-

per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" SCRIVI A: dallapartedeilavoratori@gmail.com -- per contattare il Coordinamento Milanese di Solidarietà "DALLA PARTE DEI LAVORATORI" scrivi a: dallapartedeilavoratori@gmail.com
1945 -2018 73° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO : Buon 25 Aprile !!!
*****
*****CAMPAGNA DICO 32 - SALUTE PER TUTTE E TUTTI! - HEALTH4ALL - GIORNATA EUROPEA CONTRO LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE, LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE
*****
*****

NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA ! === NO all’intervento militare in LIBIA !




Visualizzazione post con etichetta Logistica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Logistica. Mostra tutti i post

venerdì 18 marzo 2016

FOTO : le nostre foto sulla partecipazione a Milano al corteo dei sindacati di base durante lo Sciopero Generale Nazionale (tutte le categorie) indetto da CUB, SI.COBAS e USI con adesione del SGB

il nostro reportage fotografico in una sintesi della partecipazione a Milano al corteo dei sindacati di base del 18 marzo

Milano 2 cortei confluiti in uno: il 1° corteo composto da CUB, USI, SGB, con presenze da varie regioni del Nord (Piemonte, Veneto) e altri  partito da L.go Cairoli ha percorso via Cusani via dell’Orso via Verdi p.zza della Scala via S. Margherita via Orefici p.zza Duomo via Mazzini p.zza Missori via Albricci via Larga c.so Europa p.zza San Babila.
2° corteo composto in prevalenza da lavoratori della logistica organizzati dal SI.COBAS è partito da P.le Lodi si è snodato per c.so Lodi p.zza Medaglie d’Oro c.so di P.ta Romana p.zza Missori per poi confluire nel primo percorso.












martedì 26 gennaio 2016

GRANDE DISTRIBUZIONE : PADRONI, ISTITUZIONI, CGIL, CISL, UIL, TUTTI UNITI CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA.in Veneto NASCE LA SANTA ALLEANZA CONTRO CHI LOTTA PER PORTARE DIRITTI E LEGALITA' ALL'INTERNO DEI MAGAZZINI (S.I.COBAS - ADL COBAS)


GRANDE DISTRIBUZIONE :
 PADRONI, ISTITUZIONI, CGIL, CISL, UIL, TUTTI UNITI
CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA.
 NASCE LA SANTA ALLEANZA CONTRO CHI LOTTA PER PORTARE DIRITTI E LEGALITA' ALL'INTERNO DEI MAGAZZINI.

