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venerdì 1 maggio 2015

Il caso-Ferla arriva in Parlamento

Il caso-Ferla arriva in Parlamento

sindacati di base avevano fatto quadrato e promosso manifestazioni, convinti che il licenziamento sia un atto intimidatorio per l’attività di Ferla, a cui fa riferimento anche la onorevole Ciprini nell’interrogazione. I deputati del Movimento 5 Stelle (sempre sulla base dell’articolo del Fatto) nel testo dicono che Ferla “nel recente passato ha «denunciato» – tra l’altro – le criticità in ambito aeroportuale in merito alla sicurezza sul lavoro, gli alti stipendi dei dirigenti e manager della SEA e presunte condotte antisindacali della Sea”.
L’interrogazione del Movimento 5 Stelle chiede in sostanza al Ministro di attivarsi per evitare il licenziamento: si chiede infatti “quali iniziative intenda assumere il Ministro – nell’ambito delle proprie competenze – allo scopo di favorire un dialogo e una corretta gestione delle relazioni sindacali tra i lavoratori, l’organizzazione ADL Varese e la direzione della SEA spa di Milano Linate Malpensa anche al fine disensibilizzare la direzione della SEA verso un ripensamento del provvedimento adottato in danno del dipendente e garantire il legittimo esercizio dei diritti sindacali dei lavoratori”.

mercoledì 18 marzo 2015

Protesta al Terminal 2 di Malpensa, nella mattina di lunedì 16 marzo, in solidarietà con Salvatore Ferla, sindacalista dell'ADL (Associazione Diritti dei Lavoratori) licenziato da Sea. Presente anche una delegazione del nostro Coordinamento

Le sigle del sindacalismo di base hanno tenuto un presidio al Terminal 2 dell'aeroporto, per protestare contro la decisione di Sea

Protesta al Terminal 2 di Malpensa, nella mattina di lunedì 16 marzo, in solidarietà con Salvatore Ferla, sindacalista dell'ADL (Associazione Diritti dei Lavoratori) licenziato da Sea.

"Ferla uno di noi", "Rivogliamo Ferla in Sea" e anche un "Je suis Ferla": erano gli slogan comparsi sugli striscioni srotolati dalla ADL, a cui si sono affiancate altre sigle del sindacalismo di base attivo a Malpensa (Cub Trasporti e anche Usb, la sigla per cui Ferla è stato delegato in passato). Accanto ai sindacati, si sono visti anche alcuni esponenti locali delMovimento 5 Stelle e del Partito Comunista dei Lavoratori (Ferla è anche un simpatizzante del Movimento 5 Stelle). Era presente anche la consigliera regionale del M5S Paola Macchi.
varesenews.it









mercoledì 4 febbraio 2015

Regione: "Chiudere in fretta la procedura di vendita della Gallazzi"

Martedì 3 febbraio 2015

Regione: "Chiudere in fretta la procedura di vendita della Gallazzi"

«Chiudere in tempi rapidi la “procedura di vendita” della Gallazzi Spa al miglior offerente non concorrente». È in sintesi la mozione che ha approvato il Consiglio regionale sulla vicenda dell’azienda specializzata nella produzione e distribuzione di pellicole in PVC per la farmaceutica e per il settore alimentare, con fabbriche a Tradate e a Gallarate, già al centro anche di interrogazioni da parte dei Parlamentari del territorio e sindaci (clicca qui ne qui). Il documento è stato presentato dal capogruppo del Nuovo Centrodestra Luca Del Gobbo che chiede «il mantenimento e lo sviluppo della capacità produttiva e dei livelli occupazionali».

«La Gallazzi - è il commento del Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo - è una risorsa per il nostro territorio: garantisce oltre 200 posti di lavoro ed è un’azienda che si è sempre distinta per innovazione e capacità produttiva. La mozione intende farsi carico di una situazione di empasse, ponendo la necessità di un intervento concreto presso il Ministero. L’approvazione all’unanimità rappresenta certamente la volontà da parte del nostro Consiglio regionaledi non lasciare sole le nostre imprese con la consapevolezza che la ripresa del Paese passa dalla capacità di essere a fianco al tessuto produttivo locale».
L’azienda è  dal luglio del 2013 in amministrazione controllata. Dal 3 dicembre 2014 il commissario ha trasmesso al Ministero dello Sviluppo la richiesta di autorizzazione alla cessione dell’azienda. Nella mozione si impegna il Presidente della Regione e l’Assessore alle Attività Produttive a farsi parte attiva con il Ministero per chiarire come mai fino a questo momento non si è ancora giunti alla vendita dell’azienda.

giovedì 8 gennaio 2015

Lavoratori Gallazzi, ADL: "Chiediamo aiuto ai sindaci di Tradate e Gallarate" (da varesenews.it)


mercoledì 7 gennaio 2015

Lavoratori Gallazzi: "Chiediamo aiuto ai sindaci di Tradate e Gallarate"

