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venerdì 30 settembre 2016

Scuola, aumentano gli alunni che hanno bisogno del sostegno ma il ministero è fermo al vecchio organico (da controlacrisi.org)

da 

I numeri si evincono dal Focus ministeriale pubblicato in questi giorni: in riferimento all’anno scolastico in corso, solo in Lombardia vi sono circa 2.400 studenti certificati in più; segue la Campania, anch’essa in salita, (nel 2014/15 ne aveva 22.893 sul totale di 933.149, uno su 40) presentando 25.022 alunni disabili; anche la Sicilia registra un incremento di iscritti (23.859) a fronte dei 21.809 dello scorso anno. Tali regioni, seguite dal Lazio, rappresentano quelle con il maggior numero di alunni bisognosi dell’insegnante che attua didattica speciale. La maggior parte degli studenti frequenta la primaria (79.777), seguita da medie (65.227), superiori (61.880) e materna (17.625). Tuttavia, anziché potenziare la didattica speciale, a Viale Trastevere si pensa di ridurre i docenti di sostegno, mantenendo quasi 30mila posti in deroga su cattedre vacanti e disponibili.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): “Quella che l’Anief qualche giorno fa aveva definito la “babele” sul sostegno diventa una condizione ancora più caotica e penalizzante per gli alunni disabili e le loro famiglie. Non continua, infatti, solo a mancare all’appello un docente specializzato su tre: ora abbiamo la certezza che per un nutrito numero di alunni con disabilità il sostegno non arriverà mai o, qualora presente, in orario ridotto rispetto a quanto previsto dalle relazioni mediche e dalle diagnosi funzionali. Sembra assurdo ma ancora oggi nel 2016, occorre ricorrere in tribunale per farsi riconoscere 18 o 21 ore, il massimo di quelle settimanali previste dalla legge, anche quando l’alunno è portatore di un handicap grave e il ricorso non dovrebbe esser necessario. Ribadiamo la gratuità dell’azione giudiziaria per i genitori o tutori che si rivolgeranno a noi, con lo scopo di vedere rispettato un loro diritto.
Per questi motivi, Anief ha riattivato l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”, mettendo a disposizione delle famiglie un modello di lettera per richiedere sin dal primo settembre le ore di sostegno per l’intera durata dell’orario di servizio settimanale dell’insegnante specializzato: se non saranno erogate le ore di sostegno necessarie in questi primi giorni di scuola o in caso di inadempienze, le segnalazioni possono essere già raccolte dal sindacato inviando una email a sostegno@anief.net
http://www.controlacrisi.org/notizia/Conoscenza/2016/9/27/48058-scuola-aumentano-gli-alunni-che-hanno-bisogno-del-sostegno/

venerdì 5 febbraio 2016

In presidio per gli studenti sospesi: “Occupare è giusto!” (dal sito ZEROINCONDOTTA,www.zic.it)

da ZEROINCONDOTTA
http://www.zic.it/in-presidio-per-gli-studenti-sospesi-occupare-e-giusto/

In presidio per gli studenti sospesi: “Occupare è giusto!”


Iniziativa all’Isart, nel primo giorno di “lavori utili” dei ragazzi sanzionati per le proteste delle scorse settimane. Cas: “L’unico modo per ottenere quello che ci spetta è la lotta quotidiana nelle scuole e in città”.
04 febbraio 2016 - 19:31

12644897_488862214631742_5568921246197705003_nOggi durante le prime giornate di “lavori utili” degli studenti sospesi per aver occupato, abbiamo fatto un presidio davanti al liceo Isart, per sostenere i nostri compagni di scuola e amici, di questo stesso liceo ma anche di tutti gli altri istituti che hanno occupato e i cui studenti hanno ricevuto sanzioni disciplinari. Occupare è giusto e soprattutto legittimo nei nostri istituti che rischiano di crollarci addosso per la mancanza di manutenzione, che non ci offrono laboratori, materiali, addirittura aule e professori mancano spesso. Una scuola che vuole costringerci con l’alternanza scuola lavoro a essere sfruttati in aziende che guadagnano sul nostro lavoro gratuito, con i presidi che esercitano un potere dispotico con ricatti e minacce a professori e studenti. Solidali con tutti e tutte gli studenti occupanti, l’unico modo per ribaltare la situazione e ottenere quello che ci spetta è la lotta quotidiana nelle nostre scuole e nella nostra città!