Il 19 gennaio si è riunito, convocato dalla  dalla Regione Veneto, un tavolo che ha visto la partecipazione, oltre che della Regione Veneto, nella figura dell'Assessore Reg. al Lavoro Donazzan, della provincia di Padova, di  Cgil, Cisl e Uil, Legacoop,  le società Prix, Despar-Aspiag, Trasporti Romagna-Mg Service, Alì, Unicomm, avente come titolo: “contro mobilitazioni selvagge” e per chiedere ai Prefetti di tutte le provincie il “ripristino della legalita”.
Questo tavolo è stato convocato dopo che nelle scorse settimane in alcuni dei magazzini di proprietà dei soggetti convocati si sono tenute iniziative di lotta che hanno posto come rivendicazioni il riconoscimento di alcuni obiettivi già ottenuti in moltissimi altri  magazzini del settore: avere garanzie in caso di  cambio di appalto, avere delucidazioni in merito alla chiusura del magazzino MaxiD di Montegalda dove operano 120 lavoratori, ottenere malattia e infortunio integrati al 100%, istituti contrattuali al 100%, un buono pasto, il riconoscimento dell'anzianità pregressa e  la mezz'ora di pausa retribuita. 
Per avere un'idea della gravità di quanto accaduto il 19 gennaio, basti pensare che, da una parte si sono messe assieme catene di supermercati da sempre concorrenti, dall'altra, Regione, Provincia di Padova, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, hanno trovato il modo di condividere una comune crociata contro chi ha osato mettere in discussione una situazione divenuta oramai insostenibile dal punto di vista dei lavoratori. In particolare, dobbiamo ancora assistere  a licenziamenti di massa in occasione di cambi di appalto, legittimati in qualche modo dalla legge. E, da parte delle Istituzioni e dei sindacati collusi, non una parola viene spesa contro questa “libertà” garantita  dalla legge nel lasciare a casa le persone, o nel togliere diritti acquisiti, grazie al cambio di appalto. Così è successo nel magazzino Prix di Grisignano di Zocco, dove il giorno 15 di gennaio Prix dava disdetta alla cooperativa Leone, lasciando a casa tutti e 70 i lavoratori e ingaggiando una nuova cooperativa che immetteva nel magazzino nuovi lavoratori.
Così succede in moltissime altre situazioni dove grazie al cambio di appalto si perdono per la strada diritti acquisiti o addirittura il posto di lavoro. Si tratta di una norma contrattuale infame, quella che non garantisce il passaggio di tutti i lavoratori in caso di cambio di appalto alle medesime condizioni,  che deve essere essere assolutamente cambiata. Questo obiettivo, già conquistato con alcuni dei corrieri principali, deve diventare un obiettivo centrale da raggiungere per impedire le infamie che abbiamo sotto gli occhi.
 La mancanza di una normativa in questo senso ha portato anche alla situazione gravissima verificatasi alla Bormioli di Fidenza, dove, sempre grazie al cambio di appalto la CGIL si è accordata con i padroni per cancellare diritti acquisiti, quali l'anzianità di magazzino, i livelli e messo in discussione l'organico. A fronte della sacrosanta risposta messa in campo dai facchini abbiamo assistito ad un uso spropositato della polizia e siamo arrivati al fatto che CGIL ha organizzato un corteo dei lavoratori dipendenti da Bormioli contro i facchini in lotta. Tutto ciò, a conferma che il connubio sindacati-padroni è diventato oramai un vero e proprio matrimonio indissolubile.
A fronte di questa situazione che costringe i lavoratori a lottare, a volte anche in forme  dure, ma  adeguate al livello delle ingiustizie subite, si produce quindi un blocco di potere economico e politico che ha come unico scopo quello di bloccare lo sviluppo di un movimento di lotta che rivendica diritti e che, paradossalmente, ha portato legalità in un comparto, da sempre attraversato dalle forme più odiose di sfruttamento che rasenta la schiavitù, e che risente anche di pesanti infiltrazioni mafiose.
Se, fino a qualche tempo fa poteva ancora esserci qualche dubbio circa il fatto che Cgil, Cisl e Uil potessero ancora rappresentare in parte interessi dei lavoratori, oggi, entrando a far parte di questa “santa alleanza” contro le lotte dei facchini, cancellano ogni dubbio sulla metamorfosi che hanno subito e che li rende oggi parte determinante del sistema di sfruttamento. La cosa è ancora più grave  se pensiamo che questo appello alle Prefetture ad intervenire con la forza per ripristinare la “legalità” si rivolge ad un comparto con una forza lavoro supersfruttata e dove i diritti si sono conquistati solo ed esclusivamente con quelle lotte che oggi diventano oggetto di campagna militare  da parte del neocostituitosi “blocco d'ordine”.
Ci rivolgiamo quindi a tutti quei lavoratori che ancora oggi pensano di avere a che fare con dei sindacati che tutelano i diritti dei lavoratori, per far capire che ogni velo di ipocrisia è caduto e che la riunione di Venezia, e quanto sta avvenendo a Fidenza alla Bormioli, sono la dimostrazione lampante di una scelta di campo, da parte di CGIL CISL e UIL, totalmente chierata con i poteri forti contro i lavoratori.  

martedì 21 ottobre 2014

Comunicato congiunto ADL-Cobas, SI-Cobas, Cobas-LP sulla giornata nazionale di lotta del 16 ottobre (#16o)

