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giovedì 23 ottobre 2014

Trasporti, servizi (ex)-pubblici sono erogati fino a quando rendono …e poi ? La forte concorrenza di prezzo tra la ferrovia e bus… sigilla la fine per il treno Inter-Connex della Veolia Transport in Germania.

Riceviamo e pubblichiamo, da Carmine Curcio , Macchinista FS :
Trasporti, servizi (ex)-pubblici sono erogati fino a quando rendono …e poi ?
La forte concorrenza di prezzo tra la ferrovia e bus… sigilla la fine per il treno Inter-Connex della Veolia Transport in Germania.
C'è stato qualcosa di tragico non sulla concorrenza schiacciante di Deutsche Bahn (DB, società ferroviaria tedesca ma dall’attacco che emerge da autobus a lunga distanza : l'Inter-Connex è il primo treno privato a lunga distanza che chiude in Germania .
Inter-Connex della Veolia Transport e Transdev nel marzo 2011 fondarono una nuova società Veolia Transdev detenuta in quote paritarie da Veolia Environnement , un'azienda francese di servizio pubblico. 
Sabato, 13 dicembre 2014 dopo dodici anni, sarà l'ultimo giorno di esercizio della Inter-Connex il collegamento ferroviario a lunga distanza Leipzig-Berlin-Rostock / Warnemünde .
Dal link Veolia Transport ritira dalla lunga distanza per ferrovia <Christian Schreyer, Chief Executive Officer di Veolia Transport spiega "Non possiamo competere con linee di autobus a lunga percorrenza con treni che devono pagare i pedaggi stradali, e dei loro prezzi, se allo stesso tempo si continua ad aumentare le tasse per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria della Deutsche Bahn (DB). Schreyer ha aggiunto: "Mi dispiace molto che abbiamo dovuto prendere questa decisione “. Ma, come impresa economica, non possiamo scrivere ogni mese in rosso.>
Smog, traffico, incidenti passano in secondo ordine in nome dei mercati e del profitto.
In Italia cosa succede ? L’Italia è il Paese europeo più avanzato in materia di liberalizzazione del trasporto ferroviario. Marco Ponti su la voce.info <Quei “poteri forti” nei trasporti: le ferrovie come le autostrade> è un paladino di queste liberalizzazioni ma forse non ha letto il nuovo rapporto da TUC che sostiene che tale liberalizzazione ferroviaria in Gran Bretagna è fallita.
In effetti, nel nostro paese non si evidenziano gli aspetti negativi e più devastanti ossia che la gestione dei trasporti e dei servizi ex-pubblici una volta ottenuti dai <compratori> sono erogati fino a quando rendono, poi in perdita le società si ritirano o nei casi migliori abbassano Welfare ,costo del lavoro ed aumentano i costi ai clienti al limite della sopportazione.
I cittadini,a questo punto, con uno Stato smantellato delle sue strutture e indebitato(debito pubblico studiato ad hoc ?), potranno <riottenere> almeno i servizi (trasporti, comunicazione, sanità, scuola ec.) preesistenti essenziali ?
Altra domanda: perché vogliono abbattere i monopoli e ridurre i servizi (welfare) dell’apparato statale (Res Publica) ? Per aprire i mercati e abbassare i <prezzi> ai cittadini ? o soltanto per passarli in mano a privati-multinazionali di oltre confini per farli gestire fino a che sono redditizi per le loro casse? E le leggi anti-trust? Hanno perso oramai il loro potere poiché le multinazionali transnazionali stabiliscono le norme. Sono le multinazionali e non “il mercato” che determinano le regole del commercio, come prezzi e regolamentazioni.
Sui giornali e in TV,intanto, ci riempiono di paroloni come flessibilità, competitività, liberalizzazioni, privatizzazioni, monopoli, riforme e ancora riforme per convincerci che tutte queste formule siano la panacea di tutti i mali ma a quanto pare queste politiche stanno arricchendo solo l’1% della popolazione rispetto al 99% che s’impoverisce sempre di più .
21.10.2014 Carmine Curcio
Macchinista FS