Cas (Collettivo Autonomo Studentesco)
***Contro ogni forma di repressione, solidarietà a tutti gli studenti colpiti da sanzioni disciplinari per l’occupazione!***
Scuola, raffica di sanzioni e 5 in condotta agli occupanti
Striscioni di solidarietà fuori dalle scuole [foto], Cas: “La nostra dignità sta anche nel combattere chi tenta di azzittirci con ‘punizioni’ e richiami”.
18 gennaio 2016 - 19:49

Contro ogni forma di repressione, solidarietà a tutti gli studenti colpiti da sanzioni disciplinari per l’occupazione!
Fermi (foto fb Cas)Vediamo come a Bologna l’inaridimento del movimento giovanile abbia portato alla conseguenza che siamo ormai l’unico collettivo studentesco che in questa città porta avanti la lotta reale nelle scuole. Da anni ci battiamo come Cas in tutte le scuole bolognesi per portare avanti momenti di mobilitazione e supportiamo ogni studente che decida di mettersi in gioco in percorsi di riappropriazione e rivendicazione di diritti. Noi siamo e saremo sempre presenti. Infatti crediamo che le vere ingiustizie siano lasciare gli studenti in scuole fatiscenti o senza i materiali e personale adeguati per poter svolgere le lezioni. Le scuole che sono state occupate riscontrano gravi problemi di edilizia scolastica e di risorse, come ad esempio soffitti pericolanti, grandi crepe sul muro, temperatura rigida nelle aule a causa della mancanza del riscaldamento e assenza di materiali e laboratori per poter svolgere validamente l’attività scolastica. E pretendiamo che le istituzioni scolastiche bolognesi si misurino sulle nostre istanze in modo serio, dall’edilizia scolastica passando per il carovita dello studente fino ad arrivare all’alternanza scuola-lavoro, che come già ribadito più volte non fa altro che sottopagare, o ancora peggio sfruttare gratuitamente il lavoro e la fatica degli studenti tramite false promesse e beceri ricatti.
In questo processo di aziendalizzazione e privatizzazione che dura anni, la “Buona Scuola” del Governo Renzi si è inserita inasprendo e peggiorando sempre di più la situazione attraverso l’utilizzo di logiche perverse di meritocrazia sbagliata e discriminante, come già abbiamo potuto vedere nel Jobs Act o nel Piano Casa, manovre atte ad “affondare” sempre di più chi ha già poco e niente. Un esempio lampante di cui si dibatte molto in questi mesi, è il nuovo ruolo che assume il preside, divenuto unico protagonista e manager vero e proprio di quella scuola-azienda cui hanno mirato di creare tutti gli ultimi governi, diventando giudice della capacità d’obbedienza dei propri docenti come evidenzia un documento dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi) che parla di non avere più grazie alla nuova riforma le “mani legate” contro i “docenti contrastivi”, cioè coloro che dicono le loro opinioni sui metodi e sulla scuola in generale, come se pensarla diversamente fosse un difetto da smussare. Una figura che acquisisce uno strapotere totalmente squilibrato su di sé, che in mezzo a una comunità che dovrebbe essere atta a costruire un ambiente sociale, collaborativo e istruttivo toglie in pratica agli organi preesistenti negli istituti il potere esecutivo, consentendogli di mantenere, a volte, la libertà di parola.
Effetti di ciò si sono già resi manifesti in tutto il territorio italiano, infatti decine di studenti in diverse città sono stati sospesi e/o denunciati per atti che hanno una forte legittimità politica: tante occupazioni sono infatti state messe in campo per protestare contro la nuova riforma, con uno slancio ancora maggiore dell’anno precedente dopo che, nonostante le migliaia di persone che si sono mobilitate, il governo ha deciso di far votare la “Buona Scuola” con un voto di fiducia in Agosto, tagliando deliberatamente fuori tutto il mondo della formazione. L’occupazione è una pratica legittima che da anni viene proposta da noi studenti, che in essa si mettono in gioco per ricostruire e trasformare la scuola nell’ambiente autogestito, libero e aperto di cui abbiamo bisogno. Scioperare, bloccare, il proprio posto di “lavoro” è un nostro diritto, poiché è il modo più radicale per attirare l’attenzione di tutta quella schiera di politicanti e burocrati che pensano siamo solo oggetti da spostare da un luogo all’altro, senza preoccuparsi che la mancanza di risorse porta una conseguente mancanza di educazione e preparazione per noi. I presidi quindi quest’anno hanno approfittato dell’aumento ulteriore del loro stra potere, per dimostrare con atti di forza come le sanzioni disciplinari e i cinque in condotta, il loro assoluto dominio su tutto ciò che riguarda noi studenti, dall’educazione al diritto a protestare per le condizioni pessime e insostenibili dei nostri istituti. Crediamo sia importante che questi attacchi non passino indisturbatamente, per questo facciamo un appello a tutti i collaboratori scolastici, agli amministratori, ai professori stessi di creare solidarietà e reciprocità nell’ambiente che condividiamo ogni giorno: siamo tutti ricattabili e la nostra dignità sta anche nel combattere chi tenta di azzittirci con “punizioni” e richiami.
La nostra lotta quindi continuerà e sarà sempre più dura, finché non avremo risposte e soluzioni concrete ai problemi che già da anni affliggono lo studente, che sempre più dal sistema Scuola viene sminuito, sfruttato e ritenuto solo un semplice numero, come dimostrano le Invalsi.
Esprimiamo inoltre solidarietà a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno subito la sempre più forte repressione portata avanti dai presidi e da alcuni docenti, perché con loro a lottare c’eravamo anche noi. Stamattina per ribadirlo abbiamo attaccato in varie scuole striscioni in solidarietà a tutti gli studenti e studentesse colpiti da un’ingiusta e arbitraria repressione, perché la lotta per il diritto allo studio e a ambienti scolastici adeguati, è di tutti e tutte!
Collettivo Autonomo Studentesco
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Stamattina abbiamo attaccato in varie scuole di Bologna striscioni di solidarietà con tutti gli studenti e le studentesse colpiti da sanzioni disciplinari, denunce o 5 in condotta a causa delle occupazioni, momenti di lotta intensa e radicale che sono però oggi l’unico modo per attirare l’attenzione e impossibilitare l’indifferenza di chi continua a credere di poter svendere la nostra educazione all’azienda con il progetto di alternanza scuola-lavoro più redditizio o la nostra salute lasciandoci in edifici che rischiano di crollare da un momento all’altro.
Siamo totalmente contrari all’abuso di potere che presidi e alcuni docenti hanno usato contro rivendicazioni legittime di diritti da parte di noi studenti, ci appelliamo perché la solidarietà sia comune a tutti e tutte!
Collettivo Autonomo Studentesco