Comunicato congiunto ADL-Cobas, SI-Cobas, Cobas-LP sul 16o

Grande giornata nazionale di sciopero, blocchi e manifestazioni
dei lavoratori della logistica che hanno intrecciato le lotte per il diritto all’abitare, dei disoccupati e degli studenti.
 partire dalla tarda serata di mercoledì 15 ottobre iniziavano i primi scioperi e blocchi dei magazzini della logistica che si estenderanno in tutto il paese durante la notte del 16 e per tutta la giornata. Sono moltissime le città interessate dallo sciopero e dai blocchi: Torino, Milano, Brescia, Piacenza, Padova, Treviso, Palmanova, Vicenza, Verona, Bologna, Parma, Carpi, Ancona, Piacenza, Cesena, Modena, Parma, Roma, Pisa, Napoli. Si è trattato di uno sciopero vero che ha interessato decine di migliaia di lavoratori di un settore strategico dal punto di vista capitalistico. Preparato con cura dalle tre sigle sindacali che lo hanno indetto in centinaia di assemblee con grande spirito unitario, a partire dall'assemblea nazionale della logistica del 21 settembre che ha saputo tracciare un percorso materiale legato alla necessità di concretizzare attraverso la lotta risultati tangibili in grado di rilanciare il vecchio slogan “la lotta paga”, per riuscire a coinvolgere altri settori di classe in un percorso ricompositivo volto a scardinare un sistema di sfruttamento che punta a riprodursi all'infinito creando miseria e guerre.
Si è trattato di uno sciopero vero, che non si è limitato ad esercitare il diritto ad astenersi dal lavoro, ma che ha prodotto blocchi reali della circolazione delle merci in snodi fondamentali della logistica, tra cui Bologna, con il blocco di Interporto, o Torino con il blocco del CAT, Padova, Verona e Roma con blocchi di snodi stradali importanti. Una particolare menzione va fatta su quanto successo a Torino, dove vi è stata una pesante carica della polizia contro il presidio, volta a difendere gli interessi di chi sfrutta in maniera ignobile le migliaia di facchini del CAAT, e dove un lavoratore ambulante è deceduto per infarto anche a seguito dei ritardi nei soccorsi ( Alla famiglia e ai conoscenti della persona che è venuta a mancare, va tutto il nostro cordoglio e la nostra vicinanza per la perdita di una persona cara).
La giornata del 16 ottobre segna una tappa importante nella lunghissima vertenza dei facchini che ha posto da tempo l'obiettivo del superamento della figura del socio lavoratore, affiancato dalla richiesta di garantire stabilità del posto di lavoro contro la logica perversa dei continui cambi di appalto, per effettivi miglioramenti delle condizioni retributive e, come elementi aggiuntivi che travalicano la vertenza, si è aggiunta la battaglia contro la cancellazione dell'art. 18 e per l'estensione degli ammortizzatori sociali per tutti all'interno di una dinamica di lotta più generale per il reddito garantito . Un ulteriore elemento di novità di questa giornata formidabile di lotta è stato quello di avere ricercato, così come era stato indicato a luglio in una assemblea dei movimenti in Val di Susa, l'intreccio con movimenti per il diritto all'abitare, con studenti e con chi lotta contro le grandi opere, per far diventare la giornata del 16 ottobre una giornata anche di sciopero sociale ricompositivo di tutte le lotte che si muovono su questi terreni.
Possiamo dire, al termine di questa giornata, che sicuramente il 16 ottobre ha saputo indicare che lo sciopero sociale è possibile e praticabile, che è possibile puntare sui dati materiali alla ricomposizione anche di soggetti diversi che nella crisi si ritrovano oggettivamente sullo stesso terreno del conflitto. Attorno alla lotta dei facchini è possibile e necessario oggi costruire relazioni sempre più intense con altri soggetti sociali, per andare verso un allargamento di un conflitto che si configura sempre più duro e radicale nei confronti del Governo che ha in mente di cancellare il concetto stesso di conflitto di classe. Questo è il senso della scelta di voler eliminare a tutti i costi l'Art. 18 e di far passare l'idea che operai e padroni, all'interno della crisi, sono dentro alla stessa barca da salvare.
Il 16 ottobre ha indicato un'altra cosa: non siamo sicuramente all'interno della stessa "barca" e la barca che vogliamo salvare noi non è sicuramente quella che hanno in mente Renzi e Squinzi. 
E' necessario andare avanti su questa strada per costruire nuovi e più grandi momenti di conflittualità aperta per respingere i processi restaurativi del governo Renzi e per conquistare nuovi e importanti risultati all'interno del comparto della logistica. In questo senso, siamo pronti, qualora non arrivino precisi segnali dalle controparti di disponibilità ad aprire una trattativa seria sugli obiettivi indicati nella piattaforma di lotta,siamo già pronti a partire con un percorso di lotta molto più incisivo, come abbiamo dimostrato di saper fare nel recente passato.
ADL Cobas - SI Cobas - Cobas LP 