martedì 21 ottobre 2014

Consumi : Allarme Coldiretti, arriva il prosciutto senza maiale

Allarme Coldiretti, arriva il prosciutto senza maiale 

  • 21/10/2014 

Arriva il prosciutto senza carne di maiale, ma che può contenere più acqua e additivi chimici sinora vietati, a danno dei consumatori e degli allevatori italiani. A lanciare l’allarme è il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la proposta di schema di decreto ministeriale che rivede la normativa sulla preparazione dei salumi, introducendo una serie di allucinanti novità.
Il prosciutto cotto potrà ora essere fatto anche utilizzando carne di altre specie creando confusione nei consumatori sul reale contenuto del prodotto che acquistano. Una possibilità che, come ha dimostrato la recente inchiesta sulla carne di cavallo spacciata per manzo in sughi e polpette,  alimenta  anche il rischio di frodi in un settore come quello delle carni dove dall’inizio della crisi nel 2008 ad oggi sono aumentati del 150 per cento i sequestri secondo una analisi della Coldiretti sulla base dell'attività  dei carabinieri dei Nas nei primi nove mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2008.
Aumenta, poi, il contenuto di acqua consentito che sarà pagato dagli acquirenti come se fosse carne in un momento di pesante crisi economica. L’incremento del tasso di umidità previsto per le tre categorie di prosciutto cotto, prosciutto cotto scelto e prosciutto cotto di alta qualità andrà a minare la qualità del prodotto stesso a discapito del maiale italiano, le cui carni hanno caratteristiche qualitative superiori a quelle dei maiali importati dai paesi del nord, penalizzando i nostri allevatori.
Il decreto cancella poi il divieto di utilizzo di aromi chimici, aprendo così la strada alla possibilità di correggere gusto e sapore dei salumi fatti con materia prima scadente e di dubbia origine. Paradossalmente viene mantenuta, invece, la possibilità di utilizzare le cosce di maiale congelate per produrre il prosciutto crudo stagionato. Proprio a causa di questa norma due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine.
Altra novità del provvedimento è l’inserimento nel decreto del Culatello, sino ad oggi assente, ma anche qui si apre a una “industrializzazione” del prodotto (uso di involucri artificiali al posto del tradizionale budello naturale, ecc.) che finirà per abbassarne la qualità.
“Piuttosto che rivedere al peggio le leggi che regolano il settore dei salumi sarebbe utile alla nostra economia adoperarsi per l’attuazione della legge sull’etichettatura con l’indicazione obbligatoria dell’origine italiana, di importanza fondamentale soprattutto per i prodotti trasformati”, denuncia il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “non possiamo commettere un autogol che danneggia il patrimonio di credibilità conquistato dal Made in Italy in Italia e all’estero dove dobbiamo acquisire quote di mercato con politiche di trasparenza e verità”.
Il paradosso è che a difendere le allucinanti novità del decreto non sia stato chi lo ha proposto. A scendere animosamente in campo sono stati solo i “furbetti del prosciuttino”. Con l’endorsement degli industriali della carne dell'Assica a favore del provvedimento, finalmente si chiarisce a tutti gli italiani come sia nato lo schema di decreto che consente di realizzare prosciutto senza carne di maiale, ma che può contenere più acqua e aromi chimici.
http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Pagine/AllarmeColdiretti,arrivailprosciuttosenzamaiale.aspx

martedì 7 ottobre 2014

Bahnstreik in Germania: il 91% dei macchinisti DB vota nuovi scioperi.

