolizione dei ticket
Garanzia di accesso alle cure efficaci: se il prezzo dei farmaci chiesto dai produttori è eccessivo, sospensione del brevetto come previsto dagli accordi internazionali
Iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale con attestazione di domicilio o effettiva dimora
Applicazione dell’accordo Stato-Regioni sull’accesso ai servizi delle persone straniere, garantendo criteri di assistenza omogenei sul territorio nazionale
4. La salute nelle mani delle persone
Obbligo di trasparenza per le aziende sanitarie, con pubblicazione di bilanci sociali, di missione ed economici
Introduzione di forme di partecipazione democratica alle decisioni in materia di politica sanitaria e gestione dei servizi a tutti i livelli, che coinvolgano sia chi utilizza i servizi che chi vi lavora
5. Nessun profitto sulla salute
Abolizione delle agevolazioni fiscali per le assicurazioni e i fondi sanitari
Superamento della gestione aziendalistica dei servizi sanitari con trasformazione delle aziende sanitarie in agenzie pubbliche con obiettivi di salute
6. Ricerca e innovazione dove servono
Finanziamento della ricerca indipendente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, centrata su problemi prioritari per la salute pubblica
Creazione di un’azienda pubblica per la produzione dei farmaci
Formazione adeguata e aggiornamento continuo obbligatorio del personale sanitario, indipendentemente dal rapporto di lavoro, finanziato da un fondo vincolato
SCARICA APPELLO IN FORMATO PDF: CLICK QUI

martedì 9 dicembre 2014

PER LA DIFESA E AFFERMAZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE: INCONTRO A MILANO MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE DALLE ORE 17.00 ALLE ORE 20.00 promosso da Rete per la Salute di Milano e Lombardia


PER LA DIFESA E AFFERMAZIONE DEL 
DIRITTO ALLA SALUTE
UN TESTO DI ANALISI E PROPOSTE 

La situazione strutturale del comparto della sanità è oggi caratterizzata da una formidabile messa in discussione del diritto alla salute garantito dalla Costituzione (art. 3, 32 e 41 Cost.): un sistema (SSN) pubblico, universale, gratuito, finanziato dalla fiscalità generale, ugualitario, comprensivo di prevenzione e riabilitazione.
Tale diritto è indebolito dal sistema corruttivo e clientelare, dalla forza delle corporazioni mediche, dalle riduzioni di personale, dalla debolezza dei contratti e dal loro mancato rinnovo. Hanno operato in questo senso l’introduzione dei ticket, l’invadenza partitica e la corruzione, l’approvazione del nuovo titolo V della costituzione (2001) che affida la Sanità alle Regioni, la scelta dell’aziendalizzazione che comporta una sanità fondata su logiche di bilancio, la  progressiva esternalizzazione dei servizi, l’introduzione della libera professione intramoenia,  il blocco del turn over con le conseguenze sulle condizioni di lavoro, gli interventi di limitazione di bilancio e la Spending review.
Ora però il diritto stesso è messo in discussione dalle scelte e decisioni economiche del sistema – nello specifico dalle oligarchie capitalistiche che lo reggono a livello mondiale ed europeo.  La crisi economica mondiale ha infatti orientato i possessori di capitali esuberanti a ricercare, in Italia come altrove, nuove occasioni di lucro nei servizi e nella Sanità privata sostenuta peraltro con il denaro pubblico.
Le proposte dei “nuovi” trattati: il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership)  e il TISA (Trade in Service Agreement), piegano i servizi, le strutture e quant’altro alle necessità di profitto dei produttori di beni e servizi. Non è da oggi che questo avviene, ma ora viene formalizzato fino a togliere i diritti rimasti e la possibilità di difenderli.
Il PATTO PER LA SALUTE (accordo Stato-Regioni del 2014) ne è un’espressione concreta. In esso si stabilisce il livello di finanziamento per i prossimi 3 anni per il Servizio Sanitario Nazionale – comunque passibile di ulteriore riduzione se le “esigenze di bilancio” lo determineranno – penalizzando le categorie più deboli: anziani cronici, malati mentali (adulti ed età evolutiva), disabili, minori, tossicodipendenti (art. 6 del Patto).
A questo stato di cose risulta difficile contrapporsi: l’attuale sistema medico-industriale è molto potente. E’ in grado non solo di influenzare le scelte delle oligarchie dominanti (economiche e politiche), ma è parte delle stesse. Le contraddizioni, peraltro secondarie rispetto alla ricerca di profitto, non mancano, ma non è semplice inserirsi per acuirle.
Le forze “di classe” in campo non sono nelle condizioni attuali in grado di contrastare in modo radicale tale sistema, anche se vi è un variegato movimento di lotta per la salute che però è molto frammentato e, salvo eccezioni, non pensa sia necessario unirsi per contrapporsi, per articolare la difesa. Anche perché non vi è unanimità di vedute.
E’ possibile ed è doveroso, quindi, organizzarsi per ottenere in primo luogo risultati parziali e, da questi, risalire ad un livello di coscienza più generale che induca le organizzazioni che si rifanno al “movimento” ad unirsi e maturare la stessa comprensione e la stessa teoria.
COSTITUIRE UNA RETE PER LA SALUTE. L’analisi della realtà ci dice che se in questo momento non è possibile costituire un movimento unitario, è forse possibile avere una relazione fra pari, stabilire obiettivi comuni e condivisi e operare con adeguate forme di lotta, per raggiungerli. Per costruire questa rete occorre stabilire delle regole, degli incontri periodici, dei temi comuni, dai quali fare discendere le iniziative e le lotte e per quanto possibile coordinarle.
Il punto di partenza è la concezione del diritto alla salute, piuttosto che quella, più limitata, del diritto alla sanità. Salute è la condizione di benessere fisico e psichico ma anche il nostro diritto di rimanere sani, di non venire avvelenati dall’inquinamento, e in genere di  ottenere la garanzia della prevenzione primaria, ecc. Sanità è l’insieme delle funzioni, delle strutture, delle procedure, e delle persone che hanno il compito di tutelare la salute. Sanità è solo una parte del diritto alla salute: contano di più il reddito, l’istruzione, il lavoro e le sue condizioni, la condizione ambientale, la situazione abitativa e quella culturale. 
Difficile agire su tutto, ma è possibile scegliere temi ed iniziative di lotta legate al proprio territorio e ambiente. Occorre poi riflettere e opporsi alla sanità che contrasta con la salute: l’espansione continua di strutture, strumenti, prestazioni non giustificate, nuovi ospedali imposti dalla ricerca del profitto, tecnologie presunte più evolute, nuovi farmaci copia dei precedenti e non sufficientemente testati, prestazioni poco utili e addirittura dannose.  Un altro nodo è quello di considerare secondari gli interventi sanitari e socio sanitari a favore di categorie che sono poco remunerative. Da qui la forza che assumono le compagnie di assicurazione e la necessità, espressa di nuovo dal patto per la Salute, ma già praticata, anche da diversi sindacati, di contrarre polizze di sanità integrativa.