domenica 28 settembre 2014

Comunicato finale e report Assemblea nazionale dei lavoratori della Logistica #21S

Si è conclusa  l’assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della logistica, ospitata in web-conference da Globalproject.info che ha seguito via twitter i lavori dell’assemblea.


Più di quindici collegamenti assembleari hanno partecipato all’appuntamento che ADL Cobas e SI Cobas e Conf. Cobas provatohanno indetto per questa giornata, per approfondire i punti sui quali costruire una piattaforma per lo smantellamento del sistema di sfruttamento fondato sulle cooperative e sulla figura del socio lavoratore.
Dopo l’intervento d’apertura in conference che ha rimarcato i temi su cui focalizzare il lavoro collettivo, le varie realtà si sono riunite declinando territorialmente nelle proprie assemblee gli spunti dati nella convocazione.
Al termine delle singole sessioni è ripresa la plenaria nel corso della quale è stata assunta collettivamente l’intenzione di convergere l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori del settore logistico nella scadenza del 16 Ottobre, chiamando lo sciopero sociale.
Di seguito il comunicato condiviso al termine dell’assemblea.
L’assemblea nazionale dei lavoratori della logistica riuniti in assemblea in data 21 settembre ha approvato il seguente documento:
1.Nel considerare una grave provocazione quella messa in atto da Fedit E Cofetra, che hanno firmato un accordo con CGIL CISL e UIL denominato “Linee guida per la realizzazione di un nuovo modello per il lavoro delle ribalte” del 13 febbraio 2014 ed il successivo accordo di TNT sempre con CGIL CISL e UIL del giugno, mediante i quali, congiuntamente, padroni e sindacati stanno cercando di mettere in discussione le conquiste che abbiamo ottenuto con le lotte degli ultimi anni, barattando una assunzione da parte del committente con un netto peggioramento delle condizioni contrattuali e retributive ( in più, per la Tnt, e’ in corso una ristrutturazione in 52 piccoli magazzini, che portera’ a dei licenziamenti dei facchini) ci impegnamo a respingere tale provocazione e a continuare il percorso per il miglioramento delle condizioni lavorative e retributive e per portare a pieno compimento il raggiungimento degli obiettivi indicati nella piattaforma di lotta, che viene qui interamente richiamata;
2.A partire da quanto indicato nel punto precedente, l’assemblea dà pieno mandato alle OO.SS che hanno promosso l’assemblea, ad aprire una nuova vertenzialità nazionale, inviando immediatamente una lettera, in primo luogo a Fedit e Confetra (sono le Associazioni padronali che raggruppano BRT, TNT, GLS, SDA, ecc,) per chiedere un incontro a stretto giro per verificare se esiste o meno la disponibilità a discutere della nostra piattaforma e ad accogliere i punti in essa contenuti. Inoltre si dà sempre mandato ad inviare la stessa lettera a tutte le altre realtà della logistica, anche se non organizzate in Fedit, per effettuare la medesima verifica.
3.Al di là delle risposte che eventualmente verranno fornite alle nostre richieste, viene proclamata fin d’ora una giornata intera di sciopero generale della logistica per il 16 ottobre per creare un primo momento di risposta generale ai tentativi padronali di far tornare indietro le conquiste ottenute, ma anche per dare corpo ad una mobilitazione che si ponga l’obiettivo di ottenere uguali garanzie di salario e normative per tutti ( a partire dagli ammortizzatori sociali per il settore della logistica), che sappia unificare i fronti aperti dai lavoratori dei vari settori, rispondere ai licenziamenti padronali e che sappia intrecciare anche le legittime lotte dei disoccupati e dei precari, le mobilitazioni contro le grandi opere e le nocività e per il diritto all’abitare con tutti quei soggetti che vivono drammaticamente il problema della casa.
4.E’ evidente che questa prima giornata di lotta e di mobilitazione generale si caratterizzerà anche con un chiaro riferimento alle politiche governative in tema di lavoro (Jobs Act) che si muovono nell’ottica di eliminare ogni forma di garanzia (V. Art. 18, demansionamento, videosorveglianza, ecc). In relazione a tali politiche che mirano a colpire i lavoratori e agli sviluppi della vertenzialità in atto, verranno messe in atto tutte quelle iniziative di lotta che verranno ritenute idonee al raggiungimento degli obiettivi, compresa l’eventuale partecipazione anche ad una giornata di sciopero generale conflittuale, nel mese di novembre promossa dal sindacalismo di base.
ADL Cobas