Germania: Deutsche Bahn, 91% macchinisti vota nuovi scioperi

I macchinisti in sciopero di nuovo, questa volta a livello nazionale e di notte: Secondo l'annuncio del sindacato GDL da Martedì sera,dalle  21.00 fino a Mercoledì mattina tutti i treni saranno interessati
In Germania per gli utenti delle ferrovie tedesche  nuovi disagi per via degli scioperi dei macchinisti. Il 91% degli iscritti al sindacato di categoria GDL ha infatti votato 'sì' alla consultazione indetta per decidere sulle nuove agitazioni, che ancora non sono state definite.
"Ci aspettavamo un grande consenso del personale, ma questo risultato è assolutamente convincente", ha commentato il presidente del GDL, Claus Weselsky, alla fine della conta dei voti dei 16mila iscritti. GDL ha rassicurato che gli scioperi partiranno dopo il lungo fine settimana che inizierà domani, con la festa nazionale per la Riunificazione tedesca del 3 ottobre.
Prima i rappresentanti dei lavoratori dovranno valutare una nuova offerta presentata da Deutsche Bahn. Il sindacato intende agire responsabilmente: "Aumenteremo la pressione passo dopo passo", ha spiegato Weselsky. GDL chiede aumenti del 5%, una riduzione di due ore dell'orario settimanale di lavoro, a 37 ore, e una migliore distribuzione dei turni.

Inoltre il sindacato dei macchinisti vuole poter rappresentare in futuro anche il personale di bordo e i macchinisti manovratori, di cui attualmente si occupa un altro sindacato. Deutsche Bahn vuole evitare che si possa creare concorrenza tra sindacati sul rinnovo dei contratti per le stesse categorie di lavoratori, e offre aumenti del 2%.

ATS News
http://www.gdp.ch/ats-news/germania-deutsche-bahn-91-macchinisti-vota-nuovi-scioperi-id43197.html

sabato 4 ottobre 2014

Lo sciopero Lufthansa mette in ginocchio i cieli europei (da Repubblica.it)


Lo sciopero Lufthansa mette in ginocchio i cieli europei

HTTP://WWW.REPUBBLICA.IT/ECONOMIA/2014/09/30/NEWS/LO_SCIOPERO_LUFTHANSA_METTE_IN_GINOCCHI_I_CIELI_EUROPEI-96983514/

Dopo lo stop dei piloti francesi durato due settimane, arriva quello tedesco: alla prima agitazione ne seguiranno altre fino a quando non verrà raggiunto un accordo con l'azienda. I dipendenti protestano per i tagli alle pensioni e ai prepensionamenti

BERLINO - Attenti, voi che volate o state per volare, per lavoro o turismo o per qualsiasi motivo, soprattutto su rotte a lungo raggio: cominciano ore di passione per voi. Perché la compagnia di bandiera tedesca Lufthansa, la maggiore in Europa insieme a British Airways, è investita da uno sciopero di 15 ore dei suoi piloti che appunto colpirà soprattutto le rotte a lungo raggio. E alla prima agitazione ne seguiranno altre, finché un accordo soddisfacente non verrà raggiunto, annuncia 'Cockpit', il sindacato maggioritario tra i piloti tedeschi.

Lo sciopero è cominciato a Francoforte, il maggiore hub di Lufthansa, e dura dalle 8 alle 23 di oggi. Con ogni probabilità potrà investire anche il secondo hub, cioè il modernissimo, comodo scalo di Monaco. I piloti sono in agitazione contro i tagli alle pensioni aziendali e ai pagamenti a chi va prepensionato. Sono misure cui la direzione aziendale tiene molto, le considera infatti irrinunciabili per due motivi pesanti. Primo, per i conti in rosso della compagnia. Secondo, e questo è in prospettiva il motivo più importante, perché Lufthansa, dal dopoguerra sinonimo di alta qualità di servizio, sicurezza e puntualità, è alle strette, davanti alla concorrenza internazionale sempre più agguerrita. In particolare quella delle grandi compagnie arabe (Etihad, Qatar Airways, Emirates) e delle linee aeree dell'Estremo oriente, sul lungo raggio e sui servizi di lusso. E sull'altro fronte, ha a che fare con
i low cost sempre più competitivi e attraenti, da Easyjet a Ryanair a Norwegian, specie per il pubblico giovanile europeo a corto di liquidità.