devono essere messe in discussione tutte le forme che si dirigono verso la mercificazione della sanità e di conseguenza della salute:
·           no al finanziamento a prestazione (drg e creg),
·           no alla libera professione intramoenia,
·           no alla sanità integrativa,
·           no alla trasformazione della sanità in assistenza.
·       no alla monetizzazione della salute (e della sanità): i ticket, le rette delle rsa/rsd, i voucher ma ripristinare i servizi domiciliari.
la sanità deve essere pubblica, universale e gratuita 
(pagata dalla fiscalità generale)
Restringendo il campo territoriale, limitandoci a Milano e Lombardia, si dovrebbe discutere di una piattaforma della nascente rete-movimento, entrando nel merito e definendo modalità e tempi, per cui occorre:
1.   come per la scuola, difendere il servizio pubblico e  pretendere che mantenga i necessari livelli di funzionalità;
2.    organizzare incontri tematici tra Comitati e soggetti membri della rete e con chiunque altro per fare crescere una cultura comune su sanità e salute;
3.      opporsi alla chiusura/ridimensionamento degli ospedali e dei servizi territoriali, in particolare: Ospedale San Carlo, San Paolo, SERT, Consultori, SPRESAL  ecc.;
4.        contrastare il taglio di posti letto (oltre 7000 posti persi in 3 anni e 45.000 dal 2000 al 2009);
5.        denunciare le forme di privatizzazione dirette e indirette;
6.  opporsi specie alle “dimissioni selvagge” dagli ospedali delle persone malate croniche e non autosufficienti;
7.       contrastare speculazioni come la costruzione della Città della Salute ;
8.       rivendicare il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) per le donne che ne hanno necessità, e contrastare ogni ostacolo a contraccezione, aborto e maternità assistita, compreso l’uso fazioso dell’obiezione di coscienza;
9.      opporsi all’esautoramento delle funzioni di controllo dei Servizi di Prevenzione e sostenere strumenti di controllo di base specialmente per quanto riguarda la salute nei Luoghi di Lavoro;
10.  contrastare ogni peggioramento dei contratti, ogni attacco alle condizioni di lavoro del personale e garantirne la protezione nelle emergenze (es. la  pandemia dell’Ebola);
11.    combattere le esternalizzazioni.
12. garantire l’applicazione delle leggi che devono assicurare un piano di bonifica e risanamento dall’amianto, in particolare di scuole ed edifici pubblici e il sostegno alle vittime e ai familiari.