venerdì 12 settembre 2014

Milano, 13 settembre 2014 PROCESSO PER DIRETTISSIMA ai 2 LAVORATORI della DIELLE di Cassina dè Pecchi arrestati : Ore 8.30 presidio a Palazzo di Giustizia a Milano - IL GIORNO 12/09/2014 :Cassina de Pecchi, nuovi scontri tra dipendenti e dirigenti Dielle: otto carabinieri contusi e due operai arrestati

da IL GIORNO 12.09.2014 / MARTESANA
Cassina de Pecchi, nuovi scontri tra dipendenti e dirigenti Dielle: otto carabinieri contusi e due operai arrestati
I militari, all'ennesimo tentativo di bloccare l'ingresso della ditta per impedire lo svolgimento dell'attività, si sono frapposti tra le due fazioni. Alla base del contrasto c'è un cambio di appalto da parte di alcuni comuni per la raccolta dei rifiuti plastici
Milano, 12 settembre 2014 - Nessuna idea di desistere da parte dei lavoratori della Dielle, azienda di Cassina de' Pecchi. Dopo gli scontri di giovedì tra dipendenti e dirigenza, nei quali sono rimasti ferite cinque persone, tra cui la proprietaria dell'azienda, la tensione è viva anche oggi. Stamattina, tra alcune decine di operai che si contendono un appalto, e i carabinieri in servizio di ordine pubblico, sono scoppiati dei tafferugli. Il bilancio del 'contatto' tra le parti e' di otto militari feriti lievemente, cinque contusi tra i manifestanti e due arrestati, due ivoriani di 27 e 41 anni. I carabinieri della Compagnia di Cassano D'Adda, infatti, all'ennesimo tentativo di bloccare l'ingresso dei lavoratori della ditta per impedire lo svolgimento dell'attività, si sono frapposti tra le due fazioni.

Alla base del confronto, che dura dal maggio scorso, e che si è acuito questa settimana, c'e' un cambio di appalto da parte di alcuni comuni dell'area per la raccolta di rifiuti plastici, che ha escluso una cooperativa di Latina che utilizzava prevalentemente manodopera originaria dell'Africa in favore di una nuova ditta di Brescia che utilizzerebbe lavoratori romeni e albanesi. Stamani, al picchettaggio, secondo quanto riferito dai carabinieri del Comando provinciale di Milano, c'erano anche rappresentanti sindacali dei Cobas ed esponenti dei centri sociali. Un tavolo di mediazione, per l'assorbimento dei lavoranti esclusi, prima dell'estate, non aveva portato a nulla. I lavoratori spiegano che l'azienda "ci ha lasciato a casa dopo averci sfruttato come schiavi per cinque anni, e ora ignora l'accordo firmato il 27 giugno scorso in Prefettura a Milano, che prevedeva l'assunzione immediata per 30 operai e la cassa integrazione per gli altri 30".