Lo sciopero investirà in primo luogo i voli operati con gli aerei di maggiori capacità, cioè i superjumbo europei Airbus A380, i Jumbo Jet Boeing 747, gli Airbus a grande autonomia A330 e A340. La compagnia stamane ha promesso di confermare almeno 32 dei 57 collegamenti a lungo raggio, ricorrendo a volontari o con altre misure. Ma non è garantito che riesca. Lo sciopero di Lufthansa è la seconda grossa agitazione sindacale nell'aviazione civile europea, dopo quello appena conclusosi nella compagnia di bandiera francese Air France.
 

 
(30 settembre 2014)      © RIPRODUZIONE RISERVATA

mercoledì 1 ottobre 2014

Nuovo stop in Germania per Uber dai tribunali di Amburgo e Berlino - da Taxistory il blog dei Tassisti

Nuovo stop in Germania per Uber dai tribunali di Amburgo e Berlino

resisteremacitynet.it – I tribunali di Amburgo e Berlino hanno detto no ad Uber: l’azienda non avrebbe rispettato le leggi tedesche relative al trasporto dei passeggeri. Una decisione che andrebbe in conflitto con quella presa dal tribunale di Francoforte meno di quindici giorni fa: il tribunale di Francoforte aveva dato infatti il via libera all’azienda per tornare ad essere operativa sul territorio tedesco. La notizia della nuova decisione di un tribunale tedesco, riportata da Reuters, è solo l’ultima tappa della vicenda di Uber in Germania e in Europa. L’app che ha rivoluzionato il trasporto all’interno delle più trafficate città è stata al centro di polemiche da parte dei tassisti, polemiche cresciute a tal punto da determinare una ondata di scioperi a giugno, quando i taxi di Milano, Parigi, Londra, Madrid, Berlino e di altre città europee si sono fermati come atto di protesta nei confronti di Uber e della sua – a detta dei tassisiti – aggressione del mercato con tariffe non allineate alla media e con modalità non completamente legali che sfruttano le norme che riguardano le attività di noleggio con conducente. Uber non ha ancora detto se farà ricorso per poter annullare le due sentenze.
Un portavoce di Uber ha dichiarato che “l’azienda sta esaminando nel dettaglio i documenti del tribunale prima di commentare la decisione di Berlino e Amburgo, ma continuerà a rispettare il diritto tedesco”. Per i due tribunali tedeschi la presenza di Uber sul mercato andrebbe contro la legge tedesca per questioni che riguardano le licenze commerciali e il divieto servirebbe a proteggere l’esistenza dei servizi di taxi. Le carte giocate da Uber, che si è difesa parlando di libertà di esercitare una professione e di libertà europea a offrire servizi, non sono servite a nulla a Berlino e Amburgo.

lunedì 22 settembre 2014

TASSISTI : Il tribunale di Francoforte ritira il divieto su Uber - Uber incassa l’ok dell’antitrust italiana, vantaggi per tutti

