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giovedì 12 febbraio 2015

ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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PENSIONI FERROVIERI, ANCORA IN MARCIA SCRIVE AL PRESIDENTE MATTARELLA.
 IL 16-2 INCONTRO AL MINISTERO CON BARETTA


PROSEGUE LA VERTENZA PENSIONI

DOPO IL MANCATO RISPETTO DEGLI IMPEGNI ASSUNTI DAL
 GOVERNO E DAI GRUPPI POLITICI DI MAGGIORANZA RIGUARDO LA
 NORMATIVA SULLE PENSIONI DEI FERROVIERI TORNIAMO A INSISTERE 

SULLA NECESSITA' DI CORREGGERE QUESTA LEGGE INGIUSTA
ANCORA IN MARCIA SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
(LETTERA IN ALLEGATO) E IL 16 FEBBRAIO INCONTRA IL
SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA, PIER PAOLO BARETTA

LA QUESTIONE ORMAI SI RESTRINGE, IN PARTICOLARE, A CHIARIRE LE INCOMPRENSIBILI
 CONTRADDIZIONI TRA I DOCUMENTI CONTABILI ISTITUZIONALI FORNITI DALL'INPS, DALLA
RAGIONERIA DELLO STATO E DALL'UFFICIO STUDI DEL SENATO, SULLA QUANTIFICAZIONE
 DEI COSTI NECESSARI ALLA MODIFICA DEL 'FAMIGERATO' ART. 24 DELLA RIFORMA MONTI-FORNERO

E' SULLA BASE DI QUESTE 
VALUTAZIONI DEI  COSTI - DEL TUTTO INCONGRUE -  CHE
FINORA IL GOVERNO HA SEMPRE BASATO IL PARERE NEGATIVO A QUALSIASI MODIFICA

OLTRE CHE SULL'INSOSTENIBILITA' DEL LAVORO AI TRENI FINO A 67 ANNI,
COL PRESIDENTE E CON LO STESSO BARETTA 
INSISTEREMO SUGLI ULTERIORI 'ERRORI'
COMMESSI NEL CALCOLO DELLE RISORSE NECESSARIE ALLA CORREZIONE DELLA NORMA
ED UTILIZZATI COME PARAVENTO PER NON 'INTACCARE' LA MICIDIALE RIFORMA 

LA RIVISTA, PUR NELLE GRANDI DIFFICOLTA' DOVUTE ALLE CONDIZIONI POLITICHE
 E SOCIALI, CONTINUA NEL SUO IMPEGNO IN DIFESA DEI FERROVIERI PER LA MODIFICA
 DELLA LEGGE SULLE PENSIONI CON L'OBBIETTIVO DI CANCELLARE UN'INGIUSTIZIA STORICA

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Al Presidente della Repubblica Italiana
Sergio MATTARELLA
Oggetto: Richiesta incontro.
Illustrissimo Presidente,
come saprà la nostra Associazione da quasi tre anni sta cercando di far correggere l’errore contenuto nell’art. 24, comma 18 della Legge Fornero (erroneo utilizzo della parola “articolo” anziché “comma”) a causa del quale l’età pensionabile del Personale Mobile delle Ferrovie è stata aumentata di ben nove anni, unico caso al mondo.
Crediamo che nell’aspetto dell’”errore”, ormai riconosciuto da tutto il Parlamento, si possa anche ravvisare l’incostituzionalità del comma 18, ma su questo ci affidiamo alla Sua autorevole competenza.
Abbiamo il dovere di illustrarLe quali rischi per il Trasporto Ferroviario Nazionale tale situazione potrebbe creare specialmente in considerazione del fatto che ormai anche in Italia la quasi totalità dei treni (95%) viaggia con equipaggio ad Agente Solo (un solo macchinista alla guida dei treni).
Certamente saprà che la comunità scientifica individua nell’età di 56 anni per gli uomini la soglia di aumento malattie cardiovascolari, se a questo aggiungiamo che un macchinista solo, durante la guida dei treni è spesso ed inevitabilmente soggetto a picchi emozionali (dovuti a improvvisi attraversamenti di persone, indebite chiusure di segnali, avarie gravi al mezzo, viaggiando a 300 Km/h) che possono temporaneamente alterare alcune funzioni del proprio organismo quali la pressione arteriosa o il battito cardiaco, capirà che tutto questo, con l’aumentare dell’età rischia di provocare malori anche gravi al macchinista con il conseguente arresto del treno in qualsiasi luogo, è forse per questo che in Europa i macchinisti vanno in pensione a 54/55 anni ?
Dall’avvento della Legge Fornero sono stati fatti innumerevoli tentativi dalla politica per correggere tale errore: Interrogazioni Parlamentari, Proposte di Legge, Emendamenti, Ordini del Giorno, tutti sempre respinti a causa del parere negativo delle Commissioni Bilancio in relazione agli alti costi indicati dalla Ragioneria di Stato molto distanti non solo da quanto da noi indicato ma anche da quanto dichiarato dall’INPS chiamata ad esprimersi proprio dal Governo ma poi non considerato (vedi lettera INPS del 1 aprile 2014)!
Per dirimere questa controversia abbiamo chiesto un incontro alla Ragioneria di Stato, ma malgrado il dichiarato impegno del Sottosegretario all’Economia, On. Pier Paolo Baretta, siamo ancora in attesa che si verifichi.
E’ paradossale che anche un Dossier del Servizio Studi del Senato (N. 12 di Maggio 2013) considera i ferrovieri come “categoria da armonizzare” mentre l’INPS ci considera esclusi dal comma 18 dell’articolo 24 della Legge Fornero.
Vi sono tantissimi altri aspetti che vorremmo avere la possibilità di illustrarLe compiutamente, per questo Le chiediamo un incontro di pochi minuti con una nostra piccola delegazione (max 4 persone).
Sappiamo che in questi primi giorni del Suo settennato, per il quale Le rinnoviamo i nostri più fervidi Auguri, sarà sommerso da richieste di intervento da cittadini che si augurano un cambiamento da Lei ma siamo convinti che troverà qualche minuto anche per noi.
In attesa di un Suo positivo riscontro cordialmente La salutiamo.
Firenze, 9 febbraio 2015