martedì 2 febbraio 2016

Sciopero trasporti, mezzi pubblici e scuola: il calendario di febbraio 2016 (da forexinfo.it)

da 

Sciopero trasporti, mezzi pubblici e scuola: il calendario di febbraio 2016


Sciopero mezzi pubblici febbraio 2016: autobus, metro e treni

Quali sono gli scioperi dei mezzi già confermati a febbraio 2016? Successivamente troverete il calendario completo degli scioperi dei mezzi che sono stati indetti a febbraio 2016 insieme alle fasce orarie in cui i vari servizi potrebbero subire dei rallentamenti.
A febbraio, chi è solito recarsi a lavoro utilizzando mezzi pubblici come metro, bus e treni, dovrà prestare particolare attenzione alle date di alcuni scioperi dei mezzi, in cui non viene garantita la normale circolazione:
  • giovedì 4 febbraio; i cittadini di Roma dovranno fare attenzione allo sciopero indetto dai sindacati OSR SUL-CT a cui aderiranno il personale Cotral e Atac. Circolazione quindi di autobus e metro che potrebbe subire rallentamenti durante la giornata, a causa dello sciopero che durerà 24 ore;
  • mercoledì 10 febbraio; previsti rallentamenti del trasporto pubblico nel comune di Pavia. Infatti, in questa data è stato indetto uno sciopero del personale Soc. Line di Pavia che durerà per tutte le 24 ore di mercoledì;
  • giovedì 11 febbraio; questo giorno ci potrebbero essere dei disagi sulle linee ferroviarie della provincia di Bologna. Infatti, è stato indetto uno sciopero del personale manutenzione infrastruttura Soc. RFI della DTP di Bologna; rallentamenti previsti dalle 21:00 dell’11 alle 21:00 di venerdì 12 febbraio;
  • sabato 12 febbraio: questa volta a fermarsi saranno i trasporti pubblici di Brescia, a causa dello sciopero che ha coinvolto il personale della Società Italiana Autoservizi. Anche in questo caso la circolazione degli autobus e degli altri mezzi di trasporto pubblici potrebbe subire rallentamenti per tutto l’arco delle 24 ore;
  • martedì 23 febbraio: ancora una volta parliamo di Roma, comune in cui è stato indetto uno sciopero del personale Atac di Roma. Rallentamenti previsti per le linee autobus e metro, ma fortunatamente lo sciopero non durerà 24 ore ma “solamente” dalle 9:00 alle 17:00.