Il tribunale di Francoforte ritira il divieto su Uber

uber1609internazionale.it Un tribunale di Francoforte ha revocato la sentenza che vietava l’uso di Uber in Germania. Il giudice, annullando la sentenza del 2 settembre, ha detto che capisce le ragioni di Taxi Deutschland, l’associazione tedesca che ha fatto causa a Uber, ma che i tassisti hanno aspettato troppo tempo prima di portare il caso in tribunale. Ora è troppo tardi per appellarsi alle leggi tedesche sulla concorrenza, come ha confermato al New York Times un portavoce della corte. La Taxi Deutschland ha annunciato che farà ricorso. 
I tassisti tedeschi avevano deciso di portare in tribunale Uber dopo l’introduzione in Germania di UberPOP, il servizio che permette a privati cittadini senza licenza di farsi pagare per portare passeggeri sulla loro macchina.
Uber è un’azienda di San Francisco, arrivata al successo dopo aver lanciato un’applicazione che permette di noleggiare un’auto con conducente e concordare la tariffa prima di partire. Molte associazioni dei tassisti in tutta Europa si sono opposte alla sua diffusione, accusandola di violare le regole sulla concorrenza. Ci sono state manifestazionia Londra, Milano, ma anche a Parigi, Berlino, Amburgo e Barcellona.
http://www.taxistory.it/wordpress/2014/09/16/il-tribunale-di-francoforte-ritira-il-divieto-su-uber/#more-23644

mercoledì 3 settembre 2014

Tassisti : la guerra di UBER...