TAGLI ALLA SANITA' PUBBLICA




lunedì 1 dicembre 2014

Rete per la Salute Milano – MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE DALLE ORE 17.00 ALLE 20.00 : PER LA DIFESA E AFFERMAZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE

PER LA DIFESA E AFFERMAZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE
UN TESTO DI ANALISI E PROPOSTE

La situazione strutturale del comparto della sanità è oggi caratterizzata da una formidabile messa in discussione del diritto alla salute garantito dalla Costituzione (art. 3, 32 e 41 Cost.): un sistema (SSN) pubblico, universale, gratuito, finanziato dalla fiscalità generale, ugualitario, comprensivo di prevenzione e riabilitazione.
Tale diritto è indebolito dal sistema corruttivo e clientelare, dalla forza delle corporazioni mediche, dalle riduzioni di personale, dalla debolezza dei contratti e dal loro mancato rinnovo. Hanno operato in questo senso l’introduzione dei ticket, l’invadenza partitica e la corruzione, l’approvazione del nuovo titolo V della costituzione (2001) che affida la Sanità alle Regioni, la scelta dell’aziendalizzazione che comporta una sanità fondata su logiche di bilancio, la  progressiva esternalizzazione dei servizi, l’introduzione della libera professione intramoenia,  il blocco del turn over con le conseguenze sulle condizioni di lavoro, gli interventi di limitazione di bilancio e la Spending review.
Ora però il diritto stesso è messo in discussione dalle scelte e decisioni economiche del sistema – nello specifico dalle oligarchie capitalistiche che lo reggono a livello mondiale ed europeo.  La crisi economica mondiale ha infatti orientato i possessori di capitali esuberanti a ricercare, in Italia come altrove, nuove occasioni di lucro nei servizi e nella Sanità privata sostenuta peraltro con il denaro pubblico.
Le proposte dei “nuovi” trattati: il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership)  e il TISA (Trade in Service Agreement), piegano i servizi, le strutture e quant’altro alle necessità di profitto dei produttori di beni e servizi. Non è da oggi che questo avviene, ma ora viene formalizzato fino a togliere i diritti rimasti e la possibilità di difenderli.
Il PATTO PER LA SALUTE (accordo Stato-Regioni del 2014) ne è un’espressione concreta. In esso si stabilisce il livello di finanziamento per i prossimi 3 anni per il Servizio Sanitario Nazionale – comunque passibile di ulteriore riduzione se le “esigenze di bilancio” lo determineranno – penalizzando le categorie più deboli: anziani cronici, malati mentali (adulti ed età evolutiva), disabili, minori, tossicodipendenti (art. 6 del Patto).
A questo stato di cose risulta difficile contrapporsi: l’attuale sistema medico-industriale è molto potente. E’ in grado non solo di influenzare le scelte delle oligarchie dominanti (economiche e politiche), ma è parte delle stesse. Le contraddizioni, peraltro secondarie rispetto alla ricerca di profitto, non mancano, ma non è semplice inserirsi per acuirle.
Le forze “di classe” in campo non sono nelle condizioni attuali in grado di contrastare in modo radicale tale sistema, anche se vi è un variegato movimento di lotta per la salute che però è molto frammentato e, salvo eccezioni, non pensa sia necessario unirsi per contrapporsi, per articolare la difesa. Anche perché non vi è unanimità di vedute.
E’ possibile ed è doveroso, quindi, organizzarsi per ottenere in primo luogo risultati parziali e, da questi, risalire ad un livello di coscienza più generale che induca le organizzazioni che si rifanno al “movimento” ad unirsi e maturare la stessa comprensione e la stessa teoria.
COSTITUIRE UNA RETE PER LA SALUTE. L’analisi della realtà ci dice che se in questo momento non è possibile costituire un movimento unitario, è forse possibile avere una relazione fra pari, stabilire obiettivi comuni e condivisi e operare con adeguate forme di lotta, per raggiungerli. Per costruire questa rete occorre stabilire delle regole, degli incontri periodici, dei temi comuni, dai quali fare discendere le iniziative e le lotte e per quanto possibile coordinarle.
Il punto di partenza è la concezione del diritto alla salute, piuttosto che quella, più limitata, del diritto alla sanità. Salute è la condizione di benessere fisico e psichico ma anche il nostro diritto di rimanere sani, di non venire avvelenati dall’inquinamento, e in genere di  ottenere la garanzia della prevenzione primaria, ecc. Sanità è l’insieme delle funzioni, delle strutture, delle procedure, e delle persone che hanno il compito di tutelare la salute. Sanità è solo una parte del diritto alla salute: contano di più il reddito, l’istruzione, il lavoro e le sue condizioni, la condizione ambientale, la situazione abitativa e quella culturale. 
Difficile agire su tutto, ma è possibile scegliere temi ed iniziative di lotta legate al proprio territorio e ambiente. Occorre poi riflettere e opporsi alla sanità che contrasta con la salute: l’espansione continua di strutture, strumenti, prestazioni non giustificate, nuovi ospedali imposti dalla ricerca del profitto, tecnologie presunte più evolute, nuovi farmaci copia dei precedenti e non sufficientemente testati, prestazioni poco utili e addirittura dannose.  Un altro nodo è quello di considerare secondari gli interventi sanitari e socio sanitari a favore di categorie che sono poco remunerative. Da qui la forza che assumono le compagnie di assicurazione e la necessità, espressa di nuovo dal patto per la Salute, ma già praticata, anche da diversi sindacati, di contrarre polizze di sanità integrativa.