Sciopero aeroporti febbraio 2016

Avete prenotato una vacanza e per partire utilizzerete l’aereo? Allora vi consigliamo di dare uno sguardo al calendario degli scioperi di febbraio 2016 che coinvolgeranno alcuni aeroporti italiani, così potrete evitare delle spiacevoli sorprese:
  • venerdì 12 febbraio, il sindacato OSR USB Lavoro privato ha indetto uno sciopero a cui aderirà il personale della Soc. Toscana Aeroporti di Pisa. Possibili ritardi o annullamenti di alcuni voli nella fascia oraria che va dalle 12:00 alle 16:00. Per la stessa giornata il sindacato OST UILT-UIL ha indetto uno sciopero a cui ha aderito il personale della Soc. Sogeaal dell’Aeroporto di Alghero. Anche in questo caso previsti rallentamenti sulla linea aerea dalle 12:00 alle 16:00. Venerdì sarà una giornata di scioperi anche per il personale di Meridiana Fly, che si fermerà per tutte le 24 ore;
  • lunedì 29 febbraio; l’ultimo giorno del mese si concluderà con uno sciopero del personale Enav dell’Aeroporto di Ciampino di Roma, che durerà dalle 13:00 alle 17:00. Lo stesso giorno, ma dalle 12:00 alle 16:00 resterà fermo il personale Soc Toscana degli aeroporti di Firenze e Pisa.

Scioperi delle scuole a febbraio 2016

Se avete dei figli che frequentano le scuole primarie o secondarie vi interesserà sapere che lunedì 15 febbraio non sarà garantito il corretto svolgimento delle lezioni. Infatti, è previsto uno sciopero del personale docente ATA, sia quello con contratto a tempo determinato che indeterminato. Lo sciopero durerà per tutte le 24 ore a livello nazionale.

AZIENDALIZZAZIONE E PRIVATIZZAZIONE SELVAGGE: docenti e studenti dovrebbero non assecondare questa tendenza.(da facebook SISA Afam)*

AZIENDALIZZAZIONE E PRIVATIZZAZIONE SELVAGGE: docenti e studenti dovrebbero non assecondare questa tendenza.
Un altro grave caso di prevaricazione sul pubblico da parte del privato. La tattica è la stessa. Il MIUR non sapeva (e quindi non ha vigilato) o fingeva di non sapere? Noi la risposta ce l'abbiamo.
Procedendo di questo passo si finirà con l'appaltare direttamente gli orari di lezione ad aziende e multinazionali, così che possano promuovere i loro prodotti. Questa non è una fantasia: l'indirizzo che il ministero dell'Istruzione e il Governo stanno dando è esattamente questo. L'iniziativa 'Yamaha musica e scuola', tenutasi presso l'Istituto Casier di Treviso, si è svolta in orario curricolare nonostante questa opzione sia vietata. Tale corso privato, che i genitori hanno dovuto pagare, è stato anche utilizzato dagli insegnanti per la valutazione degli studenti nella disciplina.

https://www.facebook.com/sisa.afam/

*AFAM - Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, il comparto che riunisce le Accademie di Belle Arti ed i Conservatori, regolato dalla legge n. 508/99
**MIUR - Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

***SISA AFAM (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente)


venerdì 10 ottobre 2014

Molte decine di migliaia di studenti, docenti ed Ata respingono in piazza il Piano Renzi con manifestazioni in più di 80 città. (Cobas Scuola)