Uber chiuso in Germania
Pubblicato il 2 settembre 2014 da Marco Taxistory
esplosioneilsole24ore.com Il tribunale di Francoforte chiude Uber, l’applicazione che permette di avere un autista a portata di smartphone. Dopo le proteste dei tassisti in diverse città europee, i giudici della città tedesca hanno disposto un’ingiunzione temporanea nei confronti della società californiana che non potrà trasmettere le richieste dagli utenti agli autisti. A giugno le proteste dei tassisti contro la app, che permette di inoltre di improvvisarsi “driver” e offrire la propria auto, si erano diffuse in tutta Europa.
Uber, fondata nel 2009 a San Francisco, è stata valutata a giugno 18,2 miliardi di dollari.
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Taxi 2.0 tra ambasciatori e sabotaggi: tutti i colpi bassi di Uber contro i rivali
Pubblicato il 1 settembre 2014 da Marco Taxistory
u_va55lastampa.it Sabotaggi, tentativi di conversione, piani segreti e cellulari da usare solo una volta. La sfida dei taxi di ultima generazione sta prendendo una piega degna della serie “Homeland” o di qualunque film sulle spie. Due gli attori protagonisti. Uno è Uber, l’ormai noto servizio di noleggio con conducente, disponibile in 45 Paesi e – in Italia – anche a Roma e Milano. L’altro è Lyft, la startup rivale, che offre un servizio analogo, ma per ora solo negli Stati Uniti.
Nome in codice SLOG
I conducenti di Lyft sono riconoscibili dai vistosi baffi in peluche rosa messi sul muso dell’auto. Sia per questo dettaglio o per altro, soprattutto a New York il servizio ha iniziato a guadagnare terreno. È lì che Uber avrebbe messo in piedi un’incredibile campagna di sabotaggio, per provare a far cambiare sponda agli autisti di Lyft. A rivelarlo è un’inchiesta del sito americano The Verge, che include la testimonianza proprio di una delle persone assunte da Uber per ostacolare la concorrenza. L’operazione si chiama SLOG ed è davvero degna di un film di 007.
Gli evangelizzatori da taxi e i colpi bassi di Uber
Il dubbio che Uber stesse provando a ostacolare Lyft in tutti i modi era già emerso a inizio agosto. Ma ora si scopre come. Al cuore di tutto ci sono i cosiddetti “Brand ambassador”, ambasciatori ed evangelizzatori del verbo uberiano. Ragazzi e ragazze assunti per far conoscere il servizio soprattutto ai potenziali utenti e che invece –stando a quanto emerso dall’inchiesta – da quest’estate hanno iniziato a prendere di mira i conducenti di Lyft. Prenotando loro stessi delle corse del servizio rivale. E, una volta a bordo, provando a convincere il conducente a cambiare sponda.
Cellulari e carte di credito: il kit del perfetto sabotatore
Lo sforzo di reclutamento e sabotaggio era molto ben organizzato. Per i suoi ambasciatori, Uber ha messo in palio ricchi bonus per ogni autista convertito alla causa. Non solo. Per non far scoprire tutta l’operazione, l’azienda riforniva i suoi di cellulari, schede SIM e carte di credito da usare una sola volta, per prenotare una corsa su Lyft senza lasciare tracce. Ma c’erano anche rapporti e tabelle online per evitare di contattare due volte lo stesso conducente.
Un doppio vantaggio
Una volta a bordo, gli ambasciatori dovevano seguire un dettagliato manuale di conversazione, utile per convincere l’autista Lyft a togliere i baffi rosa dal muso e passare a Uber. Se l’operazione riusciva, eccoli pronti a sfoderare e consegnare il “driver’s kit”: il pacchetto dato ad ogni conducente per operare con Uber. Ma anche in caso di insuccesso, c’era un vantaggio: aver impedito all’autista di Lyft di raccogliere un altro cliente e, quindi, al rivale di diffondersi ulteriormente.
La replica: “Siamo aggressivi, ma non sleali”
Dopo i tassisti infuriati (a Milano e non solo), il divieto di operare a Berlino e Amburgo, in generale tutto il dibattito sulla legalità del servizio, per Uber sembrano esserci tempi più duri del previsto. L’azienda ha ammesso l’esistenza di SLOG, ma solo come di una campagna di marketing e reclutamento di nuovi autisti. «Le nostre pratiche sono aggressive, ma non sleali», hanno detto – in sintesi – i capi di Uber, Ryan Graves e Travis Kalanick, rispondendo alle critiche su Twitter. Ma c’è di più: proprio Kalanick ha riferito che Uber sarebbe stata a sua volta vittima di sabotaggio: «Abbiamo contato oltre 12 mila corse prenotate e poi cancellate proprio da impiegati e autisti Lyft». E se la guerra fosse solo all’inizio?
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Uber programma l’espansione in Germania. Nonostante i divieti…
Pubblicato il 30 agosto 2014 da Marco Taxistory
VA55_Ubermosèautoblog.it L’”incredibile richiesta” in termini di clientela ha spinto i vertici della società Uber a programmare una massiccia campagna d’espansione sul mercato tedesco, nonostante i veti imposti in alcune fra le principali città del paese (Berlino ed Amburgo su tutte). La Reuters anticipa che l’applicazione di taxi on demand verrà introdotta da qui alla fine del 2014 a Bonn, Colonia, Dortmund, Essen, Norimberga, Postdam e Stoccarda, alla luce degli ottimi risultati conseguiti ad Amburgo, Berlino, Dusseldorf, Francoforte e Monaco (dov’è già disponibile). I vertici della società auspicano in tal modo di raddoppiare i clienti nel paese, nonostante l’opposizione delle amministrazioni che governano Amburgo e la capitale. Pochi giorni fa Wired ha ricordato che
il servizio è stato in un primo momento bandito a Berlino per essere poi riammesso fino a nuovo ordine. Tutto, in realtà, è iniziato in aprile, quando un tribunale della Capitale ha sentenziato, in seguito alla richiesta di un singolo tassista, che l’app non deve operare. L’accusa al servizio di San Francisco è sempre la stessa: farebbe concorrenza sleale alle auto gialle. Il provvedimento di divieto vero e proprio è arrivato da parte del dipartimento competente alla vigilia di Ferragosto, con tanto di minaccia di multe fino a 25mila euro.
Alla fine di luglio il tribunale di Amburgo vietò Uber perché i suoi autisti non dispongono della speciale patente che i taxisti devono necessariamente conseguire per trasportare passeggeri, oltre alla licenza professionale specifica. Gli avvocati della start up presentarono ricorso, ma in ogni caso – come ha scritto La Stampa – il divieto non sarà esecutivo finché la corte d’appello non avrà confermato la sentenza dei giudici amministrativi. Nel caso, gli autisti che contravvenissero al divieto rischierebbero multe da 1000 euro.