lunedì 29 dicembre 2014

Guidare il treno a 70 anni, ma scherziamo?. Lettera al manifesto di un macchinista ferroviere

da "iI Manifesto" del 27 dicembre 2014 la lettera di Matteo Mariani, Macchinista FS e Direttore della Rivista dei Macchinisti Italiani "Ancora in Marcia!".
 

Guidare il treno a 70 anni, ma scherziamo?
 Matteo Mariani26.12.2014
La testimonianza. Lettera al manifesto di un macchinista ferroviere
Tra qual­che anno avremo mac­chi­ni­sti set­tan­tenni alla guida dei treni. Sem­bra incre­di­bile, ma sarà così.
Fino a qual­che anno fa chi gui­dava i treni, così come altri fer­ro­vieri con man­sioni con­nesse alla sicu­rezza e che lavo­rano su turni irre­go­lari, aveva un fondo spe­ciale presso l’Inps e la garan­zia di poter andare in pen­sione a 58 anni.
La pen­sione anti­ci­pata risul­tava di fon­da­men­tale impor­tanza in par­ti­co­lare per i mac­chi­ni­sti, che hanno tut­tora un’aspettativa di vita di 64,5 anni, con­tro quella media di 82 anni della popo­la­zione ita­liana.
Poi sono arri­vati i vari Cal­de­roli (che ha sop­presso i fondi spe­ciali) e For­nero, e così i fer­ro­vieri, unica cate­go­ria in Ita­lia, si sono tro­vati ad andare in pen­sione 9 anni più tardi in un colpo solo. Unica cate­go­ria, per­ché le altre che gode­vano di sistemi spe­ciali sono state «armo­niz­zate», cioè il par­la­mento, attra­verso delle com­mis­sioni tec­ni­che, ha valu­tato se per­si­ste­vano con­di­zioni di lavoro par­ti­co­lar­mente disa­giate e quindi se sus­si­stes­sero ancora pre­sup­po­sti per man­te­nere un’età di pen­sione anti­ci­pata.
Per i fer­ro­vieri que­sto non è acca­duto, per­ché durante la tra­scri­zione della legge che dispo­neva le armo­niz­za­zioni (decreto-legge n. 201/2011) qual­cuno ha com­messo un errore: nell’ultimo periodo dell’articolo 24, comma 18, è stata infatti uti­liz­zata la parola «arti­colo» anzi­ché «comma», e que­sto fatto di per sé banale ha escluso i fer­ro­vieri dalle cate­go­rie da armo­niz­zare.
Che si sia trat­tato di un errore e non di una scelta con­sa­pe­vole è stato ormai rico­no­sciuto da tutte le forze poli­ti­che; ma nono­stante que­sto sono già tre anni che i fer­ro­vieri, in una ver­tenza ini­ziata dalla rivi­sta sto­rica dei mac­chi­ni­sti ancora In Mar­cia, stanno chie­den­done la rego­la­riz­za­zione, senza aver otte­nuto fino ad oggi nes­sun risul­tato con­creto.
La modi­fica al testo di legge è stata ed è tut­tora soste­nuta da tutti i mem­bri della Com­mis­sione Lavoro della Camera, da Damiano e Gnec­chi del Pd a Riz­zetto, Tri­piedi e Comi­nardi del M5S a Mar­con e Airaudo di Sel, a Fedriga della Lega a Di Salvo del Gruppo Misto, ma i governi che da allora sono stati in carica l’hanno sem­pre respinta. La moti­va­zione del diniego è di natura eco­no­mica, quando invece per­sino l’Inps, con­sul­tata per un «pre­ven­tivo di spesa», ha con­fer­mato che si tratta di poca cosa.
L’aspetto para­dos­sale è però che un governo stia di fatto soste­nendo che biso­gna indi­vi­duare una coper­tura finan­zia­ria non per un prov­ve­di­mento nuovo, quanto per la cor­re­zione di un errore che sem­pre un governo ha com­messo.
I fer­ro­vieri intanto non si sono arresi, ma con­ti­nuano a chie­dere la resti­tu­zione di quanto è stato loro tolto. In par­ti­co­lare non si pos­sono arren­dere i mac­chi­ni­sti, per­ché andare in pen­sione a 67 anni quando si muore a 65 è con­tro ogni logica, per­sino con­tro la mate­ma­tica.
E di sicuro nes­sun mac­chi­ni­sta si augura di morire, ormai stre­mato, alla guida di un treno.