Cobas Scuola 
10/10/2014 19:00

corteo 10 ottobre5
Circa il 30% delle classi bloccate dallo sciopero nazionale degli studenti e dei lavoratori/trici della scuola. Verso lo sciopero generale e sociale del 14 novembre
Renzi aveva chiesto un referendum sul suo Piano per la scuola, un Piano che farebbe trionfare la cattiva scuola-azienda, la pessima scuola-miseria, l’ignobile scuola-quiz. Ebbene lo ha avuto oggi e lo ha perso nettamente. Quasi centomila NO in più di 80 città gli sono stati recapitati da una marea di studenti, docenti ed Ata in piazza contro il suo Piano; e circa il 30% delle classi oggi non hanno svolto le regolari lezioni. Aspettiamo che ora Renzi ci mostri almeno altrettante decine di migliaia di “addetti ai lavori” che condividono la sua cattiva scuola.
Nello sciopero e nelle manifestazioni abbiamo chiesto innanzitutto che il furbone Renzi, colossale venditore di fumo, riveli nella Finanziaria (da presentare entro il 15 ottobre) le cifre per mantenere la sua promessa di stabilizzazione dei 150 mila precari delle GAE, ché altrimenti tale impegno sarà solo una delle sue molteplici boutadés. Gli abbiamo poi ricordato che non accetteremo che vengano nel contempo espulse le tante decine di migliaia di precari da tempo assunti e licenziati ogni anno, che, come quelli delle GAE, si sono guadagnati sul campo la stabilizzazione. Unanime, da parte di studenti e lavoratori/trici, è stato poi il rifiuto del restante Piano che è la “summa” di tante distruttive proposte degli anni passati per scuole dominate da presidi-padroni, da lotte concorrenziali tra docenti ed Ata per qualche spicciolo, da valutazioni-quiz del lavoro docente e delle scuole, da apprendistato nelle imprese per gli studenti. Abbiamo ribadito, come COBAS, il nostro NO ai presidi-Marchionne a cui si vuole dare il potere di assumere, licenziare e premiare con sedicenti “aumenti di merito” i docenti più succubi; NO ai grotteschi “scatti di merito” al 66% (???) del personale e SI al mantenimento degli scatti di anzianità; NO al blocco dei contratti e al continuo immiserimento delle scuole, SI’ a 300 euro netti mensili di aumento per docenti ed Ata a parziale compensazione di quanto perso in questi anni di blocco salariale, SI’ a massicci investimentinella scuola pubblica; NO al docente “mentor” e agli “innovatori naturali”, al Sistema di Valutazione nazionale e al Registro nazionaledel personale, basati sui quiz Invalsi per valutare docenti, studenti e scuole, SI’ all’anno sabbatico di aggiornamento;NO alla scuola in mano alle imprese, NO all’obbligo di apprendistato in azienda per gli studenti, NO alle classi pollaio; NO alla mobilità intercompartimentale per i docenti “inidonei”; SI’ all’immediato pensionamento dei Quota 96.
E un NO fortissimo è stato rivolto alla cancellazione dell’art.18, al Jobs Act, alla precarizzazione dilagante, all’austerità e alle disastrose politiche imposte dalla Germania all’Unione Europea, e pienamente condivise dal governo Renzi. I manifestanti hanno infine indicato le prossime tappe della lotta, dallemanifestazioni davanti al Parlamento quanto arriveranno in discussione alla Camera il Jobs Act e la Finanziaria, fino al grande sciopero generale e sociale di tutte le categorie per il 14 novembre, convocato da numerose strutture del sindacalismo alternativo, da tanti centri sociali, coordinamenti di precari e di studenti.

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

altro che l'eliminazione dell'art 18...: 11 e 14 ottobre Cittadini dell’EU e degli USA si mobiliteranno contro TTIP ,CETA , TISA negoziati di libero scambio

riceviamo da Carmine Curcio, Macchnista FS e pubblichiamo: """ altro che l'eliminazione dell'art 18..."""
da Repubblica/MicroMega
11 e 14 ottobre  Cittadini dell’EU e degli USA si mobiliteranno contro TTIP ,CETA , TIsa negoziati di libero scambio
L’11-14 ottobre prossimo in decine di Paesi, migliaia di organizzazioni della società civile europea e statunitense si mobiliteranno per la «Giornata d’azione» contro il Trattato di liberalizzazione degli scambi e degli investimenti fra Usa e Ue. Sotto attacco non soltanto servizi pubblici e beni comuni, a rischio di privatizzazioni e svendite selvagge, ma quegli standard come la sicurezza dei cibi, dell’ambiente, dei luoghi di lavoro, della chimica, gli stessi contratti di lavoro, rispetto ai quali Europa e Stati Uniti hanno idee e pratiche molto diverse. Un’ondata di dollari potrebbe riversarsi  in Europa,  apparentemente come un’iniezione di denaro con una rivalutazione massiccia del Euro, però una caduta possibilissima del dollaro, farebbe si  che le merci Americane diventeranno molto più competitive delle nostre, con il vantaggio per gli Americani che oltre a controllare le imprese di casa propria, avranno anche in mano il randello del comando su moltissime imprese Europee e su tutti gli assets,servizi..... degli  Stati.
Vedi per approfondimenti il link  http://www.stop-ttip-ceta-tisa.eu/it/ 
e la lettera del 24 febbraio 2014 di Alex Zanotelli*  “ Una Nato nel commercio “
 In questa campagna elettorale per il Parlamento europeo, riteniamo estremamente importante un serio dibattito, non solo in Italia, ma in tutti i ventotto paesi dell’Ue, sul Trattato di libero scambio fra gli Stati uniti e l’Unione europea, noto come Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti(T-Tip).