devono essere messe in discussione tutte le forme che si dirigono verso la mercificazione della sanità e di conseguenza della salute:
·           no al finanziamento a prestazione (drg e creg),
·           no alla libera professione intramoenia,
·           no alla sanità integrativa,
·           no alla trasformazione della sanità in assistenza.
·       no alla monetizzazione della salute (e della sanità): i ticket, le rette delle rsa/rsd, i voucher ma ripristinare i servizi domiciliari.
la sanità deve essere pubblica, universale e gratuita (pagata dalla fiscalità generale)
Restringendo il campo territoriale, limitandoci a Milano e Lombardia, si dovrebbe discutere di una piattaforma della nascente rete-movimento, entrando nel merito e definendo modalità e tempi, per cui occorre:
1.   come per la scuola, difendere il servizio pubblico e  pretendere che mantenga i necessari livelli di funzionalità;
2.    organizzare incontri tematici tra Comitati e soggetti membri della rete e con chiunque altro per fare crescere una cultura comune su sanità e salute;
3.      opporsi alla chiusura/ridimensionamento degli ospedali e dei servizi territoriali, in particolare: Ospedale San Carlo, San Paolo, SERT, Consultori, SPRESAL  ecc.;
4.        contrastare il taglio di posti letto (oltre 7000 posti persi in 3 anni e 45.000 dal 2000 al 2009);
5.        denunciare le forme di privatizzazione dirette e indirette;
6.  opporsi specie alle “dimissioni selvagge” dagli ospedali delle persone malate croniche e non autosufficienti;
7.       contrastare speculazioni come la costruzione della Città della Salute ;
8.       rivendicare il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) per le donne che ne hanno necessità, e contrastare ogni ostacolo a contraccezione, aborto e maternità assistita, compreso l’uso fazioso dell’obiezione di coscienza;
9.      opporsi all’esautoramento delle funzioni di controllo dei Servizi di Prevenzione e sostenere strumenti di controllo di base specialmente per quanto riguarda la salute nei Luoghi di Lavoro;
10.  contrastare ogni peggioramento dei contratti, ogni attacco alle condizioni di lavoro del personale e garantirne la protezione nelle emergenze (es. la  pandemia dell’Ebola);
11.    combattere le esternalizzazioni.
12. garantire l’applicazione delle leggi che devono assicurare un piano di bonifica e risanamento dall’amianto, in particolare di scuole ed edifici pubblici e il sostegno alle vittime e ai familiari.

lunedì 3 novembre 2014

6 e 7 novembre 2 importanti iniziative a Milano e Varese


Ebola,per saperne di più... siamo preparati ad affrontarla? : 6 novembre 2014 ore 18,00 Incontro Dibattito con il Dr. Vittorio Agnoletto

 6 novembre 2014 ore 18,00
 Incontro Dibattito
con il
Dr. Vittorio Agnoletto
«Ebola,per saperne di più...
siamo preparati
ad affrontarla
Organizzano i Promotori per una
 Rete per la Salute di Milano e Lombardia
MEDICINA DEMOCRATICA, Coordinamento Milanese di Solidarietà «DALLA PARTE DEI LAVORATORI», Coordinamento Lavoratori e Utenti della Sanità di Milano e Provincia, CUB Sanità, ADL Varese, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni, ACU-Associazione Consumatori Utenti