I delegati della rappresentanza sindacale Sergio Maffioli, Antonio De Stefano, Luigi Saporito (ADL Varese), Giovanni Bertoldi e Luca Tosatto spiegano che la Gallazzi è in commissariamento straordinario da un anno e mezzo: «Negli ultimi mesi c'è stata una gara di vendita e proprio oggi siamo entrati in possesso del verbale del notaio sull'aggiudicazione ad una delle aziende che vi hanno partecipato. Questo però è l'ultimo atto di cui siamo a conoscenza. Tutto si è fermato qui tanto che l'azienda non è stata mai stata ufficialmente assegnata invece sono arrivati due nuovi commissari straordinari senza nessun tipo di spiegazione e di chiarimento». 
I lavoratori hanno quindi fatto richiesta di chiarimenti al ministero per lo sviluppo economico, che dopo l'incontro in Municipio sarà anche sostenuta dai primi cittadini di Tradate, Laura Cavalotti, e Gallarate, Edoardo Guenzani, entrambi incontrati dai lavoratori della Gallazzi. «Abbiamo parlato del nostro caso anche con il senatore della Lega Stefano Candiani e il deputato del Pd Angelo Senaldi.Abbiamo fatto il possibile per coinvolgere tutti dalle istituzioni alla politica.Vogliamo solo che la nostra azienda venga messa nelle condizioni di poter lavorare perchè ha le potenzialità per continuare la propria attività. Nell'ultimo anno con il piano di rilancio siamo cresciuti senza l'appoggio delle banche e senza finanziamenti. Ora però è necessario che venga chiarita la situazione». 
varesenews.it  

martedì 16 dicembre 2014

GALLARATE : Due indagati nell'inchiesta sugli appalti pilotati in ospedale (da varesenews.it)

Due indagati nell'inchiesta sugli appalti pilotati in ospedale

GALLARATE Sono due, per il momento, gli indagati nella vicenda dei presunti appalti pilotati all'ospedale di Gallarate che avrebbe garantito ad una certa azienda di vincere, per dieci anni consecutivi, la gara per la manutenzione delle apparecchiature mediche dell'ospedale Sant'Antonio Abate. Il sostituto procuratore bustocco Luigi Furno, infatti, sta lavorando con gli ufficiali di Polizia Giudiziaria per ricostruire gli appalti nel settore della manutenzione dei dispositivi medicali negli ultimi 10 anni e ha ipotizzato, per il momento, i reati di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e falso. Le gare finite sotto la lente di ingrandimento della Procura sono quelle che riguardano le società Prima Vera di Domenico Catanese, uomo considerato vicino a Formigoni attraverso Fabrizio Rota, amico di vecchia data e
membro dei 
Memores Domini di cui fa parte anche l'ex-governatore lombardo.
L'impressione è che il magistrato abbia messo le mani in un meccanismo piuttosto ampio e a conferma di questo arrivano anche i riscontri eseguiti dal direttore amministrativo e da quello sanitario attraverso l'audit interno avviato dallo stesso ospedale (solo dopo l'avvio dell'indagine, ndr) che parrebbe giungere alle stesse conclusioni della Procura che aveva già trovato tracce evidenti di anomalie nelle liste dei macchinari da manutenere, alcuni non più presenti fisicamente nella struttura da anni, con conseguente lievitazione dei costi per l'azienda ospedaliera.

venerdì 5 dicembre 2014

"Non siamo schiavi". La protesta dei lavoratori delle cooperative di Malpensa (da varesenews.it)

"Non siamo schiavi". La protesta dei lavoratori delle cooperative di Malpensa

Molti devono ricevere ancora tfr, stipendi arretrati e cassa integrazione. L'ultima novità però riguarda l'addebito in busta paga delle somme per recuperare la cassa integrazione, soldi che i lavoratori non hanno mai ricevuto dall'Inps.

«Non siamo sclavi». Non è un errore, perché Ndiaye è senegalese francofono e pronuncia la parola schiavo alla francese, «esclave», appunto. Gli altri intorno a lui, per lo più marocchini e pachistani, annuiscono mentre protestano davanti alla sede varesina dell’Inps. Sono i soci-lavoratori di alcune cooperative che operano nel settore della logistica all’aeroporto di Malpensa, dove i continui passaggi di appalti da una società
all’altra mettono continuamente a rischio 
tfr, stipendi e cassa malattia. Nel caso di Ndaye e di altri suoi colleghi, che guadagnano 1.400 euro al mese, si parla di arretrati che vanno dai 3.000 ai 5.000 euro. «Siamo soci solo quando c’è da pagare - commenta ironicamente il lavoratore - non quando c’è da guadagnare».
varesenews.it