Le trattative iniziate in tutta segretezza lo scorso luglio, a Washington, sono condotte da un pugno di esperti della Commissione europea e dal ministero del vommercio Usa. In dicembre, sempre a Washington, c’è stato il terzo ‘round’ di negoziati. Nonostante la maretta dopo lo scandalo Datagate, i negoziati sembrano procedere a gran velocità: a marzo si terrà a Bruxelles il quartovround di negoziati.
Questo Trattato creerà la più grande area mondiale di libero scambio fra due economie che rappresentano metà del Pil mondiale e un terzo dei flussi commerciali. Tutto questo con grande esultanza del mondo degli affari. “Il Trattato più importante del mondo”, ha sentenziato ‘Il Sole 24 ore’ (26 ottobre 2013). Ma perché tanta euforia? Secondo il Commissario al Commercio Ue, Karel de Gucht, il Trattato offrirà all’Europa due milioni di posti di lavoro in più, 119 miliardi di euro di Pil, che equivale a 545 euro in più all’anno per ogni famiglia. Per di più, ci sarà un incremento del 28 per cento delle vendite di prodotti europei negli Stati uniti e dell’1 per cento del Pil. Sono molti a contestare la veridicità di questi dati, e a ridimensionarli. Ma ben pochi si chiedono quali saranno le conseguenze per l’Unione europea.
Nessuna barriera ai mercanti
“Il Trattato punta ad abbattere non tanto le tasse doganali tra Ue e Usa già basse, ma le cosidette Barriere Non Tariffarie cioè i divieti di importazione e di tasse specifiche – scrive Monica De Sisto di Comune-info – che, anche grazie alle grandi battaglie contro la carne agli ormoni, il pollo lavato con il cloro, gli ftalati nei giocattoli, i residui dei pesticidi nel cibo, gli Ogm e così via, tengono lontane dal nostro mercato i prodotti non sicuri, tossici”.
Infatti con il T-Tip cadranno le tasse e le tariffe che hanno tenuto lontano questi prodotti. Il T-Tip avrà pesanti conseguenze sull’ambiente, lavoro e la stessa nostra democrazia. A livello ambientale, il Trattato incrementerà l’esportazione di combustibili fossili e gas estratti con il ‘fracking’ e permetterà alle multinazionali del petrolio di portare in tribunale i governi nazionali che introducessero regolamentazioni restrittive al riguardo, ma di fare anche ricorso contro legislazioni ambientali nazionali. Con la crisi ecologica in atto, tutto questo avrà conseguenze devastanti.
Il Trattato avrà pesanti ricadute anche sul mondo del lavoro, aggirando le norme del diritto al lavoro e svuotando le normative per la protezione dei lavoratori


Ma sarà soprattutto la nostra stessa democrazia, già così debole, ad uscirne azzoppata. Il T-Tip è infatti un negoziato stipulato in totale segretezza senza la partecipazione attiva dei cittadini. (Né il Parlamento europeo né il Congresso Usa sono a conoscenza dei negoziati). E’ un vero e proprio colpo di Stato da parte dei poteri economico-finanziari che oggi governano il Pianeta. E’ la vittoriadelle lobby (multinazionali e banche) che hanno a Bruxelles quindicimila agenti e tredicimila a Washington, stipendiati a fare pressione sulle istituzioni. “E’ un progetto politico -ha scritto Stefano Rodotà – ad asservire ancor più i lavoratori ai piani delle corporations, privatizzare il sistema sanitario e sopraffare qualsiasi autorità nazionale che volesse ostacolare il loro modo di agire”.