domenica 28 dicembre 2014

Ferrovieri, CAT : Comunicato ai lavoratori. Incontri con Gruppo FSI e Ministeri Lavoro e Trasporti

Comunicato ai lavoratori
Incontri con Gruppo FSI e Ministeri Lavoro e Trasporti
In data 18 dicembre 2014, il CAT ha incontrato rappresentanti dei Ministeri dei Trasporti e del Lavoro, per affrontare i temi posti a base della vertenza, con particolare riferimento alle discipline che interessano le pensioni e l’orario di lavoro dei ferrovieri.
Nel frattempo, lunedì 15 dicembre, il CAT aveva incontrato il Responsabile del Personale del Gruppo FSI, sig. Savino.
Quanto alle pensioni la questione è connessa agli incredibili effetti della riforma Fornero in ambito Ferroviario, mentre sull’orario di lavoro la richiesta è l’introduzione di norme legislative che, tenendo conto dello stress generato dai turni, tutelino adeguatamente la salute, l’integrità psico-fisica degli operatori ferroviari, nonché la sicurezza dei viaggiatori.
In entrambe le riunioni, gli interlocutori hanno mostrato attenzione (e preoccupazione) per la massiccia adesione dei ferrovieri allo sciopero CAT di dicembre. Stessa attenzione abbiamo registrato sugli argomenti da noi esposti con cui abbiamo sostenuto le nostre richieste.
Sia gli esponenti ministeriali che quelli del gruppo FS, pur senza affermarlo direttamente, ci hanno lasciato intendere che l’alto numero di ferrovieri ancora associati ai sindacati firmatari del CCNL rende necessario che sui temi posti a base della vertenza intervenga un loro coinvolgimento/interessamento.
Infine, gli esponenti dei Ministeri dei Trasporti e del Lavoro ci hanno invitato ad inoltrare una relazione scritta sulle questioni poste per poterle meglio valutare con le competenti strutture istituzionali.
Per favorire l’avvicinamento e l’interessamento delle sigle sindacali storiche ai temi posti non pubblicizzeremo in modo puntuale le proposte avanzate ai Ministeri interessati (Trasporti e Lavoro).
In tal modo, cerchiamo di evitare di “mettere la bandierina” su una specifica soluzione, piuttosto che su un’altra. Faremo delle proposte, ma non ci interessano i minuziosi dettagli delle possibili soluzioni per poi poterne rivendicare la paternità.
I nostri intendimenti complessivi sono abbastanza chiari e gran parte dei ferrovieri dimostra di averli compresi e condivisi.
Teniamo a ricordare inoltre che gli argomenti trattati non riguardano il rinnovo contrattuale.
Confidiamo in un crescente sostegno alla nostra azione e in una presa di coscienza dei lavoratori sul fatto che il sindacato deve essere in mano direttamente a loro e non deve invece costituire una sorta di intermediario che fruisce di benefici diversi più o meno visibili, più o meno leciti.
Il CAT nasce per questo motivo.
Roma, 19.12.2014