Tuttavia una sentenza emessa nei giorni scorsi del Tribunale amministrativo di Berlino ha decretato che il servizio potrà tornare ad essere erogato sia ad Amburgo che nella capitale. Questo balletto di sentenze ed ordinanze sembra aver spinto la concorrenza a lanciare il guanto della sfida.

domenica 15 giugno 2014

RIUSCITO LO SCIOPERO EUROPEO DEI TASSISTI CONTRO LA MULTINAZIONALE AMERICANA UBER per "difendere le legalità e il servizio pubblico"


Uno sciopero europeo per "difendere le legalità e il servizio pubblico"ha visto i tassisti milanesi tra i protagonisti del blocco. Come i media hanno riportato, un'agitazione quella del 11 giugno scorso indetta a livello europeo "per non cedere un settore a una multinazionale che punta ai ricavi e non al servizio, senza nemmeno pagare le tasse in Italia".Tutti i cinquemila taxi dei 43 Comuni del bacino aeroportuale lombardo hanno spento i motori, così come a Roma, Londra, Parigi, Berlino, Madrid e Barcellona. La mobilitazione delle auto bianche ha lasciato a piedi centomila utenti. Nessun corteo, solo presidi informativi negli aeroporti, nelle stazioni e nelle maggiori piazzole della città (San Babila, Garibaldi, Duomo). 
I tassisti milanesi hanno garantito solo , gratuitamente, il trasporto malati, disabili, donne con bambini piccoli lasciando per il resto le loro auto ferme ai parcheggi. Tassisti milanesi in sciopero contro Uber , come i colleghi di diverse altre città europee, in una concomitante iniziativa internazionale della categoria per protestare contro la società Uber [il ramo italiano con sede in Olanda della società madre americana , partecipata da Google e Goldman Sachs] .
Un volantino firmato 'Comitato tassisti milanesi' diffuso al presidio in stazione Centrale durante la giornata di lotta sottolineava: "I tassisti delle principali città europee oggi si astengono dal servizio perché vogliono sollecitare le istituzioni nella lotta contro l'abusivismo" fenomeno che sta " assumendo dimensioni preoccupanti ed oggi appare organizzato e mascherato dietro il nome di una società, in modo da costituire una sorta di servizio di trasporto parallelo all'apparenza, ma assolutamente fuori regola e fuori controllo nella sostanza".
Durante lo sciopero, a Milano in stazione Centrale, non sono mancati momenti di tensione tensioni tra i tassisti in sciopero contro Uber e gli Ncc (Noleggio Con Conducente), in particolare quando alcune decine di tassisti hanno fermato un presunto autista abusivo, impedendogli di allontanarsi assieme a un cliente. Episodio che ha richiesto l'intervento della polizia locale. In tarda mattinata, una delegazione  di aderenti al Comitato tassisti, la «base» del movimento — si è staccata dal presidio in Centrale per dirigersi a piedi al Pirellone mentre tra i manifestanti raccolti in stazione, molti hanno esposto cartelli contro i sindacati, accusati di non tutelare la categoria dalla «concorrenza sleale» delle auto a noleggio con conducente.
Massimo Campagnolo, referente dei tassisti di Malpensa intervistato dalla stampa varesina ha sottolineato come:«A Malpensa l’adesione allo sciopero dei taxi programmato a livello europeo è stata piena: si è fermato il 100% dei taxi in tutti e due i terminal» e che se qualche disagio c’è stato «ma abbiamo poi indirizzato i clienti verso pullman o verso i treni».
La multinazionale americana Uber, proprio nel giorno delle proteste dei taxi, ha  "risposto" allo sciopero dei tassisti con una provocazione inviando a mezzo mail  agli utenti , a tutti gli utilizzatori dell’app: “sciopero dei taxi? uber abbassa le tariffe del 20%”.