Il T-Tip guarda anche lontano, alla leadership mondiale. “Il Trattato potrebbe veicolare la strategia delle élites private della Ue e Usa – ha scritto Kim Bizzarri nell’opuscolo “T-Tip, un Trattato dell’Altro Mondo” (il quaderno di Attac è leggibile qui) – per condizionare le economie emergenti come i Brics e i Paesi dell’Asean e per conquistare la leadership internazionale su un ordine mondiale in cambiamento che minaccia l’egemonia Usa e Ue, ma anche per forzare il Sud del mondo verso un tipo di sviluppo dettato dagli interessi Ue e Usa”.
Non possiamo aspettare
Come cittadini non possiamo accettare un tale mostro economico-finanziario che sarà pagato caro da miliardi di esseri umani, costretti a vivere tirando la cinghia. Per questo il T-Tip deve diventare soggetto di pubblico dibattito nelle prossime elezioni del Parlamento europeo, che si terranno a maggio. Lo  stesso lo abbiamo chiesto per l’Accordo di Partenariato Economico (Epa), che la Ue vuole imporre ai paesi impoveriti (Africa, Caraibi e Pacifico-Acp).(Per firmare l’appello: “Fermate gli Epa”).
Quando la finiremo con questi Fta (Accordi di libero commercio) che fioriscono ovunque, dal Nafta al Cafta? Espressioni  evidenti del trionfo del mercato e delle sue leggi, che permettono a pochi di ammassare enormi ricchezze a spese dei molti: gli 85 uomini più ricchi al mondo hanno l’equivalente di tre miliardi e mezzo dei più poveri. “Tale squilbrio – ha scritto papa Francesco – procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli incaricati di vigilare per la tutela del bene comune”.
E per di più, la più grande area di libero scambio al mondo, creata dal T-Tip, sarà difesa da un apparato militare (la Nato e gli Usa), che ingoierà buona parte dei 1.700 miliardi di dollari che spendiamo per armi ogni anno nel mondo. Le armi servono a difendere il 20% del mondo ricco che si pappa il 90 per cento dei beni prodotti.
Possiamo fermarli, come nel 1998
Solo una vasta protesta di massa in tutta Europa potrà sgominare questo nuovo Trattato. Nel 1998, con una grande protesta, noi europei siamo riusciti a sconfiggere il Mai (Accordo Multilaterale sugli Investimenti) che è quasi la copia del T-Tip. Abbiamo vinto dicendo Mai al Mai! Possiamo fare altrettanto con il T-Tip. Chiediamo a tutti, credenti e non, di aderire a questa importante campagna per fermare un Trattato Intrattabile (per maggiori informazioni in campo europeo, vedis2bnetwork.org; per informazioni alla campagna italiana Stop T-Top, vedi anche questa pagina FB).
Ma chiediamo soprattutto alle chiese, alle comunità cristiane, all’associazionismo di ispirazione cristiana, di mobilitarsi contro la più grande ‘Statua Imperiale’ mai eretta, convinti che un ‘sassolino’ la può far crollare (Daniele, 3). Diamoci da fare perché questo avvenga!       
* Missionario comboniano

giovedì 2 ottobre 2014

Il 10 ottobre sciopero generale dei lavoratori/trici della scuola insieme agli studenti

Cobas Scuola

images
Il furbone Renzi promette on-line la sacrosanta assunzione di 150 mila precari. Ma essa non sarà fumo solo se le risorse verranno inserite nella Finanziaria
E il piano-Renzi di precari ne espellerebbe altrettanti, mentre rilancia la scuola dei presidi-padroni, la concorrenza tra docenti ed Ata per qualche spicciolo, la subordinazione alle aziende, la scuola-miseria e la scuola-quiz
Che furboni Renzi e i suoi consiglieri: in 136 pagine hanno riassunto quanto di peggio i governi degli ultimi 20 anni hanno cercato di imporre alla scuola pubblica - incontrando una forte resistenza  - nascondendolo dietro la proposta dell’assunzione di 150 mila precari delle GAE (graduatorie ad esaurimento) entro il 1 settembre 2015.
Essa, se realizzata davvero, sarebbe la compensazione doverosa per tanti anni di discriminazioni e aleatorietà di vita di docenti ed Ata e una risposta positiva alle tante lotte dei precari e dei Cobas.
Ma perché Renzi non ha fatto approvare dal CdM, annullato all’ultimo momento, l’immissione dei 3-4 miliardi annui necessari nella Finanziaria? Perché non avrebbe avuto via libera da Padoan o da Draghi? Dunque, va imposto il mantenimento della promessa con l’approvazione del CdM e l’introduzione dello stanziamento in Finanziaria.
Ma guai a sottovalutare che sotto il manto della promessa “epocale” le 136 pagine prevedono l’espulsione di molte decine di migliaia di precari che spesso hanno altrettanti anni di lavoro malgrado non siano inseriti nelle GAE e che meritano anche essi l’assunzione e non la beffa di un ulteriore concorso per 40 mila lavoratori/trici e la perdita persino delle supplenze. E poi il piano-Renzi è la “summa” di tante distruttive proposte per scuole-aziende dominate da presidi-padroni, da lotte concorrenziali tra docenti ed Ata per qualche spicciolo in più, da valutazioni-quiz del lavoro docente e delle scuole, da apprendistato nelle imprese invece che istruzione. I presidi assumerebbero direttamente loro (e licenzierebbero) docenti ed Ata dopo una fantomatica “consultazione collegiale”, ed interverrebbero anche sulla carriera e sugli stipendi dei dipendenti. Sotto la logora coperta del presunto “merito”, che nessun governo ha mai spiegato cosa sia, si intende avviare il Sistema di valutazione nazionale che imporrebbe i criteri Invalsiani della scuola-quiz, con l’introduzione del Registro nazionale del personale per conteggiare le sedicenti “abilità” di ognuno/a, fissandole in un Portfolio con i presunti "crediti" sulla cui base i presidi premierebbero i più fedeli. Perché gli scatti di anzianità verrebbero sostituiti da scatti per “merito” che riceverebbe solo il 66% dei “migliori” di ogni scuola (perché il 66%? e se fossero tutti “bravi” o tutti “non-bravi”?) sui quali la parola decisiva l’avrebbe il preside, come un Amministratore delegato alla Marchionne.
E a proposito di fabbriche, colpisce gravemente l’obbligo di 200 ore di apprendistato gratuito in azienda per gli studenti delle scuole tecniche e professionali, con perdita di istruzione e riproposizione della divisione classista con i licei; nonché l’accorato appello agli investimenti privati, “potenziando i rapporti con le imprese" ma anche chiedendo il “microcredito” dei cittadini, cioè un ulteriore aumento dei contributi imposti ai genitori per le spese essenziali delle scuola, visto che lo Stato, come fa scrivere Renzi, “non ce la fa” da solo. Infine, per incentivare al massimo la concorrenza tra docenti, si introducono i sedicenti "innovatori naturali", che invece di insegnare si occuperanno dell'aggiornamento obbligatorio altrui; nonché il "docente mentor", supervisore della valutazione della scuola e del singolo. E il tutto senza che ci sia un euro in più di finanziamento della scuola, dopo venti anni di tagli indiscriminati, e reiterando il blocco dei contratti a lavoratori/trici che in questi due decenni hanno perso almeno il 30% dello stipendio.
Ce ne è abbastanzaper raccogliere la proposta degli studenti che hanno già convocato il loro sciopero nazionale, indicendo come COBAS per il 10 ottobre anche lo sciopero generale di tutti i lavoratori/trici della scuola e facendo appello a docenti ed Ata, genitori, associazioni e  sindacati per confluire unitariamente nello sciopero e nelle manifestazioni provinciali o regionali che si svolgeranno in difesa della scuola pubblica e dei suoi protagonisti.
Vogliamo l’immediata convocazione di un CdM che si impegni, con risorse da stanziare in Finanziaria, a garantire l’assunzione dei 150 mila precari GAE; e nello stesso tempo richiediamo l’assunzione anche di tutti i precari che, pur non essendo nelle GAE, lavorano da anni ed hanno acquisito analoghi diritti al lavoro stabile. Manifesteremo contro il blocco dei contratti e la cancellazione degli scatti di anzianità; contro le assunzioni dirette da parte dei presidi-manager e il potere assoluto che si vuole loro attribuire; contro i quiz Invalsi su cui valutare il presunto “merito”, il Registro personale, gli scatti solo al 66% del personale, gli “innovatori naturali” e il docente “mentor”; contro l’obbligo dell’apprendistato in azienda; e per massicci investimenti nella scuola pubblica, un aumento immediato di 300 euro netti mensili per docenti ed Ata, come parziale recupero per quanto perso in questi anni,l’immediato pensionamento dei Quota 96.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS